Luca Telese

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Luca Telese

Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Quel silenzio sulla “paccata” della Fornero

Avevo scritto per oggi un articolo (Fornero: "Prima il sì poi i soldi") sulla ormai celebre "paccata" della Fornero e – come capita spesso a noi giornalisti – ero molto curioso di leggere altri pareri. Come reagiranno i quotidiani? Come lo commenteranno gli altri editorialisti, magari quelli che tutti i giorni esaltano "la sobrietà" del ministro, e la santità del governo in Loden? Su twitter le parole della Fornero erano in testa a ogni classifica, Cosa diranno mai i soloni? Per questo la rassegna stampa mi ha regalato una bella sorpresa. La notizia é ovunque in prima pagina e in primo piano. Ma – incredibilmente – nessuno dei grandi quotidiani di opinione ha osato scrivere cosa ne pensi. Si era già visto ai tempi di Berlusconi questo stile. Se il Cavaliere faceva cazzate (non oggi, nei bei giorni in cui era baciopantofolato da quasi tutti) silenzio: ci si rifugiava nella trincea rassicurante dello stile-ANSA. Notizie senza commenti. Avrei preferito mille volte leggere qualcuno che mi dicesse: bene, brava, se picchia i sindacati fa bene. Ma in fondo anche questo silenzio pavido é un commento: di fronte al potere reale, in Italia, per non sbagliarsi, o si liscia il pelo o si tace.

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9 risposte a “Quel silenzio sulla “paccata” della Fornero”

  1. Avatar Lorenzo D'Apolito
    Lorenzo D’Apolito

    300 punti di spread in meno significano una quarantina miliardi di euro di interessi in meno da pagarsi all ‘anno sui titoli del debito pubblico.
    La orripilante riforma delle pensioni ne ha fatte risparmiare 15 di miliardi.
    Dove li prendevi quei 40 miliardi all’anno necessari se non ci fosse stato il governo Monti?
    Sarà un imbonitore.
    Ma la grecia è lontana grazie a lui e al suo governo.
    Se cala ancora lo spread, come calerà, la paccata di miliardi verrà fuori.
    E alle prossime elezioni la Fornero sarà il candidato alla presidenza del consiglio per il centodestra con Monti presidente della repubblica.

  2. Avatar andrew

    io Fornero la vedo più verso il centro-sinistra, appoggiata anche dall’IDV e Sel. mentre Monti a Bruxelles, e Silvio presidente della repubblica: chiaramente tutti d’accordo.
    …pardon sarà l’arrivo della primavera, sparo cazzate a gogo.

  3. Avatar Antonio

    Mi meraviglio della tua meraviglia,Luca. La Fornero, cosí come tutto il Governo Monti, non puó essere criticata. Dopo paccate di scudisciate agli italiani lo spread scende e non sapremo mai se comunque sarebbe sceso anche senza massacrare i pensionati e i pensionandi. Intanto diamo il merito a Monti e Co. Si proceda pure con l’art.18, Fornero ha giá deciso. Facciamo come Bersani, abbracciamoci la croce.

  4. Avatar Marco
    Marco

    Sembrerebbe una pigra sudditanza al potere, ma poi penso…chi comanda in Italia?

  5. Avatar Riccardo
    Riccardo

    Magari i grandi quotidiani hanno “taciuto” perchè non si trattava di una notizia poi così importante: in fondo è meglio commentare le ipotesi di riforma sul tavolo piuttosto che fare giornalismo gossipparo formato Twitter sul lessico usato dai ministri. Non so, è un’ipotesi. In ogni caso mi piacerebbe che i giornalisti del “Fatto” la smettessero di sentirsi gli unici eletti, i soli che fanno Giornalismo (con la G maiuscola) in questo Paese, perchè a volte ho questo sospetto. Ma magari mi sbaglio.

  6. Avatar la zanzara
    la zanzara

    “…………tutti asserviti al potere” , puo’ darsi !!……………………….finche’ non saliranno al potere sel e idv…….cosi’ anche il fatto quot non fara’ eccezione !!!!!!!!!!!

  7. Avatar Lorenzo D'Apolito
    Lorenzo D’Apolito

    SEL e IDV erano al potere prima si Silvio.
    E sono al potere un po’ ovunque nelle amministrazioni locali.
    Hanno poco da insegnare.

