Il Fatto Quotidiano

14 Settembre 2010
Psichiatria Democratica
Antefatto Iconografico. Guardate per un attimo la foto di questa pagina. Pier Luigi Bersani chiude la festa di Torino. In piedi, solo. Per la prima volta un leader del Pd parla senza angeli custodi, senza alfieri, senza l'abbraccio dei due principali dirigenti del partito, immancabilmente vicini a lui. Quanta distanza dal rituale di tutti gli altri anni: il segretario sul palco, e tutti i leader, simbolicamente stretti intorno. Magari ipocritamente, stretti, ma tutti, almeno una volta l'anno, lì, come nella foto della classe all'inizio dell'anno. Ora abbandoniamo la foto, e passiamo al calvario della cronaca, dalle faide dei giovani turchi ai rumors di scissione, ai motivi per cui Orvieto potrebbe diventare una "Mirabello" di centrosinistra.
Retroscena Redazionale. Per una volta vale la pena di raccontarvi come si può decidere un articolo nella riunione di questo giornale. Eravamo appena tornati dalla meravigliosa festa della Versilia, e già i nostri telefoni trillavano su un unico tema: il Pd. Un veltroniano ti dice peste e corna di un dalemiano e viceversa (fin qui nulla di nuovo); poi arrivano aggiornamenti, ritrattazioni, agenzie, colpi di scena. Quindi la girandola della rassegna stampa. In due giorni, dal documento dei quarantenni anti-veltroniani, alle correnti storiche, un fermento criptato e indecifrabile per chi non possiede i codici delle faide antiche. A questo punto il direttore si mette a solfeggiare e a parafrasare: "Pi…. Di…., Pi… Dì… Psichiatria Democratica". Ovvero: ci sono chiari segni di distorsioni dell'ego e di alterazione delle percezioni dell'io, in quel partito. Lettere para-psicanalitiche ai giornali, mezze verità, indiscrezioni pilotate, colpi bassi. Per dire. Secondo Il Corriere della sera, la settimana scorsa Bersani avrebbe stretto un patto con Paolo Ferrero per eleggere dieci parlamentari nelle liste del partito, con una "ospitata" tecnica stile radicali. Cerco il segretario di Rifondazione al telefono per capire se le sue smentite siano rituali o credibili. Lui è furibondo: "Se stiamo dialogando con Bersani? Certo! Lo dico da mesi. Se è vero che abbiamo stretto un accordo per eleggere i nostri dirigenti? Assolutamente no – si indigna – è una follia paranoica, messa in giro con malizia dai veltroniani, magari per far piacere a Vendola". Chiedi: in che senso? E lui: "È una cosa che non sta ne il cielo né in terra – rincara la dose Ferrero – ma che punta a farci apparire come dei dirigenti all'asta che vanno da Bersani per farsi garantire con il piattino in mano. “Beh – ruggisce il segretario- non è così!". In fondo basta questo sfogo per capire che la situazione è incandescente, e che la frattura interna influenza anche i rapporti con gli altri. Però restano dei fatti: le dichiarazioni entusiastiche di Ferrero e Oliviero Diliberto sul "Nuovo Ulivo" bersaniano, e gli editoriali dei giornali amici (ad esempio quello di Stefano Menichini su Europa) che la settimana scorsa davano già per certo l'accordo. Frammenti di schizofrenia?
Endorsing Fagiolino. La nostra riunione finisce così, e l'articolo, è commissionato. Ore 13.15 (non è uno scherzo), sulle agenzie arriva l'endorsement di Massimo Fagioli, psichiatra e ricercatore della mente, che ufficializza la fine del rapporto con l'ex leader presidente della Camera Fausto Bertinotti: "Attualmente la simpatia è per Bersani". Le ironie sono fuori luogo. Sembra piuttosto un segno, la spia di un disagio, il turbinare di un cortocircuito fra politica e psiche. Come è noto Fagioli era stato un fan accanito di Bertinotti, fino a che non era apparsa sulla scena Nichi Vendola. Dopo di allora lo psichiatra non aveva fatto mistero di considerarlo "deviante" per la sua omosessualità. Ora Fagioli spiega la sua nuova predilezione per Bersani: "E il solo in grado di provare a rimettere insieme la sinistra, l'unico che ancora mantiene laicità e saggezza". Ma davvero c'è una crisi di identità nel Pd? L'ultima crisi di identità, è la grottesca storia dei cosiddetti "Giovani Turchi", un gruppo di quarantenni vicini a D'Alema, che scrivono un documento caustico contro il fondatore del Pd convocando una riunione ad Orvieto: "La politica interpretata come Hollywood, come un tour promozionale per propagandare se stessi". La vera accusa a Veltroni è, ancora una volta. psicanalistica: quella di essere inconsapevolmente berlusconiano, affetto da protagonismo e bisogno di leadership. Però "i giovani turchi" non hanno la tempra di Ataturk. Basta il pronunciamento di due ex veltroniane bersaniane, Stella Bianchi e Annamaria Parente perché sia annullata l'iniziativa, prevista per il 25. Una indubbia vittoria dei veltroniani. Ma Orvieto è la città dove è nato il Pd, e dove Veltroni in un celebre discorso parlò perla prima volta della vocazione maggioritaria: "Non so quando saranno, so che alle prossime elezioni andremo da soli". Lo disse il sabato, il lunedì Mastella abbandonò la maggioranza, il giovedì cadde Prodi. Il 25, a Orvieto, si tiene anche un convegno di Libertà eguale (la componente ex riformista del partito) con Veltroni e Sergio Chiamparino.
I gruppi autonomi. Ma cosa c'è di vero nell'ipotesi avanzata ancora una volta dal Corriere, che i veltroniani vogliono fare un gruppo autonomo". Una follia? O un inconfessabile desiderio inconscio? Walter Verini, braccio destro di Veltroni sorride: "Balle". E in serata Veltroni interviene: "Niente gruppi: c'è bisogno che il Pd recuperi forza, si deve lavorare per fare del Pd". Ma a Orvieto Veltroni potrebbe meditare un nuovo strappo. Magari un appoggio tecnico al sindaco di Torino, già con un piede fuori dal partito, all'insegna dello slogan: "Oltre il Pd per tornare a vincere". Fini torna nella "sua" Mirabello per costruire un'altra destra. Veltroni nella "sua" Orvieto per un altro centrosinistra.

