Lettere dei lettori

17 Agosto 2009
Dal Giornale al Fatto. Attese e speranze

Caro Luca,
ti sembrerà strano che qualcuno viva (anche) di queste attese, ma devo dirti che aspettavo da anni due cose: la nascita di un giornale come Il Fatto e che persone come te scrivessero in un quotidiano come quello che nascerà a settembre -sempre che le attese vengano confermate. Sono uno di coloro che ha iniziato a leggere i tuoi articoli a seguito delle chiacchiere che si facevano e si fanno a sinistra sul tuo conto -"un mezzo fascista" ma le fonti non erano delle più affidabili- e mi sono incuriosito ancor di più a seguito di un articolo sferzante che scrivesti sull’associazione per cui ho lavorato, l’Unione degli Universitari, e in cui raccontavi le vergognose dinamiche interne alle giovanili di partito e a certo associazionismo di sinistra. Da allora ti seguo sempre, con la stessa curiosità che mi ha sempre suscitato un personaggio "anomalo" come Massimo Fini, e la mia stima nei tuoi confronti è cresciuta. Il pregiudizio iniziale -"è stipendiato da B. e va a Casa Pound"- si è sciolto di fronte alla lettura dei tuoi articoli e ascoltando ciò che pensi: ho visto, letto e sentito una persona libera, cosa rara nell’Italia di oggi.
Senza fartela troppo lunga, sono contento che collaborerai con il giornale di Padellaro. Mi aspetto un quotidiano libero e pungente, che faccia scalpore, i cui redattori siano ancora capaci di fare domande alle conferenze stampa che mettano in imbarazzo e in difficoltà il politico di turno, vorrei un giornale di cui parlino male i politici abituati a giornalisti senza domande. Mi aspetto molto e quindi ti scrivo per darti il mio "in bocca al lupo". Scegli una strada difficilissima e ne lasci una che sicuramente ti ha dato visibilità e -credo- anche qualche sicurezza economica in più rispetto a quella di un giornale senza editore.
Continuerò ad essere un tuo lettore, ma questa volta potrò addirittura comprare il quotidiano su cui scriverai e non posso che esserne felice!
Buona fortuna,
Nicola

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91 commenti »

  1. @ Giovanni Colin “Lei è disposto a spiegare ai lettori del Fatto la vicenda nei perchè che permisero al Sig. B. e famiglia…”

    Per aprire gli occhi agli italioti ci vuole ben altro (forse il ritorno di quel “tipo” che ridava la vista ai ciechi). E non capisco il riferimanto alla contrarietà eventuale di Travaglio che su tutta la vergognosa vicenda ha scritto anche un bellissimo libro (Montanelli e il cavaliere) e ha preso posizione più volte in difesa del grande Indro anche in tv (ricordi al “raggio verde” di Santoro contro Feltri? poi sputtanato in diretta da una telefonata dello stesso Montanelli).
    Comunque da qualche parte bisogna cominciare. Speriamo che Il Fatto sia davvero un inizio!!!
    Auguroni a tutti NOI de “Il Fatto”, Telese compreso.

  2. c

  3. Quest polemica mi ha un pò nauseato a dire il vero. Constato soltanto che c’è gente estremista a cui, più che il Fatto, servirebbe la riesumazione del giornale di Lotta Continua, così magari si ritrovano a proprio agio con gli slogan presenti là sopra: basterà sostituire il nome di Telese a quello di Calabresi e il gioco è fatto (questa è un pò forte, lo ammetto) . Aggiungo solo che, se proprio si hanno delle riserve, bisognerebbe almeno aspettare di vederlo all’opera; questo sarebbe un comportamento da persone davvero civili e ragionevoli e non il linciaggio a priori. Altrimenti fra voi e gli ultrà berlusconiani, a parte le idee diverse, non c’è alcuna differenza di comportamento.

  4. Gentile dott. Luca Telese, ho letto le sue riflessioni e ho notato che Lei sfugge a una considerazione di fondo: quando si scrive per un giornale che, a mio avviso, mostra di non aver in conto l’etica e lo sforzo di avvicinarsi alla verità, non c’è distinzione che tenga!
    Intendo dire che Lei con il proprio contributo giornalistico, che pur ritiene autonomo e culturalmente disinteressato, aiuta oggettivamente il restante 99% di scelte disinformative di quella testata.
    Il discrime è proprio questo: qual’è il risultato finale sulle conoscenze di una comunità di un’azione giornalistica come quella attuata dalle testate berlusconiane? Esiste un oggettivo aiuto ai cittadini-lettori ad elevare lo spirito critico, l’approccio scientifico alla realtà italiana in cui viviamo, il senso delle Istituzioni? O, invece, il risultato finale che si è raggiunto è quello della sedimentazione delle mistificazioni e della alterazione della realtà tra coloro che hanno minori anticorpi culturali per potersi difendere?
    Io guardo a questi ultimi, a come sono stati trattati da una classe giornalistica che in gran parte è tecnicamente ignorante o, peggio, in malafede. Mi interessano molto meno i pochi che sanno e tacciono colpevolmente; che non marcano la nettezza dei principi o la complessità della realtà quanto nè è, rispettivamente, è il caso.
    Sotto questo profilo, quindi, La invito a non sopravvalutare il suo contributo personale all’interno de “Il Giornale” se poi l’intera operazione mediatica conduce a risultati che io ritengo devastanti nella formazione dell’opinione pubblica.
    La prego poi di evitare metafore come gli “esami del sangue” che a lei non dovrebbero essere richiesti perchè Lei non li pretende da altri.
    Per quanto mi riguarda, e cioè nella mia vita e nella mia professione, sono disposta a farmi esaminare 70 volte sette (per dirla evangelicamente) sulla mia ortodossia democratica. E questo proprio perchè io adotto lo stesso metro su chi vuole interagire con me.
    Con questo voglio dirLe che sono molto sospettosa e, come abbonata al Fatto, attualmente fortemente perplessa della sua prossima collaborazione.
    Se Lei avrà modo di smentire in futuro questa mia brutta sensazione, sarò io per prima a rallegrarmi.
    E’ meglio, però, che Lei sappia che le mie valutazioni saranno calibrate su quella che è stata sin ora la Sua storia professionale.
    Cordiali saluti.
    Vincenza

