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12 Novembre 2010
Ieri

Ieri, come il titolo del libro della Kristof. Il mio Ieri, Annozero. Emozione e rabbia mentre sono seduto in studio, vedendo quei cinque ragazzi sulle gru. La brava gente di Brescia che protesta per il disagio, il prete che dice: “Devono scendere: io gli do da mangiare, ma non condivido la loro scelta”. E' meno di un attimo: l'idea di parlare, raccontare la storia del padre che vedevo la mattina. All'inizio mi pareva un gioco lieto: si fermavano all'angolo, il bambino correva da solo. Poi un giorno parlargli, e scoprire che non se la sente di portare su figlio fino all'ingresso dell'asilo, perché adesso è un clandestino, un fuorilegge, non si sa mai. E poi una storia che conosco molto da vicino, quella di una mia amica che si è dovuta sposare in un carcere, con i secondini come testimoni. Posso fare il suo nome? No, perché non le ho parlato. Ma posso raccontare che cosa ha subito, visto che il suo ragazzo era diventato un clandestino per effetto di un decreto, dalla mattina alla sera, con la mannaia di una espulsione imminente sulla testa, una condanna a otto mesi di carcere e il comune che si rifiutava di esporre le pubblicazioni. I nuovi don Rodrigo giocano con le vite impugnando i codicilli della Bossi-Fini. Ho visto la mia amica il giorno prima di andare in trasmissione. Lei, lui, la loro bambina, che non piange la notte e ascolta musica reggae. Ho pensato ai viaggi per il carcere, ai soldi per l'avvocato… E allora ho pensato che non si poteva far dire a Casini che la protesta sì, forse aveva un senso, ma per piacere che scendessero, perché stavano provocando disagio. Una botta di adrenalina. Vado in televisione da almeno dieci anni, ma ci sono momenti in cui non puoi controllare cosa dici, come, la tua immagine. Parli. Santoro mi ascolta, ma non capisco cosa gli passi per la testa. Quando finisce il programma il mio amico Roberto Rao, portavoce di Casini mi sussurra: “Guarda che sembravi un pazzo…”. Accendo il telefonino. Non ho ricevuto nemmeno un messaggio da chi mi guardava a casa. Che abbia ragione lui? Con l'i-phone controllo facebook. Il primo messaggio che leggo è questo:

“La fortuna di questo paese è che le leggi sull'immigrazione le fanno Bossi e Berlusconi, non la gente come lei”.

Un colpo al cuore. Non sono stato capito? Il secondo è questo:

Stavo vedendo anno zero ma ho cambiato canale perchè non posso sentire la propaganda faziosa,strumentale e scorretta pagata con i soldi dei cittadini e non mi è piaciuto vederla li ,mi scusi, ma seguo le sue trasmissioni sulla 7 e condivido solo perchè non pago il canone ma si sente da che parte sta lei e vorrei dirle una cosa : prima di parlare ,provi a informarsi”.

Il terzo, nemmeno a farlo apposta:

“Ma lei lo sa quanto stanno soffredno i commercianti per quella protesta? E gli studenti, a cui vengono controllati i documenti se attraversano la piazza?”.

Ecco, vedi, non c'è più nulla da fare. Penso: però valeva la pena di dirlo comunque. Poi, come se la rete sollevasse un'onda, mi arrivano novantatrè (93!) messaggi, tutti di seguito. Corro su Google Analytics. Sul mio sito 2013 persone. E il tenore di tutti i messaggi, dopo quei primi tre insultati o dissenzienti è questo:

Ciao Luca
su quella gru ci sono salito l'altra notte con la telecamera, un po' perchè è il nostro mestiere, un po' perchè pensavo fosse giusto fare il possibile per dare la maggiore visibilità possibile a quei ragazzi per questo grazie per aver alzato la voce di fronte al buonismo del "si va bene protestare, anche se avete ragione, ma non date troppo fastidio"
emilio

