Senatore Vincenzo D’ Anna, siete tornati determinati…Senza i vostri voti il governo non passava.
«Senza dubbio. Sul documento determinanti, con 14 voti. Ma non dia troppa enfasi alla cosa. È di cattivo gusto farne vanto».
E perché mai?
«Perché fino a ieri eravamo appestati, adesso con una parola di troppo ci sparano».
Già presentato il conto?
«Ma quando mai!».
Se non siete appestati è giusto, rivendicare il dovuto.
«Telese, lei prova a incastrarmi. Ma la legislatura è agli sgoccioli, è quasi finita».
E la prossima?
«Se c’ è il governo Renzi Berlusconi, come spero, noi ne siamo stati i levatori. Se invece vince a Grillo è ‘nu guaie…».
Vincenzo D’ Anna è tornato ad essere inseguito dai cronisti. Lui e i verdiniani sono di nuovo importanti, registi di un’ operazione di sostituzione parlamentare da manuale. Nel primo voto sulla manovra c’ erano i bersaniani. Nel secondo – via i bersaniani – c’ erano loro.
Una pattuglia di 14 senatori di Ala che hanno salvato Paolo Gentiloni. E lui, l’ uomo-immagine che sostituisce lo schivo Denis, è ironico ma prudentissimo. Farlo sbottonare è un’ impresa ardua. Però gli uomini di Ala un’ idea ce l’ hanno: «Apparentati al Pd potremmo valere più di Alfano. Avessimo la sua pattuglia di governo anche il doppio». È questo il sogno (quasi) inconfessabile dopo questa prova di forza: «superare lo sbarramento ed entrare in maggioranza».
Sulla legge elettorale come voterete?
«Vediamo. Ancora non conosco il testo definitivo».
Ma un’ idea l’ avrete, no?
«La maggior quota di maggioritario possibile contro l’ obbrobrio delle preferenze».
Ma siete in grado di superare uno sbarramento?
«Rispondere, in questa fase, è quanto meno affrettato».
Senatore D’ Anna, lei si sta prendendo gioco di me…
«Scherza? È che siamo come il cane dell’ ambasciatore delle due Sicilie!».
Prego?
«L’ ambasciatore borbonico si preparava a un importante viaggio in Europa, e voleva portarsi il cane. Stava facendo le valigie quando si sentì dire: alla frontiera lo fermano, passano solo i gatti. E sa cosa fece?».
A dire il vero, no.
«Prese un sospiro e rispose al suo addetto diplomatico: “Allora o’ pittamm!”. Ha capito? Allora il cane lo dipingiamo da gatto, ah, ah, ah!».
Ho capito: i cani dipinti siete voi di Ala.
«È così! Ora siamo siamo dipinti da gatti perché altrimenti non passeremmo le frontiere della maggioranza».
Un po’ melodrammatico, non trova?
«Scherza? Siamo stati cani randagi nella notte scura, additati come voltagabbana e trasformisti».
Un po’ trasformisti lo siete, no?
«La nostra idea adesso è diventata senso comune. Oggi c’ è un governo perché il verdinismo ha vinto».
Dà la linea al Parlamento.
«Io sono convinto di quello che ho fatto. Non voglio parlare per gli altri».
Però siete cani fra i gatti.
«Mi scuso! Quagliariello ha fatto un suo gruppo, ha votato un governo, ora è tornato a destra. Ma è – giustamente – uno stimato senatore».
E quindi?
«Pure Sacconi si è spostato.
Adesso poi ho quasi perso il conto di come e quando».
È lei che dà la caccia ai gatti?
«Lo ricordo solo agli smemorati. Gente che era nel centrosinistra finisce a fare la quarta gamba del governo di Berlusconi».
Li condanna?
«Per carità di Dio! Ma che dire del mio conterraneo Gennaro Migliore? Da Saint Just della sinistra alternativa è diventato sottosegretario di stato della sinistra forchettone: con una laurea in fisica di occupa di diritto…».
Altri esempi?
«Lupi, Albertini, Formigoni e Giovanardi vanno tutti con la Lega. Qui si muovono tutti. Io non ho votato nemmeno il Letta bis, ma siccome sono verdiniano sono brutto sporco e cattivo. Non ho mai votato un governo di centrosinistra!».
Ma lo ha fatto mercoledì!
«Singoli provvedimenti…».
Cosa avete contrattato per il vostro sostegno?
«Nulla! Nulla! Siamo moderati, centristi e responsabili».
Cosa volete dal Pd?
«Renzi deve essere meno furbo e meno voltagabbana».
In Sicilia correte con il centrodestra, a Roma votate Gentiloni, non riesco a starvi dietro!
«Noi abbiamo fatto una lista con un amico come Saverio Romano perché il povero Micari non riesce a dare una lista nemmeno a sostegno di se stesso! Prenderemo tra l’ 8 e il 10%, mi dicono gli amici».
Giocate su due forni!
«Se il problema è meno stato e più mercato noi possiamo fare l’ ala sinistra della destra o l’ ala destra della sinistra: è il vantaggio di essere liberali.
Guardi che Renzi viene qui a parlare citando Mounier e Maritain, mica Gramsci. Io sono sturziano, sono più moderato di lui».
Lo stratega è lei o Verdini?
«Denis: io sono solo un manovale d’ aula. È pieno di colleghi che in aula gridano: “Verdini Mascalzone, inquisito, macellaio!”, poi li incontri nei corridoi e ti dicono – gli stessi – che è un grande esperto di sistemi sanitari, uno che la politica la vede prima…».
Lui dice che lei dovrebbe parlare meno.
«Denis ha il senso della generosità e dell’ amicizia. Io pure: preferisco sbagliare con lui che imbroccare con Alfano».
Ricapitolando: se vince il centrosinistra voi questa settimana avete votato Gentiloni e siete con lui. E se vince il centrodestra voi in questa stessa settimana siete entrati in coalizione con Musumeci in Sicilia.
«È una sintesi un po’ brutale e giornalistica, ma efficace».
LUCA TELESE