  8. Avatar Ercole
    Ercole

    Lettera aperta a Luca Telese.
    Ciao, sono uno spettatore che ti segue da qualche anno. Questa mattina ho cliccato sul tuo nome e ho letto la tua “autobiografia”. Non sapevo che abitavi dove io abito ancora e cioè a Cinecittà Est. Il pratone che tu facevi a piedi per andare a prendere la metro io lo facevo per andare a prendere il Cotral che mi portava sul posto di lavoro, ai Castelli. Per me è stata un’esperienza più piacevole che la tua. Io oggi sono in pensione, ma quando passavo per il pratone avevo già gli anni che hai tu oggi. Qualche volta sono tornato indietro perché vedevo in lontananza qualche cane di cui non conoscendo l’intenzione; qualche altra volta prendevo l’autobus che mi portava prima alla Subaugusta e poi all’Anagnina (tra la mezz’ora e i tre quarti d’ora in più). Ripeto, però, l’ho vissuto con meno disagio. Perché mi resi conto che prima di tutto avevo una casa, anche se in affitto, di cui eravamo i primi inquilini; e mi resi conto che già nei primi anni ’90 abitavo in una periferia che ho sempre definito la migliore d’Europa! Oggi a Cinecittà Est c’è tutto. Se io volessi viverci senza muovermi lo potrei fare tranquillamente. Quindi mi ritengo fortunato. Nonostante il pratone.
    A parte queste considerazioni, forse non da tutti condivisibili (vorremmo avere tutto e subito), ti ho seguito perché a me piace verificare (in tutti, ad esempio Travaglio, Santoro ecc.) se oltre alle critiche (con o senza pregiudizi) si è capaci di dare delle soluzioni plausibili. Oltre alle ideologie politiche non ho imparato altre soluzioni. Sono uno psicologo e quando devo relazionarmi con una persona e i suoi problemi so che devo dare delle soluzioni, non chiacchiere. Ma non per tutti è così. Tante inchieste giornalistiche e televisive su corrotti e corruttori risalgono tutto questo ventennio ma nessuna inchiesta ha ottenuto altro che la vendita dei giornali il giorno e l’audiens televisiva. I fatti sono ancora irrisolti.
    Tu sei di estrazione comunista, come dici nel video di Pietrasanta. Io non sono mai stato comunista, ma sono comunque di sinistra in quanto cristiano: il Vangelo è dalla parte dei poveri, ma con una visione più realistica. Gesù, se fosse vero che è Figlio Dio e quindi Dio lui stesso, avrebbe potuto sconfiggere la povertà e non avrebbe detto a coloro che si scandalizzavano perché aveva permesso alla donna di versagli dell’unguento prezioso ai piedi, lasciatetela in pace perché lei sta facendo quello che fra qualche giorno mi farà dopo la mia morte, e motiva “perché i poveri li avrete sempre con voi”. E ha detto anche che il “mio Regno non è di questo mondo”. La nostra vera vita è dopo. Lo so che per te queste parole non contano perché le leggi con il filtro dello scandalo provocato dagli atteggiamenti di una chiesa ricca e opulenta, apparentemente lontana dalla gente. Ti posso garantire che pur essendo vera l’apparenza c’è un sottobosco cristiano che è l’umus della nostra società. Solo un esempio. La Caritas che si sostituisce a un dovere dello Stato. E nella storia: ospedali scuole e oratori a favore dei ceti sociali più deboli. E le Missioni nei paesi sottosviluppati.
    A parte questa riflessione, il quadro di riferimento di ciascuno di noi non può non essere che la giustizia sociale. Il tuo ex partito dal 1917 fino al 1989 ha avuto la possibilità di farlo. Ma non ci è riuscito. Io negli anni settanta-ottanta sono stato nella ex Jugoslavia e non essendo comunista notavo che la gente aveva tanta voglia di parlare ma era guardinga e paurosa. Andammo con i miei amici in una chiesa cattolica di Spalato e prendendo coraggio, iniziai un colloquio con un frate francescano che mi raccontava appunto, abbassando la voce e guardandosi spesso intorno che lì non avevano la libertà di parlare, di professare opinioni diverse, e che loro francescani erano tollerati, non potevano predicare e così via… cose che io già conoscevo perché leggevo un giornale che oggi non c’è più “La Voce” che si stampava a Fossato di Vico (nell’Umbria rossa) e testimoniava gli orrori della dittatura sovietica. Qualche anno dopo andai in Ungheria e quello che mi colpì di più fu il notare un popolo “triste”. Viaggiavo sui tram: non era andato in macchina ma in treno e quindi riuscivo a sentire il “silenzio”. Inoltre quando andavo a comprare un po’ di frutta o altro, mi mettevo a parlare con i negozianti e notavo che la sera alle sei, più o meno, tiravano giù le serrande e tutti a casa. Mi meravigliai perché a Roma i negozi avevano sì un orario ma non chiudevano certo a quell’ora. Uno mi rispose: a me non serve tenere aperto perché tanto o vendo un chilo di mele o ne vendo un quintale lo stipendio statale è sempre quello.
    E l’ultima volta che sono ripassato dalla Jugoslavia ritornando dalla Grecia, è stato nel 1989, qualche mese prima della caduta del muro, e anche in quella circostanza, oltre a notare l’estremo disagio economico e di libertà, notai anche l’estrema ingiustizia. Andammo in un bar a chiedere un panino e ci dissero che non lo vendevano. Qualche minuto dopo vedemmo uscire un militare con un panino ben farcito.
    Mi sono sempre chiesto perché, una volta che uno Stato aveva raggiunto quella che per noi è una utopia, cioè un lavoro per tutti e una casa per tutti, questo Stato non è stato in grado di farlo diventare una realtà per sempre. E’ necessario sottomettere un popolo alla schiavitù di pensiero dandogli solo lo stretto necessario per sopravvivere? Qualcuno che sapeva benissimo questo, sapeva anche che quel muro era insensibile a questo secondo aspetto. Credo che Togliatti ha fatto mettere il Concordato nella nostra Costituzione perché ha voluto tutelarci da un abbrutimento laico e laicizzante. Per me è stato ed è un cristiano in incognito. Come lo è stato il suo compagno in russia Ignazio Silone. E nella revisione del Concordato del 1985 Berlinguer si raccomandò di non far togliere l’ora di Religione “perché, altrimenti chi parlerà di valori a questi ragazzi?” Parole di un suo portavoce riferite al sottoscritto durante un Corso di aggiornamento. I “comunisti” quelli che non avevano solo una visione sociale del comunismo si rendevano conto che non basta una visione sociale per costruire una società, ma occorre ben altro. Ma la politica aveva i suoi interessi e quindi la facciata doveva essere salva. In questo caso è una ipocrisia all’incontrario.

