Il Fatto Quotidiano

12 Luglio 2011
Il servo di scena di Tremonti

Va detto chiaramente. C’è qualcosa che suona falso nella mitologia assolutoria che sta crescendo intorno allo scandalo della casa romana in cui viveva Giulio Tremonti. C’è una favola ufficiosa e inverosimile, veicolata nei pour parler e persino nei conciliaboli semi-ufficiali sul rapporto fra il ministro e il suo più stretto collaboratore Marco Milanese. 
Per spiegare come sia possibile che “uno dei principali contributori d’Italia” (ipse dixit), per giustificare come possa vivere in una casa pagata da altri un signore che nel 2008 dichiarava 4,5 milioni di euro, infatti, nasce la leggenda dell’ “amicizia affettuosa”, della “cameriera di Tremonti”. Nasce il ritratto ossimorico congiunto, come quello che ci ha regalato ieri sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo, quello delle “vite opposte”, del ministro e del consulente: il primo virtuoso e virginale, il secondo consumista e kitsch. Uno quasi francescano fra pastasciutte cucinate con “sughi portati da casa”, veglie in baita o nella caserma dei finanzieri, l’altro quasi osceno, nella sua vita di yacht e nel suo tourbillon di carte di credito e di vacanze supercafone con suite al Plaza. Ma anche questa leggenda del Tremonti puritano, alla fine, ha bisogno di essere in qualche modo conciliata con i conti che non tornano. E allora ecco che nell’Italia del governo più omofobo di tutti i tempi (persino la Dc, come ci hanno raccontato Vendola e Formica, aveva le sue diversità accettate), ecco che in questa Italia saltano fuori i mezzi toni e le perifrasi felpate, per girare intorno al presunto indicibile. Leggete qui: “Anche un uomo schivo ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto, a sciare, nelle scarpinate in montagna, nel penitenziale e infinito viaggio in treno sino a Reggio Calabria, affrontato – come racconta Cazzullo – con la compagnia non proprio amena dei leader confederali di Cisl e Uil”. Insomma: la coppia di fatto invocata per spiegare ed esorcizzare la strana coppia, negli stessi articoli in cui, per di più si cita sempre come fidanzata di Marco Milanese, la stessa portavoce del ministro, Manuela Bravi.
E invece nessun retroscena in relazione spiega la presumibile debolezza di Tremonti, che non è per nulla privata ma è tutta pubblica, e tutta spiegabile con le malattie ricorrenti del potere nella Seconda Repubblica. Sembra anzi che nel suo rapporto con Milanese, Tremonti si avvicini al rivale ed ostile Silvio Berlusconi, seguito anche per strada dagli “ufficiali pagatori” che lo seguono quando lui entra in una boutique e saldano il conto delle sue spese.
Nell’era neo-medievale inaugurata dal berlusconismo, infatti, il sovrano è tale se è separato dalla materialità dei suoi sudditi. Già Bettino Craxi raccontò più volte che girava senza denaro in tasca, e magari si contornava di faccendieri che gestissero con tutto altro appiglio le vicende dei denari. E Berlusconi ha elevato persino i suoi vizi a sistema parallelo, se è vero che del gineceo dell’ Olgettina resterà la figura splendidamente tragica del ragionier Spinelli, l’ufficiale pagatore sempre alle prese con buste, bonifici e richieste di mantenimento. Anche senza addentrarsi nelle ipotesi correttive, c’era la celebrazione del potere nel sistema Anemone e nelle “ripassatine” organizzate per Bertolaso, nelle “tapparelle” riparate, nei tanti favori e nel mistero della casa a sua insaputa di Scajola.
Persino la sinistra – con tutt’altro grado di gravità e senza addebiti penali – ha provato l’ebbrezza dell’emancipazione dal problema del denaro. Fausto Bertinotti raccontò di non sapere con quanti soldi girava in tasca: “La mattina Lella prende i calzoni, e se vedo che non ne ho mi mette cinquantamila lire nel portasoldi”. Il re taumaturgo diventa potente quando può perdere contatto con il denaro, o ancora meglio, quando può esserci qualcuno che paga per lui. Il ministro Alfonso Pecoraro Scanio lasciava sempre che a pagare fosse il suo segretario Francesco Alemanni, e anche Livia Turco spesso e volentieri – anche se innocentemente – lasciava che a saldare i conti fossero i suoi collaboratori. A volte è per un problema di praticità, molto più spesso è un bisogno psicologico di tipo simbolico. Il paradosso del collaboratore libertino e del ministro asceta, dunque, non è una disgrazia o un dettaglio intimo da velare, ma una responsabilità pubblica da spiegare: soprattutto quando nel Parlamento dei nominati, quel collaboratore lo si fa diventare “onorevole” per investitura. Il collaboratore che paga per te e ti ospita non è spiegabile con la categoria dell’ “amicizia affettuosa”, che anche se fosse tale, potrebbe benissimo essere paritetica. Dietro l’ospitata nella casa affrescata, invece, c’è l’idea del dresser, il servo di scena che l’occhio visionario di Joseph Losey ha trasformato in una maschera. Poi se uno vuole essere affettuoso faccia pure: purché paghi per sé.

di Luca Telese

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18 commenti »

  1. Per una volta posso dire di condividere in pieno il pezzo di Telese.Nei confronti di Tremorti c’e,’anche da parte della cosiddetta opposizione, una strana prudenza,quasi indulgenza,nel commentare lo scandalo che sta invstendo il ministro dell economia.

