Il Fatto Quotidiano

18 Maggio 2012
Lusi la tela del ragno per incastrare i big

di LUCA TELESE

E così, alla fine, come un ragno che tesse la sua tela avvolgendo le sue vittime una per volta prima di sbranarle, dopo aver imbozzolato Francesco Rutelli ed Enzo Bianco, dopo aver schizzato con la sua bava filante Matteo Renzi, è rimasto al centro della scena da solo. Solo lui, Luigi Lusi, il tesoriere-aracnide. E così, rivelazione dopo rivelazione, centellinando abilmente veleni e minacce, lusinghe e atteggiamenti omertosi, chiamate di correo e silenziose profferte, con la sua delazione a rate, il tesoriere mannaro ha tenuto pe run mese la classe dirigente del centrosinistra sulla graticola e gli eredi democratici della Margherita con il fiato sospeso. Poi, alla fine, quando è finito spalle al muro, ha colpito. Ecco perché la prima notizia da raccontare, oggi, è che le rivelazioni in commissione hanno già innescato un nuovo congegno giudiziario, che al Senato gli uomini del centrodestra illustravano a mezza bocca, ma visibilmente soddisfatti: mercoledì si chiude la grande confessione, e le parole di Lusi finiscono alla magistratura per direttissima. Dopo di questo, spiegano i senatori pidiellini “l’iscrizione dei tre dirigenti della Margherita nel registro degli indagati potrebbe essere inevitabile”. Più che un pronostico, viene da dire, è un auspicio. ECCO PERCHÉ, di fronte a un lavoro così geometrico, non ci si può fermare di fronte alle apparenze. Come un insetto trasfigurato da una mutazione genetica, infatti, Lusi passa dall’irrilevanza statistica alla pericolosità estrema. Anche perché non esiste un solo Lusi, ma la sorprendente galleria degli Avatar che lui ha impersonato e che ci ha fatto scorrere vorticosamente davanti agli occhi. Il primo Lusi, ormai dimenticato, è il tesoriere virtuoso. Rutelli se lo è portato in giro come una madonna pellegrina. Prima è solo un avvocato, poi un consulente del sindaco. Poi diventa l’uomo dei soldi, ovunque Rutelli vada. Anche il secondo Lusi è molto lontano da questo di oggi: è l’uomo che domina la sede della Margherita, non parla di politica, fa scenate ai giovani dirigenti se chiedono il rimborso di un taxi. Geniale attore: tutti pensano di lui che è uno stronzo, ma che sia molto onesto. Improvvisamente, alle primarie che incoronano Walter Veltroni segretario, ecco un altro salto evolutivo. Il taciturno servitore assume voce, volto, velleità protagonistiche. Si candida alle primarie. A denunciare questo camaleontismo ci sono solo i ragazzi di Generazione U, che se lo ritrovano davanti a una campagna elettorale dispendiosa che sembra quella delle politiche. Non è solo una scena, ma una mossa calcolata. Da quel trampolino Lusi si tuffa in prima linea. L’elezione virtuale diventa reale, dopo essersi contato è pronto ad andare in Parlamento, eccolo a Palazzo Madama. Le telecamere di Corrado Formigli lo intervistano su un meraviglioso tetto istituzionale. Grida di passione, l’aracno-tesoriere, nel 2008 contro i corrotti berlusconiani: “Voglio spiegare al cittadino che i politici non sono tutti uguali! “. E ancora: “Alla Margherita avanzeranno dei soldi e io ne faccio un vanto! vuol dire che sono stati amministrati bene”. Straordinaria commedia. Che finisce con un avviso di garanzia e un interrogatorio. E anche qui con un Lusi che ci siamo dimenticati. Lo accusano (all’inizio) di aver sottratto 13 milioni di euro. Sembrano tantissimi, invece è solo un calcolo perdifetto. MailLusichesidifende non è quello di oggi. Dice di aver fatto “tutto da solo”, di aver preso quel denaro “in prestito” (geniale), annuncia: “Sono pronto a restituire 5 milioni”. Pazzo? No, abilissimo calcolatore. Se riuscirà a ottenere il patteggiamento – come spera – niente carcere, niente condanna, e pena irrisoria, viste le leggi. Ma i giudici non accettano. E allora Lusi inizia a tessere la tela: “Li ho presi per me, ma non solo per me”. E per chi, allora?: “Finanziavo tutte lecorrenti della ex Margherita”. E RICEVEVA un affitto persino dal Pd. Emerge un sistema ramificato. Si ricostruisce il racconto surreale dell’assemblea in cui Arturo Parisi e Luciano Neri (un dirigente umbro) avevano chiesto conto di quei bilanci: all’epoca – ed è il suo errore imperdonabile-Rutelli lo difese pubblicamente. Quindi Lusi era un bancomat, di se stesso e degli altri. Ma per ora non fa nomi. Ancora una volta tesse la tela e spera. Non sa che anche gli altri sono costretti a scacciarlo come un insetto velenoso per non andare a fondo. Rutelli va dalla Gruber: “Mi ha tradito, lo denuncio”. E Lusi costruisce la sua prima meravigliosa operazione venefica. Riceve Luca Bertazzoni, l’inviato di Servizio Pubblico e mette tutti nella sua ragnatela. Ufficialmente nega l’intervista. Ma poi si fa riprendere (solo un ginocchio e mezzo volto barbuto, ma basta, eccome) compiendo dueoperazioni. Prima si vendica di Rutelli: “Se uno trova cento lire per strada e se le mette in tasca, sta zitto! E invece lui non lo fa! capisci Luca? “. Poi lancia un avvertimento in codice: “Non entro in questa brutta cosa di Renzi ed Enzo Bianco… “. Ovvero: ci entra e li tira in ballo. Bertazzoni: “Teoricamente lei dice ai giudici di averli finanziati… “. E lui, portandoci tutti nella sua ragnatela: “Scancellerei il teoricamente”. Insomma, dice e non dice, ma coinvolge due dirigenti. E SUBITO dopo minaccia tutti gli altri, sempre utilizzando la chiacchierata teoricamente rubata da Bertazzoni: “Questa partita è molto più grande, Luca! questa partita fa saltare il centrosinistra! “. Peccato che subito dopo saltino.

