Il Fatto Quotidiano

27 Marzo 2010
Nichi 2.0 contro Silvio, ovvero: l’estetica del ribaltamento totale.
Nichi Vendola 2.0, l’estetica del ribaltamento contro il mito persistente del berlusconismo. C’è il vento che tira forte, in piazza della prefettura, per la chiusura della campagna elettorale venerdì notte e un grido sarcastrico dal palco: "Silvio, vai a fare il nonno!!!!….”. Torni a raccontare la Puglia di Nichi due mesi e mezzo dopo la battaglia delle primarie, e scopri che tutto lo scenario è esploso, amplificato, espanso, si è popolato di messaggi simbolici per la politica nazionale.
Giri per la Puglia, chilometro dopo chilometro, dietro al candidato “diverso” e un po’ folle, e scopri che Vendola ha cambiato passo, ha portato alle estreme conseguenze la radice che ha prodotto la sua vittoria delle primarie. In primo luogo dal punto di vista quantitativo: non più cinque appuntamenti al giorno ma otto, dieci e a volte persino dodici, fino allo spasimo, fino alla drammatizzazione della propria stanchezza: “Se ci riesco finisco questo comizio, poi dormo dodici giorni” (risate e applausi). E poi, tappa dopo tappa, scopri che la dimensione della battaglia nel tacco d’Italia si è fatta improvvisamente ambiziosa, titanica e terribilmente spettacolare. Rocco Palese, lo sfidante ufficiale del centrodestra, quasi non lo trovi: proprio non lo vedi, se non nei santini e nei manifesti. Uno spirito di carta. Fino a due settimane fa, in campo contro Vendola c’era Raffaele Fitto. Ma da mercoledì scorso è arrivato Silvio Berlusconi, e da allora non se ne è più andato. E’ calato, non solo fisicamente, a Bari. Ma simbolicamente e metafisicamente, in tutta la campagna elettorale. Percorri in lungo e in largo la Puglia, e scopri che questo duello asimmetrico – la carnalità itinerante di Vendola contro l’immaterialità ieratica del presidente del Consiglio – è diventato uno spettacolo di massa. Folla oceanica per la chiusura di Vendola a Maglie (cioè a casa di Fitto). Folla oceanica a Lecce (cioè anche dietro il palco); folla oceanica anche a Bari (cioè ovunque, qualcuno persino arrampicato sugli alberelli), in questa lunga notte in cui si chiude la lotteria di una storia, o di una “narrazione”, come direbbe Nichi. Se vince il leader di sinistra e libertà viene proiettato sulla ribalta nazionale come possibile demolitore del belrusconismo: se perde si sgretola come un prestigiatore a cui non è riuscito il numero più atteso.
Vendola lo sa, e lo sanno anche i suoi avversari. Ed infatti l’altro paradosso è che sulla scena, in ogni caso, c’è solo lui. Se passi mezz’ora su una qualsiasi radio privata pugliese, senti sempre e soltanto la sua voce. Già, perché Vendola è il protagonista degli spot (pochi) del suo comitato. Ma anche di quelli (tantissimi) dei suoi avversari. Gli spot di Palese, infatti, ripetono a disco rotto una frase del leader di Sinistra e libertà, critica con la sua coalizione. Oppure una sulla sanità. Oppure una sulla Puglia. Insomma, una campagna moderna all’americana – mai vista in queste dimensioni in Italia – una campagna personalizzata e "contro". Lui non solo non se ne dispiace; con un movimento sorprendente, ma tipico della sua carriera, raccoglie l’accusa e la rilancia: “Voi lo sapete: i nemici del cambiamento sono ovunque. Talvolta sono anche nel centrosinistraaaa!”, ripete fra gli applausi a Polignano a Mare. E' lo schema di ribaltamento: Vendola 2.0 è un upgrade sorprendente che ormai si celebra in ogni comizio. E la sfida al presidente del consiglio è il cuore simbolico del nucleo narrativo della campagna elettorale, e strappa risate e lacrime in ogni piazza: “Vedete, noi dobbiamo aiutare Berlusconi…”. Grida isolate: “Noooohh…”. Vendola, serafico: “E invece sì, dobbiamo aiutarlo. In primo luogo ad accettare se stesso. Tanto per cominiciare, a 74 anni, si dovrebbe riposare un po’…” (risate). “Sì, perché immaginate la tragedia di quest’uomo che ogni volta che suda si deve rifare il trucco… Vedete, il berlusconismo – grida Vendola – non è solo la malattia di un singolo uomo, ma è la malattia di tutta la nostra società. E’ la malattia di chi si tinge i capelli e si spiana le rughe perché pensa che la bellezza sia solo una perfezione levigata, una cosmesi tutta muscoli e curve!” (boato). “E invece – qui la voce si tende, si arrochisce, diventa quasi un grido – noi ci sentiamo belli perché non siamo perfetti….” (voci: “Siii!”, “vai Nichi!!!!”). “Noi ci sentiamo belli perché siamo tutti diversi!!!. E perché siamo fragili!!! E perché spesso di fronte alle prove della vita, al disagio, ai soldi che non ci sono, a noi ci si spezza la voce nel petto… e ci tremano le gambe! Noi siamo belli perché siamo imperfetti, siamo belli perché ci piacciono i capelli bianchi e le rughe!!!”.
