Il Fatto Quotidiano

16 Ottobre 2010
“Masi dovrebbe querelarsi ogni volta che si guarda”

L’antro dello stregone – in una bella casa del quartiere Monti – ha una strumentazione minima: matita, pennarello nero Papermate, gomma da cancellare, carta e fax. Il resto lo mette lo stregone: Vauro (all’anagrafe Senesi) si cimenta in una maratona: quindici vignette in un giorno (più una cassata per ipotesi di rischio querela), più la copertina e diverse fantasiose e irriferibili ingiurie all’intervistatore (cioè io) e al nostro grafico (Fabio Corsi) che deve impaginare tutto. Alle sette di sera, mentre smadonna con il fax, Vauro vede la luce: “Mando l’ultima e poi si va a prendere un aperitivino moòòòolto alcolico qui di fronte”. L’intervista, poi, non è un’intervista ma una conversazione rubata tra una fiammata creazione e l’altra. Davanti all’aperitivo, lo stregone esce dal trance: “Ma che cazzo ho detto?”. Questo:
La censura aiuta?
Per nulla. Anzi, diciamolo pure, sono in rovina. Il Manifesto è sull’orlo dello stato di crisi e non paga più. Annozero non ci assume. Lo vuoi l’aneddoto melodrammatico per commuovere il lettore?
Spara.
Il nonno Ottavio mi aveva lasciato una piccola eredità, un gruzzolettino di sterline d’oro…
Non le avrai mica vendute?
Ho iniziato con una, per vedere l’effetto. Poi altre due. Poi tre. Arrivati a una cessione più corposa, l’orafo, un gran signore che non mi aveva detto nulla, ha alzato lo sguardo e me l’ha detto…
Cosa?
“Ma allora è vero che alla Rai sei senza contratto!”. Ha capito! Un genio.
Ma con questa quante sospensioni hai collezionato?
Vediamo. La prima, quella dell’editto bulgaro, era, diciamo così, a tutta la squadra. Lavoro con Michele dai tempi de Il Raggio verde… E Sciuscià fu colpito e affondato, con tutti noi a bordo.
La seconda sospensione fu per la vignetta sul terremoto d’Abruzzo.
Che geni della disinsfomazja che sono! Era contro gli speculatori del terremoto, cercarono di far credere che fosse contro i terremotati.
Ricordiamola.
Giocava sulla coincidenza temporale con la notizia – poi rivelatasi l’ennesima balla del nano – che si sarebbero potute aumentare tutte le cubature del 30%.
Tu disegnasti una fila di bare…
E scrissi “Aumento delle cubature. Dei cimiteri”.
Cattivella.
Masi mi scrisse…
A proposito. È l’eroe di questo inserto. Vi siete mai visti?
Mai. Abbiamo un rapporto, diciamo così epistolare, come gli amanti dei romanzi d’appendice.
Perché anche l’odio è una forma d’amore?
Perché lui mi scrive con la carta pergamenata e mi butta fuori.
Non oso chiederti cosa pensi di Masi, sei già sotto querela.
Ma no, pover’uomo. Va capito nel suo dramma interiore. Io penso che abbia avuto un’infanzia infelice.
Vauro…
Pensa, poveretto. Non sa fare bene nemmeno il censore.
Vedi che lo vuoi provocare.
No, anzi. lo apprezzo. Temevo che si fosse dimenticato di me, ho fatto una vignetta su di lui perché ero convinto che non mi pensasse mai…
E invece?
Mi ha querelato. Quindi mi pensa.
Tu sei stato ingiurioso nei suoi confronti?
Non credo che sia la qualifica di “servo”, dopotutto è una funzione. Forse il ritratto, la caricatura. Ma allora dovrebbe querelarsi da solo tutte le mattine quando si guarda allo specchio.
La satira offende.
Ma no, in questo caso racconta. Vedi, Berlusconi ha promesso un milione di posti di lavoro. Come vedi, almeno un centinaio, a gente che non aveva né arte né parte l’ha regalati. È ingiusto criticarlo.
È tutta gente seria.
Come no: è il lato evangelico del berlusconismo. Gli ultimi saranno i primi. E qui si parte proprio dal basso, eh?
È un leader cattolico.
Come no. Anche quando dice Orcoddìo!!!, infatti, non va criticato: sono le famose radici cattoliche dell’Europa, su cui c’hanno fatto du’ palle così!. Lui, perlomeno, ‘un se le dimentica.
Confessa, tu lo odi.
Nooo!!!! Ma come si fa ad odiare un signore anziano animato da velleità tromberecce?
Lo invidi, allora.
Oh sì. Diciamola tutta: dimostro di più e trombo molto meno di lui.
La sinistra lo critica, ma un altro leader dove lo trova?
Io propongo Ivan il serbo. È simpatico e lotta insieme a noi.
E pensa che non hai ancora bevuto l’aperitivo.
Ivan è uno delle tigri. Conosci il celebre proverbio afghano sulla tigre?
Lo ignoro.
“È vero, si può cavalcare la tigre, ma poi ricordati che lei va dove cazzo le pare”.
