Il Fatto Quotidiano

9 Gennaio 2010
Le mille vite di Pier
La frase che genialmente condensa uno stato d’animo (e il senso del problema politico) è la geniale battuta comparsa nel blog di Pippo Civati: “Quasi quasi mi iscrivo all’Udc. Così conto qualcosa nel Pd”. E’ la freddura amara di un militante di sinistra che  racconta una mutazione di senso. Solo due anni fa Casini era uno dei nemici della sinistra, oggi è uno che detta a una coalizione (di cui non sempre fa parte) le regole. E che mette in riga la classe dirigente del Pd, dettando l’agenda a Pier Luigi Bersani e compagni: la Bresso no, Vendola no, la Bonino no…  Anche l’alleanza “asimmetrica” e “doppiofornista” che Casini ha stretto, in fondo è strana: non c’è stato un incontro che l’abbia sugellata, un patto, nemmeno la più classica stretta di mano. Il leader del Pd non l’ha mai nemmeno annunciata.
Da un certo giorno in avanti, Casini – con la sua straordinaria capacità mediatica – ha iniziato a dettare le sue condizioni, regione per regione, e il Pd si è svenato per accettarle. Dove non c’era certezza di vittoria (o candidati a lui non graditi), Casini si è schierato a destra. Mica male per uno che solo il 12 dicembre dichiarava a La Stampa “Serve un fronte unico di tutte le opposizioni”. La realtà è che l’ex presidente della Camera  è antropologicamente uno dei politici più moderni e insieme antichi che sia stato partorito dalla Seconda Repubblica. Antico per anagrafe. Se vai alla caccia del primo ritaglio di giornale che lo cita devi affondare nella notte dei tempi.  In un articolo de Il manifesto del 7 febbraio del 1976, a un tratto c’è un inciso, in una lingua arcaica: “Segnali di vita, il movimento giovanile Dc ha iniziato a darne quando Zaccagnini ha sostituito una commissione di adulti, con una composta da Casini, picoleo (Sic!): ma come fa un giovane ad essere seguace di Piccoli?”. (Interrogativo ancora oggi attuale). Il Corriere della Sera, stesso giorno, racconta un epico scontro in commissione Statuto, dopo la detronizzazione del vecchio gruppo dirigente: “Ridateci Pizza!” gridano gli uni. “Provocatori!” risponde impermalito (sic!) Casini”. Era l’inizio di una lunga marcia.
La prima intervista importante di Pier, a Il Giorno: “In politica non esistono né il bianco né il nero” (7 ottobre 1989). Non gli si può rimproverare di aver cambiato idee. La sua storia è nota: figlio di un professore di Greco e di Latino, a 25 anni consigliere comunale. A 27 deputato. Nella balena bianca si iscrive alla corrente di Toni Bisaglia fino alla sua morte: “Poi i miei amici scelsero De Mita, e io preferii andare controcorrente. E scelsi Forlani”. Fin da allora incarna l’animo più eclettico, mutante, e quindi modernissimo della Dc. Il 25 gennaio del 1990 conquista un titolo: “In futuro è possibile un governo con i Verdi”. Allora era scandalo, oggi è la politica pop. Fa il portavoce di Forlani, con grinta. Agnelli sfotte il suo leader: “Come mai gli capita sempre di essere frainteso dai giornali e a me no?”. Risponde Casini: “Veramente a Forlani, che non possiede altri giornali, capita di essere male interpretato da Il Popolo”.  Pier acquista forza, peso. Nel 1991 incrocia le lame nientemeno che con Pippo Baudo, reo di aver criticato il suo uso di De Gasperi alla conferenza di organizzaizone Dc: “Baudo fa la primadonna: vuole forse fare il segretario?” (Ma, tra i due, l’obiettivo l’avrebbe raggiunto solo lui). Il 12 dicembre del 1993, Casini traccia la sua via di uscita dalla crisi Dc: “Il nostro motto deve essere solo uno: mai con la sinistra”. Nel 1994, fonda l’Udc. Un anno dopo Virman Cusenza riferisce, su Il Giornale: “Berlusconi mi disse: ‘Vuoi fare il segretario di Forza Italia? L’era del partito è finita, voi ex dc mi riorganizzate un po’ meglio le cose”. Ma Pier non molla. E’ un leader sempre più pop. In quell’anno escono su Eva tremila le sue famose foto di nudo con gi attributi (notevoli) al vento: “Sono vecchie”, commenta. Come fa a saperlo? gli chiedono: “Dall’ultima volta che mi hanno fotografato nudo non mi sono più tolto il costume”. Non è vero, ma è la risposta giusta. Ma incredibilmente (altri tempi) lo bacchetta persino (la prima) moglie, Roberta Lubich. L’intervista, memorabile, è di Barbara Palombelli: “Pier ha sbagliato. Se vuoi fare il politico – dice lei – il costume te lo devi cambiare al chiuso”. Invece aveva ragione lui, malgrado il titolo: “Casini ci mostra il popò e altro”: Era un consolidamento di popolarità. E  l’incontro che aveva fatto nascere la scintilla? Anche quello a suo modo emblematico, nel racconto della bella Roberta: “Era fine agosto, eravamo in una cena a Cortina. Io dissi: ‘Voto Dc perché credo che abbia garantito libertà a tutti’. Lui mi corse incontro e disse: ‘Com’è che ti chiami esattamente?’”. E la bufera di affittopoli? Nessuno lo ricorda, ma mentre D’Alema cambia casa, Pier la passa indenne. Su Il Giornale nel 1995, titolone: “Ha una casa Ina da 160 mq2 in affitto vicino a piazza Quadrata”. Lui imperturbabile: “Andarmene? Non ci penso nemmeno. Ho saputo che la casa era libera, ho fatto domanda, l’ho avuta”. Frasi memorabili sulla politica: “La Dc è morta, i democristiani non moriranno mai” (lui ne è la prova). E anche: “In politica  i matrimoni sconfinano nella monotonia. I fidanzamenti sono più appassionanti”. Ecco, basterebbe che lo sapesse anche Bersani.
Luca Telese
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3 commenti »

