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3 Marzo 2011
Il discorso del re

Diamo per scontato che la trama de “Il Discorso del Re” la conosciate già, perché ormai, dopo l'oscar, la sanno anche i sassi: il fratello del Re dissoluto sarebbe un perfetto sovrano, se solo sapesse parlare. Per poter diventare Re, dunque, dopo aver fallito mille orribili cure di ciarlatani blasonati, deve abbassarsi ad accettare le cure di un medico che pare un ciarlatano, che non possiede araldi e titoli, ma che si è fatto le ossa curando i reduci di guerra, che non millanta, ma fa. Il tutto si risolve in un rapporto lungo dieci anni e in un doppio colpo di scena finale.
Ho parlato con un caro amico che fa lo psicologo. Mi ha detto: “Hai visto che meraviglia che è? Non ho mai visto un film così bello sul rapporto tra paziente e medico”. Vero, verissimo. Ero in sala, al Roxy, con Fiorella Mannoia, che all'uscita mi dice: “Hai visto che cosa fantastica il rapporto dei personaggi con la musica? E' la musica che vince la balbuzie, ed è la musica di Beethoven fantastica, che permette al re di pronunciare il suo discorso”. Vero, verissimo. Poi ho parlato con il mio amico Giordano, che fa l'economista fuori dai confini nazionali, e lui invece mi ha detto: “Luca, vattelo a vedere in lingua originale, se puoi. Quello che riesce a fare Colin Firth è sublime”. Vero, verissimo. Anche se io mi sono portato dentro per giorni, e ancora adesso, anche gli sguardi sornioni e luminosi di Geoffrey Rush. Hanno ragione tutti e tre, ovviamente, ma forse anche io che ci ho visto altro.
Perchè, se vi devo dire che cosa ha colpito me, ancora una volta, è questo meraviglioso incastro di “lotta di classe” e sfida intellettuale che unisce i due personaggi e da sangue a tutta la storia. E' vero che c'è la psicanalisi, nel percorso di cura, che è un asse portante della sceneggiatura. Ma se non si abbassassero le barriere di censo (cosa che all'inizio non riesce) non ci sarebbe nessuna terapia. E' vero che la musica è la chiave di tutto: ma se non ci fosse la pari dignità non si potrebbe cantare insieme. E' vero che è una mostruosa prova di recitazione di due attori di formazione scespiriana, il film. Ma se non ci fossero il duello e l'amicizia tra i due uomini, la trama non avrebbe senso.
Insomma, la scena chiave de Il Discorso, per me, è il litigio che spezza il primo rapporto fra sua maestà e “Il figlio del birraio australiano”. Quello in cui il principe lo respinge e lo umilia rinfacciandogli di aver osato troppo, e di essersi dimenticato le sue umili origini, facendosi invadente e presuntuoso. Se non c'è pari dignità, non esiste dialogo, quindi non può esistere progresso, né nel rapporto, né nella terapia. Se non c'è intimità non c'è possibilità di confessarsi, e quindi di sanare i traumi priscologici che hanno prodotto il difetto.
Siccome il mio pallino è che in questo paese le barriere di censo siano nuovamente altissime, anche se sono dissimulate dai bagliori della società dello spettacolo, non mi è sembrato un film che parla dell'Inghilterra del 1944, ma un racconto che mi emozionava, e mi parlava anche di questi nostri tempi sbandati. Il primo incontro tra il futuro re e il terapeuta è segnato da un meccanismo di gioco che all'inizio non decolla perché l'erede non accetta. Per poter essere visitato, infatti, Colin Firth dovrebbe pagare uno scellino. Ma siccome non è un comune mortale, anche se è ricchissimo, al primo appuntamento non può pagarlo perché gira senza soldi. Dal secondo in poi non vuole, perché quello è un dazio simbolico