Il Fatto Quotidiano

30 Ottobre 2009
Perchè pubblichiamo la foto del cadavere di Stefano

Guardiamo le foto di Stefano Cucchi, in redazione, a Il Fatto, e restiamo tutti senza parole, attoniti. E’ successo ieri. Capita raramente, dopo anni che si lavora nei quotidiani questa sensazione di pietrificazione, di disgusto, di disagio fisico. Il desiderio di sottrarsi all’obbligo della cronaca, di guardare altrove. Per i giornalisti le notizie dovrebbero essere come le malattie per i chirurghi. Purtroppo o per fortuna non è mai così. Quelle foto ce le hanno portate in redazione, dopo la conferenza stampa della famiglia, Caterina Perniconi e Silvia D’Onghia, ricostruendo una piccola grande storia dell’orrore, quella di un ragazzo morto dopo un arresto. Aveva con se 20 grammi di droga.
Però adesso guardo le foto di Stefano Cucchi sulla prima pagina del nostro giornale, un cadavere adagiato sul tavolo, come una marionetta spezzata: esile, disarticolato, quasi scheletrito, perché Stefano era un tossico. Quello che taglia il respiro in petto, però, è che questo corpo sia martoriato. Stefano Cucchi è stato arrestato nella notte fra il 15 e il 16 ottobre. E’ morto una settimana dopo. Cosa sia successo, in questo intervallo, nessuno lo sa. C’è un itinerario, un piccolo calvario che quel corpo ha disegnato nel nostro sistema giudiziario e sanitario: ospedali, tribunale, carcere, obitorio. Guardi il cadavere, e vedi che ci sono dei segni: colpi, percosse, le arcate paretali livide, deformate, violacee. E’ stato colpito? E’ stato picchiato? Pare difficile negarlo. Ma se ci fosse una spiegazione ufficiale, tutto almeno sarebbe più comprensibile. Ebbene, non c’è. I comunicati ufficiali dicono: “arresto cardiaco”. Quando si muore c’è sempre un arresto cardiaco: senonché, quel corpo ci racconta un’altra storia, ci pone delle domande. Una è quella che Silvia ha porto ai carabinieri: “Come è possibile?”. La risposta sembra tratta dal copione di un film di serie B: “Le camere di sicurezza non sono alberghi a cinque stelle”. E le contusioni agli occhi? "Aveva dormito poco".
Però ci sono dei fatti. Alla famiglia è stato impedito di vedere il cadavere. Al legale della famiglia Cucchi non è stata concessa la possibilità di assistere all’autopsia. Le foto sono arrivate alla famiglia solo dall’agenzia di pompe funebri. Le interrogazioni parlamentari, ad esempio quella dell’onorevole Giachetti, sono piovute sui banchi di Montecitorio. Nemmeno il ministro Alfano ha fornito una versione coerente, e persino il ministro Maroni ha criticato la scelta di tenere lontana la famiglia. Luigi Manconi – che da anni con la sua associazione “A buon diritto” si occupa di giustizia e di carcere – ha spiegato insieme alla madre di Stefano che “i segni della violenza sono innegabili”. E’ vero.
Guardiamo questa foto e ci chiediamo se debba essere pubblicata e perché. Lo spiega in un editoriale Vitantonio Lopez, ma poche righe non possono raccontare quanto sia stato acceso il dibattito tra noi. Ne discutiamo molto in redazione, tutti quanti. Sappiamo che molti saranno turbati. Siamo turbati anche noi. Alla fine abbiamo deciso che dovesse essere pubblicata per tanti motivi: in primo luogo perché siamo convinti che i lettori non siano dei bambini sprovveduti: se le abbiamo viste noi (e abbiamo pensato delle cose), devono poterle vedere pure loro (e pensare delle cose). E poi un motivo ancora più semplice: quelle foto sono una domanda crudele, non solo per i Carabinieri o per ministri, ma per tutti noi. Se una madre decide di mostrare suo figlio ridotto a uno scheletro, martoriato, è perché e quelle domande devono avere una risposta. Solo così quella marionetta scomposta potrà ritornare ad essere il corpo di un ragazzo.

Luca Telese

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20 commenti »

  1. Ma era proprio necessario?

  2. Sai, ho scritto tutto questo articolo proprio per spiegare perché. Ma se nno sei convinto non c’è una risposta definitiva o inappellabile.
    Luca

  3. Se si fosse trattato di un semplice caso di cronaca nera allora avrei convenuto che non fosse il caso di pubblicare foto shock. Ma poichè la responsabilità di tutto questo ricade su delle istituzioni che hanno tutto l’interesse a coprire, insabbiare, opporre muri di gomma e far dimenticare penso che la vostra sia stata una scelta giusta e condivisibile.

  4. Beh, d’altronde è stata la famiglia a decidere di diffondere le foto. E bisogna dimostrare che quel carabiniere che dice che aveva gli occhi ridotti in quello stato perchè aveva dormito poco è un emerito… Beh, mi astengo perchè sennò do di stomaco.

  5. Ma può mai essere una cosa seria quest’italietta??? In una politica fatta di puttane, trans e donnacce vestite da veline che salgono e scendono le scale dei Palazzi di Potere, di gente presunta “perbene” che consuma droga a fiumi, le forze dell’ordine arrestano un ragazzo di 31 anni per droga (sicuramente meno di quanto ne gira nei palazzi cosiddetti bene) e dopo poco lo restituiscono cadavere. Una domanda: se quel ragazzo avesse avuto qualche “politicotto” dei nostri tempi come genitore, parente o amico, credete che sarebbe finita così??? Della serie siamo proprio tutti uguali.