“Ciao Luca
ieri sera ti ho visto ad "anno zero" e ho apprezzato molto la tua posizione a proposito degli immigrati di Brescia che protestano sulla gru. Ti scrivo perchè voglio ringraziarti per aver levato una voce forte e chiara sull'assurdità del reato di clandestinità e sulla "tassa di schiavitù", cose che dovrebbero farci vergognare…
Quando hai raccontato la storia del padre che lascia suo figlio un po' distante dalla scuola per paura di essere riconosciuto come clandestino, ho pianto perchè, lavoro in un asilo nido e purtroppo storie come quelle per me hanno un mome e un volto e a volte vorrei sprofondare per il dolore e la rabbia che provo…
Grazie per aver gettato in faccia a Bel Pietro Casini e a tutti quelli che si permettono di giudicare quella proptesta, la passione della verità…”
un abbraccio Mariarosa

“Salve Luca, ho veramente apprezzato il tuo intervento ad Annozero. Sono italiano, ma non ne ero molto fiero quando accompagnavo la mia ragazza in Questura per il permesso di soggiorno; una volta ho visto un agente di polizia deridere urlando un padre cinese di fronte ai figli e alla moglie, per non parlare poi delle interminabili file al freddo, o della kafkiana burocrazia che ti constringe a perdere decine di giornate in pratiche inconcludenti. Anche io sarei lì sulla gru, se fossi nella loro situazione”.

“Sono un ragazzo di 19 anni che sogna di fare il giornalista e ancora di più di diventare come uno dei suoi miti: lei. Sono un lettore appassionato del Fatto, per due essenziali motivi. In ordine di pagine il primo è Marco Travaglio, il giornalista cattivo. Il secondo è Luca Telese, il giornalista buono. E così, pagato l'euro e venti più ben speso della giornata, prendo il giornale, leggo il fondo di Travaglio e poi vado a cercare lei, i suoi pezzi politici o le interviste”.

E ancora:

BRAVO, mi è piaciuto molto il tuo intervento,ieri , da Santoro. Bella grinta, bravo veramente!!!!!! claudio

Ad anno zero mi è proprio piaciuto; era da tanto che non sentivo qualcuno accalorarsi per delle idee, degli ideali, ma sempre e solo di cose utili nell'immediato o di interessi di corto respiro. Mi ha stupito – piacevolmente – il suo infervorarsi; ero abituato a vederla a "in onda" tranquillo e pacato addirittura, a mio avviso, disinteressato lasciando il campo alla Costamagna (che ha purtroppo il vizio odioso di fare le domande e non aspettare le risposte).

E via così, decine e decine. Tre negativi subito, come uno spurgo, e tutti positivi dopo, come un'onda che si solleva, infrangendosi sulla riva. Quindi non è vero che siamo rassegnati, quindi non è vero che non si può incazzarsi, quindi non è vero che si fa la figura del matto se ci si oppone ai luoghi comuni del muovo alfabeto razzista. Questo post inizia come un racconto triste di Agota Kristof, e finisce come la vita è Meravigliosa di Frank Capra, uno dei miei film preferiti. Mica vero che vincono sempre i cattivi.

Luca

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174 commenti »

  1. A Maria T.

    Allora dai a Sgarbi del furbo e dell’erudito, non ne esce bene. Ma soprattutto lo liquidi con due parole.
    Ha un curriculum………
    http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Sgarbi

  2. @ Pinuz

    Condividere un’opinione, una tantum, non significa andare a braccetto con chi l’ha espressa. Tenna Piero.

  3. Pinuz 151

    E allora? Se è per quello anche Sandro Bondi è laureato in Filosofia e ha pure iniziato la carriera di politico nella FGCI (sic!)….

