LA STORIA DEL COMMISSARIO UCCISO DAL COMMANDO DI LC

05 mag 2007

QUELL’AGGUATO DAVANTI ALLA CINQUECENTO BLU, ECCO COSA ACCADDE IL GIORNO IN CUI UCCISERO MIO PADRE

 

Esce in libreria l’otto maggio, il libro di Mario Calabresi, figlio di Luigi, oggi corrispondente di "La Repubblica" da New York. Conosco Mario, che ha esattamente la mia età, lo stimo, credo che abbiamo una visione molto affine sugli anni di piombo, e attendo con ansia di leggere il suo saggio auto-etero-biografico. Ne è uscita una anticipazione su "La Repubblica". Il primo capitolo è stato un po’ tagliuzzato per farlo entrare in una pagina (stupidamente, secondo me) ma rende perfettamente l’idea).

L.

                                                <B>Il giorno che uccisero Calabresi, mio padre<br>Quell'agguato alla Cinquecento blu  </B>
                                                                         Luigi Calabresi

 

Di Mario Calabresi

Nella primavera del 1972 avevo poco più di due anni. Normalmente non si hanno ricordi di quell’età, si cancellano, restano forse delle sensazioni, legate a un giro sulle giostre, ai pesci dell’acquario, a una moto, un rimprovero, uno scherzo. Io ho due ricordi di quei giorni: il primo è di domenica 14 maggio, ed è indefinito, è il ricordo di una sensazione bellissima, ed è l’unica cosa tangibile e reale che ho di mio padre. Il secondo è della mattina di mercoledì 17 maggio, quando lo hanno ucciso: è netto, dettagliato, preciso. (…)
Spararono a mio padre alle 9.15 mentre apriva la portiera della Cinquecento blu di mia madre. Era appena uscito di casa, dopo vari tentennamenti che lo avevano portato a rientrare per ben due volte, la prima per sistemarsi il ciuffo, la seconda per cambiarsi la cravatta. Era uscito con una cravatta rosa, se la sfilò per metterne una bianca, e a mamma che lo guardava scuotendo la testa e prendendolo in giro rispose: "Preferisco questa perché ha il colore della purezza".
Lei richiuse la porta senza dare peso a quelle parole. Stava aspettando una donna, che doveva arrivare da un momento all’altro. Non l’aveva mai vista, ma da quel giorno sarebbe dovuta venire due volte alla settimana per aiutarla in casa: il lavoro era troppo con due bambini e un terzo in arrivo. Si presentò in ritardo, trafelata: "Signora, mi scusi, ma giù in strada c’è il finimondo: hanno sparato a un commissario". Mia madre, nel libro che ha scritto nel 1990, ha ricordato così quel momento: "Stavamo entrando in cucina, Paolo era nel box, ancora in pigiama, Mario girava attorno con i giocattoli. Mi sedetti. Ero impallidita. Sentii il feto, di tre mesi, fare un balzo dalla pancia allo stomaco. La donna corse a prendere un bicchiere d’acqua: "Signora, si sente male? Che le succede?". Commissario ha detto? Hanno sparato a un commissario? Ma mio marito è un commissario". Ebbene, quella donna, mai vista prima e che mai più avrei visto, una donna semplice, dimessa, sulla quarantina, quella donna intuì subito la verità. E fu bravissima. "Ma signora, che cosa ha capito? Io sono scesa dal tram in piazzale Baracca. C’era un appostamento, pedinavano dei ricercati e c’è stata una sparatoria. Hanno bloccato il traffico e ho dovuto fare a piedi corso Vercelli. Per questo sono così in ritardo".
"Io dissi: "Ora telefono in questura, a mio marito, per sapere cosa è successo". Feci il numero, chiesi di Gigi. "Un attimo, le passo l’ufficio" disse il centralinista. Dopo un attimo qualcuno rispose. "C’è il dottor Calabresi? Sono la moglie" dissi. Dall’altro capo del filo sentii come una esitazione. Poi, "non è ancora arrivato, signora. Stia tranquilla, appena arriva la faccio chiamare". Sapevano già che era morto. Da quel preciso momento il mio telefono fu muto, l’avevano fatto isolare dalla Sip. Tentai più volte di formare ancora il numero della questura, ma la linea non dava segno di vita".
Mamma, al contrario delle settimane precedenti, segnate da pensieri negativi e premonitori, sembrava quasi voler negare che potesse essere davvero successo. Per sopravvivere si attaccò a flebili spiegazioni e improbabili coincidenze, cercando di fare altro.
Finché suonò il campanello. Andò ad aprire. Era il signor Franco Federico, un sarto amico del nonno, che abitava poco distante. Un uomo che dimostrò grande coraggio, scegliendo, per vera amicizia, uno dei peggiori ruoli che la vita possa assegnare. "Signor Federico, come mai da queste parti?" chiese mia madre, sforzandosi di sorridere, ma lui non riuscì a dire nulla, rimase immobile, con le labbra serrate. Il castello di speranze, che nonostante tutto ancora restava in piedi, crollò in un attimo, di schianto, e lei, cercando di fuggire dalla verità, corse in casa, lanciando un urlo. Il mio ricordo parte da lì, da quel "No!" disperato(…).