  6. Da cittadino che chiede e pretende di essere informato sono pienamente d’accordo con la vostra scelta.Non si tratta di infangare poliziotti, ma di punire chi merita di essere punito. Non esiste redenzione, esiste solo la punizione…esemplare. Basta ipocrisia, oppure questo mondo sarà fottuto per sempre.Giuste le foto, giusto indagare. Auguro ai soliti perbenisti del cazzo che diranno “il solito tossico…uno di meno…bravi i carabinieri” o altre stronzate del genere tutto il male di questo mondo

  7. Ieri ho pubblicato la foto della schiena di questa creatura su Facebook, non senza dubbi e strazio.
    Questa foto è ancora più straziante, ma approvo la vostra scelta.
    A questa creatura umana, al suo corpo colpito offeso, ai suoi cari va resa la giustizia, minima, della verità.
    La dignità della sua famiglia mi ha molto colpita.
    Se avessero ridotto così mio figlio, mio fratello, un mio affetto, non avrei avuto la forza di mantenermi “civile”
    C’é coca e coca, evidentemente.
    Questo paese comincia a farmi paura.

  8. ma chi è federico ?

  9. perchè? che differenza c’è con la fotografia del corpo ammazzato di pasolini sulla copertina del’Espresso ?

  10. ripeto la domanda : chi è FEDERICO nel titolo ?

  11. Approvo la vostra scelta ed anche il coraggio della famiglia . Vedere un proprio figlio ridotto in questo modo deve essere ancora più doloroso di saperlo morto.Grande paese il nostro dove si riesce a ridurre un ragazzo in questo modo e non avere il coraggio di ammettere le proprie resonsabilità. Vorrei che queste foto le guardassero tutti quelli che dicono “i drogati tutti in galera!!!”, Ecco questo sarebbe potuto succedere ad un nostro figlio.Ammazzato come un cane da vigliacchi che ora si nascondono, che probabilmente sono più a loro agio nel ricattare che nel fare il proprio dovere. Grazie a chi ha fatto tutto questo e grazie anche a chi li difende.
    Addio Stefano, spero che i tuoi carnefici non riescano più a cancellare la tua immagine dai loro occhi e che i tuoi familiari possano invece ricordarti sereno e sorridente come sicuramente adesso sei.

  12. State facendo un grande lavoro. Da tempo mancava un giornale così schietto, anche sull’attualità. Perché quando cala l’attenzione su storie “di provincia” come la morte di Federico Aldrovandi è anche a causa della stampa locale, che finisce per pubblicare bollettini di polizia più che notizie, ricerce, dettagli utili a capire.
    Tenete duro, continuate a fare i giornalisti così ché ce n’è bisogno come il pane.

  13. Sig. Telese
    Circa quattordici anni fà è morto in circostanze simili, (probabilmenta ucciso di botte) ma in ospedale ( era tossico e malato di AIDS) mio cugino, di ventinove anni!!!!!!!!!!
    Mi rimane il rimorso di non aver fatto aprire la bara ( già sigillata) nella camera mortuaria dell’ospedale per vedere cosa gli avessero fatto!!!
    Penso , credo, che molti di questi ragazzi, siano per molti, troppi, solo feccia merda da buttare in una fogna.
    Non ho il cuore tenero, lui aveva fatto soffrire e sfruttato in modo vergognoso mia zia (sua madre e mia madre stessa , mio padre e mè perchè abitavamo nella stessa villetta) ma ancora adesso non mi sò perdonare, per aver lasciato che quelli che l’avevano forse ucciso, l’abbiano passata liscia per una mia vigliaccheria.
    Spero che le foto pubblicate facciano tornare il coraggio per denunciare questi massacri disumani.
    Io purtroppo questo coraggio non l’ho avuto.

  14. La foto è, oggettivamente, uno scandalo. Come il fatto che l’ha originata. Io dico che oportet, sempre, che scandala eveniant.
    Ci sono troppe zone franche nella nostra società, e vanno smascherate. Per tentare di rimuoverle.

  15. ah ecco …….

  16. Sì, Margherita, era sato un errore di titolazione!

  17. Adesso aspettiamo che il nostro Presidente del Consiglio dica qualcosa, chieda giustizia per questo ragazzo, ok.
    ma Bersani dove cazzo è ? dovrebbe piantare un grande casino per ottenere giustizia per questo ragazzo.

  18. Caro Telese,
    con il suo servizio lei merita tutta la mia stima.
    E’ uno di quei casi in cui il giornalismo travalica i suoi confini di divulgazione e si fa strumento attivo di giustizia.
    Grazie a lei, anche grazie a lei, si sono aperti i riflettori, la procura ha aperto le indagini, i Tg ne parlano, deputati e senatori presentano interrogazioni parlamentari.
    Una campagna stampa come questa vale, da sola, il passaggio a “Il Fatto”.
    Il tuo servizio è molto di più di una denuncia giornalistica: è la dimostrazione che quando il giornalismo fa il suo mestiere c’è ancora un barlume di speranza.

  19. ieri sera mentre tutti noi pensavamo a Stefano e al suo corpo straziato, a chi ha dedicato la puntata di ottoemezzo Lilli Gruber ? ai Missoni !

  20. Il Gruppo Tosinvest ha intanto querelato Repubblica per la ricostruzione della vicenda pubblicata oggi. chiede 30 milioni di euro a titolo di risarcimento dei danni” e comunica che “tutto quanto dovesse essere riconosciuto al Gruppo come indennizzo dagli organi competenti verrà interamente devoluto in beneficenza”.

    ANGELUCCI CHI??? PADRONE DI LIBERO, OGGI DEPUTATO PDL, FINITO IN GALERA INSIEME AL FIGLIO E AD ALTRE 11 PERSONE PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE E TRUFFA AI DANNI DELL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE…

    MISTERO ITALIANO

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