Archive for gennaio, 2008

l’anniversario

gen 30 2008 Published by admin under Blog

2008, CADE IL SEGRETO DI STATO SUL CASO MORO – PRESTO SARÀ POSSIBILE CONSULTARE TUTTI I DOSSIER DEGLI 007 ITALIANI SUL LEADER DC – IL COPACO LO CHIEDE MA CRITICA LA NUOVA LEGGE (“SCRITTA COI PIEDI”)…

                            
Claudia Morelli
per “Italia Oggi”

Tutto sul sequestro Moro. Entro l’anno si potranno consultare tutti i documenti e i dossier dei servizi segreti senza che la presidenza del consiglio possa più opporre alcun segreto di stato. E’ l’effetto combinato della legge di riforma dei serviti informativi e il segreto di stato, la 124 del 2007 e del decreto del presidente del consiglio dei ministri che Romano Prodi ha inviato in parlamento per il prescritto parere. Il dpcm porta il regolamento che disciplina i criteri per l’individuazione delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato e individua gli uffici competenti a svolgere, nei luoghi coperti da segreto, le funzioni di controllo ordinariamente svolte dalle aziende sanitarie locali e dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Il Copaco, la commissione bicamerale sui servizi segreti, ha approvato il parere sullo schema di decreto chiedendo all’unanimità che il governo sia chiaro su un punto, lasciato sia dalla legge che dallo stesso regolamento un po’ evanescente. «Appare opportuno esplicitare», si legge nel parere, «che il diritto di accesso (ai documenti segretati, ndr) si riferisce anche a tutti i casi nei quali attualmente ricorre il segreto di stato, purché siano trascorsi i tempi previsti dalla sua apposizione o dalla conferma della sua apposizione da parte del presidente del consiglio in base alle norme che già disciplinavano i suoi poteri in questa materia». In altre parole, chiosa il relatore Massimo Brutti (Pd) «il termine di quindici anni più altri quindici oltre il quale il segreto non può esser mantenuto deve decorrere dall’apposizione del segreto e non certo dall’entrata in vigore della legge».

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Semplificando ancora: nel 2008 sarà possibile accedere alla documentazione dei servizi che risale al 1978, anno del sequestro Moro. «Per carità, questo effetto era implicito della nuova legge, ma il parlamento ha chiesto alla unanimità di renderlo esplicito, perché non ci siano dubbi». Un assist, insomma, a tutti coloro che chiedono che si faccia compiuta luce su quell’evento drammatico della vita repubblicana, sui quei 55 giorni che segnarono la storia politica del paese. Il parlamento ha avanzato un’altra richiesta all’insegna della maggiore trasparenza possibile: ha chiesto infatti di coordinare la legge sul segreto di stato con quella sulla trasparenza amministrativa per evitare che una volta caduto il segreto di stato per il passaggio del tempo, il presidente del consiglio possa nuovamente opporlo in autonomia.

Questo perché la legge 241 disciplina i casi di esclusione del diritto di accesso ai documenti amministrativi, giustificati se l’accesso può comportare una lesione alla sicurezza e alla difesa nazionale, all’esercizio della sovranità nazionale e alla continuità e correttezza delle relazioni internazionali. La richiesta è così quella di chiarire che, una volta cessato il vincolo del segreto di stato, in nessun caso può esservi esclusione del diritto di accesso motivato con ragioni di segretezza.

Per il resto, il parere del Copaco presieduto dal forzista Claudio Scajola, non lesina critiche all’iniziativa della presidenza del consiglio responsabile di aver scritto, come si dice, «con i piedi», il testo del regolamento. «Pur apprezzando la solerzia con cui lo schema normativo è stato sottoposto all’esame del Comitato, non si può non rilevare la presenza del testo di alcuni evidenti errori materiali, di palesi difetti di coordinamento e di carenze normative, che si sarebbero potute evitare con una maggiore ponderazione dei suoi contenuti». Certo, non un buon giudizio per palazzo Chigi.

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Cuori neri e squallide checce

gen 25 2008 Published by admin under Blog

PARLA NINO STRANO L’AENNINO CHE AMA SCANDALIZZARE:

"EBBENE SI’ HO DATO A CUSUMANO DELLA ‘CHECCA OSCENA’, PER ME CHECCA E’ UNO STATUS INVIDIABILE, IO SONO UN FASCISTA, FIGLIO DI FASCISTISSIMO, BRANCATIANO, NICCIANO, DANNUNZIANO, BUTTAFUOCHIANO CHE AMA I VIZI, CHE DILAPIDA PATRIMONI, CRESCIUTO NEL CUORE DI CATANIA FRA PUTTANE E FROCI, E CHE VUOLE RICONVERTIRE I TRANS IN BADANTI"

 


