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1 Dicembre 2010
Vendola, Comizi d’amore

«Nella mia vecchia cameretta di adolescente, a Cinecittà, avevo conservato gelosamente – per anni – una serie di dieci cartelline polverose con incollato sopra il logo policromo della Fgci, ritagliato con cura da alcuni manifesti elettorali: il primo archivio della mia vita. Nella cartellina più antica c’erano una serie di fogli talmente ingialliti da aver assunto la colorazione di un papiro. Erano fotocopie riprodotte con toner partorito da un’altra epoca, carta ruvida di grammature ormai fuori produzione, intorno alla spillettina, nell’angolo alto, si era formata un’aureola aranciata di ruggine: quel mazzo di fogli raccoglievano il testo integrale del primo discorso pronunciato da Nichi Vendola nella Fgci, al congresso di Rifondazione di Napoli, nel primo passo della sua carriera di dirigente nazionale.
Un discorso che non si dimentica, un discorso di cui, anche se sei un semplice iscritto cerchi di trattenere una traccia: e così lo prendi e lo accaparri, con lo scrupolo di chi ama collezionare i reperti della propria vita. Per anni, come capita con i giochi della memoria, mi sono chiesto se a rileggerlo, poi, avrei provato la stessa emozione, lo stesso senso di novità, la stessa percezione di una lingua nuova che irrompeva sulla scena, imponendo ai vecchi codici praticati fino ad allora di aggiornarsi o invecchiare tutto d’un colpo. Il Vendola di allora – molto diverso da quello di oggi, ma terribilmente simile nel modo di costruire la sua poetica – in quel discorso parlava soprattutto di se, della sua omosessualità: del modo in cui questa diversità gli aveva imposto una particolare attenzione al mondo. Eppure – come per gli oratori in stato di grazia – era come se dal particolare fosse passato subito all’universale, come se io avessi avvertito che quella diversità così peculiare e irriducibile poteva parlare anche alle altre diversità, anche alla mia di allora: quella di un ragazzo che abitava in una sperduta periferia urbana, “Dove i tram/ Non vanno avanti più”, e pensava di poter sognare una società diversa e arrivare al centro del mondo, ascoltando “Terra Promessa” di Eros Ramazzotti. Quel discorso è oggi il testo che apre questa imperfetta, asimmetrica, ma ricca e curiosissima antologia. Ho scoperto anni dopo, parlando con Andrea, uno degli editor della Aliberti, che lui abitava un altro mondo, un’altra periferia Reggio Emilia – ma che si era iscritto negli stessi giorni quel discorso aveva detto qualcosa anche a lui. E che Andrea come collezionista aveva fatto meglio, se è vero che dopo la stenografico – in queste prime pagine – trovate persino l’appunto autografo del discorso – scritto a mano – perché i personal computer erano ancora di là da venire e Nichi, che ama parlare a braccio spesso senza nemmeno una scaletta, in quell’occasione si sentiva così emozionato che voleva cesellare ogni parola. Il vendolese è una lingua tutta particolare: un po’ Di Vittorio e un po’ Montale, un po’ letteraria e un po’ nazional popolare. Credo di avergli sentito usare (e inventare) mille volte locuzioni splendidamente autografe come: “Noi non ci faremo incantare dagli ossi di seppia della modernità”.
Però questo incrocio di diverse e lontane passioni collezionistiche (la mia e quella di Andrea, intendo) aveva un punto di verità che giustifica sia l’ancoraggio parallelo del discorso di Napoli nelle reciproche biografie e la pubblicazione di quel testo in questo libro oggi: se c’è un leader di cui vale la pena di vivisezionare, collezionare e raccogliere le parole – se non altro per capire il processo di costruzione e di invenzione – quello è Vendola. A pochi uomini politici vengono concessi la fortuna e il talento di potersi costruire una lingua propria, un repertorio di immagini, di stilemi, una capacità di evocare visioni. Prendete questo discorso del giovane Vendola, appena approdato dalla provincia pugliese alla ribalta nazionale nell’anno di grazia 1985. Entrateci come in una stanza della memoria, e scoprirete subito che ci potete trovare dentro la prefigurazione di tutto quello che sarebbe stato poi, di tutto quello che avrebbe potuto pensare e dire Vendola nei trent’anni che sarebbero seguiti da quella giornata napoletana. […] »

Luca Telese

NICHI VENDOLA. COMIZI D'AMORE | a cura di Luca Telese
Pagine: 187 | Prezzo: € 14,90 | Aliberti Editore
> dal 26 novembre in libreria

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34 commenti »

  1. La diversita’ che ti impone una particolare attenzione al mondo credo sia un tema di grandissima attualita’ ed interesse per ciascuno di noi. Grazie, Luca

  2. Stimo Vendola come politico ma soprattutto come persona. E mi piace il tuo modo di scrivere, Luca, tra il “serio e il faceto”. Comprerò il libro !!