  5. Perfetta Vincenza.

  6. mi sembra che si confondano tre questioni:
    1 Luca Telese è un bravo giornalista?
    2 La militanza a Il Giornale lo dequalifica irrimediabilmente?
    2 Il Fatto dovrebbe far scrivere L.T.?
    Sul primo quesito, da non lettore de Il Giornale e dei suoi libri, non ho gli elementi per giudicare ma mi risulta che sia un giornalista stimato dai suoi colleghi non solo per le opinioni che esprime ma per le notizie che è in grado di trovare (componente essenziale – credo – nel lavoro di un bravo giornalista).
    Il secondo quesito mi sembra impostato in maniera troppo radicale. E’ quasi come sostenere che i giocatori della Juventus di Moggi non dovrebbero più calcare i campi di calcio…
    Sul terzo punto, mi pare che la risposta sia ovvia a meno di non desiderare a tutti i costi un giornale ottusamente autoreferenziale. Da lettore e abbonato ne sono contento: se non gradirò le opinioni avrò almeno accesso a delle notizie che altrimenti non avrei letto.
    Un saluto a tutti
    Matteo

  7. #Matteo

    Ben detto caro Matteo. Come si fa a sostenere che uno, se ha scritto sul Giornale , è un venduto a prescindere? E’ questo che non mi spiego, visto che, a parole, i sostenitori e finanziatori del Fatto sono dei gran liberali. Ma purtroppo c’è gente che “confonde il dialogo con il monologo” (cit.), che preferisce discutere con chi ha la sua stessa opinione, sennò ti invitano ad andartene, come nel blog Voglio Scendere. Ripeto quindi la fatidica domanda: che razza di democratici sono questi che dicono di combattere contro la tirannide berlusconiana e poi reagiscono in questo modo, se una cosa non gli garba, e cioè lanciando sentenze inappellabili e rifiutando qualsiasi confronto? E non basta elencargli i fatti, cioè le cose che Telese ha detto e fatto nel corso della sua carriera e che dimostrano come non sia affatto un venduto, almeno a chi ha occhi per vedere ed orecchie per intendere, ma importa solo che ha scritto sul Giornale, e questo basterebbe, per i liberali a parole a chiudere tutte le porte, qualsiasi spiraglio di discussione.

  8. C’è sull’Unità di oggi (unico giornale leggibile in attesa del Fatto) una lettera di una tal Giovanni che appoggiando VEcchioni ( il cantautore) sulla fiducia che bisogna avere nel PD si schierava sottotraccia coi vecchioni (i cantaballe) che stanno per riprenderselo. Per loro e consimili la nascita del Fatto rappresenta uno vero spauracchio: essere attaccati da un giornale fuori dagli schieramenti che può scrivere qualsiasi cosa su Unipol e cooperative rosse è dura da mandar giù. Ora visto che lo stile robonte è lo stesso, non è che il nostro Giovanni è il medesimo lettore dell’Unità ed è per caso un professionista guastatore messo in campo dalla Spectre di D’Alema. Bellissimo quanto assurdo. Quel che è certo è che certi giornalisti fanno paura in un Italia nella quale tale mestiere di avvicina più alla Escort..(ma di concetto eh?! )

  9. x Giampaolo 8:57
    Anzitutto W il Fatto e concordo totalmente con il Suo augurio finale (io già lo so, v. antefatto che siamo d’accordo): da Dagospia arriva, anche se immaginavamo, che Gomez lascia ufficialmente L’Espresso e si unisce alla ns Redazione (mi sa che il fronte arrivi così è più tranquillizante, non trova?).
    Per Travaglio c’è un equivoco (anche colpa mia data l’ora, non piu l’età) intendevo in riferimento all’art. chiesto aTelese al punto 2). Si figuri che Marco lo conosco (non di persona) da quando iniziò nel Giornale di Indro.
    Quanto alla vicenda Montanelli/B. (non riesco più nominarlo) conservo quel VHF, c’era anche la rappresentanza, collegata da Milano di noi abbonati e lettori guidata da Federico Orlando (oggi nell’art.21 con sito) a reclamare la vendita a Montanelli ed a noi tutti del quotidiano. Ma il Berluschino presente in studio da Santoro, proprietario per aggirare la legge Mammì, disse NO (o forse il ‘pronnunciamento’ venne dal lontano Sultano anche ventriloquo? così a naso era TROPPO difficile per il beluschino una tale ‘levata di scudi’ non pensa anche lei?
    ARRIVATO ANCHE GOMEZ, ad majora! Siamo già in 20.000 ABBONATI! mi piacerebbe sapere i n.ri di abbonati di certi Giornali BIG.
    Forza che ce la facciamo!!
    Salutoni