Per anni ho avuto paura del signor Federico, se mi si avvicinava cominciavo a piangere in modo incontrollabile (…). Spesso nella vita si elencano le occasioni perdute, io tengo anche la lista delle occasioni non sprecate e quel pomeriggio è sempre ai primi posti. Il "signor Federico" – lo abbiamo chiamato così per una vita – le aveva detto: "Gemma, gli hanno sparato, è molto grave, stanno facendo il possibile". Lei, con un gesto ampio del braccio a indicare la casa e gli oggetti che conteneva, aveva sussurrato qualcosa come: "Tutto questo non ha più senso". Il mio ricordo non ha le voci, solo le immagini, e non ha colori (…).
"Il signor Federico aveva appena richiuso la porta alle sue spalle, quando suonarono di nuovo. Era un vicequestore. Molto emozionato, disse qualcosa come: "È ferito a una spalla. Lo hanno portato all’ospedale. Adesso la accompagniamo". Poi, "Lei sta bene, signora, come si sente? ". "Sono incinta del terzo figlio". Con il palmo della mano, si batté un colpo sulla fronte, come a dire: "Mio Dio, ci voleva anche questa!". Intanto i bambini erano vestiti e scendemmo tutti le scale. Avevano portato un’auto della polizia, una Giulia, nell’atrio. Fuori dal portone, sulla strada, avevano fatto mettere dei poliziotti in borghese vicino alla Cinquecento, affinché, passandovi davanti, non vedessi il sangue (…).
"Dopo una corsa che mi parve interminabile, la Giulia si arrestò davanti a casa della mamma, in viale Caprilli. Sul portone, ad aspettarmi c’era mia sorella Aurora. La mamma era andata al San Carlo. In casa non c’era nessuno. Mia sorella Mirella era in Africa, papà in Australia, uno dei miei fratelli nel Biellese, un altro in Germania. "Aurora, prendi i bambini, io vado" dissi, e vidi che Aurora cercava come di trattenermi, abbracciandomi. Allora mi rivolsi ai due poliziotti della Giulia: "Che cosa aspettiamo? ". Uno cercò di prender tempo dicendo che non conoscevano bene la strada per il San Carlo. "Ma io la conosco benissimo," replicai "l’ospedale è qui vicino. Andiamo!" Ancora esitazioni.
La radio della Giulia gracchiava. "Aspettiamo che ci avvertano dall’ospedale " continuò il poliziotto. "Ci devono comunicare in quale reparto lo hanno portato. Vada di sopra un attimo, signora. La chiamiamo noi." Sopraggiunse il vice-questore di prima: "Signora, salga in casa. Adesso, vedrà, arriva sua madre ". Mi lasciai convincere, ma capii che stavano tergiversando. Così, appena fummo entrati, io guardai don Sandro: "Insomma, perché non siamo andati? Mi dica la verità ". E lui, ma solo con il movimento delle labbra, senza che dalla sua bocca uscisse alcuna voce, disse, afferrandomi le mani: "È morto ". Allora, finalmente, mi accasciai su un divano (…).
L’unico ricordo che ho di mio padre è quello dell’ultima domenica mattina passata insieme. La data l’ho ricostruita grazie all’agenda olandese: "14 maggio. Gigi porta Mario a vedere la sfilata degli Alpini. Rientra con paste, gelato e rose". Mia madre conserva ancora una rosa di quel mazzo. È secca, ma si intuisce il colore rosa screziato di rosso. La tiene in un cassettone, insieme alle migliaia di lettere ricevute negli anni.
Alla data ci siamo arrivati insieme, dopo che quel diario aveva ripreso vita per fare la sua parte nei processi. Ma di quella mattina ne avevamo parlato la prima volta solo due o tre anni prima, quando ero al ginnasio. Dopo essermelo tenuto per me per anni, un pomeriggio, in cucina, le dissi: "Io ho un ricordo di papà Gigi, è fortissimo, è una bellissima sensazione, ma non so cosa sia, se te lo racconto mi puoi aiutare a capirlo?". E le raccontai di una folla, di una piazza, di una banda musicale. Io ero sulle sue spalle, ero un po’ spaventato dalla calca e dal rumore, ma ero incredibilmente attratto dalla grande apertura dorata di un trombone. Lui mi chiese se volevo toccarlo, ero timido, e poi nessuno si avvicinava, la gente stava tutta lungo il bordo della strada, ad assistere alla sfilata. Nessuno superava la linea immaginaria.
Lui invece scavalcò qualcosa, superò delle transenne, io mi attaccai ai suoi capelli, lui mi stringeva le gambe, io avevo timore, sentivo che stavamo facendo qualcosa fuori dalle regole, ma lui mi dava fiducia. Ci avvicinammo alla banda, lui parlò con qualcuno, chiese qualcosa, si piegò sul trombone e me lo fece toccare, solo per un attimo. Tornammo indietro, io ero felice, mi sentivo grande, forte, orgoglioso di stare sulle sue spalle, mi sembrava avessimo fatto una cosa coraggiosissima. Non avevo più paura della folla, mi sembrava tutto solare e caldo. Era una sensazione fortissima, che sento ancora oggi, viva, netta, pulita. Una sensazione di pienezza.
Ci ho pensato tante volte, a scuola, nella calca all’uscita dallo stadio, a Montecitorio nei giorni concitati della caduta di Prodi o dell’elezione di Ciampi, a New York davanti alla sede dell’Nbc al Rockefeller Center, mentre la gente scappava perché avevano trovato una busta con le spore d’antrace, mentre organizzavamo gli inviati da mandare a Madrid pochi minuti dopo le bombe ai treni dell’11 marzo 2004, o durante la notte dell’edizione straordinaria per l’inizio della guerra in Iraq. Ho sentito quella sensazione calda e ho pensato a lui. È l’eredità che mi ha lasciato.

