Il Fatto Quotidiano

1 Dicembre 2011
Il suicido di Magri divide il Manifesto

di LUCA TELESE

"Lucio in The Sky”. Lucio Magri come la bambina dei Beatles, sospesa fra la fantasia lisergica e il sogno, e per un giorno il Manifesto illustrato da questo titolo é tornato esaurito nelle edicole. Lucio suicida volontario, il compagno che anche chiedendo di non ricevere esequie fa esplodere il dolore e la discussione fra i compagni: “Non mi sono arrabbiato abbastanza – dice in una umanissima e straziante intervista a La Repubblica Valentino Parlato – questo sudicio mi turba profondamente. Ho come l’impressione di non aver fatto abbastanza. L’ho subito, insomma, e non me lo perdono”. Il suicidio di un intellettuale politico non può essere mai un fatto privato. È sempre un cortocircuito per chi nella politica pensava che si abbattessero le bandiere del privato. É stato così in Francia per il filosofo André Gorz e per lo scrittore Arthur Koestler. In Italia è stato altrettanto sconvolgente il dibattito sulla scomparsa di Primo Levi: scrivere il più bel libro della letteratura italiana sulla salvezza dalla morte, e poi correre incontro alla morte gettandosi da una trova delle scale. E SE IL SENSO di impotenza di Parlato è il sentimento di un compagno di mille battaglie, di uno che con Magri iniziò l’avventura de Il Manifesto, ancora più drammatica é la condizione di chi, come Famiano Crucianelli – l’allievo prediletto – lo ha accompagnato nei due lunghi anni della depressione. Un sentiero difficile: da un lato provare a dissuadere un compagno di vita, e dall’altro fermarsi solo alla fine, per rispettare le sue scelte. Ma dovendo accompagnarlo ed assisterlo. Crucianelli non ha scritto articoli, perché i drammi umani – spiega – “non si possono condensare in settanta righe”. Però racconta il sentimento scisso e devastante che lo attraversa in queste ore: “Io e Lucio abbiamo iniziato a fare politica insieme nel 1969. Sono più di quarant’anni di vita insieme. La sua malattia non era un’ombra che si fa sparire con una pasticchetta. Era un disagio profondissimo, e senza rimedio. L’idea che fosse compiuta la missione di una vita, e che non avesse alcun senso continuare ad esistere. Quando succede questo – spiega Crucianelli – nulla di quello che puoi dire o fare ha più senso”. Poi, mentre parla, l’ex leader dei Comunisti unitari fa una lunga pausa: “L’unica risposta che riesco a darmi, per non subire l’assalto del dolore, é questa: il suo suicidio, per tutti noi che lo abbiamo conosciuto e amato, è l’inizio di una disperazione. Per lui invece è stato la fine di una disperazione, un liberazione da quella angoscia incontenibile”. Per rispettare le ultime volontà del fondatore del Pdup, gli amici di Magri si riuniranno in forma privata per scambiarsi la lettera di saluto che il fondatore del Pdup ha scritto per loro. Una sorta di cerimonia laica e sobria. “Ma poi – spiega Crucianelli – faremo un grande convegno politico per ricordare il suo pensiero, e anche un libro per raccogliere le cose profetiche che ha scritto in questi anni sul futuro della sinistra. Non per un’ansia memoriale, ma per un senso di utilità”. Luciana Castellina ha scritto su Il Manifesto, affrontando il problema di quella fine: “Il suo peccato maggiore è stato di andarsene così come se ne è andato. Riteneva di non dover poter più dare niente per una rinascita della sinistra di cui diceva: ‘ Ci sarà ma ci vorranno decenni, e io comunque non sono più in grado di dare nessun contributo’. Sbagliava naturalmente”. PIÙ FATALISTA Norma Rangeri: “La scelta di morire, lungamente meditata come approdo di un percorso umano e politici, addolora ma non stupisce, è l’ultimo atto di chi non si è mai accontentato di predicare soltanto”. Diversa l’idea di Aldo Tortorella, che con lui nel Pci condivide anche l’ultima battaglia sul no alla Svolta: “Non é vero che lascia un messaggio di disperazione”. Dice Tortorella che la sua vita è come la parabola del sarto di Ulm di Brecht: “Si sfracella al suolo ma alla fine l’uomo imparerà a volare”. Emanuele Macaluso scriverà solo domenica, sul suo giornale: “Se n’è andato lasciandoci un testamento che è il suo libro. Ho passato giorni a discutere con lui, solo di quello”. Insomma, la morte di un militante interroga una intera comunità. Dice Rossana Rossanda, che lo ha accompagnato nelle ultime ore: “È stato tristissimo, non terribile, ma tristissimo. Ti puoi immaginare come si sta in un momento del genere”. Ecco perché forse ha ragione Massimo D’Alema quando dice: “Non vorrei che l’emozione per le circostanze della sua morte finisse per cancellare la memoria della sua vita, del suo impegno intellettuale e politico, della testimonianza che ci la lasciato”. 