  10. Per Matteo e per Antonio.
    Io penso di essere stata abbastanza chiara nel post n. 54.
    E’ notorio, anche per semplice cognizione sociologica, che se frequenti talune persone o ci lavori – volutamente – insieme, ne accetti anche le idee o le prospettive politiche. O quanto meno dimostri all’esterno di accettarle. Ed è troppo comodo far carico a chi si trova all’esterno di un ulteriore onere di conoscenza.
    Io non devo fare psicologia per sapere, in condizioni di normalità, quali sono le intime convinzioni del mio simile. Mi basta vedere e valutare le azioni che egli compie
    Poi, certo, vale il principio volterriano per cui io darei la mia vita perchè un altro possa pensarla diversamente da me (a patto che non commetta reati e che non alteri la realtà dei fatti). Ed è cosa che ribadisco.
    Il che non toglie che a me non piacciono le giravolte politico-(pseudo)culturali fatte senza un adeguato percorso di riflessione.
    Spesso si finge di considerare questi 15 anni come un tempo in cui non ci si possa o si debba schierare perchè tutto è andato come al solito in Italia.
    Non è affatto così perchhè è stata intaccata, come mai prima, la tradizione culturale del Paese e i modelli di formazione dei giovani.
    E i danni di questa degenerazione antropologica li pagheremo per anni.
    E di fronte a tutto questo sfacelo c’è chi ha preferito barcamenarsi.
    E’ la regola del barcamenarsi che ha fatto sì, per dirla con le stesse parole del dott. Luca Telese, che gli ex maoisti di un tempo si siano trovati con gli ex montanelliani; che gli ex di Lotta continua si siano trovati a sostenere chi ha distrutto ogni idealità diversa dal portafogli e da anni esalta la mercificazione del corpo, del tempo e delle donne.
    Tutti amabilmente insieme ma ben distanti dai luoghi e dalle persone che poi subiscono le conseguenze della mancata chiarezza sui principi guida di una comunità civile.
    Io invece ho preferito schierarmi nel mio quotidiano. E, per far qualche esempio, dalla parte di chi cerca la verità, costi quel che costi; dalla parte dei più deboli economicamente e culturalmente; dalla parte dei neo diciottenni votanti rimbecilliti da due decenni di televisione commerciale a cui si è adeguata quella pubblica; dalla parte di quei ragazzi che dall’adolescenza hanno sempre sentito indicare i magistrati che facevano il loro dovere come “eversivi”, “cancro della società”, “mentalmente disturbati”. Dalla parte di chi non ha mai potuto vedere in prima serata trasmissioni di autentica formazione civile e, invece, si trovato a subire il videomessaggio di un premier che attacca le decisioni della Corte di Cassazione, in assenza di contraddittorio e senza conoscere le motivazioni del provvedimento (gennaio 2003) .
    Io sono onorata di stare ben lontana da chi ha taciuto o ha nicchiato davanti a queste vergogne; da chi non ha preso le distanze in modo chiaro; da chi non ha indicato un percorso alternativo alle menzogne e alle mistificazioni.
    Poi – e lo ripeto per la seconda volta – è evidente che il dott. Luca Telese può anche cambiare idea come è accaduto a San Paolo sulla via di Damasco.
    Ma come tutti gli uomini deve attendersi, in considerazione delle sue scelte precedenti (legittime, ma altamente opinabili), che le persone che dal 1994 – spesso in solitudine, senza gli imput di “dagospia” e toccando ogni giorno la melma che arriva a valle a causa dei disvalori sociali propagandati in questi anni – hanno subito ogni tipo di aggressione alle loro intelligenze, siano caute nel valutare le Sue azioni e le sue riflessioni.
    Se si fosse un po’ più umili, anche intellettualmente, sarebbe meglio.
    Vincenza

  11. #Giulia

    Cara Giulia, il fatto è che Telese non ha affatto cambiato idea come San Paolo sulla via di Damasco. E’ sempre rimasto della stessa. E’ questo che le tricoteuses non gli perdonano: il fatto che da comunista abbia scritto per il Giornale. Il fatto è che è riuscito a scrivere sul Giornale mantenendo intatta la sua indipendenza di giudizio, come dimostrano le sue prese di posizione nelle interviste e nei programmi che ha condotto, ma anche sugli articoli di giornale, dove non ha mai, e sottolineo mai, leccato il culo a Berlusconi in alcun modo.

  12. # Vincenza

    errata corrige: era per Vincenza non per Giulia Che non esiste in questa discussione). Sorry.

  13. antonio 2 , ho appena letto il tuo commento n 58 e l’unica cosa che ho da dire è che sei un cretino, ed ora vi saluto. non vorrei che frequentando troppo questo sito poi divento troppo intelligente e vado ad abboanarmi il gi giornale. non vorrei che ci fosse un altro telese da quelle parti ,mi dispiacerebbe perdere i suoi articoli tra le calunnie di Facci e le analisi di betulla/farina

  14. Per matteo 15;05, e ovviamennte per chi condivide.
    Non inizio alcuna polemica/dibattito non frequentando abitualmente questo blog (ho un’età e seguo solo quelli a cui tengo particolarmente). Il mio intervento anche sul’altro blog di Telese (più articolato e direi onnicomprensivo) si concludeva con un: aspetto di leggere gli articoli sul Fatto (cui siamo entrambi abbonati) per giudicare.
    Immagino sia condivisibile.
    Le tue tre questioni, che tra l’ altro sono autodecise, un pò meno. Ovviamente ad ognuno di noi possono venire questioni diverse da sottoporre = impossibile aprire un confronto su decine o centinaia di questioni diverse.
    Il riferimento cui riferirsi quindi, in specie per chi come me ha solo visto Telese in TV (e non mi è piaciuto affatto tra l’altro, sono rarissimi i TVgiornalisti ‘accettabili’), sono le parole di Telese stesso dopo la notizia del tresferimento dal Giornale al Fatto. Il blog 1 (l’altro in home page per capirsi, dove ho inserito il post) è stracolmo di fans di Telese, nulla di male ovviamente.
    Riprendo comunque la tua 2) questione: la militanza al Giornale lo dequalifica ecc. Non credo, attenderò gli articoli, ma soprattutto due indicati in particolare nel post 49 di questo blog2.
    Telese si presenta ‘autodequalificandosi’ quando oggi (anche comprensibile umanamente dopo 10 anni di Giornale del Sig. B.) descrive la Redazione precedente “… tante teste diverse, tante radici culturali, tante opinioni opposte….” sic! e poi dopo l’elenco dei sopravvissuti degli indirizzi politici post tangentopoli (riuniti dal furbo Sig. B. per il suo successo), cita, basta leggere Telese stesso, “…anche qualche montanelliano superstite…” eh NO, capisco mantenere le amicizie (nel bel paese poi!) ma o è sciocco (e non credo) o è in malafede (e la cosa mi preoccupa): i ‘montanelliani’ (nel centenario della nascita di Indro poi!) rimasti non sono superstiti, furono assoldati dal Sig. B. (quindi berluscones) e non possono essere definiti ‘montanelliani’ da 15 ANNI. E’ un ‘messaggio’ subliminale di tipica derivazione (meglio deviazione eh) televisiva inaccettabile.
    Io e come me molti altri siamo ancora Montanelliani e non abbiamo, ripeto da 15 ANNI, mai più letto i ‘superstiti’ (Travaglio non è un superstite per ns fortuna!) montanelliani della redazione della Voce del Padrone.
    Un caro saluto e l’ auspicio di un nuovo intervento molto apprezzabile di Telese, visto che siamo in casa sua.