51 commenti

  1. Carlo Infante (Lecce)

    Mi sono commosso. Povero orfano.

  2. Onore a un Poliziotto ma anche a tutti gli altri appartenenti alle Forze dell’Ordine caduti per la Patria uccisi dalla politica dell’odio contro di chi ha indossato la divisa e la indossa tutt’ora.

    Un Carabiniere effetivo in congedo.

  3. E’ difficile scrivere qualcosa di buono da parte dei tanti che hanno seminato odio.
    Non so cosa potranno scrivere i tanti terroristi o amici dei terroristi su questo argomento.

    Roberto

  4. Francesco Mancinelli

    Ciao Luca,
    se hai tempo e sei interessato Ti mando l’invito alla presentazione di un romanzo alla libreria Aquisgrana della mia amica Simona – in Via Ariosto a Roma . La presentazione avverrà attraverso le parole dell’autore ed alcune canzioni cult eseguite da me e da Simona :

    Eskimo : F. Guccini
    Il Nostro 68′ : Fabrizio Marzi
    Noi Pochi : Gabriele Marconi
    Compagni di scuola : Venditti
    Generazione 78′
    Nella Mia ora di liberta’ : F. De andrè

    Un caro saluto dai ” sentieri non – conformi ” …

    Francesco Mancinelli

    ——————————————————————————–
    From: aquisgranalibreria@libero.it
    To: ;
    Subject: Anni di Porfido
    Date: Mon, 7 May 2007 12:33:01 +0200

    11 Maggio 2007 ore 21.00, Aperitivo letterario

    Libreria Aquisgrana Via Ariosto

    presentazione del Libro: “Anni di Porfido” di Ferdinando Menconi

    A seguire intervento musicale sul tema , Chitarra, Voce ed Arpa a cura di F.Mancinelli e Simona Carucci

    “Una storia di crescita che passa attraverso gli ideali di una generazione che vive i suoi anni di formazione alla fine della terribile stagione degli anni di Piombo vissuta dall’Italia.

    Un liceo politicizzato ed i suoi momenti di contestazione, gli incontri e gli scontri tra adolescenti con le loro diversità. Sullo sfondo Roma ( ma potrebbe essere una qualunque città Italiana ) che accoglie le ansie e le battaglie di ragazze e ragazzi che, nonostante tutto, hanno ancora un ideale in cui credere, così anche l’amore e la sua scoperta si caricano di emozioni intense.

    Un romanzo intenso che ci fa rivivere anni intensi della nostra storia, dove le parole Vittoria, Morte e Rinascita, hanno ancora un significato”

  5. Calabresi da vivo era una carogna.

  6. ROBERTO MAGRELLI

    L’ITALIA HA BISOGNO DI COPPIE
    NON DI “ACCOPPIATE ”

    Dopo i tanti divieti e le tante piazze che la Tradizione si e’ vista negare dalle istituzioni democratiche, sabato 12 Maggio sfileranno i figli legittimi di questo sistema contro l’individualismo che porta alla nascita di falsi valori ed alla perdita della nostra identità culturale, che sempre ci ha salvaguardato da cadute rovinose verso l’annientamento.

    Roma vuole essere teatro di questo tributo che si presenterà davanti agli occhi di migliaia di cittadini che ancora credono nei valori sani della vita.

    Noi della BRIGATA SANDOKAN da sempre ci battiamo per la salvaguardia della famiglia tradizionale come cellula vitale della società e palestra naturale per l’educazione delle future generazioni nel segno dei principi etici che contraddistinguono un vero popolo.

    TORNINO NELLE PIAZZE I SIMBOLI DELLA TRADIZIONE
    SCOMPAIANO PER SEMPRE QUELLI DELLA DISSOLUZIONE!!!

    BRIGATA SANDOKAN

    CENTRO STUDI NUOVO RISORGIMENTO

    Via A. Gramsci n. 155 c.a.p. 00048 Nettuno (RM)

    ROBERTO MAGRELLI

  7. Il commento di Uno è di uno appunto che sicuramente non ha mai conosciuto Calabresi e quel poco che sa l’ha letto in qualche centro sociale su vecchi numeri di Lotta Continua. Che tristezza!

  8. purtroppo anche il commissario Calabresi è stato vittima dell’odio che in quegli anni si respirava sia dalla nostra parte che dall’altra. Io figlio di un carabiniere ora in congedo
    ho odiato quelli in divivsa anche se mio padre mi diceva ,ma xchè te la prendi con loro ,i carabinieri la pensano come tè,io gli rispondevo nei secoli fedeli a qualsiasi padrone ,se la pensano come mè come mai ci arrestano x le nostre idee.Ora a distanza di tanti anni ho molti amici in divisa e forse riesco a capire quelli che un tempo non facevano altro che eseguire esclusivamente degli ordini,ma anche allora c’erano quelli che eseguiovano solo ordini e quelli che si divertivano ad arrestarci.
    al boia chi molla
    Riccardo

  9. Nessuno merita di morire,cio’ non toglie il fatto che Calabresi fosse una carogna,un sadico.

  10. Giorgio Ferranti

    Visto che ultimamente questo blog è diventato anche discreta vetrina dei libri di ultima pubblicazione, mi permetto allora di portare all’attenzione di tutti anche il nuovo lavoro di Giovanni Fasanella e Antonella Grippo “I silenzi degli innocenti”, (edizioni Bur).
    Giorgio Ferranti

  11. ROBERTO MAGRELLI

    E ADESSO PRENDIAMO ESEMPIO DALLA FRANCIA!!!