In tutte le piazze della Puglia Vendola ripete questa, e tante altre parabole rovesciate. Negli ultimi dieci anni non si ricordano politici che strappano applausi esordendo così: “Guardate, ve lo confesso… Ho fatto anche io del disavanzo…. Ho fatto disavanzo io e lo hanno fatto anche Palese e Fitto… Solo che noi lo abbiamo fatto per comprare le pet e le macchine delle risonanze magnetiche!!! Perché abbiamo portato l’elisoccorso e la telecardiologia dove prima si moriva per un infarto!!!! Perché abbiamo tolto le trappole dei topi dalle corsie!!!” (altro boato). “abbiamo preso la Puglia che era il medioevo, il Burundi e l’abbiamo portata nella modernità”. Il gioco del rovesciamento si replica ancora, sempre: “Nella mia legislatura ci sono state molte luci, e anche delle ombre” (e la folla grida: “Nichi noooo!!”). E lui: “Sì, invece: ci sono delle ombre. Perché la strada da fare era tanta, difficile, e perché si impara strada facendo”. Poi, prendendo il toro per le corna: “Voglio ricordare a Silvio Berlusconi, che ha avuto il coraggio di venire da noi a ricordarci delle nostre inchieste – ruggisce – che Sandro Frisullo non è più nella mia giunta dall’anno scorso, quando non era ancora nemmeno iscritto nel registro degli indagati!!” (applausi). “Mentre il ministro Fitto continua a restare al suo posto malgrado sia iscritto da anni nel registro degli indagati, sotto inchiesta, imputato!!!”. Vendola sfida Berlusconi sul terreno garantismo: “Vogliamo esserlo anche noi, sì, garantisti! Ma con i morti di fame! Con chi non ha l’avvocato! Con chi non parla l’Italiano! Con i poveracci che finiscono nelle galere, e non con gli evasori e con gli imputati eccellenti!!”.
Attraversi la Puglia da un capo all’altro, chilometri su chilometri. In ogni piazza piccola e grande, la rappresentazione di Vendola attira migliaia di curiosi. Palese non fa nemmeno il comizio di chiusura. E’ una sfida strana, una guerra asimmetrica. Dicono: con la poesia si possono vincere le primarie, ma la regione si vince con il consenso. Eppure Vendola parla esplicitamente – è il primo leader di centrosinistra che lo fa – anche agli elettori di destra: “Io so che una parte di loro – dice pubblicamente – voterà per me, pur di dare un segnale. Perché vogliono una classe dirigente diversa. Non si meritano una classe dirigente petulante, intristita e bombarola”. Nel Salento Vendola entra nei paesi raccontandoli. In ogni piazza a metà comizio si interrompe, indica qualcuno, lo chiama per nome, racconta la sua storia. Oppure mostra una foto, evoca un ricordo. Vendola racconta la Puglia alla Puglia, come la propria autobiografia. A Bari, nel cuore della notte cita spiega parabole evangeliche. In ogni città cita con precisione maniacale i dati sull’energia, quelli per la tutela del paesaggio, quelli per gli incentivi ai giovani e alle piccole imprese i kilowatt prodotti con l’eolico. In ogni piazza corona la sua apologia rovesciata elogiando i diversi: “Sapete quando ho sentito di aver governato bene? Un giorno che in regione è venuto a trovarmi un ragazzo diversamente abile, uno dei diecimila a cui abbiamo portato un computer a casa per liberarli dalle loro prigioni civili…”. Pausa. “Ebbene, quel giorno, quando mi hanno detto che era venuto mi sono preoccupato, pensavo che fosse accaduto qualcosa. Invece – racconta – era venuto perché voleva raccontarmi di persona che con il computer aveva trovato la fidanzata. La fidanzata, capite? E allora voglio dirvi – e di nuovo grida – che non esistono normodotati… Siamo tutti diversamente abiliìììì!!!!”. A Terlizzi, a mezzanotte, nel suo paese, dove c’è la madre e chi l’ha visto crescere, il ribaltamento dei ribaltamentirispondendo a chi lo ha attaccato imputandogli di non aver fatto abbastanza per il suo paese: “Io non ho fatto per voi quello che potevo, è vero. Perché noi vinciamo contro l’idea e contro la cultura della clientela: perché per me tutti i comuni della Puglia devono essere uguali!!!”. Lo applaudono anche lì, anche mentre dice questo. Se poi lo votano anche, e se poi vince, avendo detto tutto questo, in ogni piazza, l’antiberlusconismo non sarà più una cultura anti. Ma – per la prima volta – un’altra cultura.
di Luca Telese
Condividi:

 

30 commenti »

  1. Berlusconi lo contrasta personalmente perche’ gli piacerebbe adesso avere dalla parte sua amministratori cosi’, penso che si stia rendendo conto (tardi) che tutto questo asservimento da parte dei suo seguaci e lacche’ ha portato solo ad alternative come Palese.

  2. grazie per questo articolo pieno di passione

  3. TELESE MA RIFAFFANCULO… TU ED IL TUO GIORNALISMO BUONISTA… SEI ANCHE TU UN SERVO DELLA GLEBA… UN FIGLIO DI… (CHI E’ TUA MOGLIE???)

  4. XCHE’ NON AI DOMANDATO A VENDOLINO CHI METTERA’ QUESTA VOLTA ALL’ESSORATO ALLA SANITA’ (DOPO IL BUON “TEDESCO” OGGI ON. E L’OTTIMO “FRISULLO”?!) COME HA FATTO “REPORT” L’UNICA “VERA” TRASMISSIONE DI “VERI” GIONALISTI FREELANCE… FAI PENA COME TANTI… COME TUTTI I TUOI COLLEGHI (SERVI DI DESTRA… ALCUNI) SERVI DI SINISTRA MOLTI…

  5. Caro Danilo,
    hai problemi a casa? Ti ha lasciato la ragazza? Hai mangiato male ieri? Perchè vedi, tutto mi si può dire, di me, tranne che sono “un figlio dì”. Credo che tra i frequentatori di questo blog, i miei mille amici al giorno, anche i sassi conoscano la mia storia: figlio di nessuno (anzi, due ottime persone, ma senza amici, parenti, lobbies di riferimento), cresciuto in periferia, diventato giornalista con venti anni di gavetta e sette di precariato prima di strappareuno straccio di contratto. Quindi anche se non ti piace quello che scrivo, dai del servo ai tuoi amichetti.
    Luca

  6. IO NN HO AMICHETTI… CMQ GRAZIE DETTO DA UN SINISTROIDE SINISTRATO DI SINISTRA COME TE… E’ DIVERTENTE E RIDICOLO AL TEMPO STESSO… SI CONOSCO COME TUTTI… LA TUA LANGUIDA E STRUGGENTE STORIA CHE TI SEI FATTO DA SOLO… POVERO… BRAVO… (OVVIAMENTE NN RITENDO SIA COSI’…) A PARTE QUESTO NON HAI RISPOSTO ALLA 2^ QUESTIONE: CHE ANCHE TU… COME QUASI TUTTI I TUOI COLLEGHI SEI SCHIERATO (NN MI RIFERISCO SOLO AI TUOI COLLEGHI SCHIERATI A SINISTRA… STESSO DISCORSO VALE PER QUELLI SCHIERATI A DESTRA…) POI SE VUOI FAR FINTA DI NN CAPIRE A COSA MI RIFERISCO… VA BENE LO STESSO… GRAZIE AMICHETTO

  7. Non voterò per il partito di Vendola ma grande Vendola e grande Luca per l’articolo.

  8. GRANDE VENDOLA E GRANDE L’ARTICOLO… COS’E’ SEI LUCA MASCHERATO… OPPURE UN SUO AMICHETTO… COME A TELESE PIACE DEFINIRE GLI ALTRI?

