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Esce in libreria “STRAGE ALL’ITALIANA”

dic 06 2007 Published by admin under Blog

Strage di Bologna,

è l’ora della verità?

Francesco Cutillo

E’ ancora una volta un libro a far tornare la strage di Bologna in primo piano. E’ in uscita in questi giorni, infatti, per le edizioni “Trecento” il volume “Strage all’italiana” di Valerio Cutonilli, portavoce del comitato “L’ora della verità”.

Una verità a cui, però, secondo l’autore, non si può giungere “a mezzo di commissioni parlamentari o a colpi di maggioranze politiche”. “Credo  - spiega in un’intervista esclusiva al portale ‘AsgMedia’ – che le tragedie italiane del 1980, al pari di quelle che le avevano precedute, restano avvolte tuttora in un’ampia sfera di indicibilità. Nel libro invito a riflettere su quale possa essere la fonte primigenia di tale indicibilità. Personalmente, suggerisco di cercarla in alto, in quei luoghi in cui, negli anni difficili della guerra fredda, i confini tra le deviazioni del potere e la ragion di Stato apparivano incerti e sfumati. Bologna non fa eccezione. Nel libro  - conclude – ho tentato di spiegare perché…”.

Tuttavia, per Cutonilli, la revisione delle sentenze di condanna “appare una prospettiva auspicabile”. “La vicenda del falso tumore di Massimo Sparti  - chiarisce – è ormai di pubblico dominio. A mio avviso è evidente che non si trattò di una diagnosi errata ma di una frode medico-carceraria. L’impianto accusatorio che ha portato alla condanna di Fioravanti e compagni poggia sulla deposizione testimoniale del malato immaginario Sparti. Provata la falsità di tale testimonianza, crollerebbe l’intera ricostruzione giudiziaria. Bisognerebbe solo avere il coraggio di ammetterlo. Ad oggi, purtroppo, non noto che ci sia questa disponibilità.”.

 

Per Paolo Bolognesi, presidente dell’“Associazione tra i famigliari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980”, sentito sempre da ‘AsgMedia’, quella di Cutonilli è “una causa persa” perché “ci sono stati 10 gradi di giudizio e Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti hanno avuto un’enorme fortuna grazie all’apertura del processo Ciavardini, nel quale avevano la possibilità di dimostrare la loro innocenza. Nel 1995 i legali dei due Nar avevano detto che avrebbero riaperto subito il processo ma non hanno fatto mai nulla”.

Eppure, sostiene l’autore di “Strage all’italiana” replicando a Bolognesi, “la maggioranza degli italiani difende questa causa persa. Non si possono ignorare queste evidenze sostenendo che nessuno ha letto le sentenze, o che sono tutti in malafede”. Oggi che la vicenda giudiziaria sembra terminata, aggiunge Cutonilli, “bisognerebbe avere il coraggio di confrontarsi civilmente su questo problema. Un problema di carattere nazionale che mi sembra destinato a crescere con gli anni. Temo che la verità su quell’atto disumano che fu la strage di Bologna sia ancora lontana. Per questo, in realtà, abbiamo perso tutti”.

 

E’ vero, dice Francesco Storace, leader della Destra, “sulla strage ci sono ancora tantissime ombre”. “Mastella se ne lava le mani”, accusa. “Non si vuole arrivare alla verità. Si vogliono solo individuare dei colpevoli a tutti i costi”.

 

E, proprio Valerio Fioravanti (condannato assieme a Francesca Mambro e Luigi Ciavardini in via definitiva per la strage di Bologna), ad AsgMedia, spiega come la verità su questa vicenda, alla fine, sia “un’illusione” anche se, oggi, qualche spiraglio potrebbe aprirsi essendo la vicenda svincolata finalmente dalla politica: “Oggi la sentenza sulla strage  - dice – non sposta piú voti, né a favore né contro. Ora solo le persone di buona volontà possono ricercare la verità, visto che non c’è piú il problema del rendiconto personale, di portare voti da una parte o dall’altra”. Ritiene, però, impossibile riaprire un processo. “Per farlo servono nuove prove. Ma come si fa a portare nuove prove ad un processo che è stato sostanzialmente indiziario? Tutto il procedimento infatti è stato fatto sulla base degli indizi, senza prove. Tecnicamente è impossibile la riapertura. Ma abbiamo anche la speranza che qualcosa possa succedere: almeno oggi non andremmo a sbattere contro il muro di gomma della contrapposizione ideologica. Le divisioni ci dovrebbero essere, invece, sul tipo di analisi storico-politica. Su quegli anni è rimasto solamente il silenzio”.

Silenzio, dal quale sarà difficile far emergere la verità.

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