Il Fatto Quotidiano

13 Gennaio 2012
Il porcellum al cubo unisce l’Idv e Sel

di LUCA TELESE

Ieri è stata scritta una nuova equazione politica: porcellum più porcellum, uguale porcellum al cubo. E così il centrosinistra entra in sofferenza dopo il doppio verdetto choc, mentre Antonio Di Pietro e Nichi Vendola provano a correre ai ripari studiando le possibili contro-mosse, con un patto di reciproca consultazione informale in funzione “anti-governissimo” deciso sull’onda degli eventi poco dopo il duplice verdetto. Tutto si consuma alla Camera, ieri alla velocità della luce. L’equazione – infatti – è semplice, e a Montecitorio ieri è diventata plasticamente visibile, resa evidente per via del cortocircuito che si è bruciato in poco più di un’ora, ovvero lo spazio di tempo in cui le due notizie si sono abbattute sull’aula. Prima la Corte costituzionale, dopo una serie di fughe di notizie che anticipavano il responso (con la motivazione ufficiosa e irriferibile che la consultazione avrebbe “turbato” il clima delle larghe intese), ha fatto quello che si prevedeva, bocciando il referendum anti-porcellum. E subito dopo, il Parlamento eletto con il Porcellum con una consecutio quasi adamantina nella sua chiarezza, ha “auto-assolto” il più spavaldo dei suoi esponenti, malgrado una gravissima accusa di collateralità con la camorra. Il porcellum al cubo, quindi ha una doppia conseguenza politica. La prima è quella di mostrare che sotto il grande scudo delle larghe intese sopravvive un’altra maggioranza. O meglio: la vecchia ex maggioranza del governo Berlusconi, che – come i guerrieri di terracotta dell’epica cinese – sono sempre pronti a riattivarsi per difendere i propri uomini e i propri interessi nel momento del pericolo. Questo schieramento, chiamiamolo “il centrodestra occulto”, ha più o meno lo stesso numero di voti che ha assistito in tante occasioni Silvio Berlusconi dopo il 14 dicembre del 2010: ieri erano 309 (ma con 7 assenti censiti). Il che vuol dire che il centrodestra occulto non ha i numeri per imporre la propria maggioranza al Parlamento, ma li ha – eccome – per condizionare la politica nelle scelte decisive, ogni volta che serve. Come una matrioska, dunque, come un gioco di scatole concentriche, come un Alien: dentro la sovrastruttura tecnocratica e politicamente presentabile della maggioranza unanime del governo Monti, si nasconde la minoranza egemone dei guerrieri di terracotta postberlusconiani. Il voto di ieri, dunque, l’esultanza di Daniela Santanchè in Transatlantico, il corrucciamento di Pier Ferdinando Casini all’uscita dall’aula, ben oltre alla vicenda politica di Cosentino, volevano dire questo: il centrodestra c’è, è “in armi”, ed è ancora il peso specifico più forte in questo Parlamento di deputati nominati. Berlusconi non ha le forze per staccare la spina, ma può accendere e spegnere l’interruttore quando vuole. Per questo, alle tre del pomeriggio, nella sede dell’Italia dei Valori, l’incontro (programmato da tempo) fra Antonio Di Pietro e Nichi Vendola si è caricato di significati e ha prodotto una strategia comune. Quella di avvicinare Italia dei Valori e Sel e aumentare la forza contrattuale verso al Pd, nel momento in cui il partito di Pier Luigi Bersani sembra rinunciatario e rassegnato. Vendola e Di Pietro hanno programmato una iniziativa comune nei prossimi dieci giorni alla Camera. E Sinistra e libertà terrà una manifestazione nazionale a Roma (data già fissata, il 22) invitando come relatori – oltre a Vendola e Maurizio Landini – esponenti politici di altri partiti di centrosinistra tra cui nomi del calibro di Michele Emiliano, Luigi De Magistris e Rita Borsellino. Il nome della sorella di Paolo non è casuale. A Palermo la candidatura e la coalizione che si scelgono potrebbero dimostrare che l’alleanza di centrosinistra è ancora viva. Perché sia Orlando sia la Borsellino (ieri Vendola parlava di “possibile ticket”) corrono solo senza centristi e Lombardo. 

