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25 Dicembre 2011
Bocca, appunti per un necrologio antiretorico

di LUCA TELESE

Adesso tutti celebreranno Giorgio Bocca come un grande maestro di giornalismo, come un grande maître á penser, come un grande eroe civile. E non ci sarebbe nulla di male in questo, se non che si ripete una stucchevole abitudine italiana, la fatale tendenza al coccodrillismo per cui i morti sono tutti eroi, grandi saggi e perdite irrimediabili per la società. Lo sono ancora di più se si sono meritati l'epiteto di "Maestri" in vita. Ora, non c'é dubbio che Bocca sia stato un personaggio, non so se si puó considerare "Maestro". Anzi, ho più di un dubbio in proposito.
Se posso scrivere questo pezzo é perché non mi sono mai associato in vita al culto di Giorgio Bocca, anzi. Io non voglio esprimere dubbi sul suo valore di giornalista: sarebbe sciocco e puerile, vista l'entità della sua produzione e la sua carriera. E non voglio parlar male di lui perché come tanti giovani della sua generazione ha militato nei Guf e nella stampa fascista durante il ventennio. E nemmeno perché in quel periodo ha scritto articoli sulla "congiura ebraica". E neanche perché era un uomo profondamente contraddittorio. E nemmeno solo perché ha preso cantonate colossali negli anni di piombo. E nemmeno perché ha scritto (ho riportato il passaggio cruciale di questo articolo integralmente in Cuori Neri) che quella delle Brigate rosse "era una favola eterna", una invenzione (!) dei magistrati. "Questa storia é penosa al punto di dimostrare il falso, il marcio che ci sta dietro – scriveva Bocca commentando il ritrovamento di un covo brigatista convinto che fosse una montatura – perché nessun militante di sinistra si comporterebbe per libera scelta in modo da rovesciare tanto ridicolo sulla sinistra" (purtroppo non era vero. Purtroppo no). Bocca aveva sostenuto all'epoca(l'articolo é del 23 febbraio 1975) che le Br non esistevano, e pochi anni dopo, nel marzo del 1980 duello in un faccia a faccia raccolto da un giovane Lucio Caracciolo con Giampaolo Pansa, non solo non aveva fatto penitenza, ma si era spinto molto più in la. In quella sede si spinse fino a dire che "La polizia sapeva benissimo che i covi brigtaisti esistevano" (fateci caso, l'esatto contrario di quello che aveva acuito!) che "la nascita del terrorismo rosso é stata tenuta a bagnomaria per costruire la teoria degli opposti estremismi", che i magistrati "Avevano messo Curcio nella prigione di Casal Monferrato perché volevano che scappasse". Pensate un attimo: secondo Bocca gente come Giancarlo Caselli e Carlo Alberto Dalla Chiesa voleva che Curcio scappasse! E infatti in quel faccia a faccia aggiungeva: "Io non ho la carta bollata con le firme di Caselli e del genrale Dalla Chiesa per provare che volessero la fuga. Io do un giudizio globale".
E nemmeno voglio stroncare Bocca perché disse che a Milano votava per la Lega salvo poi tuonare per anni contro la destra e la barbarie leghista. Non voglio imputarlo di aver duellato contro Dario Fo su Il Venerdí dicendo che si trattava di "un cretino" (Fo rispose ironicamente che era grato per l'appellativo). E nemmeno voglio condannare Bocca solo perché é stato il primo grande giornalista a prestare la sua firma a Silvio Berlusconi per l'informazione di Mediaset (ma, se non altro, perché dopo ha considerato servi tutti gli altri che lo hanno fatto. Perché ha scritto- dopo avere smesso di lavorarci di considerare Berlusconi "un maiale").
E nemmeno voglio stroncare Bocca perché ha detto che Napoli era un "cimiciaio" e nemmeno perché ha detto in una recente intervista: "Durante i miei viaggi – al sud – c'era sempre questo contrasto tra paesaggi meravigliosi e gente orrenda, un'umanità repellente». Non lo voglio criticare solo perché parlando di Palermo ha aggiunto sprezzante: «Una volta mi trovavo nei pressi del palazzo di giustizia. C'era una puzza di marcio, con gente mostruosa che usciva dalle catapecchie». Si può essere incoerenti e insieme geniali. E si può aver detto una castroneria nella propria vita. Quello che peró va detto molto francamente di Bocca é che – accecato dal suo estremismo viscerale e a tratti acido, é riuscito a dire, scrivere o sostenere almeno una cosa che mi pare veramente incredibile e grave in ogni decennio della sua vita. É stato un fuoriclasse, certo, ma amava molto stupire, inveire, aggiustare le realtà che ostacolavano la sua furia giudicante e la sua foga spesso approssimata. É stato un grande, certo, ma anche un grande cinico. Forse il modo migliore per ricordarlo senza sconfinare nell'apologia o nell'invettiva é ricordarlo con tutte le sue contraddizioni. Ci guadagneremo noi. Ma in fondo anche lui, perché era il tipo che si divertiva di più fra le fiamme dell'inferno che nei cieli azzurrini del paradiso.