  9. Ma da quale fogna è spuntato fuori quest’altro? Danilo, vai a sfogare la frustrazione da qualche altra parte, su.

  10. TELESE MA TE LI SCRIVI TU I MESSAGGI QUI (QUANTI FAN…O DOVREI DIRE AMICHETTI COME MI DEFINISCI TU?) NN ERA BERLUSCONI QUELLO CHE PAGAVA LA CRICCA PER FARSI OSANNARE???… NN ACCETTI PROPRIO LE CRITICHE… VUOL DIRE CHE CI HO VISTO GIUSTO… MARITINO TELESE… (ANZI DA OGGI TI RIBATTEZZO: TELESINO… PAVESINO…)

  11. per Danilo : guarda che hai sbagliato blog va a scrivere al Foglio : vedrai che accoglienza, parlagli anche di aborto e di Dio

  12. Danilo, leggere i tuoi commenti è disarmante. Non so di dove tu sia, nè chi pensi di votare (anche se è abbastanza chiaro), ad ogni modo, sappi che io non potrò votare perchè ho un esame da dare e mai come questa volta me ne dispiaccio. Quello di cui parla Telese in questo articolo (e fra l’altro, ti ricordo che scriveva per il Giornale, e non l’hanno licenziato, dunque troppo “sinistroide, sinistrato e di sinistra” non sarà nel suo lavoro, poi che faccia nel seggio elettorale sono anche fatti suoi) è proprio questo: Vendola significa essere orgogliosi della nostra terra, che, paradossalmente, è diventata l’unica regione nella quale non ci dobbiamo abbassare al voto per il meno peggio. Io, personalmente, odio il Pdl quanto il Pd, ma qui si parla di un cambiamento, di un’alternativa, di una persona che, a differenza del Presidente del Consiglio, ha saputo fare del personalismo politico non un’arma per vincere le elezioni e diventare il nuovo Dio degli spettatori dei reality show, ma un messaggio per le persone che ci hanno creduto finchè hanno potuto e che ormai avevano abbandonato ogni speranza in una classe politica fatta e rifatta, mista e rimista ma sempre della stessa pasta. Vendola è qualcosa di più. E la Puglia (che ti ricordo, non è mai stata “rossa”) pare l’abbia capito. Gli ultimi cinque anni per noi sono stati davvero una crescita, in ogni campo. E anche io stento a crederci. E anche io, disillusa per professione, ho riacquistato fiducia.
    Quindi, checchè tu possa dirne, quelli descritti da Telese sono fatti, non opinioni.

  13. GRAZIE LUCA.
    L’ITALIA ha bisogno di SANA INFORMAZIONE. Troppo spesso siamo pilotati quasi emarginati, viviamo alle periferie dei fatti che realmente accadono e si susseguono. Crediamo di sapere, di capire ma purtroppo ahimè quello che ci prospettano è solo ciò che vogliono che si dica. Ammiro gente professionista come te, che prima di parlare o scrivere, VIVE IN PRIMA PERSONA e poi attraverso l’arte della letteratura, racconta.
    Hai descritto in sintesi e quasi in poesia, ciò che davvero il Presidente Vendola ha creato, vissuto e dato “forma” ad una Regione che per troppo tempo era rimasta inerme.
    Spero che la Puglia di VENDOLA sia una “fabbrica” per tutta l’Italia e che ogni uomo come TE possa dare il giusto e sano appoggio ad una realtà che cambia e che cresce…MIGLIORE.
    Luca la PUGLIA ti aspetta.
    Grazie ancora.

