Il Fatto Quotidiano

27 Luglio 2010
Latorre apre la porta a Vendola

Appena inizio l’intervista lui, storicamente considerato l’uomo più vicino a Massimo D’Alema, ti spiazza: “Io non sono per chiudere la porta in faccia a Nichi, anzi: non sostengo la sua candidatura a leader della coalizione, ma penso che rappresenti un fatto positivo per tutti noi, un valore aggiunto”. Le sorprese non finiscono qui, perché anche sul governissimo, come vedremo, il vicecapogruppo del Pd al Senato ha una posizione che sta a metà strada fra il no di Vendola e il sì dell’ex ministro degli esteri. Così, anche per stemperare il clima e lo stupore, Latorre ammette un suo personalissimo e privato “conflitto di interessi” sulla discesa in campo del governatore della Puglia. “Allora, mia moglie Stella, è una grande estimatrice di Nichi… Questa passione, che sfocia in una cara amicizia, mi ha creato già non pochi problemi alle primarie, dove era nota la mia posizione, ma, purtroppo, anche la sua”. Non è riuscito a farle cambiare idea? Latorre sorride: “Non solo non l’ha cambiata, ma temo che anche adesso, dopo l’autocandidatura di Vendola alle primarie di coalizione, sarà difficile fargliela cambiare”. Sarà anche questa dialettica familiare, forse, a far emergere un approccio totalmente diverso fra D’Alema e il più importante dei dalemiani.
D’Alema ha detto che non si fa politica con la poesia, ed è chiaro che si si riferiva al governatore della Puglia…
“Io non ho questo tipo di approccio”.
In che senso?
“Ragiono molto pragmaticvamente. Non possiamo non considerare che Nichi porta in dote ai suoi interlocutori un mondo, una parte della società italiana, penso soprattutto ai giovanissimi, che sarebbe una vera e propria follia non includere nella coalizione…
Si riferisce alle fabbriche di Nichi?
Sì, e non solo a loro. Penso anche agli elettori che in Puglia lo hanno portato alla vittoria. Sto parlando, per essere chiari, di persone che in passato mi hanno rifilato giudizi a dir poco caustici….
Spesso sono critici feroci del dalemismo.
Appunto. Ma io so che queste persone, quest’area diciamo così radicale, rappresenta un patrimonio umano e morale che si riconosce in Vendola, e che senza di lui non si sentirebbe rappresentato in altri soggetti della coalizione.
Quindi lei non vede la candidatura Vendola come uno sgarbo o un’Opa, al pari di tanti dirigenti del suo partito?
E perché mai? Semmai porta in dote un pezzo di mondo che ci manca.
Qualcuno ha messo in dubbio l’idea stessa di fare le primarie.
Mi pare invece che sia ormai certo che il leader sia scelto, come in passato, con questo metodo.
Altri invece nel Pd dubitano del fatto che lo stesso Vendola possa parteciparvi.
E perché non dovrebbe?
Perché non c’è ancora una coalizione.
Io credo che il momento giusto per farle, se le elezioni si svolgeranno al termine della legislatura ordinaria, sia il 2012, ovvero un anno prima.
E se ci fosse una crisi?
Non appena si sia aperta la campagna elettorale. Ma detto questo, mi lasci dire che c’è anche qualcosa che non va nell’approccio di Nichi.
Ovvero?
Lui ha parlato di “sparigliare”: ecco, non mi pare che sia il programma ideale, per uno che vuole guidare una coalizione. Non solo non mi pare ambizioso, ma nemmeno oppurtuno.
Quale parola metterebbe in cima all’agenda lei?
Non ho dubbi: unire.
Però voi potreste dividervi molto presto, in caso di crisi, sull’opportunità di un governissimo.
E perché?
Perché Vendola è contrarissimo, ad esempio, e D’Alema invece ha già detto di considerare opportune le larghe intese…
Dunque. Iniziamo dalla cosa più importante. Siamo in un momento topico in cui il centrodestra sta mostrando tutte le sue crepe. C’è una coalizione in disfacimento… Ci sono ministri che si dimettono ogni giorno, c’è la difficoltà manifesta a nominare un nuovo presidente della Consob….
Quindi?
Quindi la prima cosa da fare è unire le forze di opposizione fuori e dentro del parlamento, e archiviare il berlusconismo.
E ci si riesce meglio con “la prosa cinica” (Vendola su D’Alema) o con la cattiva poesia? (D’Alema su Vendola)?
Il problema dell’Italia è l’attuale governo, ovvero un govenro che non governa.
Però lei non mi ha detto la sua sul governissimo.
Su questo non ho dubbi: noi non dobbiamo pensare a costruire una operazione di palazzo per buttare giù berlusconi. Non sarebbe giusto, non sarebbe utile.
Sbaglio o leggo una differenziazione dalle parole di D’Alema?
Non cerchi di essere malizioso… Io, contrariamente a molti altri, non credo che D’Alema abbia costruito solo sconfitte, e continuo a considerarlo una personalità decisiva per la sinistra italiana…
Però?
Su questo tema, e non vedo il motivo di stupore, ho una idea diversa da quella di massimo.
Latorre vendoliano?
Non esageriamo, adesso. Vedremo come affrontare il dopo. Ma prima di tutto bisogna archiviare questo governo, ed evitare passaggi che non sarebbero capiti.
Ma il candidato del Pd alle primarie chi deve essere?
Credo che allo stato attuale tutti nel Pd siano d’accordo con il principio che il leader debba essere il candidato premeir. Quindi si candida il segretario che è in carica quando si va al voto.
Quindi per cambiare candidato bisognerebbe cambiare segretario?
In linea di principio sì. Ma io credo anche che Bersani stia svolgendo una funzione molto positiva.
E del caso Veronesi che dice?
Io ho un’opinione diversa da quella degli antinuclearisti. Ma detto questo, il ruolo di Veronesi all’agenzia sarebbe incompatibile con il ruolo del parlamentare non per il suo contenuto, ma per una sovrapposizione di ruoli. Mi pare che su questo sia d’accordo pure lui.

di Luca Telese

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