Il Fatto Quotidiano

9 Maggio 2010
Cannes, la Guzzanti e la follia del ministro Bondi

Bondi a Cannes non ci sarà. Il ministro boicotta il festival in segno di protesta contro la libertà di espressione. Non è una boutade, o una trovata satirica, purtroppo, ma una notizia che ieri ha trovato conferma ufficiale. Se c’è una che può essere grata al ministro Bondi, dunque, è Sabina Guzzanti, che arriva Cannes con una inserzione pubblicitaria gratuita di portata internazionale regalata dal governo meno popolare d’Europa (perlomeno presso i cineasti). L’ultima del ministro della Cultura, infatti, è una novità assoluta: il boicottaggio selettivo del più prestigioso festival del cinema al grido: "Non vado perché ‘Draquila’, il film di Sabina Guzzanti, offende l’Italia". Spiega ancora Bondi, con una lettera aperta inviata agli organizzatori del festival, dopo aver preanunciato il suo gesto davanti alle telecamere dell’Ultima Parola venerdì sera: "Ho declinato l’invito con rincrescimento e sconcerto per la partecipazione di una pellicola di propaganda che offende la verità e l'intero popolo italiano". Il gesto, spiega l’ex ministro della cultura francese Jack Lang, "Dimostra una strana concezione della libertà". Parole che pesano due volte, perché Lang, dirigente storico del partito socialista, è oggi emissario di un presidente di centrodestra come Sarkozy.
Ovviamente insorge anche la sinistra italiana. E l’Italia dei valori, con il responsabile cultura Fabio Giambrone aggiunge: «Berlusconi e il suo governo mostrano sempre più insofferenza verso la satira e la libertà di espressione critica: è il tipico atteggiamento dei regimi totalitari».
Ma una delle voci più critiche, ancora una volta, è quella dei finiani del Pdl, che parlano, con parole durissime, per bocca di Fabio Granata, capogruppo Pdl in commissione cultura e vice presidente della commissione antimafia: "La decisione del ministro Bondi di disertare il Festival di Cannes lascia molto perplessi sia per le motivazioni addotte sia per la rilevanza dell'evento culturale dove una grande nazione come l'Italia non può non essere rappresentata ai massimi livelli". Aggiunge Granata: "Rappresentare l'Italia è un dovere del Ministro aldilà di polemiche su questa o quella opera". E Walter Veltroni spiega come questo "tradisca un riflesso autoritario e cioè l’idea che ciò che è critico, è illecito". Il boicottaggio di un festival da parte di un rappresentante di un governo che protesta contro il film di un artista del suo paese non ha precedenti.
Si discusse a lungo se boicottare la coppa Davis ai tempi della dittatura in Cile o i mondiali di calcio in Argentina per colpire i governi dei dittatori. Ma un ministro che denuncia come antinazionale una pellicola sottintende che il festival avrebbe dovuto negargli cittadinanza perché sgradita è un inedito assoluto. Un gesto non del tutto lineare, se si considera che già in passato Bondi si era segnalato per due tentativi di boicottaggio di film che (per sua stessa ammissione) non aveva visto: "Il sol dell’avvenir", documentario sugli anni di piombo di Gianfranco Pannone e Giovanni Fasanella. E la Prima Linea, di Renato De Maria.
Nel secondo caso, Bondi si produsse in un piccolo capolavoro: dopo la stroncatura pregiudiziale (accusava il film di essere apologetico nei confronti dei due terroristi che raccontava) ammise che il giudizio era infondato. Ma non tornò indietro sul suo intento di congelare il prestito che il ministero aveva riconosciuto alla pellicola. La diatriba fu risolta dal produttore Andrea Occhipinti, che in una dichiarazione pubblica rinunciò ad ogni sostegno economico. L'altra perla il ministro la consegnò al Foglio, dopo aver vissuto con frustrazione il ricevimento al Quirinale degli artisti del cinema e il discorso di Giovanna Mezzogiorno (durante il quale nessuno lo aveva salameccato): "Davanti a tutto quel genuflettersi e inchinarsi di attori e attrici, di artisti e commedianti, di registi e teatranti, di cantanti e cantautori, quasi quasi mi dispiaceva di aver previsto leggi che non contempleranno più la posa prona, il servaggio, l’accattonaggio dell’artista al politico". L’unica morale che si può ricavare, dall’incrocio di queste storie grottesche è che in Italia, secondo il ministro Bondi, si possono produrre e finanziare tutti i film che incontrano il suo gradimento. E che nei festival all’estero non si possono mandare nemmeno quelli finanziati autonomamente, ma altrettanto fuori linea. E se fossero gli artisti italiani, a non mandare film a Venezia, per protesta contro il ministro Bondi?