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145 commenti »

  1. @breny: fra l’altro mi ricordo di un giovane Scanzi che scriveva di sport sulla Gazzetta e veniva simpaticamente bacchettato da Cannavò, e di uno Scanzi che fa i recital dedicati a Gaber… chissà se tutti questi Scanzi sono uno solo :-DD

  2. Vedremo el tue di contraddizioni caro Telese quando sarà il tuo momento, scrivi per “Il Fatto”, il più antiberlusconiano dei giornali e fino a pochi anni fa eri stipendiato da lui….ti auguro di avere la vita e carriera di Bocca, anche se fortunatamente guerre civili non se ne scorgono,forse così magari scriveranno di te in tutti i giornali…

  3. pezzo orrendo e viscido…a suo paragone l’articolo di Ferrara e’ un gioiello…Onore al partigiano Giorgio..

  4. e comunque almeno sulla vicenda di Curcio e il carcere di Casale non e’ detto che avesse torto..

  5. Non mi piace proprio né l’articolo né il metodo!
    Muore, il giorno di Natale il novantunenne Giorgio Bocca, giornalista formidabile e uomo con una biografia straordinaria e Telese pensa bene, in nome di un presunto “anticonformismo”, di deriderlo con un elenco postumo e capziosamente ingigantito di errori o contraddizioni in cui sarebbe incorso Bocca nei suoi 91 anni di vita..
    Ora non è che a natale si debba essere tutti buoni e che ad ogni morte il defunto vada celebrato, ma questa gratuita denigrazione di un uomo tutto sommato virtuoso nei fatti e negli scritti, (s)qualifica l’autore per quello che evidentemente è: d’altra parte si vede che gli anni passati a scrivere sul Giornale hanno formato Telese, tramandandogli quel “simpatico” metodo in forza del quale, tutti i pochissimi modelli (e Bocca lo era come uomo e come giornalista) da presentare ai giovani come esempi di capacità e indipendenza vadano comunque ridimensionati e possibilmente sbertucciati per errori privati compiuti in una vita durata quasi un secolo…
    E’ la solita storia per cui se tutti abbiamo uno scheletro nell’armadio (e tutti ne abbiamo..) nessuno può ergersi a modello o dare lezioni di moralità…..
    Personalmente continuerò a leggere gli scritti di Bocca, anche se a 17 anni in pieno fascismo era iscritto al GUF (e cmq a 20 viveva in montagna a capo di una divisione partigiana..) e anche se nei suoi 91 anni ha detto, scritto o fatto errori vari…Lo stesso consiglio a tutti visto, che Bocca era e resterà un giornalista/scrittore/uomo di razza purosangue…

  6. Leggevo proprio oggi sul Fatto le due pagine con gli articoli dedicati a Bocca. La tua analisi mi trova totalmente d’accordo. Soprattutto certi giudizi furiosi sull’ “umanità” del Sud sono irritanti e non si possono tralasciare in un’analisi complessiva dell’uomo e del giornalista.
    “É stato un fuoriclasse, certo, ma amava molto stupire, inveire, aggiustare le realtà che ostacolavano la sua furia giudicante e la sua foga spesso approssimata. É stato un grande, certo, ma anche un grande cinico”.