  4. @ Pinuz

    Dicevo, precedentemente, che si condivide un’opinione o si dissente senz’essere amico o nemico di chi l’ha esposta, e lo si fa poiché, in quel preciso istante, la nostra capacità cognitiva, si trova di fronte ad una scelta su ciò che sta valutando. Per ottenere la biografia di Sgarbi, non è a me che devi rivolgerti. Io, al massimo, potrei donarti la mia biografia …
    Tenna Piero

  5. @ Maria Teresa.
    A mio modesto avviso, Sgarbi, è astuto, istruito ma anche molto intelligente, oltre che sfrontato con le donne; caratteristica che evidentemente piace all’altra metà del cielo, visto i risultati…!

  6. ma con me sgarbi non ce’ stato…………………..ah ah ah

  7. @ Telesina
    Beh, può darsi che gradisca le ciambelle col buco aristocratico invece che quelle popolari. Poi sai, è abituato alle belle arti…!

  8. Gentile Luca, la ascolto la mattina quando commenta i giornali, complimenti, ma veniamo alla risposta che ha dato all’ascoltatore che le poneva il problema delle conseguenze dell’immigrazione sulle condizioni dei lavoratori italiani. Credo che Lei convenga che salari e condizioni di lavoro sono determinati dalla concorrenza sul mercato del lavoro, ed allora cosa accade quando i lavoratori dell’occidente sono messi in concorrenza attraverso forti flussi immigratori (in occidente sono decine di milioni) ed attraverso le delocalizzazioni industriali con una enorme ed infinita forza lavoro dei paesi più poveri del mondo o con le genti dell’est ridotte in condizioni di povertà? Accade che i lavoratori non hanno più capacità di contrattazione, che le disuguaglianze sociali esplodono, che il quadro normativo precedente va in pezzi e passano controriforme che accolgono le richieste di confindustria. Ci sarà pur un motivo se la deregolamentazione del mercato del lavoro inizia all’inizio degli anni novanta (crollo dell’est e apertura della Cina agli investimenti esteri). Vede sul lavoro muoiono più immigrati che lavoratori italiani (in proporzione), Lei ha ragione occorrono controlli che non ci sono, ma quella differenza si spiega col fatto che per la disperazione quegli immigrati sono costretti a lavorare ad ogni condizione, una disperazione che ancora gli operai italiani non conoscono.Ed infine poniamoci una domanda: perchè fuggono? sono costretti a fuggire? Chi ne ha la responsabilità?

  9. A Tenna Piero 154
    Non me ne frega niente della biografia di …… la mia era una solo una provocazione, ma non sono d’accordo nemmeno sul tuo 155.
    Io non so accettare il pensiero de le grand critique envieux perché
    il suo disprezzo per gli altri mi indispone.

  10. Titolo: Il tempo delle vittime
    Autori: Eliacheff Caroline; Soulez Lariviere Daniel
    Editore: Ponte alle Grazie (collana Saggi)
    Descrizione:
    Nella società democratica, alla figura della vittima spetta ormai il ruolo che un tempo era proprio dell’eroe. È questa la constatazione da cui prende le mosse l’analisi della psicanalista Caroline Eliacheff e dell’avvocato Daniel Soulez Larivière. I due autori hanno condiviso le loro competenze e le loro esperienze per indagare l’attuale fenomeno dell’onnipresenza delle vittime nella società contemporanea. La tesi è semplice ma, prima d’ora, nessuno era mai riuscito a illustrarla così chiaramente. Dagli anni ottanta si è fatto strada, perlomeno nelle democrazie occidentali, l’atteggiamento vittimistico per cui una persona – o un gruppo – quando subisce un danno o un torto non solo chiede un risarcimento concreto ma diventa un simbolo carico di emotività, capace di sottomettere alla sua volontà tutti gli ingranaggi istituzionali e politici di una nazione. E se questa è la diagnosi dello stato di salute della nostra società, la prognosi è gravissima: di questo passo si può arrivare a distruggere la democrazia, e le stesse vittime, almeno quelle vere, non ne ricavano un reale vantaggio. Stiamo consegnando la nostra civiltà all’irrazionalità di un approccio emotivo e allo strapotere dei media, che sulle emozioni costruiscono audience. È per questo che i due autori di questo libro si sono assunti il rischio di parlare delle vittime con un tono diverso da quello della compassione.
    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    Luca… ti consiglio vivamente di leggere questo saggio! .-|||