che non vuole accettare. Ecco, lo scellino di Rush non è un vezzo, ma “una regola”. Un passo che bisogna fare per entrare nel gioco. Ecco, in questo tempo feroce, c'è bisogno di gente che si metta in gioco e di gente che voglia pagare lo scellino, se non altro perché una regola lo esige. Invece siamo il paese in cui nessuno si mette in gioco, nessuno paga dazio, e nessuno vuole sottoporsi alle regole. E c'è bisogno – invece – di tornare a contaminare i talenti ed abbattere le nuove, invisibili, ma potentissime barriere di classe che imprigionano la caserma Italia. Devo dirvi che quando si arriva all'acme di tutto il film il discorso resistenziale che il nuovo Re appena incoronato (il fratello pazzo e dissoluto finalmente abdica) pronuncia sulle note dell'Allegretto non sono riuscito a trattenere le lacrime. Anzi, a costo di farvi sorridere. ho pianto ininterrottamente, lacrime salate, per nove minuti. L'Allegretto della settima sinfonia di Beethoven è un capolavoro che il cinema ha saccheggiato in mille salse e in mille occasioni(per esempio il versione “tecno”, per il fantascientifico “Zardoz”, oppure per “l'Amico ritrovato”), uno dei più potenti crescendo della letteratura sinfonica inseime al Bolero di Ravel. Ma questa volta la citazione è perfetta, non solo una colonna sonora. L'Allegretto è un piccolo mistero della produzione beethoveniana: per qualcuno è una marcia funebre camuffata. Per altri è un inno alla vita. Probabilmente è entrambe le cose. E pur essendo musicalmente un profano, mi sono divertito a collezionare almeno una decina di versioni, ai cui estremi ci sono quella di Karajan e quella di Furtwangler (e più vicino a quest'ultima, forse, quella di Abbado). Ebbene, il maestro neoclassico, Herbert il perfetto, fa durare tutto l'allegretto sei minuti scarsi, lo esegue con il rigore di un metronomo, prova a farti pensare che non si debba indulgere in nulla, e che di quella resurrezione in crescendo vada assaporato in una sorta di algido furore. Mentre il neoromantico Furtwangler dilata la meravigliosa cantata della Settima fino a nove minuti, la fa respirare come un grande romanzo, la trasforma in una preghiera epica e corale. E' assolutamente casuale che Karajan fu uno dei giovani profeti del nazismo e Furtwangler non aderì mai al regime. Ma è assolutamente appropriato, invece, che l'allegretto diventi la colonna sonora perfetta di quel momento storico che Il Discorso del Re racconta, quando in cui nel film si uniscono la grande e la piccola storia.
Alla fine Colin Firth riesce a pronunciare il suo primo vero discorso perché sta parlando nel chiuso di una stanza al suo terapeuta amico. E' questa la forza che riesce a rompere la maledizione della balbuzie. Ma quello stesso discorso entra nella storia perché – come diceva suo padre – il sovrano si è fatto suo malgrado mediatore democratico, perché è entrato sulle navi, nelle case, nelle province più lontane dell'impero attraverso la radio. E perché la parola d'ordine della lotta al terzo Reich è la parola di civiltà che deve essere pronunciata in quel tempo, e che da gtroppo mancava, dopo le catastrofi prodotte dalle polemiche di appeacement di Chamberlain e le simpatie filo-hitleriane di suo fratello. Ecco, sarebbe bello uscire dalla sala, tornare a casa, mettere su la versione più romantica e struggente dell'allegretto, e immaginare che sulle note cantate di questo mondo di tiranni che si sgretola sulla lunghezza d'onda di un acuto, anche l'Italia riesca ad entrare nel nuovo tempo, senza vecchi babbioni, senza autocrati, e senza tiranni.