    E’ vero che il capitalismo non è la perfezione, anzi economicamente, se è affidato solo a finanzieri senza scrupolo, può portare ingiustizie sociali ancora più gravi dell’appiattimento socialista, ma è pur vero che se invece di affidare il libero mercato a gente e politici senza scrupoli ci fossero organismi internazionali di controllo con autority che stabiliscano un tetto di profitto oltre il quale non si deve andare, e se ci fossero uomini di buona volontà che si contentassero di guadagnare il giusto, il capitalismo potrebbe assolvere alle due funzioni principali di cui una società, una “polis” ha bisogno: lavoro per tutti e una casa per tutti. Servizi sociali adeguati, regole uguali per tutti e una meritocrazia vera. I principi di una società fondata sul valore della “vera” libertà e sul rispetto li avremmo potuti trovare in un sano e vero socialismo, e li possiamo ancora trovare in un vero e sano liberismo. Perché non fate delle trasmissioni che ci aiutano a cambiare questo mondo con delle proposte e non solo con delle accuse? Lo so che è più difficile ma, come dice Dante, “Qui (o Luca) si parrà di tua nobilitate!”

    Ma qui dobbiamo aprire una digressione.

    Parto dal tuo pistolotto a favore di Freccero contro Borgonovo.

    Premettiamo un valore sul quale tu dovresti essere d’accordo, ma o per questioni di ascolto televisivo, o per formula di format, o per tua intima convinzione, questo lo sai solo tu, nella trasmissione “in Onda” mi pare che non l’hai tenuto in conto: è la libertà di opinione e un contradditorio civile e non offensivo.