    Le tre carte vincenti di Nicolas sono: SICUREZZA, IDENTITA’ e GIUSTIZIA SOCIALE!!!
    l’affermazione di Sarkozy rappresenta per la Francia e per l’Europa una destra molto attenta a tre grandi questioni che Oltralpe sono state al centro della campagna elettorale e che in Italia possono occupare lo stesso spazio. Innanzi tutto l’identità nazionale. Perché se manca, diventa molto più difficile affrontare un FENOMENO DI PROPORZIONI BIBLICHE come quello dell’IMMIGRAZIONE DI MASSA e dell’integrazione delle comunità straniere.
    SARKOZY e’ riuscito a dare una collocazione finalmente non negativa (per il cittadino medio), al termine patriottismo. Certo, bandiera, inno nazionale, grandeur sono stati usati anche dalla Royal, ma Sarkozy il tema dell’identità nazionale lo ha coniugato con i valori repubblicani. A differenza di Le Pen che usava dire “La Francia ai francesi”, con venature xenofobe intercettando però un grande consenso, stavolta Sarkozy ha prosciugato quel serbatoio con un altro slogan: “LA FRANCIA A CHI LA AMA”. Il che sta a significare che si pone la questione dell’immigrazione straniera in tutt’altra direzione. E’ riuscito a mettere insieme integrazione e coscienza nazionale.
    La sortita della Royal, che ha giocato la carta della paura nelle ultime ore di campagna elettorale, era frutto della disperazione, della consapevolezza di aver perso. Del resto la candidata socialista nel ballottaggio ha puntato praticamente solo su quest’aspetto, sul pericolo Sarkozy: TUTTI TRANNE LUI, era il suo slogan. MA NON HA FUNZIONATO.

    Invece ha funzionato per Sarkozy la carta della sicurezza.
    Infatti, per molto tempo lui, che è stato anche ministro degli Interni, si è definito il primo poliziotto di Francia. Anche le espressioni molto dure che usato verso la “feccia”, cioè gli estremisti che avevano messo a ferro e fuoco le periferie, e l’azione che ha svolto per garantire più sicurezza chiedendo ad esempio pene più severe: ecco, sono espressioni di una tematica tipicamente di destra che si è imposta nei confronti degli elettori. Ma del resto Sarkozy è un uomo coraggioso. Dire, come ha fatto lui, che il ’68 ha rappresentato una stagione negativa, l’inizio di una cultura nefasta di lassismo fatta di diritti senza doveri, ha significato andare ad infrangere un totem nazionale.

    SARKOZY E’ UN UOMO DI DESTRA, ma l’ampia maggioranza che lo ha eletto è di centro-destra. La sua elezione smentisce chi ha coltivato l’idea di un’onda lunga europea di tipo socialista o socialdemocratico. Dopo la Scandinavia e la Germania, adesso la Francia e presumibilmente anche la Gran Bretagna: chi immaginava che i governi di destra fossero una parentesi o, peggio, anomalie, DEVE RICREDERSI!!!

    BRIGATA SANDOKAN

    CENTRO STUDI NUOVO RISORGIMENTO

    Via A. Gramsci n. 155 c.a.p. 00048 Nettuno (RM)

    ROBERTO MAGRELLI

  12. Giorgio Ferranti

    Non capisco il nesso tra le elezioni in Francia e Calabresi, pero è sicuramente colpa della mia miopia…comunque la carta dell’orgoglio nazionale l’ha giocata sicuramente più la Royal che non Sarkozy, ungherese figlio di emigranti!

  13. Carlo Infante (Lecce)

    Leggi, diffondi, partecipa e fai partecipare!

    VENERDI’ 15 GIUGNO 2007:
    (orario e percorso da stabilire!)
    MANIFESTAZIONE NAZIONALE
    PER LUIGI
    CIAVARDINI!

    DEL COMITATO L’ORA DELLA VERITA’:
    TUTTI CONVOCATI!

    http://www.loradellaverita.org

  14. Carlo Infante

    ERA ORA!

    Finalmente, ieri sera, ho ricevuto il regalo dei camerati Giulio e Manuela per il mio compleanno: il libro “Cuori Neri”.

    Grazie mille camerati!

  15. Infante, da mesi sfrizzoli il velopendulo su questo blog e non avevi ancora il libro Cuori Neri? Meriteresti di sposare Rosi Bindi!

