I Falsi

6 Marzo 2011
Il filo della vita

di Giuliano Ferrara

C’è un filo inossidabile che unisce la mia arcaica (e oserei dire veterotestamentaria) militanza comunista, che fra l’altro era comunque ostinatamente riformista e sempre antimassimalista, a quello che sarei diventato poi. C’è un filo invisibile ma tenace che unisce la mia educazione sentimentale amendoliana e sinceramente antiberlingueriana nel vecchio Pci, al craxismo in cui mi sarei rispecchiato in seguiot: questo filo corre senza spezzarsi nel furore ideologico, apostatico – e persino apodittico – nell’idea di un nuovo anticomunismo vissuto come religione civile e privata, come redenzione, e infine come rivelazione in una nuova vita. C’è un filo di coerenza che spiega il mio attuale coinvolgimento passionale nello zeitgeist del crepuscolo berlusconiano, la mia testimonianza orgogliosa, anche se in mutande, nel furore anticiclico che mi porta sul palco del teatro del Verme, in nome della lotta contro il venticinqueluglilismo, l’elitismo e l’ipocrisia intellettuale dei sempiterni sepolcri imbiancati azionisti e scalfariani. C’è un filo ostinato che collega la mia formazione di grande borghese aristocratico alla mia adesione incondizionata al populismo illuminato e mitopoietico del nostro beneamato Cav.
C’è un filo lungo che unisce le mie intemperanti informative passate alla Cia, allo spionaggio vissuto non con spirito servile, ma come un tripudio trasgressivo, un filo solido che unisce il mio salto nel vuoto nel movimento studentesco (e sinceramente antiamericanista) nella madeleine di un precoce sessantotto a valle Giulia, collegandolo in modo lineare alla mia successiva vocazione atlantista e guerrafondaia. Malgrado le apparenze c’è un filo logico, e oserei dire persino dottrinario, che spiega il mio pugno in faccia ad un assessore torinese, guidato da una vampata di furore filopalestinese nel giorno del massacro di Sabra e Chatila, alla mia matura età filoislaeliana, e convintamente occidentalista. C’è un filo lungo che spiega come sono passato dalla tesi su Leo Strauss, alle “Lezioni D’amore” con la mia adorata Selma, alle crociate a favore dell’embrione, un filo che tiene dritto il percorso, dalla stagione della libertà trasgressiva, panica, sessualmente disinibita, al neorazingerismo e all’estetica neocon. C’è, questo cazzo di filo lungo, Cristo! C’era, ed era proprio qui. Ditemi dove cazzo è finito – mediocrissimi esegeti del politicamente corretto – perché io non lo trovo più.

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9 commenti »

  1. gustoso. purtroppo temo che ferrara sottoscriverebbe fino alla terzultima riga la ricostruzione “scientifica”, a tavolino, di una biografia intellettuale che sia degna di questo nome e che abbia un senso condivisibile.

  2. certo che c’è, si chiama bolscevismo (disinformazione più arroganza)

  3. e soprattutto l’idea che alla Politica e al Principe (con la P maiuscola, si intende, anche quando si tratta di Berlusconi) possa e debba piegarsi tutto: etica, dignità, intelligenza…

  4. D’altra parte Ferrara è stato comunista ma la sua fede non è mai stata cieca visto poi come sono andate le cose e viste le sue scelte.
    Uno come Giancarlo Pajetta invece (un mito intoccabile che guai a parlarne male) , lui sì che era veramente un devoto tutto d’un pezzo: infatti era solito affermare un concetto raccappricciante, ancora molto in voga soprattutto a sinistra e cioè che se avesse dovuto scegliere tra la rivoluzione e la verità, avrebbe scelto la rivoluzione. Il che significa la “verità” della fazione, quindi prefabbricata, ritoccata, accomodata, una non-verità insomma, con tanto di vangelo, parabole edificanti, catechismo e scomuniche. E su tutto, la parola d’ordine: non vedere o far finta di non vedere quel che danneggia la Causa.
    E dopo la caduta del muro che lui non fece in tempo a vedere, senz’altro avrebbe percorso diligentemente il percorso classico e regolare di tanti altri suoi compagni ora piddini.
    Più che altro questa è una forma mentale, è una inclinazione più o meno evidente all’indottrinamento, e non c’entra nulla con l’essere di destra o di sinistra.
    Ma tornando a Ferrara, lui non mi pare proprio più indottrinato o indottrinabile di tanti altri e neanche più opportunista . …

  5. A Ferrarone il filo non lo trovi più perchè ti sei magnato anche quello !

  6. Complimenti per l’articolo, da poco frequento il vostro sito e lo trovo davvero interessante!

  7. @breny: Pajetta è stato fazioso di una sola fazione per tutta la vita, Ferrara è fazioso di molte fazioni, quella del padrone del momento (il partito, Craxi, Berlusconi, il Papa…). Continuo a preferire Pajetta….

  8. @Giovanni, la frase di Pajetta che ho riportato per me è inaccettabile, si parla tanto di laicità …
    Io continuo a preferire …. Miriam Mafai.

  9. Un giorno, quando moriremo, il pensiero liberatosi dal corpo si liberera’, ed allora capiremo……………….e’ come la presunzione d’innocenza prima di ogni sentenza, ognuno ha la sua idea, ma nessuna e’ verita’

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