Il Fatto Quotidiano

31 Dicembre 2010
“Se qualcuno è in crisi non è la Fiom”

Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom, ricorre all’ironia. Così, tra il serio e il faceto, si esibisce in una stoccata affilata verso quei dirigenti “riformisti” (così si autodefiniscono) che lo hanno attaccato per il no del suo sindacato all’intesa Fiat. D’Alema ha detto: “Landini non lavora alla catena di montaggio…”. Il leader della Fiom sorride, anche se con un punta di amarezza: “Trovo curiosa – spiega – questa accusa di non poter criticare l’accordo perché non sarei un lavoratore. Ho iniziato come apprendista saldatore a 16 anni, nell’officina del signor
Cavazzoni a San Polo D’Enza. Ma al contrario di alcuni dirigenti del Pd, non penso che loro non possano parlare dell’accordo Mirafiori perché non hanno mai lavorato in fabbrica in vita loro. Mi basterebbe semplicemente che cercassero di mettersi nei panni di chi alla catena ci deve andare ogni giorno”.
Landini, il suo primo stipendio da metalmeccanico?
Credo… sulle 800 mila lire al mese. Una pacchia rispetto a oggi.
Ce lo vedi D’Alema saldatore?
Non lo so, non lo conosco abbastanza. Ricordo i miei primi giorni: ti dovevi abituare a respirare i fumi, vapori acri della fiamma, che bruciano la gola…. Ma anche la gioia di prendere il mio primo brevetto, diventando operaio specializzato.
Altro ricordo dell’apprendistato?
Bisogna imparare a proteggersi dalla fiamma. La sera, se non stavi attento, chiudevi gli occhi e ti ritrovavi davanti le stelle. Non dormivi più.
Quando è che decidi di diventare sindacalista?
Non mi sono iscritto da giovane a nessuna segreteria. Pensa, fu il freddo dei cantieri all’aperto a cambiarmi la vita.
Cioè?
Sono diventato delegato perché lavoravamo con la fiamma ossidrica, ma morivamo di freddo, e iniziammo a lottare. Non fosse stato per questo, oggi non sarei sindacalista.
Ripetono che la Fiom dice sempre no.
Una panzana colossale. Abbiamo firmato accordi con Whirpool Indesit, Electrolux… Sono tutte multinazionali, mica società di mutuo soccorso! Come mai solo la Fiat ha bisogno di infrangere il contratto?
Dicono che non volete lavorare di più.
Falso. Avevamo proposto alla Fiat di organizzare la pausa a rotazione: a Mirafiori così si sarebbero prodotte 30mila macchine in più. Non ci hanno nemmeno risposto.
Dicono che non volete lavorare come i tedeschi.
Una balla. Li abbiamo appena incontrati, i sindacalisti tedeschi: loro un contratto così non ce l’hanno e non lo firmerebbero mai!
Dicono che fate battaglie ideologiche e di principio.
Con questo accordo la Fiat acquisisce la libertà di licenziare i lavoratori in sciopero. Non mi pare una questione molto astratta.
Siete voi che avete dichiarato guerra al Pd o è il contrario?
Primo. Non tutto il Pd è sulle incredibili posizioni filo-Marchionne. Fassina – con la “A”, eh, eh – e Cofferati, tanto per fare dei nomi, sono stati molto critici.
E Bersani?
Ha detto parole limitative, che fra l’altro non sono chiare. Mi farebbe piacere spiegargli.
Cioè?
La linea secondo cui l’investimento della Fiat sarebbe buono, ma sui diritti c’è qualcosa che non va. Siamo al solito ma-anche. Non si capisce nulla.
Nel Pd, non solo D’Alema, c’è chi vi dice: non fate gli interessi dei lavoratori.
A me farebbe piacere che, per una volta, quei dirigenti si mettessero nei panni di chi dovrebbero rappresentare, e non in quelli della controparte.
Come spieghi le loro posizioni?
Facile. Evidentemente non conoscono le condizioni di chi lavora. Non ci parlano.
E voi siete sicuri di avere il loro consenso?
Allora: da giugno ad oggi, in tutte le elezioni che si sono celebrate, la Fiom segnala il 10 per cento in più di voti. Il trend dei loro consensi mi pare…. che sia meno brillante.
Dicono che vi siete impuntati su una posizione miope.
Veramente erano loro che a giugno dicevano: accettiamo l’accordo di Pomigliano perché si tratta di una posizione eccezionale e irripetibile, una deroga una tantum. S’è visto!
Non vi ponete i problemi dell’impresa?
A Brescia abbiamo firmato contratti di solidarietà e aumenti di produttività, concordati per salvare occupazione, d’accordo con le imprese.
Perché con la Fiat non si poteva?
A Mirafiori hanno fotocopiato lo stesso accordo e hanno detto ai sindacati: prendere o lasciare.
Dicono che rompete l’unità sindacale.
Difendiamo i diritti dei lavoratori, che è il nostro mestiere. L’unità sindacale la rompe chi accetta accordi discriminatori.
Per voi Cisl e Uil sono sindacati “gialli”?
Sono un “sindacato gendarme” che controlla gli operai in accordo con l’azienda.
Come mai non sei riuscito a convincere D’Alema e Bersani?
Non ho mai avuto il piacere di parlargli. Se mi chiamassero, magari…
Avete paura di contarvi con il referendum?
Semmai è il contrario: vogliamo che i voti sugli accordi siano imposti per legge.
Però forse a Mirafiori vi asterrete?
Noi diciamo che votare dicendo ai lavoratori: “O dici sì o chiudiamo” rasenta il ricatto.
Un punto di questo accordo che vorresti far scoprire a D’Alema e Bersani?
C’è scritto che l’azienda può imporre un aumento di produzione anche nei ritardi della fornitura. Cioè per cause di cui il lavoratore non ha nessuna responsabilità! Un bel paradosso.
Perché?
Immagina questo: se i cinesi che fanno le materie prime scioperassero, i lavoratori della Fiat dovrebbero fare gli straordinari. Una bella idea della globalizzazione.