  7. Caro Luca Telese, stavolta, mi spiace dirtelo, ma hai perso un’ottima occasione per tacere. Forse, freudianamente, ti dava fastidio che, per un giorno, si parlasse di un altro giornalista. Non so cosa ti sia preso, ma il tuo articolo è inopportuno e, giornalisticamente parlando, abbastanza triste. E’ triste l’elenco che fai per giustificare la tua posizione; è triste che tu non abbia potuto aspettare nemmeno un po’ di tempo per esprimere il tuo parere, almeno per rispetto alla famiglia che, non credo, sarebbe molto felice di leggere questo giudizio, anche se, essendo famiglia di Giorgio Bocca, certamente ha poco interesse per le tue opinioni.
    Non so che periodo stiamo vivendo, se sia stato il berlusconismo a sdoganare l’espressione di qualsiasi pensiero ci passi per la testa, nel momento esatto in cui lo pensiamo, indipendentemente da dove siamo. Non credo che uno si possa mettere a fare le sue abluzioni alla fontana di trevi, giustificandosi con la scusa che tanto tutti lo fanno e sarebbe ipocrita nascondersi.
    Quando ad un uomo, prima che ad un giornalista, mancano pudore, sensibilità e rispetto, credo sia dura per lui pensare di poter diventare un grande giornalista.
    Una volta ti avevo inviato dei complimenti per il tuo ultimo libro, che confermo, anche se il mio pensiero sulla persona è molto cambiato.
    Riccarda

  8. Aggiungerei che Bocca è “sceso” dal cavallo fascista solo dopo il 25 luglio 1943 (anzi dopo l8 settembre) mentre un grande uomo e immenso giornalista- Indro Montanelli – ne discese a Mussolini trionfante e con tutto da perdere. Mi pare una differenza non da poco.

  9. Bocca cosa aveva da dirti te lo diceva- e lo scriveva- in faccia, Telese ha solo il coraggio di attaccarlo da morto.

  10. per riccarda : certo che leggere che davanti al tragico massacro del Vajont ( morirono i parenti di mia madre sommersi dal fango in casa ) Bocca scrisse che contro la natura non si può fare nulla ! peccato che la diga fosse stata fatta dagli uomini

  11. Neanche a me è piaciuto l’articolo di Telese. Penso si sia già pentito di ciò che ha scritto perchè è stato inopportuno esprimere giudizi così taglienti a poche ore di distanza dalla morte di Bocca. Certamente ritengo sia giusto non santificare una persona se non la si stima ,ma Luca ha proprio esagerato.Mi piacerebbe pensare che qualche brindisi di troppo gli abbia allentato i freni inibitori.

  12. insomma, basta parlare male dell’autore di rocky I, rockyII e dell’agente cobretti!

  13. Non mi sembra che Telese abbia attaccato o offeso Bocca, ha solo descritto quello che Giorgio ha fatto nella sua vita “i cazzi suoi” fra l’altro è stato pure poco coerente con le proprie idee e in continua contraddizione, sempre secondo i suoi interessi. Che a qualcuno dia fastidio che Bocca sia stato un grande “saltatore” ci può interessare poco, deve solo fare un esame di coscienza profondo per poter valutare le cose serenamente.