    A prescindere della telefonata registrata consapevolmente o no, e il suo aspetto deontologico, nessuno, compreso Freccero, dovrebbe usare un linguaggio così “dommatico” per affermare le proprie opinioni. Neanche in privato.
    Freccero in una “delirante autodifesa” usa un linguaggio offensivo verso il suo direttore, verso alcune reti RAI, e verso i cardinali (intendendo la chiesa cattolica) affibbiando a tutti il titolo di pedofili o amici dei pedofili. Credo che da solo ti rendi conto che non è corretto confondere la parte con il tutto, come ha fatto Freccero. Per inciso questo è un difetto della sinistra ex PCI, e di quella odierna nell’intera area. Lo posso giustificare solo a livello propagandistico con finalità di elezioni. Tu che sei uno di quelli che auspicano la fine della Chiesa cattolica, sei più dommatico dello stesso Papa. Forse non te ne rendi conto, ma proponi le tue idee come le uniche vere e sagge. Questo si chiama dommatismo. Ripeto, forse in buona fede, ma la tua non è un’ipotesi, è una certezza. Almeno così le proponi. O con me o sei sulla strada sbagliata. Proprio come Freccero: la sua è l’unica verità, l’altro è un servo…

    Ritorno su un aspetto importante del tuo quadro di riferimento che ho già trattato più sopra e cioè il comunismo. Sei nato e vissuto in una famiglia comunista, come io sono nato e vissuto in una famiglia democristiana.

    A Pietrasanta hai raccontato dei lager nazisti. Orrori che qualsiasi persona di buon senso non può che condannare. Ma non dobbiamo neanche dimenticare gli orrori di Stalin, deprecati dallo stesso Kruscev. Vedi Luca, io posso dire di me stesso che rifiuto qualsiasi forma di dittatura, anche quella della Chiesa dei secoli scorsi. Mentre la chiesa di oggi, ha riconosciuto i mali passati e ha fatto ammenda con un atto che viene spesso vissuto come segno di debolezza. Oggi la chiesa sta attraversando un altro momento non facile, sia per la pedofilia che per gli scandali economici. Ma il cristiano cattolico come me, sa che un conto sono le istituzioni rette da uomini a volte illuminati e spesso no, ma sa anche che la chiesa si regge su una solida dottrina che nessun papa, eretico, simoniaco, incompetente, libertino e quant’altro è stato e sarà in grado di demolire. Vedi Luca, io sono tra coloro che credono che questa dottrina che cavalca i secoli da due millenni, ha consentito di resistere ai nemici sia esterni, e soprattutto a quelli interni che sono i più pericolosi (ricorda il detto “Dagli amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io”). La chiesa è proprio così. Uno dei momenti topici della storia della chiesa è stato quando Napoleone soppresse gli ordini religiosi, fece prigioniero il Papa Pio VI che morì prigioniero a Valence il 29 agosto 1799. Cito da un esperto vaticanista, Giancarlo Zizola nel libro “Il Conclave” storia e segreti: <>. (pg. 142)… E invece eccoci ancora qui… Tu Luca sei ammirevole per la “fede” socialista intesa come ex fede nell’impero sovietico, ma permettimi di dirti (potei essere tuo “zio”, va bene?) che gli ideali devono fare i conti con la realtà.
    Immagina se oggi la Chiesa facesse marcia indietro sulla morale sessuale… lascia perdere i vari Giovanardi e quelli come lui… nel mondo, almeno in quello occidentale ci sarebbe un tale disorientamento in quanto impreparato a sostituirlo con altri sistemi validi. Non si può confondere il progresso di una società con la conquista del divorzio e dell’aborto. Mi spiego. E’ giusto che ci sia una legislazione per i casi più difficili. Ma è anche vero che lo spirito di queste leggi è quello di regolamentare non di spalancare le porte ad una nuova morale. Tu stesso capisci che divorziare senza una giusta causa, soprattutto quando ci sono i figli, solo per un capriccio di uno dei due è una violazione della stessa legge. Così dicasi dell’aborto. Venendo al caso RAI, io non ho mai visto il programma in oggetto, quindi non esprimo nessun giudizio in merito, ma riporto le parole di Borgonovo: “Ce n’è per tutti i gusti: triangoli, scambi di coppia, festini, rapporti etero, omo e bisessuali, ammucchiate, stupri… Nella puntata di ieri ci siamo gustati una serata a tre fra Berto, barista del liceo, il professore di ginnastica Vaquero e la professoressa di lettere Veronica. Iniziano sul divano di casa, con la signorina che accarezza le cosce dei due. Poi i maschioni ricambiano e capita pure che, nell’impaccio di giostrarsi la fanciulla, si scambino una carezza e un mezzo bacio. Fatto che li eccita molto, scombussolandoli anche un po’. Non saremo mica bisessuali?, si domandano. Allo spettatore risulta chiaro che il contatto ai ragazzoni è piaciuto, e il messaggio è che l’importante è divertirsi, dunque che ci diano sotto. Il barista Berto, il giorno seguente, si trova in uno spogliatoio assieme allo studente Fer, gay dichiarato (e alle soglie della minore età, a quanto pare). Scambiano qualche parola sui rapporti di coppia e a Berto (in mutante e a petto nudo) torna in mente lo strusciamento con l’amico della sera prima, cosa che gli procura una vistosa erezione. Subito notata dal ragazzino…”. Se questo racconto corrispondesse a verità, qualsiasi persona di buon senso potrebbe dire che, anche ammesso che sono situazioni tratte da “alcune realtà” non da tutte per fortuna (una persona di buon senso sa distinguere) non sono situazioni da additare come aspetti educativi della nostra gioventù. Anche Ruby è un’adolescente ma nessuno ha detto che la sua vicenda è una vicenda tratta dalla realtà e quindi “educativa”. Te lo dico senza polemica. Ma si può essere in grado di distinguere il moralista a tutti i costi, il permissivista tout court dalla persona di buon senso. Mi auguro che tu appartenga a quest’ultima categoria.
    La morale cristiana-cattolica non è da medioevo, come hai detto tu. E’ solo l’espressione del buon senso. Essa ha resistito ai secoli, ed è arrivata fino a noi proprio perché è affidata a persone di buon senso. Non prendere per buono le espressioni integraliste di alcuni. La verginità non è un valore assoluto, ma può essere indice di una buona e sana formazione.

