di Stefania Prestigiacomo*
Io vengo da una terra carica di storia, ma ho molto a cuore il futuro. E se vogliamo stare nel futuro, l’unico modo è costruire un programma nucleare a prova di tutto e grazie alla volontà del nostro presidente Berlusconi oggi in Italia è possibile. Evviva!
Io vengo dalla Magna Grecia, ho nel mio Dna la tragedia, il dramma. Sarebbe troppo facile fare il ministro dell’Ambiente e tutelare solo l’ambiente: io sono contenta di essere il primo ministro dell’Ambiente che è riuscito a difendere anche il diritto delle nostre industrie a mantenere elevate le loro le emissioni di carbonio e di furani. Ho avuto il coraggio di sottoscrivere i tagli di tutti gli incentivi alle fonti rinnovabili: non potevo accettare che tutti quei furbetti si arricchissero vendendo pannelli solari, quando si può speculare anche sugli idrocarburi, come fa la Sorplast, la ditta del mio papà.
Io vengo da una famiglia di imprenditori, e non ho paura di dire che una industria che inquina produce anche benessere (se non altro per i suoi padroni): basta con le banalità della sinistra, con la cultura esasperata dell’ecologia e della prudenza.
Io sono un ministro che ha pianto e non si vergogna di piangere: sono donna, sono berlusconiana. E me ne vanto, perché il futuro è davanti a noi e io sono molto orgogliosa di essere il primo ministro dell’Ambiente che è riuscito ad aprire il dialogo con le altre culture della modernità (soprattutto con la lobby dell’atomo).
Io sono una ministra donna, confindustriale, tragica e anche incerta. Dopo la tragedia di Fukushima per noi nulla cambia, ma in ogni caso intendiamo aprire una riflessione sul programma nucleare italiano (anche se non ho la più pallida idea di che cosa questo significhi: è una balla che abbiamo raccontato perché volevamo prendere tempo). Io sono una berlusconiana, ma anche donna. E quindi, quando ieri nel corso del tavolo istituzionale per lo sviluppo della Provincia di Siracusa, mentre facevo lo struscio, mi hanno detto che ero una assassina ho sentito il bisogno di dichiarare: “La prospettiva del nucleare si allontana”. Ovviamente nemmeno questo voleva dire nulla. E allora, visto che i sondaggi dicevano che per questa storia del nucleare la popolarità del nostro Governo va a picco ho detto al nostro amato presidente: "Non facciamo cazzate usciamone".
Io sono Stefania Prestigiacomo: ambientalista nuclearista, donna, berlusconiana, imprenditrice, lobbista, anticomunista e orgogliosamente idrocarburista. Ma adesso per piacere lasciatemi in pace, perché sono soprattutto confusa.
*(testo raccolto per intuizione ispirata da Luca Telese)
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