  11. integrazione: un’opportunità

    Caro Luca dopo averti sentito ad Annozero mi è venuta una gran voglia di scriverti..
    Faccio parte di un piccolo quartiere di Bergamo, Monterosso. Non per una qualche appartenenza politica che alcuni in passato gli avevano attribuito per via del nome, ,ma solo perché il terreno su cui poggia è argilloso.
    Ho 35 anni. Sono riuscita ad avere due splendidi bimbi che hanno 8 e 6 anni e con orgoglio li ho iscritti ala primaria che da piccola anch’io avevo frequentato.La scuola propone il tempo pieno. 40 ore.L’incidenza degli extracomunitari è una delle più alte della città. Il 50% in media con punte in alcune classi del 70%.
    E’ una scuola che propone percorsi formativi sperimentali. E incentrati soprattutto sull’importanza della relazione con gli altri e con il “diverso”
    Nella scuola ci sono 20 bambini diversamente abili e un’infinità di colori diversi.
    Le insegnanti, dalla Materna alla Primaria, sono riuscite a promuovere progetti davvero speciali come il Cantadora Il T’alidabo Arcobaleno la Scuola Orchestra. Progetti che coinvolgono mamme di ogni cultura e religione e bambini di ogni provenienza che attraverso l’accompagnamento di attori, educatori, insegnanti e genitori cercano di migliorare le relazioni e l’alfabetizzazione.
    Come rappresentante della classe di mia figlia ho avuto la possibilità di partecipare ai consigli di interclasse e scoprire quante persone si sentono profondamente in disaccordo con i tagli all’istruzione, alla ricerca e al sostegno delle disabilità, non solo per le difficoltà economiche in cui piega le scuole pubbliche, ma per il messaggio che lancia in termini di contenuto.
    Basti pensare all’ultima stoccata con la deroga ai tagli per le paritarie.
    Inanzitutto che il diritto allo studio è un diritto che presto sarà solo a pagamento.
    E che ti potrà garantire di stare lontano dall’extracomunitario, il disabile e il “poveraccio”.
    Ci siamo interrogati su quali potrebbero essere oggi le azioni da promuovere perché se ne possa riparlare apertamente e in modo costruttivo con il ministero dell’istruzione.

    Vorremmo poter essere una good news e dire a questo paese che sostenere l’integrazione in senso lato è possibile.E’ questione di volontà impegno e sostegno.Ma è il sostegno che pare essere venuto meno..

    E dunque che fare Luca?Che fare affinchè i nostri bimbi possano domani essere promotori di scelte di contenuto sociale di riferimento?Passare dal tribunale come la Ledha?Abbiamo iniziato con un misero tentativo promosso dagli Istituti superiori: non organizzare più gite.Toccare dunque l’economia perché senza non ti ascolta più nessuno.Ma basterà?
    Ti chiedo sinceramente se è possibile di dare voce e sostegno a chi tutti i giorni davvero si occupa di integrazione perchè lo considera un valore, una ricchezza, un’opportunità.
    Portarlo laddove la gente ti vede e ti ascolta.
    Come uno tsunami.

    Giovanna rota negroni, un essere umano.

  12. @ Pinuz

    Indispone te, e la cosa è umana, comprensibile. Ciò non toglie però che, tante teste, miliardi di idee e, com’è valida la tua, che io rispetto, devi rispettare anche quella degli altri e non liquidarli con l’affermazione, mi indispone, in modo egoistico e personale. Il ” a me sta bene così e così deve essere …” è un discorso dispotico che ci riporta a personaggi storici deleteri per l’umanità. Certo però che se tu sei il redivivo Napoleone o Nerone, mi zittisco umilmente. Tenna Piero.