  15. 54 Vincenza
    Analisi , letta solo adesso, semplicemente P E R F E T T A!! Credo che Telese potrà dimostrare la propria intelligenza e i propri intenti con un ‘apprezzamento’ scritto del Suo Intervento qui sul Suo blog.
    Quanto ad Antonio, penso che Telese abbia le capacità per difendersi da solo (sarebbe un bel guaio per noi del Fatto altrimenti!).
    Ancora COMPLIMENTI , per quel che può valere non cambierei una virgola, cara Vincenza.

  16. #60 dalle prime righe:::: allora marco travaglio che scriveva sull’unità è diventato un comunistaccio che sosteneva il pd ?????

  17. TK, non facciamo paragoni tra il Giornale e qualunque altro quotidiano mondiale

  18. non mi pare di averlo nominato

  19. Ribadisco qui ciò che ho scritto sul blog di Travaglio:

    Onore a Luca Telese per la scelta.
    Il suo è un atto di coraggio che spero sarà premiato.
    Telese è sincero quando parla di rischio, di nave corsara. Lascia uno stipendio sicuro e potenzialmente sostanzioso (un giornalista “di sinistra” che spara contro la sinistra è merce preziosa per i giornali di Berlusconi) per approdare in acque incerte.
    Gli bastava leccare bene il culo per assicurarsi presenze a Mediaset/Rai, stipendio all’altezza, magari un bel seggio in Parlamento nel PDL.

    Uno così è rivoluzionario. Anche i suoi detrattori dovrebbero dargliene atto.

    Ora, aldilà delle questioni politico-morali del suo precednente incarico, pensate alle qualità di Telese: il suo è un giornalismo vispo, divertente, che si fa leggere volentieri. Il Fatto ha assolutamente bisogno di cronisti politici di qualità, altrimenti rischierebbe di farsi un polpettone di opinioni.

    Se riuscissero a imbarcare anche Antonello Caporale e Massimo Fini sarebbe fantastico.

    Ce ne fossero di Luca Telese.

    ——

    Aggiungo una amara considerazione: i commenti deliranti sul “doppio gioco”, sul “servo berlusconiano” ecc. sono atteggiamenti tipici dei grillini. Individui cresciuti a pane e odio, propensi alla distruzione, pronti a bacchettare col ditino ammonitore questo e quello, duri e puri che si dicono antiberlusconiani ma alle elezioni si sono sono astenuti perché il santone ha rivelato loro che “PDL e PDmenoELLE sono uguali”.

    Ora, dobbiamo essere franchi: Travaglio ha le sue responsabilità ad aver sdoganato un esercito di pressapochisti e qualunquisti rozzi, che dividono tutto in Bene e Male, Bianco e nero, Juve e Inter.
    Spiace dirlo ma questi individui ideologizzati, rabbiosi, duri e puri, danosissimi alla causa della sinistra e soprattutto dell’antiberlusconismo, se li è coltivati proprio Travaglio.
    Che è un “genio assoluto” e un gran lavoratore, sono d’accordo con lei, ma prima o poi dovrà affrontare i mostri che ha contribuito a creare.

    Concludo con una nota ottimista: si tranquillizzi, caro Telese.
    “Il fatto” andrà bene.
    Le faccio comunque i complimenti per il coraggio. Ha dato un bell’esempio a tutti.

  20. Che noia, TK, leggendo il messaggio 60 chiaramente riferito a Telese, è ovvio che vincenza stava parlando della sua appartenenza al Giornale, su, non facciamo perdere tempo…

  21. Certo Demmini, il grande problema in italia sono questi rozzoni che non vogliono dialogare con berlusconi. Lo si combatte molto meglio andandoci a cena insieme… Mi spiace ma il guaio in italia è proprio questa grande voglia di compromesso, questa mancanza di rigore, di regole, di indignazione. In Italia non c’è mai nulla di bianco o nero, tutto si aggiusta, tutto si accomoda, tutto si perdona, si dimentica. Il problema dei grillini piuttosto al limite è quello che non riescono mai ad organizzarsi in un qualcosa di concreto…
    Telese, che ha appena finito di scrivere per una macchina della propaganda berlusconiana ora zompa su un progetto che doveva nascere un po’ duro e puro, e che si è già capito che non lo sarà, per la gioia di Demmini.

