I Falsi

21 Marzo 2010
La sinistra che non scopa

di Augusto Minzolini*

Buonasera, buongiorno, buon pomeriggio. Buon quello che volete. Sono Augusto, non per caso. Augusto Minzolini. Minzolissimo, direttorissimo, stronzissimo quando devo tenere testa a quelli come voi: fanatici e integralisti, banàààli. Io vi conosco, io so come siete. E’ inutile che rosichiate così tanto, perchè comunque io non vi leggo, non esistete, non vi vedo proprio. Mi fate incazzare così tanto che ho fatto togliere questo ridicolo giornaletto dalla mazzetta: non regalo euri della Rai, pagati con il nostro canone , ai tifosi della gogna mediatica, ai giustizialisti con la bava alla bocca. Lo stato di diritto, voi del Raglio del Travaglio”, adoratori delle manette, non sapete cosa sia. Avete ucciso due volte Craxi, martire del conformismo e della sinistra manettara, uno che al contrario di voi aveva quattro amanti e sapeva vivere tié. Ebbè, io non vi leggo. Non ho letto l’intervista che la vostra suffragetta Borromeo mi ha estorto, approfittando dell’assenza di quel fijo de ‘na mignotta del mio autista (“Ma dove sta? Perchè non viene? Si sbriga per favore?….”). Giocate a sbatti il mostro in prima pagina, dipingendoni come un servo, un ciambellano. Roba che io facevo da ragazzino, pateèèètici. Ame Berlusconi non ha dovuto mai chiedere nulla. Lo avrò sentito due tre volte al massimo, non c’ho bisogno di parlargli: vado con il pilota automatico (e se ci sono dubbi c’è Bonaiuti). Mi avete mandato la contessina a sfrucugliarmi: “Non si vergogna di aver mentito agli italiani?”. Maddechè? Quello che ho detto, quello che ha detto il mio Tg1 lo ripeterei ancora adesso: “Assolto Mills”, “Prescritto Mills”. Mi avete mandato una saputellina fresca di studi, ma io c’ho sul tavolo il parere giuridico di un tale di cui non ricordo il nome, uno veramente fico comunque, un professorone, che lo ha spiegato chiaro: nei giorni bisestili del calendario Giuliano Mills è tecnicamente “Assolto”. E’ una semplificazione televisiva, magari un po’ brutale, ma non c’è errore. C’è una scuola di pensiero, mica cotica. Siete infantili, prevedibili, banàààli. Siete convinti di vivere in un cosiddetto Regime e non sapete neanche come ci divertiamo noi: siete una sinistra vecchia, triste, che non scopa. Io negli anni settanta ci sono cresciuto, ho gridato Ecce Bombo!, ho curato i baffetti e il riporto,ma solo ora, grazie a quest’uomo fantastico, sono rinato alla vita. Il lunedì del voto, quando lui vi avrà spaccato il culo, in piena autonomia, celebrerò il suo trionfo con uno dei miei editoriali. Alla faccia di quella saputella della Borromeo e ai gufi del Raglio del Travaglio. Scrivete, rosicate, protestate. Tanto -hi-hi-hi- non vi compro e non vi leggo.

(*testo raccolto sotto Pentothal da Luca Telese e Malcom Pagani)

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