Il Fatto Quotidiano

29 Dicembre 2009
Pd, come farsi del male

Lazio, non pervenuto. Campania, non pervenuto. Puglia non pervenuto. In tre delle regioni più importanti per la sfida di marzo il centrosinistra non ha ancora designato i suoi candidati. Se volesse davvero vincere le elezioni regionali dovrebbe almeno provare a nominarli prima della chiusura delle liste. In Piemonte Mercedes Bresso l’ha spuntata, superando i veti dell’Udc. Nel Lazio i casiniani sono già traslocati con la Polverini, applicando uno nuovo "modello doppiofornista" (indimenticabile definizione di Giulio Andreotti): dove è sicura la vittoria a destra vanno a destra, dove è sicura la vittoria a sinistra vanno a sinistra.
Di quello che è successo in Puglia in queste ore, dove è in corso una incredibile sfida fratricida fra il presidente uscente Nichi Vendola e lo scalpitante Michele Emiliano potete leggere nella corrispondenza di Antonio Massari. L’unico risultato certo al momento è questo: le primarie sono sterilizzate, molti iscritti del Pd protestano per la mancata consultazione, e il nome di chi prevarrà nel duello fratricida ancora non si conosce.
Ieri l’assemblea convocata a Bari per designare il candidato del partito di Bersani (la seconda, perché un primo sì a Vendola era già stato) non ha votato. Emiliano aveva chiesto un voto unanime per correre, non l’ha avuto. Per candidarsi ha bisogno di una legge ad personam che 15 consiglieri vendoliani non vogliono votare. Lo scontro, ambizioni personali a parte, è nato dal veto dell’Udc a Vendola. Ma il bello è che ancora non è certo che l’Udc correrà con il centrosinistra. Spiega Angiolo Sanza, demiurgo di Casini in Puglia: "Se ce la facesse Emiliano noi non dovremmo sostenerlo. Se si tirasse indietro sarebbe tutto da rifare".
Il caso Campania è ancora più eloquente, e in qualche modo incredibile. Anche qui il candidato ancora non c’è perchè l’Udc ha chiesto un "segnale di discontinuità". Enzo Amendola, il nuovo segretario regionale del Pd (un trentenne a cui non manca il dinamismo e il senso dei tempi) ha subito risposto: "Siamo disponibili a dare questo segnale". Tradotto dalla lingua rituale del politichese, la discontinuità significherebbe scegliere un uomo che non viene dall’entourage del presidente uscente, Antonio Bassolino. Il quale ovviamente non si non si ricandiderà, ma – come è noto – vedrebbe di buon occhio una successione tele-guidata da lui.
Ad esempio quella del suo pupillo Ennio Cascetta, professore universitario, e assessore regionale ai trasporti. In questo quadro, che un uomo estraneo al gruppo dirigente bassoliniano piacerebbe a buona parte del centrosinistra (e anche del Pd) non è un mistero.
Così come è noto che l’avversario storico di Antonio Bassolino, Vincenzo De Luca, sarebbe pronto a correre. Unico problemino: due rinvii a giudizio che rendono non proprio praticabile la candidatura, e che sono sicuramente poco digeribili dall’Italia dei Valori. Così la coalizione si è incartata per la difficoltà di sciogliere questi nodi: difficile scegliere un bassoliniano, difficile scegliere un non bassoliniano. E difficile anche scegliere un candidato gradito all’Udc, senza avere la sicurezza che l’Udc ci sia. Con molta schiettezza anche Amendola lo ammette: “E che ne so io, cosa decideranno De Mita e i suoi?”.
Già, chi lo sa? Pierferdinando Casini era calato in Campania per gettare sul piatto un nome pesante: "Il profilo ideale sarebbe quello dell’ex presidente di Confidustria Antonio D’Amato". Ma ancora non si è capito se D’Amato sarebbe disposto a correre, e sostenuto da chi. L’unico dato positivo, alla fine, è che qui le primarie potrebbero celebrarsi. Sono state ufficialmente convocate per il 24 gennaio, ma le candidature si devono presentare entro il 9 gennaio. Spiega ancora Amendola: "Se l’Udc ci sta potremmo ancora sederci tutti intorno ad un tavolo".
Diverso il caso del Lazio. In questo momento l’unico nome in campo è quello di Esterino Montino, il vice di Marrazzo, che dopo il caso del video con i trans ha assunto la direzione della giunta prote-tempore. È tramontanta già la candidatura di Nicola Zingaretti, che pure aveva dato la sua disponibilità. Aveva fissato tre condizioni. I dalemiani gli hanno chiesto di accettare senza condizioni, lui si è tirato indietro. La più importante delle tre, era che in coalizione ci fosse anche l’Udc.
Ma i casiniani, come abbiamo visto, hanno già detto che si schierano a destra. Insomma: dal Piemonte alle Marche, dal Lazio alla Puglia, alla Campania, il partito di Casini, con il 6% ha il potere di veto su quello di Bersani, che ha il 30%. A Casini sicuramente conviene. Ma al Pd? In queste ore la cosa che più salta all’occhio è il silenzio di Bersani. “State tranquilli, sto lavorando per portare la coalizione alla vittoria”, ha risposto ai cronisti. E da qualche giorno l’ex ministro è visibile in tutte le stazioni con una campagna di immagine centrata sulla sua persona. Eppure in Puglia ha delegato le missioni diplomatiche (si fa per dire) a Massimo D’Alema. E nel Lazio – a quel che dicono i protagonisti – non è intervenuto. Il segretario del Pd ha degli assi nella manica? Forse. Ma ora il tempo lavora contro di lui.