  13. Lavoratori immigrati: giornata di mobilitazione per la regolarizzazione
    Mercoledì 17 Novembre 2010 13:29

    Ieri si sono tenute le manifestazioni indicate nel comunicato Acli. Nessun tg ne ha parlato……..

    Giornata di mobilitazione domani, giovedì 18 novembre, a Roma e in molte città italiane per chiedere al Governo «atti concreti e responsabili» sul tema specifico della regolarizzazione dei lavoratori immigrati, protagonisti in queste ultime settimane di numerose richieste di aiuto e azioni di protesta. Le Acli parteciperanno con le altre organizzazioni sociali e sindacali a molte delle iniziative sul territorio, in particolare alla manifestazione di Piazza Santi Apostoli, nella capitale, davanti alla Prefettura, a partire dalle ore 14.00, con annessa conferenza stampa.

    Le organizzazioni che aderiscono con le Acli alla mobilitazione (Antigone, Arci, Asgi, Cgil, Cir, Cnca, Emmaus Italia, Fcei, Libera, Terra del Fuoco, Progetto Diritti Onlus, Sei-Ugl) chiederanno ai ministri competenti Maroni e Sacconi di «aprire un tavolo di trattativa, che possa individuare soluzioni serie e strutturali contro il lavoro nero e i diritti degli immigrati».

    In questo senso è stata inviata ai due ministri degli Interni e del Lavoro una lettera-aperta che indica alcune priorità precise: il contrasto allo sfruttamento del lavoro nero, «attraverso il recepimento della Direttiva europea 52, l’applicazione e l’estensione dell’art.18 del Testo unico sull’immigrazione anche a chi denuncia di essere stato costretto all’irregolarità del lavoro». Un percorso di emersione strutturale «che offra la possibilità di uscire dalla schiavitù e dallo sfruttamento a migliaia di migranti», a partire dal riconoscimento del permesso di soggiorno «a chi è stato truffato nel corso dell’ultima sanatoria e a chi è rimasto vittima della circolare manganelli». Una proroga del permesso di soggiorno per chi oggi ha perso il lavoro e fatica a reperirne uno nuovo, «senza che incomba la minaccia di espulsione». Un intervento sulla situazione di «estrema difficoltà» in cui versano gli sportelli Unici per l’immigrazione, che per effetto della manovra finanziaria sono costretti a licenziare 1300 operatori, oltre il 50% totale degli addetti».

    «Il crescere di manifestazioni spontanee di cittadini stranieri e italiani – afferma il responsabile delle Acli per l’immigrazione Antonio Russo – chiama in causa il Governo per cercare una possibile soluzione. Ci sono centinaia di lavoratori stranieri che hanno perseguito la strada della regolarizzazione e in molte circostanze sono stati truffati o sono stati respinti da una circolare ministeriale tardiva e contraddittoria. Altre migliaia di lavoratori immigrati che operano ogni giorno per il bene del Paese e della sua economia attendono che si aprano i canali della regolarizzazione. Non possiamo lasciare inevasa questa domanda incalzante di legalità e responsabilità».

  14. A Tenna Pietro
    (tante teste, miliardi di idee) (rispettare anche quella degli altri)
    Appunto Pietro e Sbarbi quelle degli altri non le rispetta. C’è LUI e basta. Tu non devi zittirti, ci mancherebbe, forse però dovresti essere più attento nel apprezzare certi individui che a parer mio (ma per fortuna non sono il solo e ciò mi conforta,) non se lo meritano per quello che ti anche tu dici di volere, RISPETTO,
    Non mi pare di meritarmi del Nerone, Napoleone od altro per questo, (volere rispetto) ma se così non fosse Pietro te ed io non abbiamo altro da dirci più o meno umilmente. Senza rancore.