  14. Non mi trova d’accordo la premessa, per la quale tutti eleveranno grandi elogi ora che Bocca è scomparso. Mi pare che questo accada solo per persone dello spettacolo. Il TG2 ieri sera gli ha riservato un servizio molto duro e ha affidato il commento a Giampaolo Pansa, per niente dispiaciuto della scomparsa, che ha detto che la morte di Bocca lascia un vuoto da non rimpiangere.

  15. @81-luigi

    Dovresti fare a meno di citare Sassari, città con tradizioni culturali che non ti si addicono.
    Uno che si presenta scrivendo “SCIA CC ALLAGGIO”, dimostra chiaramente di essere uno di quei comunistoidi da strapazzo che, con molta probabilità, ha sprecato il suo tempo a fare assemblee di logorroici e vani parolai rosseggianti, emblema di una buona parte della gioventù di Sassari che ha un livello culturale inaccettabile.
    Riprendi gli studi iniziando dalle elementari e non proferire verbo sino a quando non imparerai almeno a consultare un vocabolario prima di esporti a certe figuracce!
    Tralascio qualsiasi commento sulle ridicole cose che hai scritto!
    Continua a votare prima Sanna, ora Ganau, e goditi la loro “metropolitana di superficie”!!!
    Auguri per l’inizio degli studi!
    Edmondo

  16. @ Angelo Latino

    “Qualsiasi mestiere ha i suoi segreti ma lei forse questo lo ha assimilato molto bene, ma che dire dello stile?”

    E della grammatica? Vogliamo dire qualcosa?

    “…Enzo Biagi hai suoi tempi per campare …”

  17. pezzo di Maurizio Chierici oggi il FATTO

  18. I tratti sono quelli di un giornalista di sinistra. Informale. In giaccaecravatta solo quando deve. Spende molti suoi articoli a parlare dei lavoratori. È stato il primo a portare i cassaintegrati dell’Asinara sul piccolo schermo. Un giornalista di sinistra, ma non nella semplicità del linguaggio. È un esteta che non si abbandona a semplice operazione stilistica. Riesce a coniare espressioni inedite. Definisce Auschwitz un “parco a tema sul terrore”. Utilizza onomatopei, in particolare ad inizio pezzo per condurre il lettore dentro il vivo del contesto narrato. Un nostalgico della vecchia sinistra. “Qualcuno – dice in un monologo – era comunista”. Per caratterizzare gli illustri personaggi che calcano la scena politica italiana usa appellativi, spesso preceduti da “ex”. In ricordo di quello che è stato e non sarà più. Un giornalista di sinistra che non ama essere definito tale. “Io non faccio il giornalista “di contrasto”, – scrive sul suo Blog – e nemmeno il “giornalista di sinistra”, non esprimo il pensiero di nessuna “borghesia dominante”, sono cresciuto in periferia.” Antiberlusconiano dal principio anche se ha lavorato per Il Giornale. Ha affermato: « Siccome penso che un giornalista non debba farsi guidare dalle sue preferenze politiche, di solito sono più severo con la mia parte che con il centrodestra.» Infatti, si sofferma ben volentieri a criticare chi è schierato nel suo versante ideologico. Impertinente. Riesce a scagliarsi contro il monumento del giornalismo appena defunto: Giorgio Bocca. Guardare la pagliuzza nell’occhio altrui è il suo gioco preferito. Talvolta, quindi, si concede al qualunquismo imperante. Sincero. Benevole con Porro, anche se non di rado palesa stizza di fronte a molte delle affermazioni del collega. Decide di lavorare a fianco di Cruciani nella radio di Confindustria. Dopo poco viene sbattuto fuori perché insulta ripetutamente Marcegaglia. Irruento. Vero.

    Ha 41 anni ed ha origini sarde. Insomma, per tutti: Luca Telese.

  19. qualche tempo fa ho pensato d’intervistarlo, il Telese, ma poi ho pensato “ecchissene!” e ho lasciato perdere… non mi piace, il Telese.
    Giorgio, invece, lasciava sempre a Bocca aperta… avrei voluto eccome scambiarci due chiacchiere!
    Ferrara poi… lasciamo perdere!!