di Luca Telese

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29 commenti »

  1. Non sono d’accordo. Le barriere di censo in questa Nazione (paese è Roccacannuccia, l’Italia è una Nazione) non sono altissime. Altissimo è il pretesto delle barriere di classe per cullarsi nel vittimismo di quelli che si ritengono svantaggiati “a prescindere”. La pari dignità si conquista in maniera biunivoca, non sentendosi inferiori a nessuno per censo, per merito e per intelligenza e motivando questo orgoglio con le azioni. Non è solo il figlio del birraio a doversi meritare la dignità, ma anche il re. Stiamo crescendo una generazione che ha già perso prima ancora di giocare la partita. Rabbia, fede e lucida determinazione. Questo è quello che serve agli Italiani. Non vittimismo un tanto al chilo.

  2. Colin : sono rimasta folgorata quando l’ho visto in un uomo solo splendido film di Tom Ford

  3. Sono curioso di vederlo…. poi se è la solita mattonata sullo stomaco che piace tanto a voi comunisti radical-chic all’acqua di rosa, mi ricacci i soldi, visto che con il tuo articolo mi hai “intortato” ad andare al cinema.

  4. Articolo stupendo. Grazie.

  5. a me il film e’ sembrato soprattutto un atto d’amore per il teatro: logue non e’ un logopedista ma un attore scespiriano fallito, e quello che insegna all’uomo spinto a essere re suo malgrado e’, in buona sostanza, la recitazione, il dominio delle parole per ammaliare chi lo ascolta.
    p.s.: grazie di aver ricordato zardoz, grande profetico film.

  6. trovo abbastanza curioso ed interessante il parallelismo tra le regole del setting terapeutico ( che definiscono ruoli e funzioni in una relazione tra due persone) e l’auspicabile ritorno ad una definizione di ruoli e funzioni all’interno di un sistema politico e sociale. Purtroppo le suggestioni provenienti dalla vulgata psicanalitica sono di scarsa utilità se applicate su scala collettiva. Sono convinta che se in questo paese (roccacannuccia) ciascuno fosse in grado di assumere con umiltà e dignità i molteplici ruoli che la propria posizione politica, sociale e familiare comporta, saremmo tutti più sani e più felici, forse saremmo persino una Nazione. ma non è questa la nostra storia nè il nostro background antropologico. Purtroppo le dinamiche collettive seguono regole ben diverse da quelle interpersonali. E’ sicuro che se mai riusciremo ad uscire da questo pantano, sarà il momento in cui si potrà nuovamente parlare dei ruoli e delle aspettative ad essi correlate, magari.

  7. 1,5 milioni di euro a Giuliano Ferrara . E a Sgarbi ?

  8. Un articolo da Oscar.
    Grazie

  9. Massimo Cacciari i non festeggerò il 17 marzo e se il S raffaele sarà aperto insegnerò. Cacciari leghista ? ha sostenuto albertini ( ! ) e era in grande amore con MIGLIO

  10. Ruby si sposerà a Genova il 17 marzo. ma non sarà chiuso il municipio o si sposa in chiesa con l’abito bianco ?

  11. poi purtroppo arriva una deficiente che confessa : mai stata stuprata a Roma mi sono inventata tutto. disgraziata

  12. Caro Graziano,non andare al cinema. Anzi,non andarci mai ! Non andare a teatro,non andare mai in libreria o in biblioteca,perchè il cervello potebbe rimanere danneggiato non dall’incontro con qualche “comunista radical chic”,ma dal rischio della conoscenza.

  13. Per il finto stupro romano nessuno tra chi ha immediatamente voluto strumentalizzare la vicenda (e un tale argomento) per bassissimi fini di ancor più bassa propaganda politica, chiederà scusa.
    Così come le scuse sono ancora attese da parte di tutti coloro che prontamente, all’indomani del fatto di cronaca nerissima che coinvolse a Novi Ligure Erika e Omar, pensarono bene di strumentalizzare una simile tragedia organizzando una manifestazione all’insegna del “dalli all’immigrato”, in particolare all’immigrato albanese (manifestazione poi altrettanto frettolosamente annullata ..).
    E anche da parte di Mentana (che ora sembra essere diventato l’unico punto di riferimento di una nformazione seria e pluralista nei tg): Mentana infatti non ebbe, poi, nulla da rettificare o di cui pentirsi e scusarsi, vista la sua prontissima invettiva, nel momento in cui si svolsero i fatti, contro gli immigrati clandestini.