  14. Verso Sud: dall’avarizia alla politica

    Quasi due mesi sono passati da quello straordinario sabato sera di gennaio in piazza Prefettura a Bari, quando Nichi infiammò e commosse i presenti con il suo incalzante grido di battaglia.
    Nel pieno di una campagna elettorale, nella quale emergono soprattutto le miserie e le meschinità della politica attuale, vale la pena riflettere sul significato profondo e grandioso di quel “Verso Sud”.
    Verso Sud è la capacità di guardare alla nostra società proiettandola nel futuro: è il capovolgimento di quella logica dominante, ma ottusa, di ritenere il “nord”, cioè quello che una volta era considerato l’occidente, il centro e il fine dell’umanità. E tutto e tutti conseguentemente asserviti a questa logica.
    Verso Sud è al contrario la presa di coscienza di quella, che non solo potrebbe essere, ma inevitabilmente sarà la società futura, una società sempre più interdipendente e sempre più aperta.
    Verso Sud ha il profumo rivoluzionario dei grandi visionari del passato che con largo anticipo hanno previsto e guidato i cambiamenti che avrebbero attraversato l’umanità.
    Verso Sud era il grido di Gandhi quando ha dimostrato al mondo intero che non solo liberarsi dalle catene del colonialismo era possibile, ma ha indicato anche il modo per farlo, guidando l’India verso una democrazia reale che spesso, al di fuori del nostro “nord”, è considerata una chimera.
    Verso Sud è stato perennemente lo sguardo di Nelson Mandela che ha combattuto e vinto l’apartheid sulla propria pelle, con la fierezza della sua africanità.
    Verso Sud era l’orizzonte di Léopold Senghor che ha guidato il popolo senegalese nella costruzione di una democrazia non fotocopia di quelle occidentali, educandolo alla valorizzazione di quanto vi fosse di originale nella cultura del suo paese.
    Verso Sud è Emergency, che continuamente mette a disagio la coscienza dei benpensanti del “nord” realizzando quegli esempi di sanità di qualità a servizio di tutti, che sono gli ospedali che nascono nelle zone del mondo nelle quali l’occidente allena i suoi muscoli.
    Verso Sud, e non poteva essere diverso, era il cammino di Giuseppe Di Vittorio quando ha portato i braccianti della sua terra a farsi popolo e diventare protagonisti della loro emancipazione dallo sfruttamento.
    Verso Sud guardava Don Bosco, quando dimostrò che alimentazione ed istruzione erano le uniche armi necessarie per combattere il disagio e la devianza giovanile.
    Verso Sud andava Don Zeno con la sua Nomadelfia, esempio scomodo di società delle persone, per le persone aldilà dei rapporti condizionati dal denaro.
    Verso Sud urlava Don Milani con la sua scuola di Barbiana, per gli ultimi fra gli ultimi, creando scandalo non solo nel mondo della scuola, ma prendendo letteralmente a cazzotti una chiesa troppo spesso intenta a salvaguardare le proprie rendite di posizione nel campo dell’educazione e troppo distratta per accorgersi di quanto futuro era rubato alla maggior parte dei ragazzi.
    Verso Sud era la traduzione del meraviglioso “in piedi costruttori di pace” di Don Tonino Bello che con la forza della sua “poesia” ha recuperato alla società centinaia di giovani e meno giovani incontrati sul suo cammino.
    Verso Sud è sempre andato Alex Zanotelli, dalle bidonville di Nairobi ai vicoli della Sanità di Napoli, sempre alla ricerca dei diseredati per far emergere i loro immensi tesori nascosti.
    Verso Sud significa la silenziosa operosità di quanti nell’anonimato lavorano per l’accoglienza e l’integrazione e hanno un unico credo che è quello della solidarietà.
    Verso Sud è la profonda convinzione di chi crede che la terra che occupiamo sia stata data in prestito dalle generazioni future e si ha il dovere di preservarla.
    Verso Sud, infine, è il dovere di tutti gli uomini di buona volontà, chiamati a costruire la “Pacem in terris” coinvolgendosi e coinvolgendo più persone possibili in un cammino di speranza e condivisione.
    Citando ancora Don Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne da soli è l’avarizia, sortirne insieme è la POLITICA”.
    Verso Sud.

  15. Hai proprio capito bene Luca.
    Si apre una nuova stagione degli Stati di Coscienza.
    Mi raccomando Luca spetta anche a Voi Giornalisti attuare questo inversione degli stati di Coscienza.

    Buona Domenica Luca

    Carlo

  16. Danilo, per la cronaca.
    Io non sono sempre d’accordo con Telese ma tu sei un coglione.

  17. L’intervento di Danilo dimostra quale sia il fulcro su cui fa leva Berlusconi per essere votato: l’ignoranza e la pochezza intellettuale delle persone.

  18. Bravo Telese e grande Vendola, vera speranza per la sinistra e per il paese.

  19. Danilo, please, rileggi, se ne sei capace, i tuoi commenti prima di postarli:
    1. sono incomprensibili
    2. sono demenziali
    3. brucia la tua tessera elettorale, fai un favore alla nostra martoriata nazione

  20. BRAVI AMICHETTI DI TELESINO

  21. Articolo che trasuda pathos e Vendola, credo, lo meriti tutto. Regge benissimo nonostante manchi – totalmente – ogni riferimento ad Adriana Poli Bortone che, piaccia o no, in una corrispondenza dalla Puglia, parlando di elezioni, ci sarebbe dovuto stare. Penso.

