Il Giornale

4 Settembre 2008
«La popolarità del governo è al 67%»

nostro inviato da Viterbo

Scena numero uno: Silvio Berlusconi sbuca da un angolo della meravigliosa piazza del municipio nel centro di Viterbo, la piazza è circondata da alte tribune, affollatissima. Appena viene riconosciuto partono tre fischi. E subito dopo una pioggia di applausi. Il presidente del Consiglio cammina per qualche metro, si avvicina alle transenne, stringe le mani, entra nel cortile della prefettura, la sua prima tappa, visibilmente soddisfatto. Saluta una signora generosamente ingioiellata che gli dice «Oh presidente!» e lui subito risponde: «Sa, prima di venire qui ho letto l’ultimo sondaggio, siamo al 67 per cento di popolarità per il governo. Ecco come si spiega questa meravigliosa accoglienza». Berlusconi è vestito con la sua solita tenuta da relax: vestito scuro, la camicia blu notte aperta sul petto. Fa un gesto come per chiudersi il colletto e chiede al sindaco «Ma secondo lei, per la santa mi devo mettere una cravatta? Me la prestate voi?». Il sindaco Giulio Marini lo tranquillizza: «No, no, non si preoccupi, è già abbastanza elegante così». Il Cavaliere inizia a fare capannello nel cortile, e anche a scherzare un po’: «Sapete, dovevo venire in elicottero, ma poi…».
La visita a Viterbo dice «era una promessa che dovevo mantenere, l’avevo fatta in campagna elettorale. E l’ho mantenuta, come tutte le altre». Ma il vero motivo della trasferta è la festa della santa, il famoso Carro di Santa Rosa che da settecentocinquant’anni, ogni anno, attraversa i meravigliosi fondali medievali della città per una processione tra le più spettacolari in Europa. La tradizione è iniziata nel 1258 quando Papa Alessandro IV diede avvio alle celebrazioni in onore di una ragazza morta nel 1251 a 18 anni. Il primo percorso era di pochi metri, col passare dei secoli è arrivato a superare il chilometro, con un crescendo di ritualità. Le stesse macchine, che all’inizio erano poco più che un carro coronato di fiaccole, si sono trasformate in una vera e propria coreografia spettacolare. Oggi, la macchina di Santa Rosa è una poderosa luminaria che si infila nel cuore della città.
Berlusconi si aggira di buon umore per i meravigliosi palazzi papalini che sono il cuore amministrativo di Viterbo, incrocia il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti (ma forse non lo riconosce), apostrofa molto calorosamente il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, si informa sugli affreschi del salone del primo piano nel municipio: «Ma questi me li fate vedere, vero?».
Nella suggestiva corte del municipio, il premier si concede uno dei suoi siparietti con una affascinante ragazza del catering: «Buonasera», e le stringe la mano, la ragazza sorride, arriva uno degli uomini del cerimoniale e fa: «Vorrei presentarle l’uomo che ha curato il banchetto di questa sera…». Berlusconi sorride: «… io preferisco lei». Si ride e il premier spiega che non poteva mancare non solo per la promessa, ma anche per il nome di quella santa: «Il nome di mia madre, mi fa molto piacere esser qui stasera e ricordarla. Mia madre era devota di questa santa, sono venuto a visitare il convento di clausura, ho promesso alle suore che sarei venuto».
Alle 22.30, nei saloni affacciati sulla piazza si spengono le luci, la macchina fa il suo ingresso in scena e viene portata da cento facchini proprio davanti al municipio. Il premier, affacciato alla finestra in posizione privilegiata esclama: «Non pensavo davvero che fosse così bella». In effetti, pesa cinquanta quintali, e malgrado sia costruita secondo gli antichi canoni, senza l’ausilio di tecnologie moderne, quando le arcate della torre che sorregge le fiaccole si aprono, per un gioco di funi, le migliaia di persone che sono in piazza rimangono senza fiato. Alta come un obelisco, luminosa come un presepe, viene adagiata per terra, e lì resta, applaudita dalla folla. A quel punto il presidente del Consiglio e le autorità si spostano nel cortile, Berlusconi alterna i complimenti ai facchini, e annunci importanti per la cittadina laziale: «Faremo l’aeroporto».