Luca Telese
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3 commenti »

  1. caro telese, dillo chiaro e forte che vorresti niki vendola al posto di bersani……echecazzo

  2. Una cosa è certa,sia a destra che a sinistra regna la confusione totale,crescono i problemi per tutti,cresce l’astensionismo,si avvicinano le elezioni, è nessun partito può affrontarle tranne la lega.
    Alla fine l’unica realtà tragica è caro Luca che parliamo da 20 anni di Veltroni,Dalema,Berlusconi,Fini,Bossi, con tutti i vari teoremi annessi,che tristezza….Siamo in un paese dove il Presidente del Consiglio ha la giovane età di 73 anni,Bonaiuti 70,Napolitano 82,Bossi e Tremonti più di 60,a differenza di altri paesi dove i vari Obama,Cameron,Sarkozy,Zapatero al di la delle idee politiche rappresentano la modernità in un mondo globalizzato.
    D’altronde la comunicazione politica per eccelllenza nel nostro paese viene condotta dal giovane settantenne Vespa,un luogo dove per essere ospite occorre avere non meno di 60 anni……quindi alla fine dobbiamo sperare che tutti questi signori vadano in pensione,capisco che rimarrà pura utopia…….

  3. se Massimo Fagioli ha affermato che non e’ possibile che un ipotetico leader di sinistra sia cattocomunista ….perche’ e’ ovvio pure ai cani che la laicità e’ ciò che dovrebbe essere alla base e distinguere un partito di sinistra reale…perchè andare a rompere le palle con la storia dell’omosessualità?…pare sia una sorta di stravolgimento totale della realtà di ciò che e’ stato detto…e ben chiaramente. L’omosessualità di Vendola e’ un fatto suo personale, e direi meno importante delle dichiarazioni a sostegno di chi ha sempre esaltato la pedofilia a livello culturale( focoult?), delle affermazioni come :” bene! dobbiamo assolutamente portare avanti e mettere al centro il dialogo con la chiesa????”” sigh!!!!!….è un cattolico spaventoso! mi chiedo allora dove sta la Sinistra??cosa c’e’ di diverso dalla destra che di laico e di rivoluzionario come pensiero non ha nulla?

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