Li cerchi per un’intervista e finisci per ritrovarti in una puntata del loro programma. Infatti Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro si negano al faccia a faccia e parlano solo da un duplex di un numero Rai: uno a un capo del telefono, uno all’altro. Io, che avrei dovuto fare le domande, mi ritrovo nel format di Un giorno da pecora (RadioDue, tutti i giorni alle 13.40) come se fossi un ospite.
Le regole di ingaggio, in stile con il tono demenziale della trasmissione, sono queste: se chiedo qualcosa difficilmente mi rispondono. Se rispondono, danno risposte demenziali. Quando raccontano è molto difficile discernere la realtà dalla fantasia. Quello che segue è solo un tentativo di resoconto.
Presentiamo ufficialmente la seconda serie del programma.
Lauro: Ma sei sicuro che è la seconda serie?
Sabelli: Direi che è la seconda serie e mezzo.
Avete iniziato come un settimanale.
Sabelli: Sì, nella prima al posto di Giorgio c’era Federica. Poi lui, approfittando del fatto che era autore l’ha fatta fuori.
Lauro: Non è vero. L’hai fatta fuori tu.
Siete due epuratori.
Sabelli: Abbiamo fatto fuori anche Fiorello, che andava alla nostra ora.
Lauro: E poi abbiamo spostato Gli spostati, che ora, poveretti, vanno in onda all’alba.
Sabelli: Infatti li incontriamo nei corridoi e sono sempre incazzati e dormienti. Ci odiano, ma li capisco, poveretti.
Volete fare fuori tutti?
Sabelli: Bè sì. Il prossimo obiettivo è Caterpillar. Ma non lo scrivere.
Lauro: C’è l’effetto sorpresa.
Siete presuntuosi.
Sabelli: No, siamo il programma migliore della Rai. Per tutti quelli che non l’hanno mai sentito.
Siete demenziali.
Sabelli: Grazie.
Lauro: Ci proviamo
La puntata più demenziale?
Sabelli: Tutte, direi. Lauro: Abbiamo fissato un record mondiale: un’ora di intervista a Mariotto Segni, dopo il referendum.
E’ uno scherzo?
Sabelli: Non ci siamo nemmeno addormentati.
Qualche ospite si è arrabbiato per il trattamento?
Sabelli: Giorgio mi ha fatto rompere un’amicizia ventennale con Alba Parietti.
Lauro: …avevo solo detto che sarebbe stata la prima donna a passare dallo spettacolo alla politica.
Sabelli: Si è incazzata come una Iena.
Cosa vi ha detto?
Sabelli: Fascisti!
Lauro: No, peggio: siete peggio che fascisti, nazisti!
Sabelli: Un po’ è vero.
Ma la missione del programma quale sarebbe?
Sabelli: Raccontare il teatrino della politica.
Prendiamo l’ultima puntata…
Sabelli: C’era Urso che ha cantato Bandiera rossa.
Come l’avete convinto?
Sabelli: Quelli di destra, purtroppo, hanno sempre molto più senso dell’umorismo di quelli di sinistra.
Controprova?
Sabelli: Laura Morante se n’è andata via.
Lauro: Ha detto: "Ma che trasmissione è? Potete fare a meno di me, devo recitare Amleto!".
Scherzava?
Lauro: Purtroppo no
Sabelli: E Signorini le ha detto: ‘Ecco, brava, vattene a recitare l’Amleto.
Come? C’era Signorini?
Lauro: Ossì
Sabelli: Forse se n’è andata per quello…
Torniamo a Urso.
Sabelli: Gli ho chiesto: posso darti del tu?
Lauro: Ha risposto: "Certo!".
E poi?
Sabelli: Gli ho detto: "Che bello, Adolfo, ti ricordi? Eravamo picchiatori insieme!"
Si è incazzato pure lui?
Sabelli: Macché, si divertito e si è messo a ridere. Quelli di destra…
Controprova. Un altro ospite di sinistra bizzoso?
Sabelli: Anche Bertinotti ci ha sfanculato.
Che avevate fatto?
Lauro: Gli avevamo chiesto per quale settimanale aveva scritto il suo articolo.
Non ci credo. Tutto qui?
Sabelli: Sì, non avevamo capito davvero.
Lauro: Dai, Claudio. Facevamo finta.
Sabelli: Comunque lui si è incazzato davvero: "Se non avete capito non ripeto", ha risposto. Ed è stata la cosa più brillante della puntata.
Uno che agognate e che non è ancora venuto.
Sabelli: D’Alema stava per venire.
Lauro: Ha detto no per colpa tua!.
Sabelli: il fatto è che io ho una rubrica su Io donna che non legge nessuno, in cui ho detto che non ama i giornali.
Lauro: Purtroppo lo abbiamo chiamato il giorno dopo: ci ha detto no, grazie.
Un altro ospite desiderato?
Sabelli: Berlusconi. Anzi, lancio un appello approfittando del Fatto. Venga a raccontare le sue barzellette da noi.
Lo hanno già fatto tutti i vostri politici ospiti?
Sabelli: Infatti fanno cagare. Lui invece sa come si fa, è un professionista.
Il segreto di Un giorno da pecora?.
Lauro: Le accoppiate.
Esempio?
Sabelli: Ti piace Burlando-Ela Weber?
Lauro: Mai come Tabacci-D’Addario.
Ma chi Patrizia?
Lauro: Siamo stati il primo programma ad averla ospite.
Pensavo fosse Annozero.
Sabelli: Quei bastardi hanno mentito. E’ la prova che Ghedini ha ragione.
Una scoperta del programma?
Sabelli: Vattimo e la Canalis. La Canalis aveva letto tutti i libri di Vattimo.
Un’altra sorpresa?
Sabelli: il talento innato di Dini. Spettacolare.
Fai sarcasmo?
Sabelli: E’ stato geniale. L’ho chiamato per tutta la puntata rospo e non ha battuto ciglio.
Anche tu, Giorgio?
Lauro: Non mi piace il fatto che Claudio dia del tu a tutti. Io lo chiamavo "signor rospo".
Un antipatico, invece?
Sabelli: Lotito si è indignato.
Lauro: Ha sbottato indignato: "Ma questo è avanspettacolo!", ha detto.
Era vero.
Sabelli: Se è per questo è anche vero che lui è il re dei cessi no? E’ notorio.
Il più accattivante?
Lauro: Mastella. Ha dato il suo numero di telefono in diretta: "Se avete problemi chiamatemi qui".
Sabelli: Ed era lo stesso che avevamo noi.
Un altro incontro memorabile?
Sabelli: Non c’è dubbio. Quello fra la Binetti e il divino Otelma!
Chi il mago?
Lauro: Proprio lui.
Sabelli: La cosa curiosa è che la Binetti voleva sapere tutto di Otelma, e a Otelma non fregava nulla della Binetti.
Un bel problema
Sabelli: Pensa, lei voleva una cosa impossibile, l’oroscopo del Pd.
Lauro: E lui non si è sottratto. Aveva previsto persino la vittoria del centrosinistra.
E la vostra convivenza com’è?
Sabelli: Se questo stronzo la smettesse di darmi sulla voce…
Lauro: A me basterebbe che la smettesse di dormire in trasmissione.
Giorgio, Tu lo chiami l’anziano.
Lauro: Ma tu l’hai mai visto da vicino come me? E’ cadente!
Ditemi almeno una cosa seria, abbiamo riempito una pagina di cazzate.
Sabelli: Giusto. Abbiamo un imperativo quest’anno…
Lauro: Ripartire dalla Bozza Violante.
Sabelli: O almeno leggerla…
Luca Telese
Rispondi