  22. Ma perchè questi pregiudizi? Perchè con Telese il Fatto non dovrebbe essere duro e puro? Ma roba da matti!

  23. ma sto qua forse non sa chi è telese, come parla, come pensa, come lavora

  24. Concordo in pieno, enrigo.
    C’è sempre qualcuno che pensa che il rigore argomentativo e l’intransigenza morale nella vita comune siano strumenti sorpassati dalle “sorti magnifiche e progressive” dei tempi attuali. Insomma il “saper vivere” è ben altra cosa e bisogna guardare ai modelli COMUNQUE vincenti che i media propongono
    Salvo poi a ri-scoprire l’esistenza di questi principi e a sperare in una loro strettissima osservanza quando ci si trova a dipendere dal responso di un medico, dalla decisione di un magistrato, dalla valutazione di un amministratore pubblico, dalla disponibilità di un assistente sociale quando si tratta di salute, di diritti, di disagio in generale.
    In quel caso ognuno spera sempre che il medico, il magistrato, l’amministratore, l’assitente osservino con assoluta nettezza i loro doveri deontologici. E magari vadano anche oltre la regola guardando alla concretezza delle esigenze della persona che hano davanti.
    Mi riferisco, è ovvio, alle persone oneste. Non a quelle predisposte all’aggiramento delle regole e che sono state negli ultimi anni gratificate da atti legislativi e da condotte istituzionali di cui non si ha notizia nel resto del mondo occidentale.
    Quanto alle considerazioni di Demmini su Grillo, ritengo che qualsiasi fenomeno di “fidelizzazione” è negativo ma andrerebbe ostacolato portando per primi la prova della propria coerenza e della propria affidabilità politica.
    E poi si dovrebbe essere in grado di portare la discussione sul terreno dei contenuti, con l’onestà intellettuale di riconoscere quando si è sbagliato.
    Voglio essere chiara: le generazione di politici e di giornalisti che, per la loro negligenza professionale o la loro imperizia politica, ha permesso che oggi sia sostanzialmente negato l’art. 21 della Costituzione (il diritto a informare e a essere correttamente informati) ha fallito il suo compito e dovrebbe trarne le conseguenze.
    Direi che a me non interessa neanche più l’eventuale malafede: mi basta constatare le micidiali conseguenze che continuano a prodursi sugli equilibri della comunità e dei nuclei familiari.
    Se, malgrado tutto, si cerca di rimanere attaccata al potere è il sintomo che si vuole sempre sopravvivere alle proprie azioni.
    Sino a quando non fermerà questa sempre più crescente separazione tra una ristretta “elite” che interpretata la realtà del Paese secondo i propri interessi e la stragrande maggioranza degli altri cittadini (considerati da quella stessa “elite” quasi sempre sudditi inconsapevoli), le cose non muteranno.

  25. Anch’io, come qualcun altro qui, ho letto LA VOCE di Montanelli, rimpiangendo la mancanza di quel quotidiano libero e libertario in questi anni di autocensure dei grandi massmedia italiani. Ma so anche che parecchi amici di Montanelli,da Mario Cervi a Mazzuca, sono diventati degli zeloti berlusconiani. Oppure dolcetti fini, tipo Beppe Severgnini,con anni di “mielismo” a rendere(puro vuoto pneumatico). Che Luca Telese lasci quella gente, con rispetto parlando, per mettersi nel Giornale di Marco Travaglio suscita la mia ammirazione. Dove spero che lo “speaking out” e il rispetto del lettore abbiano la meglio. Luca, ti aspettiamo!

  26. Antonio e il suo compagno TK, intervengo per l’ultima volta. Non si tratta di pregiudizio, visto che il giornalista in questione scrive da 10 anni e più. Col vostro ragionamento date ragione ai fessi che rivotano berlusconi anche nel 2006 o nel 2008 sulla base delle sue promesse elettorali. Beh, perché no, magari stavolta le fa davvero ste cose che dice, ci abbassa le tasse, avremo più lavoro tutti, l’Italia sarà rilanciata. Certo non le ha fatte finora, ma lui dice che le farà, perché avere pregiudizi… giudicheremo dopo! Purtroppo, o per fortuna, la storia delle persone che ci chiedono fiducia (e il lavoro del giornalista richiede la fiducia del lettore) conta, l’uomo impara dai propri errori e giudica quelli degli altri, perché non si può ragionevolmente passare la vita a verificare quello che ci dicono, si va spesso a fiducia e qui conta la credibilità professionale. Il che ovviamente non vuol dire che si dà una cambiale in bianco per tutta la vita, il vaglio ogni tanto occorre farlo, così come si può riabilitare qualcuno di cui ci si fidava poco. Ma quest’ultima cosa non si può fare sulla base delle dichiarazioni della persona in oggetto o su un ottimismo immotivato. Finora l’unica patente per Telese a mio avviso è il fatto che l’hanno richiesto presumibilmente Travaglio e Padellaro, di cui tendenzialmente mi fido. Ma resto scettico, e credo che l’atteggiamento cauto sia di questi tempi abbastanza corretto.
    Di contro voi invece ritenete che il lavoro al Giornale non lo abbia “sporcato”, che se la sia cavata in modo abbastanza indolore non leccando il culo a Berlusconi, cosa che in quel contesto non era facile, e che quando ha potuto ha dato prove ampie di libertà intellettuale. Permettetemi di continuare a dubitare, e mi rifaccio ancora all’esempio portato qualche post fa da un altro lettore, dell’ingegnere che lavora per un’industria in mano alla mafia, ma che vi fa un lavoro corretto ed onesto, pur sapendo benissimo di lavorare per la mafia. Pubblicamente condanna la mafia, ma non manca di notare le manchevolezza dei giudici antimafia, che oggettivamente ci sono. La mafia lo usa per dimostrare che l’industria è pulita, perché chi ci lavora è onesto. Comprensione umana per chi deve portare comunque uno stipendio a casa, ma non me lo eleggete alla commissione antimafia appena si licenzia da questo lavoro… Ovviamente è solo un esempio per argomentare, ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è assolutamente casuale