    Vorrei fosse chiaro anche un altro aspetto della morale cristiana-cattolica, quella che riguarda gli omosessuali.
    La prima cosa è che per tutti esiste il sesto e il nono comandamento, sia per gli omosessuali che per gli eterosessuali. Quindi in questo, senza ipocrisia, non c’è differenza.

    Per quanto riguarda il matrimonio è stato da sempre, ritenuto il luogo naturale della famiglia.
    Quando ero studente di psicologia e affrontai un esame di sociologia, siamo negli anni ’70, già si parlava del nuovo concetto di famiglia. Allora si parlava degli Hippy e delle “comuni” dove ragazzi e ragazze vivevano e i figli che nascevano venivano educati tutti insieme. Già da allora quindi il problema nuovo si poneva. Io dentro di me mi auguravo che almeno la famiglia non venisse smembrata. Non è stato così… è un bene? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma una cosa è certa. Non passa giorno che non ci sia una tragedia famigliare, e sto parlando solo delle statistiche nazionali. Se questo è un progresso allora dobbiamo dire “viva il progresso”, ma se qualche benpensante, come ritengo di essere io, dice che prima o poi ci sarà un ritorno brusco alla realtà, allora quello che stiamo vivendo non è un progresso.
    Dimenticavo di dire che la domanda che il professore mi fece all’esame suddetto fu:”Secondo te questa famiglia potrà avere altre forme oltre a quella tradizionale?” La mia risposta si articolò nel dire che per me era una istituzione naturale e quindi…”