Luca Telese

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5 commenti »

  1. Buonasera Telese, mi rivolgo a lei per chiederle se, per cortesia, mi potrebbe togliere una curiosità in merito al bell’articolo comparso oggi su Il Fatto, riguardante i rimborsi ai partiti.

    In quell’articolo, per ogni partito viene citato l’importo spese dichiarato dal partito e l’importo rimborsato (molto più alto rispetto alle spese dichiarate).

    CURIOSAMENTE (?) per l’IDV vengono citate solo le spese dichiarate dal partito, cioè 1 milione di euro, ma non l’importo del rimborso.

    Mi piacerebbe quindi, se possibile, sapere quanti soldi di rimborso vengono corrisposti all’IDV. Una cifra inferiore, identica o superiore alle spese dichiarate?

    La ringrazio già da ora.

  2. Gentile Telese, provando a controllare in giro, mi risulta che l’IDV, a fronte di 1 milione di euro di spese (gonfiate?) riceverà 21.649.225 euro, cioè 21 volte tanto.

    Risulta anche a lei o è un dato sbagliato?

    La domanda è aperta anche a Marco Berlusconi, che sicuramente è molto più informato di me. Anzi, caro Marco, direi che per una volta potresti la tua presenza potrebbe essere utile. Non è che per caso mi sai dire se la cifra che ho trovato è giusta o no? Se è sbagliata, mi potresti segnalare qualche sito che riporti cifre UFFICIALI e SICURE?

    Grazie mille a Telese ed a Marco.

    Ciao

  3. In Campania, in Puglia, in Abruzzo e nel Lazio (forse mi dimentico qualche altro scandalo regionale) il Centrosinistra ha fatto letteralmente pena, dando l’immagine di quello che e’: una cricca di corrotti, incapaci, arraffoni, ricattati ecc. ecc. interessati solo a occupare le seggiole del potere e del sottopotere.
    Dopo aver dato prova di non saper governare a livello nazionale (il secondo governo Prodi con Mastella guardasigilli e’ stato un evento tragicomico), ha cosi dimostrato di non saper governare nemmeno in periferia.
    Inutile cospargersi il capo di cenere se Berlusconi (indecente agli occhi del resto del mondo) governa imperturbato. Bisognerebbe rifondare l’opposizione, partendo proprio dalla periferia. Ma un partito ridicolo come il PD che non ha saputo ancora cacciare a pedate nel sedere Bassolino dopo i disastri che ha combinato, guidato (si fa per dire) da un esponente della nomenklatura di cui sarebbe stato impossibile immaginare di peggio (al di la’ dell’innominabile D’Alema e’ ovvio), cosa volete che rifondi? L’unica speranza e’ che si autoaffondi, lasciando spazio a nuove forze e nuove aggregazioni

  4. Armando, guarda che l’articolo dice: ” Differenza significativa anche per l’Idv: i costi dichiarati sono per un milione, quelli provati sono attorno ai 16.000 euro.”

  5. all’elenco, potresti aggiungerci anche l’Umbria . non è una grande regione come le altre ma neanche qui c’è il candidato, governa il centro sinistra da sempre e alle ultime europee il primo partito è stato (a sorpresa, bal campanone di allarme) il PDL. Se il pd perde anche l’umbria (il centro sinistra goverba ininterrottamente da 30 anni e più) credo che qualche testa salterà. potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.
    Piccolo link con l’articolo su d’alema e dalemiani…mi sembra che lorenzetti (l’attuale governatrice) sia una delle sue , diciamo, crature. non so sia vero ma pare che tutto sia bloccato perchè lei pretenderebbe un terzo mandato mentre il partito, spaccato anche qui, non si mette d’accordo nè su lei nè su altri. Anche qui UDC e massonerie varie giocano un ruolo ambiguo e all’apparenza determonante. Dico la mia su d’alema: a me non è antipatico affatto ( a parte quando dice la parola “serio” e mette la testa un pò di sbiego) però non capisco cosa ci stia a fare dalla mia parte. O cosa ci faccia io dalla sua, forse è questa la vera domanda.

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