  27. @Vincenza
    Dalle tue parole sembra che tu non sia uscita dal Cottolengo, a differenza di altri che delirano. E questo, invece di consolarmi, mi allarma.
    Ma davvero non ti rendi conto che il tuo è un atteggiamento fortissimamente berlusconiano e anche un po’ nazistoide?
    Io capirei le critiche a Telese se queste fossero nel merito. Che ne so: Telese è un giornalista di merda, scrive male, ha poco mordente, ecc.
    Ma qui nessuno nega che Telese sia un ottimo gironalista, capace dal punto di vista professionale.
    Qui si vuole attaccare una stella gialla (in quetso caso azzurra) alla giacca di un professionista che si è trovato, e questo penso non lo potrai negare, in un sistema informativo completamente marcio.

    Ripeto: Telese poteva leccare il culo, compiacere il demiurgo televisivo e passare all’incasso.
    Ha scelto la via coraggiosa della ribellione, della stampa libera, della controinformazione.

    Luca Telese sta scommettendo la SUA VITA, che cazzo, e non sono sicuro che tutti questi “antiberlusconiani” che distribuiscono patenti e lanciano fatwe ma che poi alle elezioni si astengono avrebbero avuto il suo stesso coraggio e le sue stesse palle.
    Anzi, sono quasi certo che avrebbero leccato il culo al padrone in cambio di denaro.

    Telese ha scelto di mettersi contro, dichiaratemente contro, all’uomo più potente d’Italia, colui che puo’ distruggerti a reti unificate.
    E tu, invece di incoraggiarlo e di festeggiare per aver sottratto una testa pensante alll’avversario, fai le barricate in nome di non si sa quale “purezza”?
    Un antiberlusconiano vero – e io mi onoro di essere un antiberlusconiano ancestrale, antropologico e ancestrale dal 1994 – si felicita se un giornalista bravo passa nelle fila della stampa libera, che è la vera nemica del berlusconismo.

    I tuoi atteggiamenti sono più berlusconiani di quelli che scrivono nel blog del PDL.

  28. Senta Demmini, visto che ho già avuto occasione di contestarLa sull’Antefatto, mi ripeto anche qui:
    1) Lei replica in modo volgare alla persona che, forse, si è espressa nel modo più civile e ‘argomentato’ , oltre che chiarissimo in questob log. Definire belrusconiane le espressioni di Vincenza è falso ed anche ridicolo, forse trattasi di un suo lapsus freudiano aldilà di quello che dichiara: Le consiglio un controllo psicoanalitico.

    2) Tratta la vicenda Telese in un modo che forse imbarazza Telese stesso: è il suo agente pubblicitario? allora capirei. Ma parlare dei ‘rischi’ che corre Telese, che poteva vivere a Corte (e lo ha fatto per 10ANNI, sembra sfuggirle!) mentre si sta dando vita a un giornale Il Fatto Q uotidiano di cui sono abbonato (pur essendo senza lavoro per non essermi ‘asservito’!) beh mi fa considerare che dimentica TOTALMENTE i preminenti RISCHI per il nuovo giornale, che se Lei non è in grado di capirlo AVRA’ TUTTI CONTRO perchè va a disturbare interessi che dominano da sempre questo cavolo di paese + gli interessi del Sultano che lei sembrerebbe osteggiare. Ripeto il sembrerebbe perchè, a proposito di atteggiamenti berlusconiani, farebbe bene a guardarsi la famosa trave che ha nell’ occhio anzichè sforzarsi di vedere la pagliuzza in quello di Vincenza,
    COntinuo a visitare il blog in attesa di un nuovo intervento di Telese, avendogli dato atto della disponibilità dimostrata nell’intervenire nel blog precedentemente a domande che gli sono state poste, anche nei miei post. Grazie

  29. Luca ha fatto una scelta coraggiosa. La differenza tra lui egli altri che scrivono al Giornale è che lui vuole passare al Fatto, mentre ad altri l’idea non passa nemmeno per l atesta, e non è poco come sembra. Credo sia un giornalista lucido ed impeccabile, e spero che possa occuparsi più spesso di temi caldi, a differenza di quello che faceva prima. Penso abbia sbagliato a stare in un giornale come quello per tanti anni, il contesto è imporatante, e non è assolutamente un problema ideologico: il punto è che il Giornale omette fatti e manipola informazioni ogni giorno. E Telese questo lo sapeva. Ma non gliene faccio una colpa mortale, avrà modo di dimostrare quello che sa fare e farsi apprezzare per quello che scrive…buona fortuna.

  30. Credo che il ragionamento di Demmini volesse essere questo (mi permetto di riassumerlo in un esempio): se io getto fango su telese per il semplice motivo che ha lavorato al Giornale, senza dargli atto delle numerose volte in cui ha palesato la sua indipendenza di giudizio, non sono tanto diverso dai lettori del Giornale, cioè quelli che dicono che Travaglio è comunista perchè ha scritto sull’Unità e attacca Berlusconi e se gli spieghi che non è così non ci credono, è inutile pure starci a discutere. Un fatto non indifferente, ma che nessuno ricorda, è che ha rinunciato allo stipendio sicuro per venire al Fatto, dove sulle prime non percepiranno certo chissà quale stipendio e, se disgraziatamente l’avventura fallisse e chiudessero, non credo che troverebbe le porte aperte per un ritorno al Giornale. E, come qualcun altro ha sottolineato, c’è chi, come Feltri è ritornato al Giornale a suon di milioni di euro mentre Telese ha fatto la scelta opposta.