Luca Telese

da Roma


«Io squadrista? Macchè…. Vede, ad esser pignoli, io sono nicciano, dannunziano, drieudelarochelliano, in ultima analisi buttafuochiano… Le basta?». No. Se non altro perché Nino Strano è diventato suo malgrado uno degli uomini del giorno nel dibattito al Senato, immortalato nella diretta tv per quel maglione rosso portato con nonchalache sulla giacca, gli occhiali da sole in Aula e – soprattutto – per quella raffica di insulti senza rete gridati al collega Nuccio Cusumano, tra cui svettava un clamoroso «checca squallida». Così oggi il senatore di An, fa di tutto per ribaltare il clichè squadristico che gli è piovuto sulle spalle. Catanese, 57 anni, un passato extraparlamentare di destra, si racconta così.
Senatore Strano, quanto si è pentito per quell’epiteto?
«Ma nemmeno un po’! Siccome per me checca è uno status invidiabile. Di fatto gli ho dato solo dello squallido».
Si pente almeno per quell’aggettivo, allora?
«Ma nemmeno per sogno! Per uno che fa un ribaltone a un minuto dal voto, lo considero il minimo».
Cusumano ne sarà contento…
«L’ho detto pure a lui. Mi sono scusato della virulenza, ma non sono ipocrita».
Si è beccato l’accusa di «omofobia».
«Che è una fesseria, per chiunque mi conosca. I miei migliori amici a Catania, sono in fondatori del Pegaso, il più grande stabilimento omosessuale d’Italia».
E’ caduto nel clichè dell’uomo di destra che ce l’ha con i trans…
«Ah, ah, ah...»
Prego?
«Senta, io i trans non solo non li perseguito, li proteggo! Oggi sono stato onorato di ricevere una telefonata di solidarietà dalla mia amica Gigliola, che batte nel quartiere Sanberillo».
Lei dice "batte" in senso metaforico?
«No, si prostituisce. Lavoro a un progetto, con padre Valerio – la Caritas – per trasformare ex puttane in badanti».
Che fa, rinuncia anche ai voti del benpensanti?
«Non ci ho mai aspirato, a dire il vero…."

Di solito per uno di destra…

"Veramente la mia è una storia fascista. Nasco fascista, con un padre fascistissimo, e mi sento fascista a deici anni, qaundo arriva la notizia che a Genova, per i moti del luglio sesanta è morto in piazza un Camerata, Lavorini".

In che ambiente è cresciuto?

"Mio padre aveva una ditta floridissima, pur essendo molto agiato, ho inziato consegnando gli inchiostri con il camioncino alla tipografia della Sicilia. Sono semrpe stato uno che ha lavorato e che del resto se ne fotte le palle".

Adesso che ha un’età ha messo la testa a posto?

"Senta, per essere uno del 1950, dimostro vent’anni di meno della mia età, e non mi sono nemmeno fatto il lifting…"

Contrario in linea di principio?

"Nooooh…., non ce n’è ancora bisogno. Quando ci metterò mano sarò ancora meglio". 

La politica l’ha arricchita?

"Il contrario, semmai. Ho persino dovuto vendere la mia unica casa di familgia, in via Calatafimi 3. Io sono uno nato ricco, che è diventato povero con la politica, che adesso vive in affitto, e che spende molto perchè ama i vizi».
Ma Fini lo sa?
«Sìììì, mi conosce bene! Lo considero un uomo libero, uno degli uomini di più larghe vedute che abbia incontrato in questi anni di vita politica».
Ma lei che vizi ha un senatore?
«Beh, per quel che mi riguarda tutti».
Il gioco?
«Ehhh..Amo dilapidare alla roulette».
I consumi?
«Spendo cifre folli di bollette – 4 cellulari !- amo gli alberghi a quattro stelle…».
Il sesso?
«Ci tiene? Stamattina, fra le 11.00 e le 11.30 ho fatto una bellissima scopata».
Oddìo, con chi?
«Questo è irrilevante. Però lei sbaglia a dire che io sia omosessuale. Sono un etero convinto, ho una moglie, un figlio».
Ma lei ha fama di essere bisessuale.
«Ho sempre sostenuto che il culo, metaforicamente parlando, si può dare solo ai veri amici».
A Catania tutti conoscono le sue frequentazioni «trasgressive»…
«Ah, certo: puttane, trans, froci… Vuole che le riveli un segreto?».
Prego.
«Ecco, io con questa storia dell’omosessualità ci ho giocato. Consapevolmente».
In che senso «giocato»?
«Ci ho guadagnato valanghe di voti. Il mondo gay è uno degli ambienti più vivi della mia città».
Ma come, al Sud?
«Catania è una grande capitale mediterranea, il cuore della Magna Grecia. E io sono terribilmente brancatiano».
Era di Ordine Nuovo…
«Lo sanno tutti. Ora sto leggendo un bellissimo libro, L’Agone omerico che mi ha regalato un vecchio amico».
Chi, il professore del liceo?
«No, Franco Freda, raffinatissimo editore di Ar, chel o ha pubblicato».
Bello, il  libro?
«Fa capire che  viviamo nella crisi di una società piena di ragnatele».

Ma è vero che per la sua trasgressività fu espulso dal Msi?

"Che fui espulso ovviamente sì. Che fosse per la trasgressività no, almeno non sul piano dei costumi. Avevo fatto battalgia politica con Benito Paolone, che oggi è mio collega".

E’ vero che Zeffirelli le ha dedicato un film?

"Oh, questo sì. E’ uno dei grandi del cinema italiano nel mondo, lo vorrei senatore a vita. Era amico di mia madre. a sua casa romana, come quella di Mauro Bolognini, è stata anche la mia casa…." 
Di cosa va più orgoglioso dei suoi anni  di attivtà al Senato?


"Dei 900 milioni di euro di sgravio fiscale fatti avere per il terremoto a Catania. Tremonti ancora mi rimprovera».
Cos’è, un intellettuale assistenzialista?
«No, faccio gli interessi della gente che ha avuto la vita distrutta dal sisma».
E quanti nemici lascia al Senato?
«Pochi, sono un buono. Mi piacciono il verde Silvestri, Grillini, Manzella, e lo spendidamente tetragono Angius. Non sopporto Fuorio Colombo e Angius».
E la rissa di ieri?
«Ha messo fine a 18 mesi di incubo. La gente la ricorderà come una bella giornata, Cusumano compreso».

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Il video:

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