Molto pregno. Ma perché lo citavi?
Non me lo ricordo più. Però posso dirti questo. Ho iniziato a svignettare a Il Male, su Andreotti…
Bei tempi.
…E allora mi dicevo: “Speriamo di tirare le cuoia dopo aver smesso di vignettare su Giulio”. E invece? Adesso temo di tirare le cuoia svignettando sia su Andreotti che su Berlusconi. È una condanna.
Svignettavi anche su Cossiga.
Un gentiluomo, un signore. È morto ad agosto, mentre ero in ferie, non gli ho fatto nemmeno la vignetta di commiato.
Cosa non tornerà mai piu dei tempi de Il Male?
I vent’anni.
Diamo qualche contenuto serio a questa intervista: dopotutto dobbiamo parlare di censura.
I censori perdono le loro battaglie, sempre.
Mi pare ottimistico.
E perché? Non mi hanno mai tappato il pennarello e oggi Masi si becca due pagine, eh, eh…
Ma intanto niente tv.
Ci torneremo, malgrado lui. L’unica vera sventura sarebbe l’autocensura.
Panorama scrive: ma come può lavorare in Rai uno che attacca Masi?
Dunque mi accusano di mancanza di ruffianeria.
Forse mancanza di prudenza.
Se avessi il senso dell’opportunità non farei satira. E se non facessi satira, Masi non avrebbe motivo di farmi il contratto e quindi non potrebbe nemmeno negarmelo.
La tua satira è volgare?
Oh sì!!!
Ti dispiace?
Non mi pongo minimamente il problema.
La volgarità può essere gratuita?
Se vuoi ti faccio un rutto.
No.
BUUUURP! (molto corposo, ndr.)
E ora cosa hai dimostrato?
Nulla. Però la satira deve tendere all’antipatia e al dissenso, per far riflettere, mentre la politica punta alla simpatia e al consenso.
Esempio.
Nella saga dei Palombelli-Rutelli a letto, che proseguo anche qui, il tormentone sull’astinenza è volgare? Non lo so. A me fa ridere.
E questo che significa?
La satira sta al potere come l’erotismo sta alla pornografia.
Sarà dura spiegare a Masi che se lo disegni come un mastino bavoso stai facendo erotismo.
Infatti io intendevo dire che la satira deve assomigliare alla pornografia.
Lo dici solo per stupire.
No, è proprio così. Dobbiamo assomigliare a Le ore e Autoscatto, mica ai patinati come Playboy.
Perché?
Perché il potere va spogliato, mostrando il suo lato ridicolo, possibilmente le vene varicose.
Ma il sottinteso, i significati reconditi…
I significati reconditi mi fanno cagare.
Quando hai iniziato a fare satira?
Alle elementari. La maestra mi buttava fuori, io facevo le vignette.
Poi sei entrato in Lotta continua.
Mi piaceva l’idea di un comunismo libertario.
Però non ci sei rimasto.
Nel 1972 loro hanno nanificato l’utopia dentro un partitino, allora mi sono detto: un partito c’era già, e mi ci sono iscritto. Era il Pci.
Dimmi una cosa per cui sei di sinistra.
Mi piacciono gli sconfitti quando sono veramente sconfitti. È il momento di capire che avevano delle ragioni.
Hai fatto le scuole di partito.
Due! A Fageto Lario e a Frattocchie. In quelle ho trovato la mia prima moglie, Mirella Manfrèn. E nella radio del partito, Italia Radio, che ora non esiste più, la seconda: Daniela Claps
Sei amico di D’Alema?
Ho avuto un rapporto di amicizia con lui. In privato è gradevole, simpatico e timido. In pubblico spocchioso, presuntuoso e arrogante. Se invertisse sarebbe perfetto.
Non gli riconosci di essere un leader? Bell’amico.
Si credeva un grande leader, ma peccato che le abbia sbagliate tutte.
E Veltroni?
Amico anche lui. Ma vorrei andarlo a trovare in Africa.
Battuta troppo facile.
Allora vorrei andare in Africa al posto suo e che lui mi venisse a trovare.
Sei amico anche di Diliberto…
Una persona onesta, malgrado io sia uscito dal suo partito.
E Bertinotti?
E’ come Attila. Ha distrutto il poco che si era salvato. “Attilino”, toh.
Non ti piace nemmeno Vendola.
Non è vero. So che è una bravissima persona. Ma io non sono in cerca di un messìa, e non amo la politica fatta con i nomi: la Fabbrica di Nichi, la lista Di Pietro…
Neanche con Tonino vai d’accordo?
Come faccio? E’ magistrato… Diciamo che c’è simpatica diffidenza.
Ma allora chi voti?
Se dovessi essere serio e raziocinante, dovrei votare Fini: il campione dell’antiberlusconismo più politicamente argomentato e lucido.
E non sei raziocinante?
No. Seguirò il cuore e voterò la federazione della sinistra.
La sinistra tornerà a vincere?
Intanto dovrebbe tornare la sinistra, che per ora è scomparsa. Ti pare poco?