twitter@lucatelese

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7 commenti »

  1. Basterebbe rovistare nei conti dei partiti per verificare che quel che sta sputtanando la Lega e la ex Margherita è pratica corrente e allegramente condivisa. La Casta si sentiva intoccabile e ognuno ha fatto che che più gli è convenuto. Non credo che Penati sia meglio di Lusi o della Bossi Happy Family. Sono tutti appartenenti alla stessa cricca

  2. ma quale tela, ma quale ragno…………….lusi e rutelli, gente chiamata a gestire milioni di euro degli italiani pur essendo di un partito defunto e comunque ai margini della politica che non contano veramente una cicca, eppure in grado di perdere e sperperare quantita’ enormi di denaro SUDATI dagli italiani da una parte per ladrocinio, e dall’altra, nella migliore delle ipotesi per DEMENZA
    TUTTI i partito hanno ricevuto piu’ soldi di quelli spesi, ma dove sono le plusvalenze DI TUTTI ?????
    A me la vicenda della margherita e della lega sembra la stessa pagliacciata che fu mani pulite……………e cioe’ un moltiplicatore di ladri e deficienti !!!!!!

  3. la tela di ragno, la trama velenosa di interessi e al centro, guarda caso, un UNICO artefice, l’aracnide…bella immagine, ma decisamente poco azzeccata per quelle che sono le effettive funzioni del tesoriere all’interno di un partito.. a meno di non dipingere mezzo centro sinistra tanto allocco e sprovveduto da lasciarsi irretire in questa trama malvagia… ma per favore!! che operazione è questa?!? sembra tanto lo squallido tentativo di demonizzarne uno per salvare tutta la barca!!

  4. lusi il cattivone……………………………in mezzo a tante brave persone !!!!!!!!!!!!!!…..ed egli, si e’ preso gioco di loro !!!!!!!!!!!!!!!! …………….politci italiani di oggi, che avevano dimenticato milioni di euro nel cassetto…………..e il lupo cattivo se li e’ portati via !!

    anche un pastore ciociaro direbbe : AHO,AHO, MA MI STAI A PIGLIA’ PE CULO ???? SO MICA NATO IN MIEZZO A LI PIECURI IO !!!

  5. non ho capito quali sarebbero le conclusioni.
    Lusi ha ordito un complotto per farsi assumere come tesoriere e spartirsi 20 milioni di euro con Rutelli e tutti gli altri margheritini e poi sputtanarli?
    Se credi che Rutelli, Bindi, Franceschini e co. (tignosi come sono) non sapessero nulla devi anche credere che Belsito era pilotato dai servizi segreti, che Ruby è la nipote di Mubarak e Scilipoti ha votato la fiducia a Berlusconi per le leggi contro l’anatocismo.
    Mi piaci molto come giornalista ma questa proprio non la capisco.

  6. Tutti sapevano. Quando hanno cercato di salvarsi scaricando tutto su Lusi,questi ha vuotato il sacco.

  7. I nuovi amici del senatore Lusi
    A parte un attento e preciso Luca Telese sul Fatto, non pare che i giornalisti italiani abbiano fatto tesoro dei molti tentativi già compiuti da Luigi Lusi di allontanare da sé l’attenzione di media e magistrati coinvolgendo quanti più dirigenti della Margherita possibile in un polverone di accuse.
    Né i giornali sembrano aver colto (nonostante ne avessero notato le avvisaglie alla vigilia della riunione della giunta per le autorizzazioni del senato) il valore tutto politico dell’operazione che s’è svolta a palazzo Madama mercoledì sera, chiaramente concordata fra il senatore ex democratico e alcuni suoi colleghi del Pdl.
    Abbiamo già scritto molte volte dell’abnorme sistema di finanziamento pubblico dei partiti e della specifica (e colpevole) anomalia della Margherita quando era ormai un partito estinto e privo di testa politica, nel quale è stata possibile la gestione discrezionale di una consistente massa di denaro.
    Messi questi punti fermi, però, è incredibile che le stesse identiche accuse che Lusi ha già diffuso dappertutto (tranne che davanti ai giudici) possano essere rilanciate come nuove, inedite, senza farsi qualche domanda e senza precisare a uso del pubblico che «la spartizione» dei rimborsi elettorali fra i vari dirigenti a fini politici era semplicemente il dovere d’ufficio del tesoriere della ex Margherita. Mentre esulava dai suoi doveri tutto ciò per cui è imputato e per cui è stato interpellato il senato ai fini dell’eventuale arresto: peccato che i senatori pidiellini della giunta si siano mostrati disinteressati al tema dell’arricchimento personale. E stiano cercando di trasformare la giunta (solo in questo caso, si intende) in un organismo di indagine parallelo se non alternativo alla magistratura.
    «Così pagavo tutti», titolava ieri tra gli altri Il Messaggero, offrendosi insieme ai giornali della destra come sponda ideale per l’autosalvataggio del tesoriere. «Strategia Lusi: accusa Rutelli per evitare il carcere», titolava il Fatto. Laddove per una volta si rivela utile il superiore know-how fattoide in materia di crimini e misfatti.

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