Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Il capro espiatorio non libera tutti

di LUCA TELESE

Davvero c’è un solo responsabile della catastrofe? E che bisogna fare per evitare che si possa ripetere? Mai come ora bisogna avere il coraggio di dirlo: se la tragedia della “Costa Concordia” deve insegnare qualcosa a questo paese (e a tutti noi) non può essere solo la favola feroce e consolatoria del capro espiatorio, il pericolo pubblico, il matto solitario che libera con la catarsi della sua colpa le coscienze e le responsabilità di ognuno. Nessuno può essere solo, e messo in condizione di far danno, soprattutto se regge sulle sue spalle 4000 vite. Nessuno può più agire in modo così arbitrario, anche se è del tutto fuori controllo. Il capitano Schettino, ovviamente, ha fatto del suo meglio per disonorare il suo grado. Ha avuto una condotta colposamente criminale e omicida. L’Italia, grazie a lui, ripiomba improvvisamente nello stereotipo del latinismo cialtrone, con la macchietta del gradasso che innesca una catastrofe per una bravata. Il capitano Schettino ha messo a rischio vite umane per un azzardo goliardico, ha tradito il suo mandato nel momento del bisogno, abbandonando la nave e negando la propria negligenza fino all’inverosimile, proprio nella migliore tradizione dei ministri recalcitranti alle dimissioni e dei politici “a-propria-insaputa”. Ovvero negare la realtà fino all’indifendibile (e anche oltre). IL CAPITANO Schettino, insomma, è un colpevole ideale, un uomo che si consegna all’opinione pubblica armato solo della propria indifendibilità. Nell’ultima intervista prima dell’arresto, a Tgcom 24, di fronte a una domanda esplicita sulla sua fuga non si peritava di affermare sicuro, con aria cipigliosa e persino risentita: “Siamo stati gli ultimi ad abbandonare la nave!”. Pochi minuti dopo finiva in stato di fermo, subito dopo veniva giustamente torchiato dagli inquirenti, per mettere in discussione le sue balle. La favola difensiva del comandante è l’eterna faccia della cialtroneria nazionale, “l’albertosordismo” che si incarna inverosimilmente nella realtà, senza perdere il tono a un tempo drammatico e caricaturale della migliore commedia all’italiana: al tormentone di “A me m’ha rovinato la guera!”, si sostituisce la nenia ridicola di “Lo scoglio non era segnalato sulle carte”, perché c’è sempre una forza maggiore che si invoca per liberarsi delle responsabilità personali ineludibili. L’ultima ipotesi investigativa formulata dalla Procura di Grosseto, se possibile, aumenta ancora di più il peso accusatorio che grava sulle spalle di Schettino, se è vero come sospettano gli inquirenti in queste ore, che persino il recupero della scatola nera fosse finalizzato alla sua possibile manipolazione. Eppure, detto questo, non è solo la disonestà di un uomo che è in gioco oggi, ma qualcosa di più importante e di molto più delicato. Non può essere accettabile la favoletta dell’uomo solo al comando, del pazzo kamikaze che perde il controllo senza che nessun meccanismo di controllo sia attivato. Non possiamo accettarlo. Di fronte all’ordine di evacuazione della Capitaneria di Livorno, il comandante raccontava la balla dell’avaria e continuava imperterrito nel suo piano di occultazione della verità. Ma l’alibi della catena di comando insindacabile e il delirio di “Guarda la tua isola!”, non ci sollevano dal problema della responsabilità ultima. Dobbiamo davvero accettare l’idea che nel tempo della “geolocalizzazione”, nessuna centrale di controllo, alla Costa Crociere, avesse idea di cosa stesse capitando? Nel tempo dei telefonini possiamo davvero pensare che nessuno a terra sapesse davvero cosa stava accadendo? Che per una lunga ora in cui non è stato dato l’allarme a nessuno sia venuto un solo dubbio? E la traiettoria finale della Concordia che finisce sugli scogli invece di essere evacuata si spiega solo con la logica dell’emergenza? Come sempre in Italia, al cialtrone corrisponde l’eroe per caso, e al capitano che fugge, si oppone la bella figura del commissario di bordo, Manrico Giampedroni, che si fracassa la gamba per salvare i passeggeri. Eppure, nella catarsi consolatoria del capitano fuori di senno, qualcosa non torna: anche nelle forze armate, e persino in un teatro di guerra (è successo ad esempio in Kosovo) esiste sempre la possibilità di appellarsi alla polizia disciplinare se il comandante della missione mette a rischio i civili o i suoi soldati. ANCHE SOTTO la gerarchia ferrea di una divisa, l’ufficiale che si rifiuta di obbedire a un ordine insensato viene dispensato dall’obbligo dell’obbedienza assoluta e dal destino del tribunale militare. Persino se siamo dispersi nell’Atlantico con in tasca un iPhone siamo sempre tracciabili in tempo reale. È curioso che chi ha abbandonato la sua nave durante le operazioni di soccorso, e che ha detto no a un invito a riprendere il proprio posto, si sia poi offerto volontario per recuperare la scatola nera. Ed è altrettanto sospetto il silenzio con cui la Costa Crociere che lo ha in qualche modo sostenuto fino all’ultimo momento utile, salvo scaricarlo solo quando ogni difesa è diventata insostenibile. Forse, fra qualche anno, scopriremo che Schettino in queste ore ha difeso qualcosa di più che se stesso. Forse, da questa tragedia impareremo che il capitano non può restare solo sul ponte della nave come nelle canzoni di De Gregori e che un meccanismo di controllo deve impedire che la responsabilità possa sfociare nell’arbitrio. 