    Ripartendo dalla famiglia oggi aperta anche agli omosessuali, è inutile discutere è un dato di fatto. Quindi il problema che si pone non è la sua esistenza, ma i suoi diritti e doveri. Per quanto riguarda i diritti sono quelli di essere accettai come tali e quindi diritti uguali alle famiglie eterosessuali.
    Mi permetto però di argomentare sui doveri. Una coppia etero (i casi vanno trattati a parte, es. coppie sterili ecc.) in genere è quella deputata a dare la vita ad altri esseri umani e il dovere è quello di assistere la prole dalla nascita fino alla sua realizzazione sociale. Una coppia omo (a parte il caso di adozione per una coppia maschile o il ricorso alle tecniche scientifiche per quelle femminili) se non vogliono adottare non hanno l’obbligo e neanche la possibilità di procreare e quindi rispetto alle coppie etero sono esenti da questo dovere e onere sociale.
    Nelle argomentazioni a favore tout court delle coppie omosessuali si argomenta a partire dalla persona, giusto. Perché negare il diritto all’amore? E sono d’accordo. Ma questo non è proibito. Infatti se due vogliono convivere lo possono fare come due etero. Questo per lo Stato.
    Quello sul quale esprimo i miei dubbi è l’aspetto del diritto, come ho spiegato sopra. Inoltre esprimo i miei dubbi sui modi con i quali si chiedono questi diritti.
    Credo comunque di avere anche io il diritto di esprimere il mio pensiero, anche se non è condiviso da Luca e altri che la pensano come lui. E non per questo io sono il retrogrado e Luca il progressista. Mi piacerebbe che oltre sul legittimo diritto della persona si argomentasse anche sul problema sociale dei diritti e dei doveri… e non solo.
    Un accenno al caso Lucio Dalla. Io ho sempre saputo che Lucio, oltre ad essere il grande artista che era, apparteneva anche lui al mondo degli omosessuali. Oggi vengo a sapere che non ha fatto outing… ma è un dovere dirlo a tutti? Comunque era risaputo. Ma forse è un delitto non sfilare al Gay-pride? O è un delitto avere un confessore cattolico? Luca se hai coraggio dillo anche tu che Lucio Dalla in quanto cattolico omosessuale ha avuto la possibilità di un funerale cattolico. Diritto che è per tutti coloro che si sentono di appartenere a questa comunità. Perché la chiesa dovrebbe fare un funerale a chi non sente di appartenere a questa comunità? Non discrimina tra omo e etero, ma tra cristiani e non cristiani. Se si è obiettivi, se no, mi verrebbe di dire è solo un uso strumentale a fini propagandistici contro la chiesa. Ma, secondo me, lascia il tempo che trova.
    Le cose sono due: o si pensa che la Chiesa discrimina tra cristiano e cristiano, cosa che non mi risulta (lo so che verrà portato l’esempio dell’appartenente alla banda della Magliana sepolto in chiesa…) oppure si pensa che finché sono in vita posso fare quello che mi pare ma poi (non è vero ma ci credo) al momento della morte la chiesa deve portare tutti in paradiso (ammesso che la conseguenza del funerale sia questo). Credo che sulla dottrina della Chiesa ci sono tanti buchi nella conoscenza comune. Anche tra i giornalisti.

    Non so se il mio pensiero è chiaro. A me piacerebbe anche la polemica fine a se stessa. Ma a che serve? La verità va detta, ma non quella supposta. Allargo un momento il tiro.Ho seguito tanti processi nelle varie trasmissioni televisive. In queste trasmissioni il presunto colpevole veniva già condannato, carte alla mano. Ma c’era un particolare: il processo non era stato ancora celebrato. Debbo confessare che se non ero vigile mi accorgevo di scambiare l’ipotesi con la realtà. Con questo non voglio dire che non si devono analizzare fatti cronaca, ma la televisione non può condannare o assolvere. Specialmente da parte del conduttore ci dovrebbe essere una neutralità ben visibile, ma purtroppo non è così. Per esempio, se fossi un conduttore, direi: signori, questo è quello che le carte in mio possesso ci dicono, ora ascoltiamo i pareri favorevoli e contrari, e, come dice Biscardi, “Io sono al disopra delle parti”.

    Il tuo giornale, offre alla nostra attenzione molti misfatti. Giusto. E’ un suo dovere. Ma sotto la punta dell’iceberg c’è una montagna di cose e di fatti buoni. Perché non farci sapere anche quelli. Non dico di metterli in prima pagina, altrimenti non vendereste neanche una copia, ma almeno all’interno. E questo è anche colpa di una società che si nutre di trasmissioni su fatti di cronaca per 360 giorni all’anno (Avetrana, Parolisi ecc) con tanto di pareri di super esperti… Perché non si riesce a fare trasmissioni con contenuti anche valoriali? E’ una sfida che tu potresti lanciare al tuo pubblico.
    Ciao. Aspetto un tuo commento. Ercole Ferretti.
    ferrettierc@gmail.com

  9. Avatar nico

    prova

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