  1. Ritratto ineccepibile.
    Se dico che l’impostazione mi sembra sottilmente ma significativamente diversa rispetto al Rutelli’ s profile….?
    Convengo che Casini é sempre rimasto au fond un democristiano doc, mentre l’altro ha saltellato più di un kangaroo…ma c’é un “di più” che io credo debba essere evitato sempre.
    ciao Raffaella

  2. Ciao grassoccio,come stai ? è un pò che non ci sentiamo , ogni tanto ti vedo in video è ho anche , in parte, seguito una tua trasmissione su un canale rai , senza infamia e senza lodo debbo dire, ma già è tanto che non ci sia solo l’infamia. Noto che frequenti sempre brutte compagnie , ora c’è anche Padellaro , quello che si è preso un calcio in culo da Soru , sono rimasto un pò sorpreso che non si sia sollevato lo sdegno dei compagni giornalisti , niente grancassa sulla libertà di stampa, di informazione, sul condizionamento da parte del capitale delle menti libere e brillanti etc etc, insomma tutte le cazzate che vi inventato solo quando agisce Berlosconi. Visto che ci siamo non ho sentito grandi drammi neanche quando il calcio nel culo lo ha preso il direttore di rifondazione , di cui non ricordo il nome ,si vede che i calci in culo dei compagni non fanno male !
    Di Rutelli si può dire solo : chi era costui ?.
    Casini ? relitto della grande nave DC , nella quale non tutti erano da buttare via ma Csini non era tra questi !.
    Ciao grassoccio , mi raccomando cerca di non sparare troppe cazzate , stai lontano da quelli di repubblica , loro non lo sanno ma con il calo delle vendite sono destinati a fare una brutta fine –

  3. caro Pablo Telese, leggendo il ritratto di Casini ho avuto – al contrario – una risposta alla mia domanda (cosa scrivi quando ce l’hai con qualcuno?).Il bombardamento di Guernica poteva essere dipinto in mille modi, Picasso scelse quella via – gli occhi del cavallo terrorrizato – e cambiò il corso della nostra percezione dell’orrore. E’ l’artista che squarcia la realtà e ci cambia la prospettiva da cui guardiamo i fatti. Il “tuo” Rutelli e il “tuo” Casini (e i “tuoi” tanti personaggi che hai dipinto nel corso degli anni – dopo la lettura di Cuori Neri, e sopratutto dopo quella tua spassosa, appassionata e gustosamente cattiva “conferenza” a Carpe Dem, cerco di leggere quello che scrivi), sono appunto tuoi. Tu non ti limiti a registrare i fatti (x fortuna, altrimenti sai che noia), non sei il Serafino Gubbio di Prandello che riprende senza sosta con la sua cinepresa, no tu sei sempre in campo (come Guzzanti quando trasfigura Funari,La Porta,Veltroni…). Per questo ti chiedo: cosa scrivi quando ce l’hai con qualcuno?Non metti la stessa antipatia, né la stessa cattiveria, per descrivere l’uno o l’altro. Eppure Casini, non è un esempio di coerenza. Certo è sempre stato orgogliosamente democristiano, ma fino a pochi anni fa, voleva sparare sui gommoni che trasportavano immigrati dall’Albania. Poi, quando gli hanno fatto notare che, affondando i gommoni, sarebbero annegati anche gli immigrati, si è corretto e ha detto che lui intendeva sparare sugli scafisti che portavano i bambini (sic). Ora fa l’anti-padano, ma ha governato il Paese con la Lega senza tanti mal di pancia e distinguo… Ma il discorso sulla coerenza mi porterebbe troppo lontano (non oso pensare cosa scriverai di Fini…). Mi interessa davvero sapere come intervengono i tuoi sentimenti “negativi” nella descrizione di un determinato personaggio X. Spero di essere stato chiaro e ti ringrazio x l’attenzione.

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