  20. ahahahahah Berluconi che invita guidoriccio ahaha

  21. Caro Dott. Telese, non è mia abitudine partecipare a discussioni su blog o forum. Ma il suo articolo su Giorgio Bocca mi ha inorridito…credo che qualsiasi giornalista italiano (lei compreso, mi spiace dirglielo) abbia solo da imparare da uno qualsiasi dei libri e degli articoli di Bocca. Partigiano, azionista, antitaliano, magnifico scrittore e grande giornalista…Giorgio Bocca era semplicemente il più grande. Le auguro di cuore (sia detto senza alcuna ironia) che lei riesca ad acquisire anche solo un centesimo delle capacità di Bocca.
    La saluto cordialmente, Riccardo

  22. Mi fanno un po’ specie gli elogi di gente come Travaglio e Saviano e tanti altri giornalisti dell’ala anti B che si sono guadagnati il rispetto di lettori che hanno sempre cercato un’informazione libera ed imparziale. Da quei giornalisti mi sarei aspettato almeno un appunto su una delle scempiaggini scritte e dette da Bocca durante la sua esistenza. Sono d’accordo con Telese, mi è piaciuto molto questo articolo.

  23. Non voglio parlar male di Bocca ,…non voglio… ma intanto il nostro Telese tenta di farlo, corroso evidentemente dall’invidia per la distanza abissale che c’è e rimarà tale tra lui e questi grandi giornalisti previrtuali che ovviamente,come tutt,i avevano i loro difetti,ma, a differenza del nostro modesto Luca, restano dei grandi e veri giornalisti.
    Venendo al merito:
    penso che al di là delle strumentali tesi telesiane , essere buono o cattivo giornalista non dipenda dai diversi strumenti utilizzati,o dalle proprie personali convinzioni o dal contesto in cui uno si trova ad operare,ma dalla sua capacità di essere onesto intellettualmente, capace di leggere gli eventi in modo indipendente e libero in qualunque testata si scriva, non essere dei piacioni fini a se stessi come l’accoppiata Telese -Porro per intenderci,saper anche intuire i processi e fornire chiavi di lettura in funzione sempre DEGLI INTERESSI DEL PUBBLICO e non di altri poteri. Naturalmente servono anche altre doti,ma questo punto ;lavorare al servizio della gente è fondamentale,come denunciare e non nascondere le notizie scomode come accade purtroppo oggi su gran parte delle testate giornalistiche piu’ o meno asservite o media televisivi. tAltra dote fondamentale è quella di saper essere aurocritici e Bocca insieme a Montanelli lo erano,a differenza dei gionalistucoli rampanti venduti di oggi, ma, oltre a tutto questo ,giusta o sbagliata che fosse sapevano anche proporre una loro visione un loro sogno di quel che l’Italia avrebbe potuto essere e non era. Proponevano insomma anche dei modelli possibili ,cosa che oggi ben pochi propongono oltre a scadere nel conformismo superficiale generale. Avere il coraggio di dichiararsi di schierarsi anche con onestà e di non fingere una presunta obiettività di facciata ingannando il pubblico.
    Dovessi dire quale sia oggi il giornalista giovane (si fa per dire) che più si avvicina a questi due grandi del passato direi senza esitazioni : Marco Travaglio .