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10 risposte a “Il capro espiatorio non libera tutti”

  1. Avatar la zanzara
    la zanzara

    l’Italia in questo momento e’ un po come la costa concordia , mezza affogata nel mare della finanza . Sulla vicenda della nave da crociera si fara’ luce ; sicuramente ci rimetteranno il capitano, la compagnia………………………La differenza con la nave italia invece e’ che a rimetterci sono chiamati i passeggeri non solo per i pericoli e i disagi, ma anche come risarcimento, mentre le compagnie (partitiche) ed i capitani sono sempre li a fare festa

  2. Avatar Gianmaria Ottolini
    Gianmaria Ottolini

    Il capro espiatorio – il “male” – da un lato, e l’eroe – il bene – dall’altro. Non credo al “dualismo” manicheo in nessun caso, e tanto meno in questo. La pratica di passare vicino all’Isola del Giglio (e ad altre) era costante ed era certo nota e condivisa con ufficiali della nave e dirigenti della Costa Crociere. Nonché al sindaco dell’isola che se ne rallegrava. D’accordissimo con Telese nel non crogiolarsi nello scarico al capro espiatorio.
    Andiamo anche a riflettere sull’uso e sulle rotte delle grandi navi. Forse la crisi dovrebbe farci riconsiderare certi modelli di turismo, non tanto per la recente moda della sobrietà ma per il loro impatto energetico ed ambientale. Le bellezze naturali e il patrimonio artistico del nostro paese sono forse l’unico nostro bene che non teme “spread”: impariamo a salvaguardarli e a valorizzarli.

  3. Avatar la zanzara
    la zanzara

    Ah tele’, ma che dici ??

    ma se il capitano di una citta’ galleggiante, lascia un solo ufficiale con un quadro di 30 metri di comandi tra radar, ecoscandaglio, sonar, satelliti, controsatelliti e gli ordina una manovra ardita come quella, standosene in un ristorante a fare il cascamorto con le ospiti vestito di mostrine………………..altro che capro espiatorio, e’ solo un cretino . Ha anche dimostrato di saper salvare il salvabile “poi” insabbiando il mostro galleggiante per evitare conseguenze ben peggiori ; ma si e’ dimostrato doppiamente cretino quando ha abbandonato la nave con su i passeggeri.
    Mio nonno sosteneva che con un delinquente ci puoi anche ragionare, ma quando uno e’ cretino, E’ CRETINO !!!!!