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10 commenti »

  1. la depressione e’ un male dell’animo ; suicidandosi , ha solo ammazzato il suo corpo………
    …..il mio augurio per lui , ma ne sono certo,che passando a miglior vita abbia gia’ trovato le risposte, che non trovava, alle sue angoscie

  2. Nella sua triste e nobile scelta la cosa che tocca l’animo è la sua storia d’amore con la sua “unica stella” roba da persone per bene

  3. franco alvino
    secondo me la scelta di Magri è sì triste ma ci andrei piano a dire nobile.
    Non credo che il suicidio possa o debba diventare un valore, comunque la si pensi.
    Poi non ho capito a cosa lei alluda come “unica stella”: a sua moglie (cioè alla sua ultima compagna) o alla fede politica?

  4. Mi è capitato ai tempi di incontrare Magri che allora trovavamo troppo radical scic appunto ,tuttavia ce ne fossero oggi come lui a livello di pensiero.
    credo condividerebbe questo mio scritto:

    Monti, Tremonti e Tramonti della democrazia italiana

    Molti anni di berlusconismo tra inchieste insabbiate, servizi segreti deviati, corruzioni, massonerie, piduisti e mafie di ogni sorta hanno ridotto il paese a quel che è ora . Purtroppo il processo continua anche perchè, intellettuali, uomini di cultura e politici alternativi, da cui dovrebbe passare un tentativo di ricostruzione e riscatto non si vedono all’orizzonte o restano isolati sommersi dal baccano mediatico del postberlusconismo .

    La rinascita di una cultura di vera che si faccia interprete dei bisogni delle masse e di una vera equità sociale non affiora. Le mistificazioni di caste e poteri forti continuano attraverso il controllo dei media principali . Non si intravede alcun inizio di ricostruzione di un modello sociale alternativo a quello fallimentare del neocapitalismo malato di denaro e finanza pur al collasso, ne’ l’inizio di una riscoperta di valori veri dell’essere uomini, ne’ politiche che pongano finalmente al centro i diritti dei popoli. Manca soprattutto una vera sinistra alternativa oggi inquinata da apparati sindacali e mediatici asserviti ed inerti ,privi di verità e fantasia. Manca soprattutto una informazione libera di inchiesta che renda edotti i cittadini di quel che veramente accade dietro le quinte del potere. La legge porcata della lega completa in Italia il quadro desolante di un tramonto della democrazia reale. Ecco perché oggi possono passare certe riforme di macelleria sociale come quelle delle pensioni e dei licenziamenti senza che alcuno levi neppur una voce di protesta .Ecco perché un pd ormai di centrodestra, che appoggia intollerabili manovre di macelleria sociale insieme alle caste di destra, anziché perdere voti continua paradossalmente a guadagnarne. La gente assuefatta ,disperata, rassegnata e confusa ormai ritiene normale , perfino inevitabile e necessario tutto quel che accade. Forse dovremmo imparare molto oggi dalle rivolte africane, per lo meno attingere una parte di quel coraggio di azione per la difesa della libertà che oggi è assente nel nostro paese .

  5. breny
    nobile perchè ognuno di noi dovrebbe essere assolutamente libero di disporre di se , la sua unica stella si mi riferivo alla sua donna

  6. Un gesto che lascera’ sensi di colpa in chi non e’ riuscito ad aiutarlo. Una persona che cede alla depressione e lasciandosi vincere crede di non avere piu’ niente da dare, come se la politica fosse tutto nella vita. Avrebbe potuto fare del bene a tanti ancora, ma la decisione del suicidio non e’ nobile, e’ un atto di vigliaccheria e di disperazione. Persone che vanno aiutate e perdonate per questo gesto terribile. Non si e’ liberi di far cio’ che si vuole con la propria vita perche’ non siamo isole e dobbiamo pensare anche a chi resta e magari imparare da chi veramente e’ colpito da disgrazie senza cercarsele.

  7. Franco Alvino,
    io la penso diversamente ma questo non è un problema per me.
    E’ che io non riesco a capire come si possa pensare di essere padroni della propria vita quando nessuno di noi ha potuto avere voce in capitolo sul proprio concepimento.

  8. Iappunto perchè nessuno ha deciso di nascere,penso che sia giusto decidere della propria vita

  9. alba

    ……..e chi invece decide di vivere , ma non puo’ ???……………………diciamo che SAREBBE giusto, ma…………………

    se vuoi un consiglio, goditi l’ istinto di sopravvivenza (di cui la natura ci ha dotato) e lascia perdere il campo oscuro della mente

  10. Alba, volevo dire che le opinioni sono diverse su quello che si può o non si può fare della propria vita una volta che ci sei venuto al monto e hai più o meno l’età di intendere e volere.
    E’ il concetto in se’ di essere padroni della propria vita, di cui molti si riempiono la bocca, che non sta in piedi: noi non siamo padroni della nostra vita, dato quello che ho già detto, casomai siamo semplicemente liberi di decidere cosa farne una volta che ce la ritroviamo tra i piedi.
    Le idee diverse dalle mie non mi infastidiscono, anzi mi incuriosiscono.
    Vorrei però che sempre ci fosse un minimo di logica; poi non sono un filosofo, quindi non so se mi sono spiegato bene.

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