  16. SE “UNO” RICICLA LE SOLITE VECCHIE BALLE

    Carissimi,

    non vorrei far passare in cavalleria il commento di “Uno” (a cui verrebbe voglia di aggiungere una specificazione più circostanziata, ma sorvolo). Ecco, “Uno”, tu il libro di Calabresi te lo devi proprio leggere. Quelle frasi che scrivi “una carogna”, “Un sadico”, non sono che l’ultimo schizzo di fango di una campagna di menzogne quartosecolare. Calabresi non era presente nella stanza delll’interrogatorio di Pinelli ed è stato dimostrato dall’inchiesta che seguì il delitto e dal processo per la Qurela di Calabresi a Lotta Continua; Pinelli – e lo stabilì un magistrato di sinistra come Gerardo D’Ambrosio – non venne pestato, drogato con il pentothal come è stato scritto, nno subì nessun colpo di karate, come dopo trent’anni qualcuno si ostina a testimoniare. Non era collegato alla Cia, come aggiunsero i brutti ceffi dela controinformazione, l’unico viagigo della sua vita all’estero lo fece in Spagna, non ebbbe nessun rapporto con generali americani. Tutto queste furono panzane costruite ad arte per creare un mostro, e preparare un delitto infame.
    Detto questo è vero, Pinelli fu trattenuto in questura, senza motivi sufficienti, per ben tre giorni. Fu interrogato senza sosta. Arrivò, molto proabilmente ad un crollo psicofisico. Ed è una delle prime vittime degli anni di piombo. Ma se per sentito dire ci si limita a reciclare vecchie miserie non si va da nessuna parte.

    Luca

  17. Telese non ti scaldare,diventi rosso-paonazzo e anche meno telegenico di quello che gia’ appari.
    Chi ha mai nominato Pinelli?
    Cosa c’entra Pinelli?
    Chiedi ai “bravi ragazzi” di San Babila e senti cosa ti dicono di Calabresi.
    Baci.

  18. Spaventa il non leggere commenti su questo articolo.
    Penso che una buona parte di chi scrive su questo sito provenga non certamente dalle file di chi ha fatto politica alla luce del giorno ma provenga dalle file di chi colpiva alle spalle come tutti i terroristi vigliacchi e infami.. neri o rossi.
    Per molti la morte di un poliziotto o di un carabiniere, non
    significa nulla, molti non danno il giusto peso a queste morti.
    Il commento di quel “uno” è il commento di quei tanti che non hanno avuto la fortuna di avere in casa qualcuno che insegnasse loro cosa fosse l’ideale cosa fosse l’amor di Patria cosa fosse il rispetto per l’uniforme.
    Povera Italia, ancora c’è gente che inneggia alle brigate rosse, povera gioventù costretta alla sua vuota ignoranza.
    Peccato che abbiano abbolito il servizio militare.

  19. Caro Roberto, io ho rispetto per le persone intellettualmente oneste. Mi spiego meglio, negli anni ’70 molti esponenti delle forze dell’ordine venivano addestrati al mantenimento dell’equilibrio democristiano, equilibrio per altro ormai completamente legittimato, e non si ponevano troppe domande.
    Gli extraparlamentari erano il bubbone da eliminare, da qualsiasi parte fossero schierati, perchè turbavano l’ordine mondiale, spartito dal bipolarismo USA-URSS.
    Non puoi raccontarmi che Stefano Recchioni, ucciso da un carabiniere ad Acca Larentia, Alberto Giaquinto, ucciso da un poliziotto alla commemorazione dell’anno successivo, Nanni De Angelis, percosso a morte in carcere, o Giorgio Vale, ucciso dalla polizia in un conflitto a fuoco, poco prima che andasse a costituirsi per fare chiarezza sull’attentato di Bologna, fossero efferati assassini. Erano semplici militanti i primi due, ragazzi che si affacciavano all’attivismo di sezione e rivoluzionari impetuosi, ma non assassini, i secondi. Anche fra le forze dell’ordine c’è stato chi ha sbagliato, ammettilo almeno una volta.
    Il cambiamento di rotta dei NAR e la necessità di colpire al cuore lo stato, derivò anche da questo.
    Noi neri non avevamo il “soccorso rosso”, eravamo il solo capro espiatorio per ogni truce avvenimento che si manifestasse nelle piazze e chiunque era disposto a scaricare piombo sulle nostre sezioni, tanto un appoggio da parte dello stato lo si sarebbe sempre trovato.
    Da qui è partita la lotta armata, che mi guardo bene dall’esaltare, ma obbedire pedissequamente, come sudditi, ad uno stato canaglia servo dei poteri forti stranieri, senza porsi alcune domande elementari, non è servire la Patria, ma servire l’invasore e i suoi fantocci al governo.

    Ti saluto cordialmente, Lorenz

  20. PER UNO
    Senti uno. Intanto, se vuoi rimanere senza nome, forte dell’anonimato del web, evita almeno di scrivere becere e ridicole offese personali.
    E poi, cosa ancor piu’ grave, non si possono lanciare sospetti ne’ scrivere illazioni senza citare nomi, fatti e fonti. E’ falso. Ripeto: FALSO che a San Babila tra il 70e il ’72 si parlasse male di Calabresi, sostenendo che fosse un ”sadico” o un ”torturatore”. Soprattutto perche’, nei primi anni settanta, i militanti della piazza nera, quando venivano fermati, non erano mai interrogati da Calabresi, ma da Valentini o da Rea, altri funzionari dell’ufficio politico. Ma che gusto c’e’ a scrivere calunnie? Mistero.

  21. Giorgio Ferranti

    Ho letto frettolosamente l’intervento di Luca e, pur essendo d’accordo sulla sostanza, non posso non ricordargli che Calabresi fu sicuramente uno dei personaggi chiave nei depistaggi che seguirono l’attentato di piazza Fontana. Non si dovrebbe dimenticre che il commissario Calabresi era il contatto diretto di Rovelli, ovvero della fonte riservata del ministero degli interni Anna Bolena (questo almeno è provato dal ritrovamento in via appia di un archivio dell’ufficio affari riservati) e che proprio da Enrico Rovelli partono i primi depistaggi che coinvolgono gli anarchici del ponte della Ghisolfa. Senza contare che poi fu proprio Calabresi ad aver preso di mira lo stesso gruppo di anarchici (magari allo scopo di incastrare Feltrinelli) per tutti gli attentati del 69, a cominciare da quello alla fiera campionaria, all’ufficio cambi della stazione, da quello al tribunale agli attentati ai treni dell’agosto (e glisso sugli attentati al rettore dell’università di Padova e a quelli di ottobre a gorizia e trieste, per i quali gli anarchici non vennero perseguiti).

