I Falsi

25 Luglio 2010
Governo sì, populismo con la zeppola no

di Massimo D’Alema*

Cari Misfattisti, mi spiace dover rivolgere il mio alato discorso sulle riforme a gente come voi: i grandi statisti come me hanno bisogno di interlocutori di pari rango, mentre il vostro livello intellettuale – diciamo – è a dir poco infimo: siete grossolani, pronti a innamorarvi di piccoli tribuni adusi a declinare il loro puerile sloganismo in dialetto molisano.
Ma voglio provare ugualmente a sottrarvi dal torpore beota in cui, in questi giorni, vi ha fatto precipitare la propaganda che risuona nelle nostre piazze.
Non voglio fare il nome del piccolo retore con la zeppola che prova a erodere i nostri consensi lanciando un´Opa sul nostro partito. Lo conosco fin dai primi anni ‘settanta’70: un ex ragazzino con i capelli ingrigiti che ha iniziato la sua carriera di agitatore inventivo nella Fgci, contestando i suoi dirigenti (cioè addirittura me). Che dire? Allora si cimentava nel calco del lessico ingraiano e accendeva gli animi con tirate massimalistiche: lo consideravamo un provinciale, ma a nostro modo gli volevamo bene. Contaminava il populismo meridionalista e mal digerite letture da autodidatta, estremismo pasoliniano.
Ora, invece ha alzato la testa: pensa di poterci strappare lo scettro che ci siamo conquistati con il nostro carisma. Ebbene, non ci faremo prevaricare. La politica è l´arte del possibile, non concorso per poeti dilettanti: è mestiere, sudore della fronte, compromesso, non è un compitino in endecasillabi. Piacerebbe anche a noi baloccarci con il mito tranquillizzante dell´opposizione, della ribellione estetizzante. Ebbene no, il consenso di cui godiamo ci assegna un altro compito, più alto: farci carico delle nostre ineludibili responsabilità.
Abbiamo iniziato con la Bicamerale, abbiamo proseguito eliminando Prodi, siamo tornati alla carica con la guerra del Kosovo, continuiamo ostacolando altre facili idiozie accattivanti come il referendum sull´acqua ed il no al governissimo.
E´ tempo di larghe intese, non di piccoli aedi. Non voglio citarlo, questo mediocre demagogo. Ma sappia che se proverà a incrociare le sue ambizioni con il nostro cammino, non esiteremo a far risuonare il nostro antico elegante grido di battaglia: vada a farsi fottere!

(*testo raccolto sotto insolazione da Luca Telese)

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Un commento »

  1. bravo Telese!!!!!

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