  3. Putin agente segreto…con una semplice operazione matematica svelato il mistero: infatti seno su coseno di alfa..uguale ad “agente”segreto alfa…

  4. domanda ( intelligente ! ) di Daria Bignardi : Vendola perchè si è messo l’orecchino ? perchè mi piace . mavalà Bignardi.

  5. Mi ha rincuorato leggere questo bellissimo pezzo di Luca Telese che raggiunge il massimo quando si occupa di persone meravigliose come N.Vendola.

  6. aiutooo..vogliono assegnare i mondiali alla russia…e per farlo gli amici di Putin sono pronti a sfornare mazzette pesantissime !!!!

  7. non si dice handicappato, si dice diversamente abile; non si dice spazzino, si dice diversamente abile; non si dice bidello, si dice personale non docente; non si dice ricchione, si dice gay………………………………………………………………..a luca!!!!???………………………………….” noi (appunto) non ci faremo incantare da ossi di seppia della modernita’ “…………..ma nemmeno da vendola………………Lo apprezzo come persona e come politico, ma parla come de mita senza “G”

  8. p.s. non si dice spazzino, si dice operatore ecologico……………….

  9. Ciao, sto leggendo il tuo libro, mi piace molto, complimenti. Sei bravo e accattivante, sai raccontare le cose e coinvolgere il lettore nella storia che racconti. Lo sapevo già, essendo abbonata al fatto… (conservo la copia che mi hai firmato a Pietrasanta)!
    Ma ti chiedo: per favore, la prossima volta, rileggi la bozza prima di andare in stampa!!!!
    Con simpatia, Beatrice.

  10. vorrei far sapere personalmente alla ministra Carfagna che il mio rapporto con l’italia è SOLIDISSIMO!!!!!!!!!!!!

  11. Ottimo il tuo saggio introduttivo (si passa sopra ai molti errori di stampa). Il libro merita un’ampia diffusione. Il tragico è che la sinistra ufficiale non è in grado di capire la “narrazione” di Nichi, la progettualità innovativa e il senso degli obiettivi che contiene, le risorse non solo intellettuali ma anche morali e emotive che la rendono concreta e viva.
    Invece sono ottimista sulla capacità di comprensione dei giovani e di tutte le persone libere dagli steretipi politici e dai riferimenti di potere propri dei partiti.

  12. Grazie. Per quel che riguarda i refusi vengono corretti adesso, visto che la prima edizione è già quasi esaurita. Questo lungo saggio per me è stato un divertissement, un modo per mettere nero su bianco cose che mi frullavano nella testa da tempo, a metà strada fra l’amarcord e la riflessione politica. Sono contento che anche voi lo troviate interessante.

  13. Luca : arrestato il sindaco di Peschici

  14. Beato chi è capace di mettersi sulla stessa lunghezza d’onda di Vendola, di emozionarsi leggendo i suoi pensieri anneriti su più fogli numerati di un librò che, a parer mio, avrebbe avuto giusto risalto se scritto quando il destriero che cavalcava, aveva il manto baio e non certo così castamente bianco com’è ora che vola alto, seppure attorniato da Sancio Panza rossi che si esercitano al tiro al piccione. Sarà che la mia antenna è antica e non riceve segnali moderni? o forse sono le valvole della mia radio cranica che lo incamerano “ diversamente ” da come sono state abituate a valutare la femminilità? Boh! Non so spiegarmi questo polo positivo o negativo che disturba il mio senso di attrazione verso un personaggio sicuramente valido, per gli altri …!

  15. Siamo allo psicodramma. La sinistra parla a se stessa ma non si capisce……. Mah…..

  16. Perchè, un tempo si capiva, quando nemmeno si parlava…?
    La sola diversità è che gli antichi sinistri almeno avevano alleanza nel loro interno. Ora, l’unico collante, è disarcionare Capitan Fracassa dal suo fido Mediaset alato.

  17. io sono tranquillo perchè il premier è come sempre pieno di salute..e anche di soldi….

  18. in questo momento l’unica cosa che invidio di piu all’italia sono le labbra rifatte di Alba PArietti…veramente democratiche!

  19. La lingua Italiana è la più bella del mondo. Sembrerà un paradosso, ma Vendola piace ai più giovani proprio per l’uso che fa della lingua italiana, per le citazioni, perchè è capace di fare incuriosire anche gli analfabeti su chi fosse Montale.
    Credo che le persone più umili e meno acculturate lo ameranno di più di quanto possiamo farlo noi educati all’accademia.
    Viva Vendola, viva la lingua italiana!