Luca Telese

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15 commenti »

  1. non si può dare un parere se non si conoscono i termini dell’accordo, una cosa è certa che il mercato del lavoro è troppo a rischio non solo nelle fabbriche ma dovunque; è questo mi spaventa per le nuove generazioni e non mi pare le che le nè le OOSS nè i partiti della sinistra abbiano fatto molto per buttare a mare tutte queste norme sulla flessibilità del posto di lavoro. E’ tempo che si ritorni al posto di lavoro stabile se no questa economia non cresce, il debito pubblico aumenta e quindi le tasse, per non parlare delle pensioni che ormai per i prossimi pensionati saranno di fame.Nella mia vita lavorativa non sono mai stato un rivoluzionario, ho sempre votato PSI ora PD ma sul lavoro e sulle pensioni non si può cedere all’economia di mercato Se ne vadano al diavolo i docenti riformisti che predicano il lavoro precario, senza lavoro i nostri giovani perderanno la dignità e insieme ai genitori pensionati faranno la fame.

  2. figliolo, papà ti ha fatto la pensione integrativa . è un prodotto unipol !

  3. caro Giuseppe, ormai però i buoi sono scappati e anche per colpa nostra che non ci siamo ribellati.

  4. Uni -pol la banca per i politici di sinistra ! Apri un conto anche tu, la 7 lo ha già fatto.

  5. COPIO E INCOLLO DAL SITO DI PAOLO BARNARD:

    ” IL POTERE LO SAPEVA, E NEL 1975 LA COMMISSIONE TRILATERALE DI STATI UNITI, EUROPA E GIAPPONE SANCI’ LA MORTE DEL RADICALISMO E DEL LAVORO, CON QUESTE PAROLE: “Quando esso perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati. La concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”… ERA IL 1975.
    I SINDACATI CI SONO CASCATI.
    CI HANNO PRECARIZZATO IL LAVORO. IL LAVORO E’ COME I TUOI GLOBULI BIANCHI, SENZA NON VIVI. HANNO PRECARIZZATO I TUOI GLOBULI BIANCHI”.

    Troppo catastrofista???