    Credo sia giusto rispettare Calabresi da morto e condannare quelli di LC che lo fecereo fuori (perchè son convinto che furono loro). Però non ne facciamo un santo a tutti i costi (possibile che tutti quanti una volta morti diventano i migliori?), ci vorrebbe anche un minimo di onestà intellettuale nel riconoscere che i suoi comportamenti non furono del tutto cristallini.

  22. Giorgio Ferranti

    Questo per quanto riguarda il ruolo pubblico di Calabresi, perchè per quanto riguarda il ruolo di papà, della terribile assenza che il figlio è stato costretto a sopportare per tutta la vita, del fatto che oggi tutti gli ex terroristi possono permettersi di dare lezioni di vita anche ai figli delle loro vittime, insomma per tutto quello che riguarda questi aspetti che costituiscono il cuore del libro di Mario Calabresi (persona che stimo), beh allora il discorso cambia e faccio mia la sofferenza dell’autore. Mi piacerebbe però che la discussione si concentrasse su questo aspetto, su cosa succede quando all’improvviso ti trovi catapultato in una vita che non hai scelto tu. In questo il libro di calabresi è simile a quello della figlia di Guido Rossa, peraltro entrambi raccontano la loro vicenda con una dignità che fa loro onore!

  23. ROBERTO MAGRELLI

    I CONTRO-PROGRESSISTI DEVONO ANDARE IN PIAZZA!!!

    Le lacerazioni sul tema della famiglia dimostrano l’incapacità del governo di andare avanti ma anche il fallimento, prima ancora di nascere, del Partito democratico che si divide tra presunti difensori della famiglia, ipocriti di varia natura e fautori in primo luogo dei diritti dei gay. Saremo in piazza senza insegne di partito con convinzione e con le nostre famiglie per chiedere una legislazione sempre più attenta ad una cellula base della nostra società. Lo faremo da cattolici, ma anche consapevoli che la difesa della famiglia è patrimonio laico sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana. Il governo viene travolto dalle polemiche e dalla sua incapacità e la manifestazione di Roma indetta dalle associazioni del mondo cattolico segnerà a mio avviso un momento di svolta nella vita e nel costume del nostro paese. Il coraggio di migliaia e migliaia di persone di scendere in piazza a viso aperto per difendere valori essenziali rappresenterà una nuova pagina per la vita italiana.

    BRIGATA SANDOKAN

    CENTRO STUDI NUOVO RISORGIMENTO

    Via A. Gramsci n. 155 c.a.p. 00048 Nettuno (RM)

    ROBERO MAGRELLI

  24. Carlo Infante

    Per la fantomatica Alverman (o il fantomatico Alverman), autrice del post numero 15:

    punto primo: “Cuori Neri” lo avevo letto, quasi del tutto, a più riprese, in libreria e ne avevo regalate alcune copie.

    punto secondo: avevo letto e riletto, il libro “Sergio Ramelli – una storia che fa ancora paura”.

    punto terzo: avevo letto e regalato “La fiamma e la celtica”.

    punto quarto: non mi pare che, da mesi, in questo forum, si tratti esclusivamente del libro “Cuori Neri”. Lei è molto poco attento!

    punto quinto: ho una militanza almeno quindicennale nella destra sociale, politica e sindacale.

    punto sesto: avevo voglia di ringraziare, a questo modo, i due grandi camerati che me l’hanno regalato, Giulio ed Emanuele (non Manuela);

    punto settimo: se Lei avesse letto il volume “Sergio Ramelli…”, saprebbe che tutte (o quasi) le tragedie trattate in “Cuori Neri” vi sono succintamente illustrate.

    punto ottavo: di tutte le tragedie descritte in “Cuori Neri” ho letto molto anche in altri libri, riviste, siti internet; ho partecipato, in giro per l’Italia, a diverse commemorazioni in memoria dei Caduti missini e ne ho scitto su quotidiani nazionali, riviste e siti internet;

    punto nono: non so chi si celi dietro il suo nomignolo (che, mi pare, sia la prima volta che spunta fuori). Lei non si era mai lamentato dei miei post.

    punto decimo: nei limiti della buona educazione, SCRIVO QUELLO CHE MI PARE!

    punto undicesimo: LEI E’ UN GRAN MALEDUCATO!

    punto dodicesimo: non replicherò ad altre sue eventuali offese, non avendo tempo da perdere.

    Saluti.

  25. Carlo Infante

    MILANO: RAMELLI; GOVERNO APPROVA ODG AN

    Oggi il governo ha accolto un ordine del giorno presentato dai deputati di Alleanza Nazionale Paola Frassinetti, Ignazio La Russa, Roberto Menia e Giorgia Meloni che lo impegna a far si che l’Istituto Tecnico Molinari di Milano affiggesse la targa commemorativa in memoria dello studente barbaramente ucciso nell’aprile del 1975.
    L’on. Frassinetti si dichiara soddisfatta e spera che finalmente anche Sergio Ramelli come gli altri studenti rimasti vittime della violenza di quegli anni, possa essere ricordato nella sua scuola.