  24. Certo che tra voi, nella corporazione dei giornalisti, ce n’è di invidia che vi cavereste gli occhi da vivi. Figures da morti. In questo post sei un attimino invidioso.
    Io leggevo sempre 2 volte le cose di Bocca, perchè sono scritte in italiano impeccabile e dicono quello che vogliono dire in poche parole. Magari scrivessi come lui.
    Poi perchè parlava del mondo dell’Italia in modo diretto coi luoghi comuni nostri, senza gironzolare come ad es. il giulianone ferrarone, che scrive scrive ma non ci capisco nulla. O come Scalfari che quando parla di economia è ok, ma per il resto no.
    Ma sopratutto perchè nei momenti decisivi è sempre stato con coerenza contro il potere vero e ha rischiato.
    Quello che dice del sud lo diciamo tutti noi al nord, sinistra e destra senza distinzione. Tutti furono fascisti e poi anti, ma pochi, quelli con le palle, presero le armi e andarono in montagna. Le BR erano simpatiche a una parte della borghesia milanese italiota radical chic, ma molto simpatiche agli operai. Manipulite è stata causata dalla lega lumbard appena nata. Il Berluska fu innovatore e creatore, alla fondazione di telemilano2, poi incraxito. A Milano tutti erano craxiani, poi anche lui tradì. Il Bocca insomma era uno di noi.
    Magari ce ne fossero come Bocca. Magari tu diventassi Luca in futuro come Bocca.

  25. E non e’tutto:Bocca aveva la malsana abitudine di mettersi le dita nel naso,urinare,defecare,ruttare e altro ancora! Però,c’è un però:Lui era Giorgio Bocca,mentre chi ha scritto questo articolo era e resterà solo e soltanto lo sparring partner di Nicola Porro!

  26. Sostanza a parte (aspetteremo con ansia di leggere un articolo del genere sul camaleonte Telese dopo la sua dipartita..) ha sbagliato tutti gli accenti! Terza persona singolare, presente indicativo, verbo essere: ci vuole l’accento GRAVE, non acuto!..così come la parola “però”..

  27. @ Telese

    Molto bello l’ articolo sul matrimonio di Boccia e la De Girolamo.

    Però potevi chiuderlo con un bel ESTIKAZZI

  28. ottimo signor Telese, dei motli commenti che leggo creido che ben pochi dei loro autori abbiano letto davvero Bocca. Nessuno ricorderà le parole su Pasolini morto di fresco, nessuno le enormi panzane raccontate su Napoli siamo noi, una per tutte gli scippi in tangenziale ai danni di donne pedoni… In tangenziale….

    Nessuno ricorda le parole spese su Moro defunto, la negazione parossistica delle BR, le invettive non sui governanti di Napoli ma sulla popolazione come gretta parlando di città decomposta da milgiaia di anni, cosa che, se uno solo dei qui presenti utenti avesse studiato storia, saprebbe che non può esser detta nemmeno come provocazione, se non si vuol esser davvero beceri e inconsistenti…

    Signor Telese, mi permetta, davvero trovo scandaloso l’elogio a chi tra un ghigno e l’altro, dice in televisione:- i Leghisti dicevano Forza Etna Forza Vesuvio- gigno e risatina – ma forse è un poco esagerato- altro gigno e risatina.

    Chi mi venga a dire che si rivolgesse a politici e governanti con questa frase o che la intendesse in maniera scherzosa o provocatoria, è davvero ben colpevole di ipocirsia e esempio di quanto peggio esprima la società italiana.

  29. non facciamo in tempo a parlare male di Bocca che si parla male di Steve Jobs

  30. Ma quale invidia… finalmente… finalmente!!
    Finalmente qualcuno che non si sia fatto trascinare dalla solita ipocrita consuetudine di santificare a prescindere… anzi in maniera direttamente proporzionale a quanto la personalità in questione sia stata problematica e provocatrice in vita…
    Sinceramente grazie, Luca!

    Da una fiera rappresentante dell’ “umanità repellente” del meridione.

  31. per Mario : IL FATTO ha parlato male di Bocca attraverso Maurizio Chierici

  32. il procuratore CASELLI come me detesta chi di sinistra occhieggia a destra… non mi piace Formigli e non mi piace Sallusti o non si può dire ?