  14. Pezzo bellissimo, da maestro. Hai centrato in pieno il significato del film. Se permetti vorrei ricordare la frase che il Primo Ministro inglese, nell’imminenza dell’incoronazione, rivolge al futuro Re, che si lamenta di non poter decidere sul cerimoniale dicendo “ma io non ho diritti?”, “diritti Maestà, non privilegi”. Forse sarebbe bene ricordarlo in continuazione ai nostri politici insieme a quella che ripetono di notte ai frati trappisti “fratello ricordati che devi morire”.

  15. @ Guido Riccio : Era una battuta ma forse guardi troppi film,leggi troppi libri e vai troppo a teatro… e malgrado tutta la tua conoscenza non capisci una boutade. Chissà cosa si prova ad essere radical chic ma forse te lo potresti insegnare benissimo.

  16. caro Luca perchè invece di invitare il sorriso perenne di Belpietro non inviti Claudio Sabelli ?

  17. Grazie Telese hai dato voce ai sentimenti che ho provato e condivido.
    Rosalba Bua

  18. caro luca,
    che ti frega dei tiranni che ci sono in italia?
    Gli unici tiranni che conosco per fortuna per ora sono all’opposizione. Quelli che pur essendo in minoranza vorrebbero imporre a chi vota centro destra a votare a sx, imporre a chi vuole vivere malato di morire, imporre i diritti dei gay, quelli dei travestiti,quelli dei transessuali, quelli dei clandestini, quelli delle battone, quelli dei rom, quelli dei delinquenti afflitti dalla societa’,quelli delle brutte che invocano la bellezza per diritto,o i diritti dei vagabondi che circolano nelle amministrazioni pubbliche …………., da oggi vorrebbero imporre anche i propri pensieri in altri continenti.

    Hai ragione tu, speriamo che l’italia riesca ad entrare in nuovo tempo nel quale qualcuno si occupi dei diritti delle brave persone, che si alzano presto al mattino, lavorano, pagano le tasse …………………..e avrebbero anche il diritto di non sentire su ogni media e a tutte le ore quelle che in toscana si chiamano”seghe mentali”

  19. Il Foglio : lettori furibondi contro una persona che ha scritto che la scuola pubblica dalla prima elementare alla terza media è gratuita. la paghiamo noi con le ns tasse ! hanno scritto

  20. Guarda ,caro Telese, sulle speranze siam tutti daccordo, non so tu ma ma personalmente mi son stufato di vivere da un decennio di speranze e di chiacchere e sarebbe il tempo che tutti gli onesti di questo paese passassero ad azioni concrete.
    “la differenza tra un sogno ed un progetto sta nel fatto che il sogno ,(o la chiacchera astratta ed inconcludente ) non ha una scadenza , un progetto politico serio invece dovrebbe avere dei tempi e delle tappe ben precise da realizzare attraverso un’azione determinata e coraggiosa “.
    In assenza di questo e di azioni coerenti in tale direzione , pensiamo non si possa parlare di prospettive reali di successo di una lotta ma solo di finzione .
    Faccio solo un esempio iyaliano ma potrei parlare dielle chiacchere che tutti fanno sulla Libia mentere i giovani muoiono..
    L’altra sera durante la trasmissione Annozero, si è potuto capire qualcosa di più del progetto politico di Bersani fin’ora avvolto nelle nebulose della solita comunicazione carente . Non molto in verità ,ma quanto basta per interpretare un po’ meglio le mosse ultime del Pd e fare alcune considerazioni.
    Cominciamo da cosa si è capito:
    -il pd ha elaborato un programma che sottoporrà (ancora non si capisce quando ) a possibili alleati di una coalizione antiberlusconiana .
    -chi, preventivamente, accetterà questi punti entrerà nella coalizione.
    Detto cosi’ sembrerebbe elementare e ragionevole .
    In realtà,a mio modo di vedere, si parte già col piede sbagliato. Una coalizione in cui tutti abbiano pari dignità ed in seguito interesse a bene operare in un governo, dovrebbe condividere , soprattutto poter partecipare e decidere in merito costruzione preventiva di un programma comune,. inoltre questo processo, per essere efficace e democratico, dovrebbe passare attraverso il contributo attivo degli alleati e dei cittadini , insomma dovrebbe nascere dal basso e non certo essere deciso ed imposto dall’alto ,da pochi vertici del Pd .
    Bersani ,a quanto pare ,pretenderebbe di imporre a Vendola ,Di Pietro, Casini ecc una sua visione. un contenitore già stabilito dall’alto .
    Restano poi tutte le incognite su leadership e primarie . Insomma si ha l’impressione che, ancora una volta, i vertici del pd facciano più chiacchere che fatti concreti..
    Lo si è visto in questi anni di fallimentare e speculare politica rispetto alle destre e lo si vede ora dall’assenza di iniziative concrete , forti e soprattutto decise per mettere questo regime con le spalle al muro . Tornando al discorso iniziale, non mi risulta inoltre che siano stati promossi i incontri organici per discutere di questo con IDV eSEL. Non ho visto, come sarebbe ovvio e ragionevole, tavole rotonde tra i leader dell’opposizione per stabilire strategie comuni a breve e lungo termine.
    Basterebbe dimettersi tutti dal parlamento o fare presidi e manifestazioni permanenti
    ..invece nulla o quasi ,,insomma ancora solo chiacchere inconcludenti …