  22. Caro Luca, Ti stimo sempre e leggo ogni Tuo scritto con grande interesse, ma questa volta sei davvero fuori strada. In buona fede, come sempre, ma fuori strada.
    Vendola é una disgrazia per la Puglia. Ammesso che voglia fare qualcosa di buono (non ci credo, ho cognizione di persona che in ambito sanitario si continuano a perpetrare ANCHE OGGI nefandezze immani a scapito dei cittadini ignari), dovrà sempre fare i conti con la manica di magnaccioni (PD e pure IOSUD al di là della facciata) che lo sta “portando”.
    Personalmente ho scelto di “turarmi il naso” e di votare per l’altra coalizione.
    Un caro saluto e buon lavoro..

  23. Grazie per questo bellissimo articolo. Grazie da una pugliese che vive questa competizione elettorale con la speranza che possa aiutare a risollevare la democrazia nel nostro Paese. Grazie per aver raccontato così bene questi grandi eventi e l’emozione di quanti come me vi hanno partecipato.Spero che dalle urne esca vincente quest’altra cultura raccontata dal Presidente Vendola. Complimenti per “Il Fatto Quoti diano”.

  24. Grazie a tutti,
    è vero, è un articolo scritto con pathos, ma è un articolo che contiene fatti. Vi assicuro che quando si scrive di una campagna come questa bisogna fare uno sforzo per asciugare e ridimensionare, perché chi è fuori non si rende conto. Invece è tutto vero, anzi di più. Non so cosa diranno le urne domani. Ma certo che una campagna così efficace, malgrado non ci fossero soldi, è davvero difficile da trovare, fra i precedenti dela nostra storia.
    Luca

    Caro Luca: no credo che si potesse risanare la sanità in Puglia con la bacchetta magica. Però di sicuro l’altra coalizione, guidata da un ex assessore alla sanità che ha governato per una decade, e da un ministro che è destinatario di una richiesta di arresto, su questo dovrebbe religiosamente tacere.

  25. ho sognato Vendola segretario del PD

  26. Complimenti per l’articolo… da grande stimatore di Vendola affermo che i tuoi articoli sulla sua campagna elettorale sono i più belli (molto più toccanti e sentiti rispetto a qyello che si può leggere su Repubblica, Unità e Manifesto). Sulla sanità è stato già detto tanto… voglio solo ricordaree che non conosco altri presidenti di regione (per non parlare del presidente del consiglio) che licenziano assessori al primo sentore di scandali ( a tutti gli elettori del PD ricordo anche che, a differenza di qyello che vanno dicendo in questi giorni i dirigenti locali e nazionali, non l’avevano presa per niente bene, tanto che, per dirla con Emiliano, a Vendola volevano “segargli le gambe”). Certo sarà la sua prossima grande sfida (sperando nella rielezione) ma, dopo aver migliorato le politiche ambientali, energetiche e culturali potrà occuparsene nei prossimi anni. Ai provocatori e critici infine ricordo che Rocco Palese è quell’assessore al bilancio che ha fatto perdere svariati denari alla regione negli investimenti in banche straniere perchè “non sapeva leggere in inglese”!! A proposito d seietà e professionalità…

  27. Cara Margherita,
    ma quanto gli vuoi male al povero Nichi? Sarebbe forse meglio se Bersani si iscrivesse a Sinistra e libertà, per fare il segretario di federazione.

  28. Ciao Luca,
    ma perchè Travaglio ce l’ha tanto con Nichi? (cito Dagospia…)

  29. grazie x qst testimonianza, è la puglia migliore, una realtà diversa da quella plastificata e proposta nel resto d’italia, grazie d esser venuto nella ns regione e raccontato questo nuovo sogno, mino da brindisi

  30. per telese non ho mai avuto tantissima simpatia, ma quel danilo è proprio un poverello. uno dei tanti che si incontrano in rete nascosti nell’anonimato. come si dice: una caccoletta nell’oceano.

    complimenti per l’articolo comunque, e soprattutto per come concludi. pienamente d’accordo, checché ci sia sempre qualche novello uomo qualunque del XXI secolo che fa di tutta l’erba un fascio

Lascia un commento