Il Fatto Quotidiano

7 Gennaio 2011
“L’aut-aut sul referendum? Un atto di coraggio”

Ride Sergio Chiamparino: “Lo so, lo so cosa farete sul vostro giornale… una vignetta di Fucecchi in cui mi mettete il cappello a cilindro come i lacchè dei padroni dell’iconografia bolscevica!” (ce l’ha detto, lo abbiamo fatto). La battuta non è solo cautelativa, ma rivela che il sindaco di Torino sa che la sua posizione filo-accordo ha suscitato dibattiti e sconfessioni, a sinistra, e anche dentro il Pd.
Sindaco, la Fiom dice che c’è un allarme diritti a Mirafiori.
Guardi, io vedo tutta la criticità di questo accordo, ma più che dei diritti in astratto, mi preoccupo delle condizioni materiali di chi lavora.
I diritti sono una cosa astratta per lei?
Non ho detto questo. Ma le ricordo due cose. Primo: fra due anni, quando l’accordo va in vigore, 1/3 di quelli che sono operai a Mirafiori oggi saranno in pensione. Secondo: uno su due, a Mirafiori non ha la tessera di nessun sindacato!
I delegati scelti per lista bloccata, però, non sono una astrazione.
Forse andrebbe ricordato che la clausola che esclude la Fiom oggi è stata introdotta dai sindacati, Cgil compresa, per combattere i Cobas. Parliamo delle cose vere. Io mi preoccupo di chi guadagna 1.200 euro e dovrà cambiare tutto nel suo lavoro. Però vorrei anche ricordare che in tutti gli altri settori è già così.
La Fiom accettava più turni.
Sì, ma nel settore del tessile, per dirne una, si lavorava già oggi, sabato notte e domenica notte, senza che nessuno si stracci le vesti.
Non è detto che sia l’ideale.
Però esiste già. E la Fiom non firma un contratto dai tempi della Lancia di Chivasso!
Landini ha ricordato di aver firmato con Electrolux, Whirlpool e Indesit…
Sa perché? Perché sul territorio i sindacalisti della Cgil sono stati più pragmatici.
E invece a Mirafiori?
C’è un no ideologico.
Ma lei con Landini ci ha parlato?
Recentemente no.
E un dirigente del Pd non dovrebbe sentire la versione della Cgil?
Ma anche quella della Uil e della Cisl, se è per questo. È finito il tempo delle cinghie di trasmissione.
Con loro ha parlato?
È capitato di incontrarli. Quella dei sindacati “gialli”, per dire, è un’altra falsificazione della destra.
Fingiamo per un attimo che Chiamparino sia della Fiom…
Avrei firmato subito, per andare a vedere.
Ma dove sono finiti i 20 miliardi del piano per l’Italia di Marchionne? Lui per ora ne annuncia solo 1.700…
Appunto. Se non si dice sì all’accordo non c’è modo di vederlo.
Ma lei crede che Marchionne voglia restare in Italia o andare all’estero?
Penso voglia mantenere un pezzo di produzione qui. Non per spirito di beneficenza, ma per motivi commerciali.
Sono una leggenda le sue partite a scopone con lui?
No, sono vere. Due o tre volte l’anno. Stavolta, però, la partitella di Natale è saltata.
E chi vince, di solito?
(Ride) Sempre io, naturalmente . E poi il mio vicesindaco, Tom De Alessandro, uno dei pochi a sinistra che sa cos’è la Fiat perché ci ha lavorato alla catena!
Il piano è credibile?
Ha una componente di realtà e una di azzardo, perché nulla nel mercato è scientificamente prevedibile. Credo alle intenzioni di Marchionne, questo sì.
Il suo “dite sì al referendum o me ne vado” non è un ricatto, come dice Landini?
No, è un atto di coraggio. Se non ci fosse stato, non avremmo il grande dibattito di oggi. Ha smosso le coscienze e messo in crisi i conservatori.
Insomma il sì risolve tutto?
Le ribalto la domanda. Perché nessuno si chiede cosa accade se vince il no? Non credo che la fabbrica chiuderebbe subito. Ma sono certo che finirebbe in letargo.
E se vince il sì, invece?
Si riapre la sfida. Anche sulla rappresentanza.
Veramente Marchionne ha detto: “Prendere o lasciare”.
Lei ce l’ha con Marchionne?
No. Lei invece si fida di lui?
Sì. Perché, per esempio, nel 2004, dialogando con la Fiat, abbiamo salvato Mirafiori da una chiusura.
Vuol dire che è colpa più della Fiom che della Fiat se un accordo non c’è?
Dimentica uno dei protagonisti. Se ci fosse un governo degno di questo nome, in questo paese avremmo una politica industriale vera.
Il Pd si è spaccato?
Ho visto che dopo uno svarione iniziale si converge sulla linea sensata dei due sì, invece che dei due no. Poi ci sono alcuni che dicono parole in libertà…
Ce l’ha con Cofferati che è per due no?
In questo caso con uno della nidiata dalemiana, Orfini, che non so di cosa parli.
Il Pd perderà voti verso Vendola e Di Pietro, contrari all’accordo?
Senta, venne qui Grillo, prima delle comunali, a dipingermi come una specie di killer amico dei padroni. Sa come finì? Presi il 67%.
Vuol dire che anche il Pd guadagnerà?
Non ho la sfera di cristallo. Ma le chiedo l’ultima cosa. Sotto il sacrario del contratto siamo diventati il paese con i salari più bassi e il più alto tasso di disoccupazione. Che abbiamo da perdere?