  4. Avatar Serena Romano

    Caro Luca, mi chiamo Serena Romano, (348 6619120) e sono una giornalista professionista che sta conducendo da anni una battaglia in tribunale e sul blog amicidipaola.wordpress.com contro la casta degli armatori. Una lobbie talmente potente che può fregarsene del rispetto delle norme di sicurezza e di risarcire le vittime, perchè gode di una normativa (anticostituzionale) che glielo consente. Tu sei l’unico che ha centrato in parte le vere responsabilità della Costa. Ma non è che la punta dell’iceberg: le povere vittime, come quelle della Moby Prince e tutti i passeggeri che hanno subito incidenti in mare non verranno mai risarcite. E chi non paga i danni provocati tende a risparmiare anche sul rispetto della sicurezza … Ho tanto materiale per affrontare nel modo giusto questo argomento delicatissmo. Ma se passa il momento in cui l’opinione pubblica è attenta, si perderà una grande occasione di evitare altri disastri. Ti prego caldamente, perciò, almeno di telefonarmi. Poi valuterai…. Grazie

  5. Avatar ivana beatrice
    ivana beatrice

    Condivido tutto…l’armatore insegue sempre il profitto assumendo personale a basso profilo perchè lo paga meno. Chi ha assunto questo Comandante ha sbagliato.
    Le responsabilità sono di molti. Personalmente non salirei MAI su una nave mostruosamente colossale.
    Fincantieri torni a costruire NAVI A MISURA D’UOMO…e non NAVI da MACELLO!!!

  6. Avatar fausto
    fausto

    ma la capitaneria di porto non deve controllare e multare chi non rispetta le rotte o come ben noto di consuetudine saluta il giglio porto con le navi da crociera? il controllo radar marittimo dovrebbe servire a contrastare tali abitudini

  7. Avatar beppe
    beppe

    Lasciamo stare il latinismo cialtrone, che’ i cialtroni ci sono dappertutto. Vivo da un decennio nel mondo anglosassone e trovo tanti buffoni che scambiano il posto di lavoro per un palcoscenico dove esibirsi e portare le cose all’estremo. Per fortuna non tutti pilotano navi (o aerei…). Mi vengono in mente quei delinquenti a stelle&strisce che tranciarono il cavo delle funivia, successivamente protetti dall’amministrazione Clinton e non perseguiti. I “nostri ragazzi”…

    Il problema purtroppo e’ un’altro, e cioe’ che la catena di comando (e la gerarchia delle companies si ispira al modello capitalistico americano non certo a Pulcinella) e’ idiota per definizione. Se ti lamenti di uno che ti e’ superiore in scala gerarchica, il sistema ti colpisce. Quindi l’imbecille col potere di solito la fa franca finche’ non succede l’irreparabile.

  8. Avatar emanuele c.

    Hai perfettamente ragione. L’ho scritto anche qui: http://www.ilfuturista.it/emanuele-capoano-spremiacume/italiani-maleducati-o-sistema-italia-non-funzionante.html Siamo sulla stessa barca di menefreghisti o inefficienti?

  9. Avatar la zanzara
    la zanzara

    se volete partire da questo avvenimento per fare l’esame agli armatori e sulle loro peculiarita’ e’ un conto, ma se volete parlare dell’accaduto in particolare mi sembra che non ci siano dubbi sulla vicenda : cosa volete che succeda ad uno che prende una nave da 130.000 tonnellate lunga 300 mt, la spinge a 20 nodi dritta di prua verso un’isola e a 200 mt dagli scogli tenta una virata ???……………………………..almeno che non abbiato mai guidato neanche un gommone………………….

  10. Avatar giorgio
    giorgio

    Vorrei dire che il movimento politico Forza Nuova non intende, in nessun modo, MANOVRARE e/o STRUMENTALIZZARE l’attuale protesta in Sicilia. Il loro impegno è solo quello di solidarizzare con il Mov. dei Forconi, in quanto la protesta è sintomo di una voglia di cambiamento, sincero e radicale, che deve coinvolgere il popolo e deve necessariamente avere un carattere APARTITICO. Chi in questi giorni ha costruito montature giornalistiche deve mettersi il cuore in pace, perchè è semplicemente fuori strada. Lasciatemi aggiungere che FN e’: pro-sovranita’ monetaria, pro-palestina, era contro la guerra in Libia e contro quella in Iraq, contro il business dei vaccini, contro il decreto sulle liberalizzazioni.

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