  33. Credo che Luca Telese abbia fatto più che bene a lumeggiare, in tutta la sua contraddittorietà, la biografia di Giorgio Bocca. Che poi, a ben vedere, è una contraddittorietà che riguarda l’intera storia d’Italia, specialmente quella del secolo appena trascorso. E finché non avremo il coraggio di affrontare questa contraddittorietà nel suo insieme, senza voler dividere a tutti i costi i buoni dai cattivi, credo che non riusciremo mai davvero a fare onestamente i conti con il nostro passato…

  34. solo l’Espresso ha ricordato bene Bocca

  35. Grazie, Francesca!!

  36. allora chi ha capito tutto di Napoli ma molto prima prima di Bocca è stata Jessie White nel suo indimenticabile libro dal quale Matilde Serao ha attinto a piene mani e non solo la Serao

  37. la miseria in Napoli e già il titolo la dice lunga : lei sì’ è stata una grande giornalista ben prima della Fallaci

  38. noioso!

  39. @110

    La diga, fatta dagli uomini, non ha alcuna colpa del disastro.
    E’ rimasta dov’era, fortissima ed impotente.
    Mi spiace per i tuoi parenti.
    Sicuramente sarai stata e sarai ai funerali di Franco Panariello e don Verzè: è infatto impossibile che non siano tuoi parenti od affini!
    Buon Nuovo Anno.
    Edmondo

  40. Mi piace. Niente di inopportuno. Se è vero che «cogito ergo sum» allora il pensiero, che sopravvive al corpo, rende una persona immortale e per questo è meglio ricordare sempre chi era una persona e non “purificare” tutto in nome del bigotto rispetto post-mortem all’italiana.

  41. Io non sono un analista storico, nè un esegeta dei fatti! Sono un uomo umorale, molto biologico che si lascia guidare, come un primitivo, dagli istinti: fame, sete, simpatia, antipatia, ira. Nel giudicare gli uomini mi baso molto sui volti, sulla fisiognomia o fisiognomica che dir vsi voglia, e sugli stimoli che questa suscita sugli istinti. E quando vedo le facce dei Telese, dell'”Elefantino” provo un incontenibile e non meglio definibile senso di nausea.
    Telese, poi, ha il profilo e l’espressione del livorosetto ambizioso quanto mediocre e antipatico.
    E uno così, un pigmeo del del carattere e della scrittura, si permette di dar sfoggio del suo sadismo sue “necrofagico “,da profanatore della storia del GRANDE GIORNALISMO, come ha fatto in moerte di GIORGIO BOCCA! Già, questo Telese, mi puzzava non poco doverlo annoverare fra i Giornalisti del “Fatto Quotidiano”,che leggo dalla sua fondazione. Colgo l’occasione per ripromettermi di non comprarlo più, e di consiglierò agli amici di fare altrettanto. Ma com’è possibile tenere assieme, nello stesso quotidiano un Telese con un Flores d’Arcais, un Marco Travaglio,un Furio Colombo o, sia pure, un Antonio Padellaro ?
    Chi scrive, appartiene a quella schiera di “teste di legno” a cui GIORGIO BOCCA ha insegnato a ragionare con Gli occhiali deformanti del pregiudizio, dell’incoerenza e dell’opportunismo, delle verità squadrate in blocchi con l’ascia”. Personalmente mi compiaceri di somiglirgli, anche solo per un aliquta centesimale. E ho in studio un suo poster accanto a quello di Verdi, Di Ugo La Malfa e di Rigoni Stern.
    PAOLO CIOLI
    Paolo Cioli

  42. Se un 18enne si schiera col fascismo e poi ne esce e si schiera con pensieri opposti è solo da apprezzare!
    Ce ne fossero di gente con i suoi attributi in italia.
    Lasciate perdere!

  43. E’ vero, Bocca “aggiustava la realtà”.

  44. proporrei di spargere le sue ceneri sull vesuvio /etna

  45. Gli accenti del pezzo sono tutti sbagliati.

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