  21. sorbole sig. angelo, ma come fa’ aparlar male del nostro pd?! noi siam ragassi per bene, noi facciam le feste con la piadina romagnola e balliam il lissio con la rosy, mica mica con ruby o quelle robe li?!

  22. Sig. Zanzara,se,come dici,fai parte di quelle “brave persone” che si alzano presto,che vanno a lavorare e che pagano le tasse,aguzza il tuo pungiglione (un pò spuntato) perchè in questo paese le cose cambino almeno in meno peggio. Se,però,consideri un tiranno colui che potrebbe permetterti di scegliere se tu ,casomai dovessi imbatterti in una malattia sensa scampo,e chiedere di morire piuttosto che vivere una non vita tra atroci sofferenze,ebbene,dubito che tu possa contribuire al miglioramento di questo paese,e allora ti conviene continuare ad ascoltare le”seghe cerebrali”.

  23. Mi sembri superficialotto, guidoriccio, banale e lapidario su un tema – il fine vita – che invece andrebbe trattato con la massima delicatezza evitando soprattutto di procedere per slogan o frasi fatte.
    Dovresti approfondire ad esempio la tematica legata al principale compito dei medici e della medicina: l’alleviamento del dolore e della sofferenza con adeguate terapie.
    Peccato che, in generale, la medicina non soddisfi in modo adeguato questo suo compito e non si adoperi per rendere concreta l’idea che esistono malattie, non malati, incurabili e che la terapia del dolore quindi sia ancora oggi del tutto insufficientemente praticata.
    Poi, mai sentito parlare delle cure palliative?

  24. Commento al commento sul sottoscritto. L’AUTODETERMINAZIONE E’ UN DIRITTO DI TUTTI IN UN PAESE CIVILE. Umberto Veronesi (poche ore fa)

  25. caro guidoriccio,
    e’ chiaro che l’argomento e’ serio, come sono seri gli altri diritti che ho trattato. il mio era solo un modo provocatorio di parlare di tiranni che sembrano padroni di tutte le verita’ e vogliono imporcele per “superiorita’ intellettiva”…………………………..in realta’. ‘per loro, solo demagogia ed opportunita’ politica

  26. Ciao Luca.
    Ottimo articolo come al solito.
    Ti inoltro una recensione che ho scritto sempre a proposito di questo film, mi farebbe piacere sapere la tua opinione:

    http://lnx.whipart.it/cinema/7866/il-discorso-del-re.html

    Grazie

  27. ….quando un altro che neanche cono$ci e$prime ciò che hai $entito….grazie. Buona Vita laura

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