Luca Telese

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11 commenti »

  1. La decisione di Bondi di non andare a Cannes non indigna, fa ridere

  2. Certamente non è possibile un confronto tra Jack Lang ed il nostro untuoso Bondi che, per una serie di infauste coincidenze ( per l’ Italia ) , si trova ad essere Ministro della Repubblica e Ministro – udite, udite – della Cultura ( !!?? ). un po’ come, tanto per rendere l’ idea, la Carfagna Ministra delle Pari Opportunità ecc. o un Fede, direttore di un Tg, Capezzone portavoce, e tantissime altre cose similari e tutte poco dignitose, alle quali purtroppo ci siamo ampiamente abituati in questo ventennio Berlusconista. Bondi, ministro della cultura per meriti poetici, famose le sue odi all’ uomo della provvidenza , ( dobbiamo capirlo ) il suo datore di tutto, Berlusconi. Se non vado errato abita anche ad Arcore e lì ha anche prenotato un loculo nel Pantheon funerario del Monarca. Bondi, il teorico del partito dell’ amore che in televisione con rara maestria copre l’ intervento di Di Pietro dicendo e ripetendo ” lei mi fa orrore, lei mi fa orrore “. Non potendo mai rispondere nel merito delle cose che vengono dette ( quelle rare volte ), sanno che possono solo provare a censurare con ogni mezzo lecito e illecito. Purtroppo, quello che qualcuno ci ha impiegato vent’ anni per capirlo ( l’ ineffabile Veltroni, con le sue recenti esternazioni sulle caratteristiche poco democratiche del regime di B. ) è ben chiaro già da tempo fuori dai confini nazionali e Jack Lange con la sua affermarmazione che Bondi ” dimostra una strana concezione della libertà ” , frase vero capolavoro di diplomazia, lo dimostra chiaramente.
    francovitale.sociologo

  3. Sarà tutta pubblicità per il docufilm della Guzzanti: brava, corrosiva e incisiva. Certe prese di posizione di Bondi sono al limite del grottesco e dell’autolesionista. Sono il segnale dell’assoluto straniamento di un esecutivo che ormai non ha più la capacità di valutare le ricadute di certe scelte. Oppure sarà la consapevolezza che ormai questa politica rispecchia così da vicino gli umori di un capo e del suo popolo che qualunque scelta che può apparire “autoritaria” insofferenza verso il dissenso è condivisa dalla maggioranza del popolo votante. In questo caso gli uomini liberi preparino le valige perchè l’Italia è ormai sull’orlo del baratro, della follia, come lo fu 80 anni fa la Germania nazista e 90 anni fa l’Italia del ventennio ….

  4. Ci stiamo abituando al peggio. Se dipendesse da me uno come Bondi lavorerebbe sì ai Beni Culturali, ma con la scopa in mano e con il grembiule blu, avanti e indietro per i corridoi.

  5. Bondi più che il ministro della cultura sembra il “ministro della paura” di Albanese …

  6. Ovviamente una idiozia come questa è tutta pubblicità (gratis) per il film della Guzzanti. Un po’ come i sequestri dei film “scollacciati” degli anni ’70 da parte di pretori pruriginosi.

    Altrettanto ovvia è la pessima figura a livello internazionale.

    Ma bisogna tener conto che a Bondi e al Governo tutto ciò non interessa. Quello che gli interessa veramente è poter ripetere ai suoi elettori e ai suoi simpatizzanti, che il Governo italiano opera sempre al meglio e solo per il bene dei suoi sudditi. E che quello che fa viene invidiato (o copiato) da tutto il mondo.
    Però, quando c’è qualcuno che nonostante tutto il bene che Il Cavaliere e il suo governo fanno di continuo al “popolo”, si ostina a criticarli, hanno la schiena dritta e gli si oppongono con risolutezza… non facendosi vedere a Cannes.

    Ridicolo? Ridicolo certo, ma tanti italiani gli credono e continuano a farsi infinocchiare.

  7. PARA-KULA . . .

  8. PARA – DRA – KULA
    http://saleppe.wordpress.com/2010/05/11/para-dra-kula/

  9. Sarà libera la Francia di farsi il festival che vuole…o no?

  10. saleppe:

    Un bell’esempio di sito web del tutto inutile.Grazie!

  11. Brian!, se mi mandi una tua foto ti aggarbo pure a te!

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