  20. Ci hanno privato di Pier Paolo Pasolini, non toccateci Vendola!!!!!

  21. ….e sono più etero di mister B, che tral’altro mi sta pure simpatico.

  22. Cacciari : Vendola non rompa i coglioni. Cacciari e la sua odiosa supponenza

  23. mi son “rotto” del pd..vado ad Arcore per vedere da vicino come si fa a diventar “amatore”…

  24. Assange si consegna..l’accusa stupro..per aver “messo a nudo” le intelligence di mezzo mondo

  25. Cacciari e la sua insistenza a voler dimostrare che non è l’uomo di cultura che si dice essere. E’ persino più acido e sboccato dell’universalmente odiato Grillo.

  26. ve lo immaginate voi un governo con dentro Fini, Vendola, Bersani, Casini e Di Pietro? va beh che io non ho mai fatto bordelli…

  27. caro Luca posso dirti che ho letto con piacere quello che scrivi e molto apprezzato il tuo stile e i talk show gestiti in solitario (fuggo da quelli a doppia conduzione) però permettimi di dichiarare la mia delusione quando fai il tifoso-politco di Niki Vendol-aria. Mi dispiacerebbe se ti scottassi.

  28. Credevo di aver fatto cosa gradita scrivendo quelle righe sul libro…….prendo atto del contrario.

  29. La parola comizio e la parola amore. La prima a definire una dimensione della politica, la seconda un tema eminentemente umano. Politica e nuovo umanesimo. Possiamo leggerla così la scelta di Nichi Vendola di richiamare in servizio una nota espressione pasoliniana, quella che il poeta di Casarsa scelse per quel suo bel documentario del 1965, dove temi veri incontravano umanità vere? Forse sì, almeno a considerare il modo in cui il Presidente poeta sta “interpretando” il suo attivissimo ruolo politico nell’Italia di oggi.
    Ridare senso e dignità alla politica. E cosa c’è di più politico di un comizio, quell’arte meravigliosa di modellare la parola, le parole, impastarle con i gesti, per parlare alla mente ed al cuore dei propri compagni, dei propri amici, dei propri sostenitori ed estimatori. Nichi Vendola credo che non abbia scelto a caso questo termine.
    Comizio ovvero della riscoperta dell’arte più alta e più nobile della politica.
    Nondimeno cosa sarebbe la politica senza le persone, i propri bisogni, i propri dolori, le loro ansie, anche i loro slanci ideali. Nulla. Solo politicantismo, carrierismo, fredda tecnica di autoconservazione del ceto politico.
    Il successo che Vendola sta avendo, straripante, si spiega così: con la sua capacità di immettere, come qualcuno ha scritto, “temi fondamentali della vita all’interno del discorso politico”.
    I precari, gli operai, gli studenti, le donne, gli immigrati, gli anziani, gli omosessuali, tutta l’umanità che chiede attenzione e riscatto.
    La politica e la vita, materiale, tanto bella quanto difficile. In questo libro, che raccoglie pezzi di interviste e dichiarazioni, frasi tratte da interventi pubblici, i due temi camminano a braccetto, tra narrazione e lucida riflessione.
    Fossi nei panni degli aparatchik del centrosinistra presterei un po’ di attenzione in più a quel che si muove intorno a questa leadership inedita e fortemente evocativa.

  30. mi scuso…vedo che è stata pubblicata

  31. adesso che dovrà aumentare le tasse in Puglia per sanare i debiti della sanità,,
    finirà la favola ..

  32. Vendola… ennesimo bluff della socialdemocrazia italiana. Dov’era quest’eroe quando il primo governo di centrosinistra approvava le peggiori riforme del dopoguerra (Pacchetto Treu; Turco Napolitano, finanziarie di lacrime e sangue, ecc) ?

  33. Eh Antonio Gambini, soprattutto per il pacchetto Treu, i professionisti dello sdegno, sindacati confederali in testa, evidentemente si sono sdegnati – se l’hanno fatto – molto in silenzio!

  34. Si, ma Vendola con tutta Rifondazione l’ha votato.…salvo poi dimenticarsene e dirne tutto il male del mondo…ogni tanto un po’ d’autocritica e ammissione di averne sbagliate tante farebbe bene…tipo aver sbagliato a far cadere il primo governo Prodi votando insieme a Berlusconi la sfiducia, io ho ancora negli occhi Vendola e Bertinotti in piedi ad applaudire alla Camera insieme ad An e a Forza Italia per la caduta del governo nel 1998…

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