    Fonte : Ufficio Stampa An

    02/05/2007

  26. Scusi Infante, la Sua esposizione in punti mi ha distrutto moralmente e fisicamente; perdono!!!!!!
    Giusto per informazione, Lei legge i libri in libreria, scusi l’iterazione,e a scrocco? Da quanto si evince dal punto uno, così sembrerebbe… A questo punto, lancio la proposta di una sottoscrizione tra i fruitori del blog, aiutiamo Luca Telese! Se tutti leggessero i suoi libri in libreria senza comprarli, il povero Luca non potrebbe sostenere la sua famiglia, anche perchè gli anni di preparazione del libro devono essere stati visti da lui come un investimento, con molte spese… Forza Luca, dacci un numero di C/C!

  27. Carlo Infante

    Per la fantomatica Alverman (post numero 26)

    Anche se mi ero ripromesso di non risponderLe più.
    Sappia che in libreria si può permanere anche un’ora, nessuno ti caccia.
    In merito a “Cuori Neri” ho sempre rinviato l’acquisto (sapendo che trattavasi di un volume di ben 800 pagine) causa pochissimo tempo a disposizione ed a causa di numerosi altri libri e riviste in attesa sul mio comodino, sulla mia scrivania, nella mia libreria. Ma, ovviamente, mi ripromettevo di comprarlo appena avessi ritenuto di avere un pò più di tempo libero da dedicargli e lo avevo riferito a due miei amici e camerati i quali, sapendo di andare a colpo sicuro, me l’hanno regalato per il compleanno (GRAZIE GIULIO! GRAZIE EMANUELE!).

    Per quanto attiene la sua sottoscrizione, anche se trattasi di una trovata goliardica, la invito a rilegge – una buona volta attentamente – il mio post numero 24. Aggiungendo che ho regalato anche il libro su Ramelli (edito dalla “Sperling & Kupfer”), come ho già scritto in precedenti post.
    Più attenzione Signorina, più attenzione!
    La prego vivamente di non costringermi a perdere altro tempo per futili motivi.

    Saluti.

  28. Giorgio Ferranti

    Una nota (di poco interesse) al margine di questa discussione. Solo chi ha almeno 43-44 anni può ricordarsi del favoloso Magico Alverman e Don Cristobal (che aveva una figlia bellissima) della serie televisiva della fine degli anni sessanta…

  29. Bravo Giorgio!

  30. Infante purciaro.

  31. AH AH AH AH AH AH
    in quest’accolita di camerati, devoti a rune ed odino, si scorgono e leggono cose mirabili, popolo italiano (A NOI!)
    fassisti trattati sempre male, su marte e non, descritti come inetti ed agnellini sacrificali, pecorelle mansuete soggiogate dal demone rosso in una nazione bolscevica.
    un libro pieno di inesatezze che, secondo l’autore, aveva l’esigenza di pacificare, crea un atollo per i nostalgici vessati dall’armata rosso-russa.
    il paratesto di un libro pubblicizzatissimo e politically correct (?) diventa un muro del pianto fascistissimo, nonchè la bacheca della nuova e democratica destra.
    oggi poi il massimo. entro e leggo che state attenti a criticare calabresi, che, oltretutto pinelli ha avuto un crollo psicologico. dal 4° piano di una questura.
    calabresi era una gran brava persona, senza macchia, soldato dello stato che mai ha sbagliato. la questura di milano era contro noi neri, figuriamoci se poteva scagliarsi contro i rossi accerchiatori. che poi, è stato uno dei pochi assassinati in quegli anni che, almeno, ha trovato dei colpevoli.
    colpevoli assolutamente giusti, sono stati sicuramente loro, la magistratura rossa lo ha accertato: lì sì che sono stati alacri e hanno lavorato bene.
    non come nel caso-ramelli. che poi, che anche fausto e iaio non abbiano trovato un colpevole non importa. toghe rosse!!!kultura schierata!!!
    adesso il buon luca telese si risentirà e dirà che lui è per tutte le morti, mi si dirà che è uno di sinistra e che i genitori hanno la libreria al pigneto. mi si dirà che io non sono per la pacificazione e che sono un ottuso rosso. che voi siete democratici e non inclini al vittimismo. camerati, il vittimismo è da checche, non proprio in linea con il vostro comportamento…
    comunque, e concludo a malincuore, NON HO DETTO CHE RAMELLI E CALABRESI ANDAVANO UCCISI, anzi li piango come li hanno pianti le loro famiglie (anzi, forse di meno. sicuramente di meno. non mi piace la retorica: quelle famiglie hanno sofferto più di tutti). no, lo dico, perchè non tollelerei di essere additato come un fomentatore di violenza o come un ottuso partigiano(non in quanto EROE della Resistenza, ma come uno che è di parte.)

  32. Scusa iskra, una domanda preliminare: hai scritto a caratteri maiuscoli ‘NON HO DETTO eccetera eccetera’. Insomma, ti sei citato. Ma a quale post ti riferisci? Non ce di precedenti a firma iskra in questo dibattito. Hai piu’ firme? Ti nascondi dietro altre sigle? Hai sdoppiamento della personalita’, allucinazioni virtuali o ti sei confuso con altri blog?
    Ps.potresti illustrarci, di grazia, quali sarebbero le tante ”inesattezze” del libro di Luca?
    Sul vittimismo e sullo sbaglio di piangere solo i morti propri, disinteressandosi di quelli degli ‘altri’ o, comunque, minimizzando le morti altrui, sono d’accordo con te, come sanno i lettori del blog. Attendo la tua risposta.