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4 commenti »

  1. Ecco,questo è quel tipo di articolo che non mi aspetterei dall’autore dei libri che ho letto.Lo potrei comprendere solo come risposta ad una esplicita richiesta redazionale(“Confezionaci un’altra bella cartolina del Re Sorridente e della sua corte dei miracoli”),ma da uno ritenuto un cavallo di razza come lei mi lascia abbastanza perplesso.Qual’è il motivo di un articolo così?La stampa non è già abbastanza stracolma di lacchè e servitori che hanno come unico compito di dar continuamente lustro alle banali e consuete gesta di un premier tanto mediocre?Voglio dire,sempre le stesse scene trite e ritrite:il quadretto simil Tg4 con anziane ingioiellate che ansimano al suo passaggio,sgomitando per dimostrarsi le più devote al culto del Re Sole,cortigiani che lo accompagnano e coccolano neanche come si fa coi neonati,la solita,immancabile scenetta con l’inguaribile SEDUTTORE LATINO(Silvio,ti è mai venuto il dubbio che il tuo charme cresca esponenzialmente col tuo potere e denaro?)intento a corteggiare,sempre garbatamente,qualsiasi essere femminile dai 20 ai 30 anni(senilità,forse?).Notevoli anche i continui rimandi alle promesse mantenute,di qualsiasi natura esse siano(le suore,la mamma,infrastrutture)che non macano in nessun articolo che riguardi l’ineffabile imbonitore.
    Ora,Telese,c’era proprio bisogno che lei sprecasse il suo inchiostro per un report degno di rivista patinata estiva?Che giovamenti può trarre il nostro Paese dalle insipide gesta di questo saltimbanco?Lasci questa ignobile incombenza a membri dell’Ordine assunti esclusivamente a tal fine,per lei tutto ciò mi pare limitante e denigrante.
    Saluti

  2. Emiliano,
    d’accordo al 105% ( si può?) con quello che hai scritto.
    Ma Luca, forse, pensava di essere spiritoso.
    Oppure, più probabilmente, tiene famiglia e il piccolino deve pur mangiare…
    Certo, se l’avessero assunto all’Unità questo articolo non l’avremmo letto.
    Conchita, è colpa tua!

  3. Hai fatto bene, questa mattina, a litigare con quella testa quadra di Galli, della Lega Nord.
    Ma, con questi qui, non ne usciamo più.
    Qualsiasi schifezza, per esempio, venga fuori dal caso Alitalia diranno sempre che Prodi l’avrebbe svenduta ai francesi e che sarebbe stato peggio.
    E, mediaticamente, sono forti, troppo forti.
    Ce li dobbiamo tenere.
    Siamo un paese ignorante, ecco la tragica verità che non abbiamo il coraggio di dire ad alta voce.
    E ad un popolo, sostanzialmente, ignorante, puoi far bere di tutto.

  4. Per accogliere il ministro Gelmini il primo giorno di scuola a Segrate le maestre hanno fatto cantare ai bambini “In fila per tre” di Bennato.
    Grazie, maestre di Segrate.
    Potrei dire che siete, in anticipo di un anno… uniche!
    Per chi non conoscesse il testo della canzone, eccolo.

    Presto vieni qui, ma su, non fare così,
    ma non li vedi quanti altri bambini
    che sono tutti come te, che stanno in fila per tre,
    che sono bravi e che non piangono mai

    è il primo giorno però domani ti abituerai
    e ti sembrerà una cosa normale
    fare la fila per tre, risponder sempre di si
    e comportarti da persona civile

    Vi insegnerò la morale, a recitar le preghiere,
    ad amar la patria e la bandiera
    noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori
    e discendiamo dagli antichi Romani

    E questa stufa che c’è basta appena per me
    perciò smettetela di protestare
    e non fate rumore, quando arriva il direttore
    tutti in piedi e battete le mani

    Sei già abbastanza grande, sei già abbastanza forte,
    ora farò di te un vero uomo
    ti insegnerò a sparare, ti insegnerò l’onore,
    ti insegnerò ad ammazzare i cattivi

    e sempre in fila per tre, marciate tutti con me
    e ricordatevi i libri di storia
    noi siamo i buoni e perciò abbiamo sempre ragione,
    andiamo dritti verso la gloria

    Ora sei un uomo e devi cooperare,
    mettiti in fila senza protestare
    e se fai il bravo ti faremo avere
    un posto fisso e la promozione
    e poi ricordati che devi conservare
    l’integrità del nucleo familiare
    firma il contratto, non farti pregare
    se vuoi far parte delle persone serie

    Ora che sei padrone delle tue azioni,
    ora che sai prendere decisioni,
    ora che sei in grado di fare le tue scelte
    ed hai davanti a te tutte le strade aperte
    prendi la strada giusta e non sgarrare se no
    poi te ne facciamo pentire
    mettiti in fila e non ti allarmare perchè
    ognuno avrà la sua giusta razione

    A qualche cosa devi pur rinunciare
    in cambio di tutta la libertà che ti abbiamo fatto avere
    perciò adesso non recriminare
    mettiti in fila e torna a lavorare
    e se proprio non trovi niente da fare,
    non fare la vittima se ti devi sacrificare,
    perché in nome del progresso della nazione,
    in fondo in fondo puoi sempre emigrare

    ehi ehi, ehi, avanti, ehi avanti in fila per tre..

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