Luca Telese

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8 commenti »

  1. Ma Cofferati dov’era ai tempi del pacchetto Treu?
    Perchè non ha trascinato milioni di persone in piazza, dato che in gioco c’era ben di più di un articolo 18 che riguardava una minoranza di lavoratori?
    E la CGIL che allo stesso modo e insieme agli altri ha contribuito di buon grado alla precarizzazione selvaggia dei contratti di lavoro?
    Come possono pensare, codesti, di essere ancora credibili???????

  2. MA VOI CREDETE VERAMENTE CHE QUALCUNO LASCERA’ CHE LE FABBRICHE DELLA FIAT CHIUDANO IN TOTO E ARRIVEDERCI…… HA RAGIONE LANDINI

  3. MA NESSUNO CHIEDE AGLI AGNELLI COSA NE PENSANO D QUESTO CONTRATTO? IL LAPO OPERAIO NON PUO’ FARE QUALCHE DICHIARAZIONE COMPRENSIBILE?

  4. SI LO SO CHE IL MARCHIO INTENDE CHIUDERE PER IL MOMENTO SOLO IL MIRAFIORI SE VINCE IL NO. MA IO NON CI CREDO. LA FIAT NON E’ COME L OMSA HO ALTRE FABBRICHE IN ITALIA, MARCHIONNE FA IL DURO PERCHE’ SA DI PERDERE CON LA FIOM

  5. come mai i nostri parlamentari hanno tutte macchine Mercedes o altro?
    Hanno detto in una intervista che sono macchine più sicure e allora come dice Landini…..
    il problena non sono i dieci minuti di pausa che sono tanto per un operaio, sono i modelli che non vanno oltre la 500 ela Panda!!!!

  6. anche don GALLO sta con la FIOM .spero di cuore che gli operai d mirafiori tengano duro anche per i motivi sopra elencati, marchionne non puo’ chiudere

  7. don gallo però era scontato, non credi Telesina?
    Poche persone non sono prevedibili purtroppo.

  8. Qualcuno dovrebbe spiegare a Chiamparino che L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che la modernità è migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, che tra l’altro lo mantengono,non peggiorarle.Ognuno è giusto che la pensi come vuole e fare la politica che vuole (vedi Chiamparino) ma poi non si presenti durante le elezioni a promettere il paradiso per gli operai quando dopo è il “cane da guardia del padrone”.Ma veramente crede che il problema della Fiat siano i diritti dei lavoratori ? Oppure è il management imbolsito che non è riuscito,malgrado gli aiuti titanici dei varia governi italiani ha creare un’azienda moderna ed efficente ! Se veramente è amico di Marchionne gli dovrebbe dire durante le tante cene insieme che :Lui guadagna un pò troppo per produrre quelle schifezze di macchine !

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