  31. @Antonio
    Dico subito cha a me Telese piace, e non lo paragono certo a un Facci qualsiasi, ma ha sbagliato nel voler dare una parvenza di redazione ricca di idee contrapposte al Giornale. “Il Giornale è il Giornale”, e non è nemmeno lontanamente paragonabile al caso Travaglio – Unità. Il Giornale è un anomalia a cui bisognerebbe cambiare nome (il Pampers o il Scottex) e sicuramente non può essere un merito aver lavorato per una corazzata schierata incondizionatamente a difesa del Mafionano e contro tutto ciò che lo disturba. Telese non si è sporcato le mani ma non ha nemmeno fatto niente per denunciare questo scandalo tutto italiano. Facendo un esempio un pò forte, è come un cittadino siciliano onesto che vede un delitto di mafia eseguito dal suo “padrone” e non fa nessuna denuncia per paura di perdere il posto di lavoro. Sicuramente non è mafioso ma è sicuramente omertoso e quindi non un buon cittadino. Ma si è sempre in tempo a ravvedersi e quindi do la mia fiducia a Telese ma certo non incondizionata.

  32. # Giampaolo

    Ragionamento in parte condivisibile (è una mia opinione, ci mancherebbe). Ma se Telese fosse stato omertoso come sostieni, non avrebbe fatto esternazioni pubbliche contro Berlusconi e il centro destra e attaccato il conflitto di interessi in più occasioni. Se avesse fatto l’omertoso se ne sarebbe stato in silenzio e magari lo facevano direttore, così avrebbe guadagnato molto di più, in prestigio e in soldoni, rispetto al ruolo di semplice cronista politico che ricopre. Invece ha sempre detto come la pensa, bruciando in modo permanente la possibiltà di fare carriera all’interno del gruppo di Berlusconi, o di avere una carica in Rai, dove invece prendono gente che non è dipendente di Berlusconi come Minzolini, ma riescono ad essere molto peggio (hai mai letto i le cronache di Minzolini alla Stampa? Da far accapponare la pelle!) Tutto questo per spiegare che non è tutto bianco o nero: ci sono dipendenti di Berlusconi che mantengono la propria dignità rimanendo professionisti seri, e ci sono quelli che non dipendono da Berlusconi ma che gli leccano il culo lo stesso.

  33. enrigo se proprio ti fa schifo il giornale usalo come carta igenica, ma è inutile che vai in giro a teorizzare che l’appartenenza a un gruppo di persone ti etichetta per sempre come “berluscones servo ai suoi piedi”
    volendolo o non volendolo berluscòn dà lavoro a centinaia di migliaia di persone,,,ci sarà qualcuno di buono anche in quelle o sono tutte da buttar via ????

  34. TK, ho fatto l’abbonamento formato df, quindi non potrei farne l’uso che suggerisci neanche volendo. Poi tra criticare una scelta, per cercare di correggere la linea del giornale e buttarlo o non abbonarsi c’è una bella differenza.
    Le centinaia di migliaia di persone a cui berlusconi dà lavoro non scrivono sul giornale di propaganda, non usiamo argomentazioni sbagliate. Una commessa della standa è dipendente di berlusconi, ma non ne appoggia la linea. Telese lo ha fatto, pur non avendo scritto cose palesemente berlusconiane.
    L’appartenenza alla Ghestapo ti classificava un po’ come nazista? L’appartenenza a Cosa Nostra ti qualifica un po’ come mafioso? Sono esempi estremi, e non farei questo ragionamento per nessuna altra testata (tranne forse l’avvenire), ma l’appartenenza alla corazzata propagandistica berlusconiana (anche se in un ruolo sui generis) ti sporca eccome, non per sempre, siamo d’accordo, ma ti sporca. Prima di passare ad un giornale che nasce non come una qualunque testata, ma come un giornale quasi autogestito, il fior fiore della resistenza democratica di questo paese etc, Telese dovrebbe recuperare credibilità. Invece gli viene concesso gentilmente di farlo immediatamente, proprio col passaggio a Il Fatto. Non mi va bene. E non mi importa se scriverà cose gradite ai lettori, semplicemente non voglio opportunisti nel mio giornale di fiducia

  35. Continuo a esser d’accordo con enrigo.

    Cerco di essere ancor più pratica: quanti e quali giornalisti italiani hanno reso pubblico il contenuto delle registrazioni del premier (registrazioni note sugli altri giornali del mondo)?Chi tra i giornalisti italiani ha denunciato le omissionl servizio pubblico radiotelevisivo sul medesimo argomento?
    E “Il Giornale” e “Libero” quale linea editoriale hanno seguito?

    Proprio su come è stato trattato il “tema”, penso sia interessante per tutti l’acuta riflessione di Gustavo Zagrebelsky. Le sue parole sono paradigmatiche per valutare il modo di intendere e di fare il giornalismo.
    Scrive Zagrebelsky: “….Affinché sia preservata l’integrità del ragionare, deve essere prima di tutto rispettata la verità dei fatti, che è la base di ogni azione orientata a intendersi onestamente.
    Sono dittature ideologiche i regimi che manipolano i fatti, li travisano o addirittura li creano o li ricreano ad hoc, attraverso Ministeri della verità come descritti da George Orwell in 1984.
    La manipolazione, il travisamento e la ri-creazione dei fatti avviene con le parole. Così può accadere che la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza.
    Sono regimi corruttori delle coscienze “fino al midollo” quelli che trattano i fatti come opinioni traducibili in parole che vanno su e giù e instaurano un relativismo nichilistico applicato non alle opinioni ma ai fatti, in cui verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male; in cui la “realtà non è più la somma totale di fatti duri e inevitabili, bensì un agglomerato di eventi e parole in costante mutamento [su e giù, per l’appunto], nel quale oggi può essere vero ciò che domani è già falso” secondo l’interesse al momento prevalente (tale ultima espressione è riferita all’opera di Hannah Arendt, The Aftermath of Nazi-Rule. Report from Germany, in cui l’Autrice descrive la situazione morale di un popolo assuefatto alla propaganda).
    Ond’è che la menzogna intenzionale – oggi forse più che mai strumento ordinario della vita pubblica – dovrebbe trattarsi come crimine maggiore contro la democrazia..”.