  15. ma non e’ che telesina e’ luca travestito? scrive solo di notte!
    luca…….luca …….ecco perche’ sei finito in purgatorio……………

  16. @

    Ricevuto…! Distinti saluti. Tenna Piero, senza la T

  17. Integrazione
    [WiKI]
    …………….la trasmissione al neonato e successivamente al bambino da parte della famiglia di quel catalogo di competenze sociali, valori, norme attraverso il quale la società riproduce sé stessa, venendo interiorizzata dall’individuo. ……………..

    Siamo sicuri che la famiglia del bambino extracomunitario voglia fare riprodurre la società stessa come tale? A Bergamo forse ci saranno tanti extrac. ma a Breascia dati ufficiosi dicono che sono il 25%(venticinquepercento) e credetemi, l’ultimo dei loro interessi è RIPRODURRE LA SOCIETA’ COSI’ COM’E’. Dunque cosa vogliamo fare? Cambiare noi? Integrarci noi con loro? E’ inutile fare affermazioni dando per scontata la volontà di persone che hanno più e più volte dato vita ad una maggioranza di italiani che non vogliono rinunciare alle proprie prerogative a favore di altri. Questa è la DEMOCRAZIA, che piaccia o meno.

  18. mandare al governo noi..per me Berlusconi è un irresponsabile….lo ha detto Pierluigi Brrrrrr..sani!!!!

  19. altro che Gandhi..il mio mahatma è RONCHI!!!!!

  20. Bravo Luca, ad Annozero mi sei piaciuto un casino, mia moglie si è lasciata andare ad un battimani e, io inconsciamente l’ho imitata.

  21. @ Mara

    Scusa, ma sto Ronchi, chi è???

  22. @ Giordano #167

    A proposito di ciò che dici, a Torino venerdì sera c’era Fini che ha parlato di voto agli immigrati:

    http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/politica/articolo/lstp/375901/

    E’ particolarmente importante, secondo me, almeno per due motivi il paragrafo finale di questo articolo:

    (…)Osvaldo Boi, vice presidente per l’Italia della Federazione Comunità Peruviane in Europa, sottolinea che «Fini si è espresso piuttosto negativamente sulla possibilità che gli immigrati presentino liste “etniche”. E io sono in parte d’accordo con lui. La maturità politica per farlo non la vedo ancora, mentre c’è per scegliere il sindaco della propria città». Dopo le ultime elezioni, Boi ha ascoltato, in vari incontri, gli umori di chi – ottenuta la cittadinanza – aveva votato. «Gli immigrati – riflette – tendono a salire sul carro del vincitore. La comunità peruviana ha preferito Berlusconi, mentre tanti marocchini hanno votato Lega. Una volta sistemati, non vogliono che altri arrivino»

    Il primo, è il rischio che si corre che molti immigrati accarezzino l’idea di pericolose liste etniche attraverso le quali, in caso di vittoria, potrebbero imporre al resto della popolazione regole scritte in apparenza per “integrare” i propri elettori con il resto della popolazione residente, in realtà per far entrare dalla finestra regole che non potrebbero altrimenti entrare dalla porta principale.
    Il secondo è che la conclusione dell’articolo, da parte di un immigrato perfettamente integrato e cittadino italiano, chiarisce che se qualcuno pensava di poter contare sulla forza degli immigrati per cambiare le cose in questo paese, ha fatto male i propri calcoli dato che, come molti italiani, tendono “a salire sul carro del vincitore” per mantenere e ottenere se possibile dei privilegi una volta conquistata la cittadinanza…

  23. @ Maria Teresa.

    Verissimo! Vorranno salire sul carro dei vincitori poiché, andare contro chi al momento governa, sarebbe un suicidio. Forse, gli sarà possibile farlo fra qualche anno, quando il loro numero sarà preponderante, visto quanto sono prolifici…

  24. Telese vieni in Puglia a salvarci da Niki Vendola. Sta finendo di sfasciare la sanità e i bilanci…visto che ora parteggi apertamente per lui, vieni, portatelo via e fagli governare la regione in cui vivi, così lo assaggi sulla tua pelle questo inetto parolaio in mala fede.

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