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4 commenti »

  1. Certo che la corte costituzionale ha fatto una bella porcata: è stata una decisone politica non giuridica. Leggeremo le motivazioni, ma tanto il diritto è come la pelle delle palle: la tiri dove vuoi. Scriveranno una 50ina di pagine per dire nulla. Resta la decisione: fottersene di chi ha firmato il referendum, non dare la parola al popolo, lasciare il porcellum che gli zombi del parlamento non modificheranno mai. Sicché avrebbe ragione Grillo: se ne fottono delle raccolte di firme di leggi popolari che lasciano nel cassetto, se ne fottono dei referendum che non applicano, ora impediscono di fare anche i referendum – dopo il successo degli ultimi referendum che hanno raggiunto il quorum temevano che anche questo l’avrebbe raggiunto – non puoi scegliere chi votare, alle elezioni non si può andare se no andiamo in default, il PD zitto zitto elimina le primarie, e noi che si fa? piano piano in dose omeopatiche tolgono la democrazia, cioè il senso di sentirsi contare come cittadino.
    IDV e SEL sentono puzza di inciucione tra PD Casini e PDL per fare un centrone, che designerà Monti e vincerà. Ma gli serve eliminare ogni rischio di insuccesso, quindi modificheranno in tal senso la legge elettorale. Il PD è sempre rimasto al PCI del compromesso storico, e comunque non sa che pesci pigliare.
    Illuso chi pensava che Berluska fosse l’unico problema.

  2. Bel pezzo, Telese, ma quando proponi di coniare il termine di “centrodestra occulto” fai il furbetto, e lo sai, un poco come quei padri che, pur di accasare la figlia, la adornano, persino dopo un matrimonio sfasciato e prole a carico, di virtù inesistenti.
    Io non te la faccio passare. Ed emendo la tua proposta, sostituendolo (il tuo centrodestra-occulto-con-conseguente-verginità-della-sinistra, come venissimo dal paese dei balocchi) con un più musicale “centro di gravità permanente” che impedisce alla politica italiana di volare alto.
    E a favore del nostro lettore, gnoccofritto, allego l’esperto Piscicelli che, intercettato, mostra di sapere dell’importanza di pagare le ferie in maniera bipartizan…
    Continuando con lo gnoccofritto, difendo infine la Corte costituzionale che ieri ci ha difeso da un principio pericoloso, adattissimo ad un venerdì 13, la resurrezione dalle tombe delle leggi precedenti.
    Caro gnocco, ti rimando volentieri all’art. 75 della nostra bella Costituzione, dove scoprirai che sono sufficienti cinque indignati e sinistri consigli regionali a indirre referendum.
    Io so che chi ha firmato o si è fatto il mazzo a raccogliere firme senza alcun secondo scopo di mettersi in mostra oggi è non poco irritato, ma invece di prendersela con la Corte e con la legge, sarebbe il caso di chiedere a Tonino Di Pietro di non fare tanta ammuina. Queste raccolte delle firme, questo moto perpetuo di discesa nelle piazze ormai hanno per me il sapore della perenne quanto frenetica animazione delle sale bingo: non aiutano certo a pensare.
    Ciauz.

  3. La giornata nera di ieri (strano non fosse ieri venerdì 13) ci ricorda che lorsignori a Monti lasciano fare il “lavoro sporco” (spremere gli italiani di tasse, pizzicare qualche nullatenente in Ferrari), ma quando si tratta di toccare gli interessi della casta, apriti cielo, la presunta indipendenza della Lega dal PDL va in frantumi e santifica un mafioso (chissà come sarà contenta la base) e quanto si tocca la morsa dei partiti sul parlamento fulmini e saette. Mi immagino quindi di conseguenza che l’abolizione delle Provincie, la riduzione delle prebende e dei vitalizi ai parlamentari, la riduzione del numero dei parlamentari, rimarranno nel regno dei buoni propositi e che mai e poi mai verranno attuate. Ben venga il riavvicinamento di Dipietro e Vendola, ma da soli cosa possono fare? Nulla evidentemente. A meno che non si crei un fronte anti-casta credibile, combattivo e soprattutto capace di farsi sentire. Gli italiani non ne possono più e non c’è nessuna forza politica, a parte il movimento a cinque stelle di Grillo apparentemente fuori dai giochi, che raccolga la protesta montante

  4. Luca,condivido quello che hai scritto. Monti e i tecnocrati – anche in questo governo c’è chi si ritrova “a sua insaputa” come Scajola – qualche scheletro nell’armadio,spreme i soliti noti,mentre “B. & B. lo butteranno a mare quando vedranno in pericolo gli affari della Casta con l’immancabile soccorso rosso.Per non parlare dei Radicali che salvano Cosentino.

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