  6. La discussione sulla Fiat, credo vada condotta nei dati di realtà che sono tenuti nascosti:
    1- Da almeno 15 anni la Fiat perde quote di mercato, sia x mancanza di modelli appetibili che x i prezzi non concorrenziali.
    2 – A fronte di una produzione mondiale di 90 milioni di auto, se ne riescono a vendere soltanto 60 milioni, con un surplus di prosuzione di 30 milioni di unità di prodotto.
    3 – Dunque la crisi dell’auto è prima di tutto una crisi di sovrapproduzione, perciò al di fuori di un serio processo di innovazione – idrogeno o auto elettrica -, non c’è trippa x gatti, cui vanno aggiunti modelli e prezzi competitivi.
    Soltanto all’interno di una cornice di investimenti x l’innovazione – pena la fuoriuscita da ogni mercato -, è possibile discutere di nuovi modelli di relazioni industriali, che non possono partire dalla negazione di diritti fondamentali come il riconoscimento di associazione sindacale, che afferisce ai fondamentali diritti dell’uomo riconosciuti dall’ONU come nuova carta dei diritti alla base del diritto moderno, nonchè dei diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione.

  7. mettitela via caro Landini

  8. Domanda per Beppe Cavallo, veramente c’è oltre un 30 per cento di invenduto? e se è cosi, che fine fanno quei 30 milioni di veicoli?

  9. I dati sulla produzione mondiale delle auto, li ha riferiti a settembre Michele Mirabelle nella trasmissione “Cominciamo Bene”, presente un economista – non ricordo il nome – esperto del ramo. Mirabella pose la stessa domanda che mi fai tu, qui credo che sia racchiuso il segreto della globalizzazione.
    La crisi di sovrapproduzione porta le case automobilistiche a delocalizzare nei paesi emergenti a caccia di benefit governativi, col risultato di ottimizzare i profitti finchè durano i benefit, e poi, ti saluto marianna: della serie “prendi i soldi e scappa”.
    Tutto ciò ha ormai prodotto il risultato che i salariati non sono + in grado di acquistare ciò che producono, e il modello Marchionne, ha il solo obiettivo di ridurre gli operai a variabili dipendenti dai capricci dei nuovi ricchi Cinesi, Indiani, Brasiliani, Russi e via dicendo, socondo un modello consolidato di vivere alle spalle degli aiuti di stato.
    Cosicchè piuttosto che in presenza di un moderno manager industriale che punta sull’innovazione -auto elettrica o a idrogeno x conquistare nuovi mercati -, abbiamo di fronte un esempio del vecchio modello di banditismo.

  10. http://www.facebook.com/profile.php?id=1012847995&pub=2386512837&ref=brem#!/beppecavallo

  11. http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5aa8c16a-5869-4ec5-b9e5-c949c366d470.html?p=0

  12. La crisi del PD sta tutta nella risposta di Landini:”Non ho mai avuto il piacere di parlargli”La politica non si fa dentro le stanze al calduccio o nel pozzetto di una barca a vela al largo di Porto Cervo ma incontrando la gente,possibilmente che ti vota, avendo l’umiltà di ascoltare i loro problemi per poi tentare di risolverli.

  13. Bersani dì una cosa di sinistra !!!! Non conosco i termini contrattuali dell’accordo; ma c…o la FIAT con tutti i contributi che ha preso negli ultimi 50 anni potrebbe mostrare un po’ di attaccamento alla patria natìa. Per la FIAT il mercato italiano è indispensabile anche se vogliono farci credere che sono una multinazionale (del piffero). All’estero le FIAT vendute si contano sulle dita delle mani. Mi vien la voglia di non comprare più FIAT per protesta ….
    Pasquino

  14. Giuseppe dice che “è’ tempo che si ritorni al posto di lavoro stabile se no questa economia non cresce..” boh..forse viviamo in mondi diversi, ma a te sembra davvero che “il lavoro stabile” sia ancora un obiettivo concretamente raggiungibile in un contesto globale come quello in cui ci troviamo ad operare? Pensi davvero che sia ancora proponibile il “posto fisso” in una realtà come quella che abbiamo di fronte? A me sembrano ormai perfette chimere, comunque in totale controtendenza rispetto ai nuovi modelli produttivi dominanti. Senza contare poi che, vista l’ormai nota tendenza delle società avanzate alla “jobless recovery” (ripresa senza occupazione), non è affatto scontato che la crescita si possa ottenere anche senza aumentare l’occupazione, motivo per cui la complessità del problema del lavoro va considerata ben oltre l’elementare e schematica relazione lavoro stabile-lavoro precario..

  15. My spouse and i clearly need to think much more in that area and see things i can do regarding it.

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