  2. per Luca Telese . come mai sul sito del FATTO c’è la signora Januaria Piromallo la signora che ha scritto : il mio vicino di casa a ST Moritz è Polansky ?

  3. per LUCA : e Squillante ?

  4. no, dico, ma questi che devono fare per essere “chiamati” ad andarsene? mettersi a sparare sulla folla dalle finestre dei ministeri?

  5. Cisnetto economista come Luigi Zingales…… ?

  6. Cisnetto laureato in …. ?

  7. poi ti vediamo a Cortina ospite di Cisnetto vero Luca ? davanti a una platea berlusconiana. ripeto la domanda : Cisnetto laureato in…. ?

  8. Per me se in questo parlamento di imbecilli non avessimo avuto Tremonti all’economia a quest’ora tra bersaNI CHE CHIEDEVA L’ASSUNZIONE DI TUTTI i precari della scuola e Berlusconi che avrebbe provato a inventare quelllo che non possiamo permetterci (il taglio delle tasse) staremmo peggio della grecia con vere e proprie crisi social. Per colpire tremonti si fanno carte false, ma per fortuna è troppo stimato anche all’estero.
    Questo è un paese strano….chi si adegua e ha la fortuna di lavorare o servire si comporta da irresponsabile.

  9. Per chi ha ancora dei dubbi sulla vera natura delle imprese imprenditoriali e politiche del Cav Berlusconi,qui di seguito una lista illuminante delle sue gesta..http://www.tzetze.it/tzetze_news.php?url=http%3A%2F%2Fwww.societacivile.it%2Fprimopiano%2Farticoli_pp%2Fberlusconi%2Fprocessi.html.

  10. Anarchico, la natura di questo sito per come apre la dice tutta…
    TRAFFICO DI DROGA..con parecchi condizionali per poi finire che non c’era nulla di penalmente rilevante. ERGO UNA CAZZATA.

    Per il resto sappiamo che non è un santo….però il no ciolo sta nel fatto che per buttarlo giù lo si è accusato sui media di strage….ttramite spatuzza…te lo ricordi o no?

    Poi venne fuori che fu la sinistra a patteggiare con la mafia….altro piccolo partricolare condito da molti non so e non ricordo…

    Tutto mentre UN LADRO COME de BENEDETTI continuava e continua nella sua battaglia politica.

  11. Ma alla fin fine, questo articolo cosa ci dice, insieme al fatto che lo stesso Tremonti ha parlato di metodo Boffo?
    Vogliono farlo passare per…
    Sarà vero?
    Ma in fondo, anche se lo fosse, non dovrebbe essere questo a farlo finire fuori gioco.
    E comunque, signora mia, in questo paese ormai abbiamo raggiunto il fondo.

  12. De Benedetti : un vero signore della serie : la classe non si compra

  13. le banalità d Feltri la giacca gialla di Feltri. Feltri mi ha fatto diventare simpatico Casini !

  14. caro Luca perchè non chiedi alla Nunzia De Girolamo come mai ha rinunciato a portare B da Padre Pio….

  15. e aggiungo caro Luca : ma tu conosci solo Feltri ?

  16. Cara Margherita…

    La classe non si compra, ma anche se si potesse comprare De benedetti lo farebbe senza pagarci le tasse sopra…..

  17. @GIanluca Pazzo Bugiardo e Fascista

    UN LADRO COME de BENEDETTI

    MERAVIGLIOSO!
    COME SI FA AD ESSERE PAZZI FANATICI COME TE! Insegnacelo!
    SOLO il più matto dei matti può dare dela LADRO A DE BENEDETTI mentre ci sono senteneze su sentenze che inidcano Berlusconi come CORRUTTORE.

    Come si fa a tradire TUTTO E TUTTI – la logica, la verità, la semplice elementare decenza – in nome dell’ODIO puro.
    TU SEI IL FASCISMO. Sei lil rifituo della ragione in nome del potere. Dovrebbero toglierti il diritto di voto.

  18. Ciao Giacomino sentivo la tua mancanza sai?

    Vedi…De Benedetti è stato condannato per evasione fiscale e frode fiscale…oggi risiede all’estero. come lo chiamiamo allora GANDHI?

    Berlusconi è un ladro? forse anzi certamente ma cosa centra?

    Giacomino se io fossi IL FASCISMO non avrei i problemi di lavoro che ho…e che hanno tutti, visto che il 90% dei gerarchi si arricchi enormemente sotto quella dittatura.

    Beh…giacomino…ti sei almeno abbronzato? hAI CUCCATO o no? perchè vedi…ci sono modi migliori e salutari per sfogarsi che insulktare il sottoscritto sai?
    E se proprio non cedi a questa tua indole identitiva…almeno cambia….

    USa folle…oppure altro. RINNOVATI Giacomino.

    Ciao un abbraccio

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