    Sono parole di straordinaria chiarezza.
    Vincenza

  36. Enrigo: Una “commessa della standa è dipendente di berlusconi, ma non ne appoggia la linea. Telese lo ha fatto, pur non avendo scritto cose palesemente berlusconiane.”

    Io invece continuo a sostenere che aver scritto per il Giornale se si è mantenuta una certa indipendenza non costituisca di per sè una macchia. Fare il confronto fra il Giornale e Cosa Nostra è appunto estremo come dici tu; Minzolini non era dipendente di Berlusconi (anche se negli ultima anni ha collaborato a Panorama), eppure sulla Stampa scriveva cose allucinanti; Ostellino non è mai stato dipendente di Berlsuconi, eppure sul Corriere gli dà sempre ragione. Telese invece ha lavorato al Giornale ma non esiste un articolo che sia uno che possa essere qualificato come vicino alle posizioni berlusconiane. Cercare di “correggere la linea del Giornale” come dici tu non ha senso: se Telese ha deciso di rinunciare ad un sicuro stipendio al Giornale per affrontare l’avventura rischiosissima del fatto non ti dice proprio nulla? Se avesse davvero contribuito alla linea Berlusconiana se ne sarebbe stato in silenzio invece di esternare pubblicamente in tv contro Berlusconi (ricevendo così anche le lettere di protesta dei lettori del Giornale)e magari lo facevano direttore, così avrebbe guadagnato molto di più, in prestigio e in soldoni, rispetto al ruolo di semplice cronista politico che ricopre. Invece ha sempre detto come la pensa, bruciando in modo permanente la possibiltà di fare carriera all’interno del gruppo di Berlusconi, o di avere una carica in Rai, dove invece prendono gente che non è dipendente di Berlusconi come Mario Orfeo che è stato messo a fare il direttore del TG2, immagino per le domande non fatte a Berlusconi quando questi monologava a Porta a Porta mentre i direttori dei giornali attorno a lui facevano bisboccia.

  37. Mi sembra strano tutto questo parlare sull’opportunità o meno che un giornalista passi da un quotidiano ad un altro. Un giornalista dovrebbe essere giudicato per ciò che dice e – certamente – per ciò che non dice. Sicuramente il buon Luca avrà – a volte – addolcito la pillola nei suoi articoli per non mettersi in rotta di collisione con il proprio editore. Stessa cosa farà al Fatto, per non andare decisamente contro la linea editoriale del quotidiano. Tutto questo è umano e, sostanzialmente, corretto. Ad un giornalista non si richiede di essere perfetto, ma intellettualmente onesto. Personalmente non ho mai letto nulla di Telese che fosse un ‘arrampicarsi sugli specchi’ per far piacere al padrone. E, non dimentichiamoci, al Giornale ha cominciato quando non era ‘nessuno’, adesso che è un nome che conta ha deciso di cambiare completamente accettando un salto nel vuoto, giocandosi appoggi, amicizie e soldi. Dunque auguro a Luca un grande in bocca al lupo, e ringrazio tutti coloro che si stanno giocando la carriera al “Fatto” per l’esempio che danno in questa triste momento dell’informazione in Italia.

  38. Scusate: completo il pensiero, invitandovi a rapportare quanto scritto da Zagrebelsky all’utilizzo sistematico delle parole “gossip”, “pettegolezzo”, “calunnie” nel panorama mediatico italiano degli ultimi due mesi e negli “editoriali” di due testate gionalistiche, e cioè il TG1 e il Grr radiorai (Minzolini e Preziosi).
    Ripeto ancora una volta circa la scelta del dott. Luca Telese: è lecito e possibile che lui voglia prendere ora le distanze.
    Ma è ancor più logico aspettarsi da chi leggerà il Fatto una cautela verso il giornalista che sia direttamente proporzionale allo sconcerto e al disagio provocati dal quotidiano presso il quale egli ha sin ora lavorato.
    Un’ultima cosa mi preme dire. Il dott. Telese ha scritto “E’ vero: non ci si arricchisce, non ci sono paracadute. Ma sai che soddisfazione se l’impresa riesce?”.
    Ecco, io ho notato che il riferimento all’arricchirsi, al paracadute, alla soddisfazione sono espressioni riferite alla storia del singolo mentre manca una riflessione sugli altri, sul resto della comunità in cui ognuno di noi è inserito e svolge il proprio compito.
    Insomma la comunità italiana, rispetto a quando dieci anni fa egli ha iniziato a collaborare con il precedente quotidiano, sta culturalmente meglio o peggio? La sua scelta professionale ha concorso a elevare il senso critico delle persone, o no?

    Vincenza

  39. Anche Travaglio e Montanelli hanno lavorato per Berlusconi. Per anni e anni. Con l’aggravante che da grandissimi giornalisti non si erano accorti chi fosse. E quando Montanelli se ne è accorto, lo ha fatto non perchè ha scoperto nuove carte che confermavano quello che da anni diceva Repubblica, ma perchè ha litigato con Berlusconi sull’opportunità di scendere i campo e di usare il giornale a supporto di questo fatto. Almeno questa è la sua spiegazione e quella di Travaglio. Ma due giornalisti che si perdono i fatti più importanti italiani che sono accaduti negli anni 70,80 fino al 94, che ca…o di giornalisti sono?

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