Luca Telese

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6 commenti »

  1. apprendiamo ancora una volta che la “satira di destra” è ritenuta in questo misero paese inutile, antidemocratica e cattiva…mentre quella di sinistra è magnifica e va difesa in tutte le sedi..anche ai cessi pubblici???

  2. il vignettista Fred è l’esempio di un vignettista di “destra” perchè sta da Vespa? abbiamo lottizzato anche la satira in rai?

  3. il governo di Berlusconi è quello che ha governato più giorni nella storia dal 46 ad oggi..con la precisone è durato 1412 giorni contro i 1113 di Craxi ..il tanto osannato De Gasperi con la sua dc nel suo ultimo mandato governò appena 17 giorni…sembra satira ma è storia!

  4. A Fausto
    ma dove l’hai appreso? Qui nessuno ha parlato di satira di destra

  5. Grande Vauro artista,uomo ed intellettuale e concordo con lui che la satira oltre che a divertirci serve a far riflettere e pensare …. un paese dove i cani da guardia del padrone azzannano il disegnatore o il comico di turno anzichè cercare di risolvere il problema, che attraverso la vignetta o la battuta denunciano, è un paese in decadenza.
    Pensierino domestico:
    Vauro era di Lotta Continua e si è sciolta,ha votato comunista e il partito non è mai andato al governo, è andato alle Frattocchie e la scuola ha chiuso, ora è ad Annozero e lo vogliono sospendere, ora io non so superstizioso, ma se frequenti Palazzo Grazioli,vai a disegnare i menù ad Arcore e voti Berlusconi non è meglio !

  6. @ Graziano

    Vauro ..INTELLETTUALE???
    Da osteria forse!

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