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7 Dicembre 2012
La7 bene comune

di LUCA TELESE

Scusate, parlo per fatto personale. Con le offerte di ieri, inizia il giro di giostra finale che deciderà il futuro de La7. Potrei dire che interessa la Bignardi, Crozza, Formigli, la Cucciari, Lerner, la Gruber, la Merlino, Mentana, Nuzzi, le Parodi, la Panella, Porro, Santoro, i bravissimi giornalisti del tg e tanti altri, tra cui me, che vi scrivo.

E invece devo dirvi: l’esito di questa vendita, e l’assetto che il nuovo proprietario disegnerà, riguarda anche voi. Non sempre è chiaro, ai telespettatori, che la libertà dei volti di una rete è una garanzia per chi la guarda. Oggi, che l’addìo del nostro editore – la Telecom – sembra certo, posso scrivere, liberato dal conflitto di interessi, che chi, in modo diverso ha lavorato per questo canale, ha goduto di condizioni di autonomia rare e invidiabili. In cinque anni, dai dirigenti della Telecom, non ho mai avuto indicazioni o precetti sulle scelte di contenuto.

E quando abbiamo subito pressioni, le abbiamo avute dagli editti delle Authority orientate dal governo. È per questo che La7 oggi vale e pesa molto più degli ascolti che le attribuiscono: perché è credibile. Per questo La7 è un bene comune.