  33. ROBERTO MAGRELLI

    INFANTE,
    non ti vergogni a dare risposte simili?
    non ti rendi conto che ti copri di ridicolo?: “Sappia che in libreria si può permanere anche un’ora, nessuno ti caccia.”
    Dimostri tutta la tua immaturita’.
    e poi quella giustificazione cosi’ puierile:”In merito a “Cuori Neri” ho sempre rinviato l’acquisto (sapendo che trattavasi di un volume di ben 800 pagine) causa pochissimo tempo a disposizione ed a causa di numerosi altri libri e riviste in attesa sul mio comodino, sulla mia scrivania, nella mia libreria.”
    Secondo me devi avere al massimo tra i 20 e i 25 anni.
    Ma penso piu’ verso i 20.

  34. Iskra, di primo acchito, sembra una copertura slavocomunista.
    Istria, Fiume e Dalmazia, non è slovenia, non è Croazia

  35. ROBERTO MAGRELLI

    UN ALTRO MOTIVO PER SCENDERE IN PIAZZA CONTRO I DICO.

    Carissimi amici, al di la’ degli ovvi motivi etici, vorrei citare un risvolto economico messo in evidenza l’altra sera dal noto economista Renato Brunetta in un programma tv: la pensione di reversibilità ai componenti di queste ‘famiglie’ balzane (gay, badanti straniere, conviventi a vario titolo…) sarebbero un fardello insostenibile per il ns disastrato INPS. oltrettutto, i DICO si prestano a usi truffaldini: non a caso ho citato la badante (figura in aumento nella ns società), interpretando alla lettera i nuovi statuti famigliari, una badante dopo 10 anni di convivenza col nonno o il malato di turno, avrebbe diritto alla pensione, alla quota di eredità, al subentro nell’affitto o nell’usufrutto della casa… non so a voi, ma a me la cosa non piace affatto.
    “UNUSQUISQUE MALVULT CREDERE QUAM JUDICARE”.(Lucio Anneo Seneca).

    BRIGATA SANDOKAN

    CENTRO STUDI NUOVO RISORGIMENTO

    Via A. Gramsci n. 155 c.a.p. 00048 Nettuno (RM)

    ROBERTO MAGRELLI

  36. Giorgio Ferranti

    Pensa che invece Sarkozy in campagna elettorale aveva detto che avrebbe esteso i diritti delle coppie di fatto omosessuali, ampliando la legislazione li in vigore gia da anni.
    Per inciso quella legislazione, nella formulazione attuale, è già di gran lunga più tollerante verso le coppie di fatto di quella che potrebbe idealmente avere in Italia, qualora venissero approvati i DICO nella versione più sbianciata a favore degli omosessuali…pensa te a quanto la destra francese stia avanti a quella Italiana!

  37. CARO ISKRA, LASCIA PERDERE LENIN, DI’ PURE QUELLO CHE VUOI, MA
    LEGGITI UN LIBRO DI PIU’ (E SCRIVINE QUI)

    Caro Iskra,

    non so chi tu sia, mi stupisce la difficoltà (non dico vigliacchieria, sarà il pudore forse) di quelli come te, a citare anche il solo il vostro nome proprio. Siete vagamente immodesti perchè per un banale nickname andate a scomodare (la Dalmazia non c’entra nulla!) addirittura Lenin. Siete intelligenti, ma vi ritenete geniali, vi piace semplificare, smargiassare anonimamente, regalare epiteti e giudizi verosimili anche se sapete che non sono non veri, spargere idee orecchiate qua e la, parlare con tono informato di cose che palesemente non conoscete. Ora Iskra, mi dispiace che Carlo Infante non abbia ancora letto Cuori, ma devo dire che mi dispiace di più che non lo abbia letto tu, cosa che risulta chiara dal fatto che tu definisca il libro “politically correct”. Sai, se c’è una cosa che Cuori non è è quella. Non è univoco, non è a tesi, per questo a volte è anche necessariamente contradditorio. Ma potresti pure dire che è una cagata col botto, certo, se c’è una cosa che non è, è un libro “politicamente corretto”. Solo che se tu ricorri a questa definizione, è ovvio che già ti senti un ribelle, e quindi capisco il perchè.
    Vedi, a me piace parlare delle cose che so e citare sempre le fonti di quel che dico, è un metodo. E piace entrare nel merito. Su Calabresi tu sei preso dal solito tic di un intellegente (non geniale) di sinistra vagamente superficiale. Senti, intuisci o sai, che la maggiorparte delle cose che sono state scritte contro di lui nella campagna di stampa che portò al suo omicidio erano false. Ma hai paura di ammetterlo, perchè chi ragiona per clichè deve mantenere posizioni pregiudiziali e dogmatiche, altrimenti gli crolla la muraglia: quindi, ti ripeti, per paura di fare “revisionisimo”, non posso ammettere che Calabresi non fosse un’infame. Mario Calabresi, che è più laico di te, invece, è figlio del commissario, ma ti dice che la polizia degli anni settanta spesso era schematica, talvolte reazionaria, molte altre ingiusta. Mario, che è più laico di te, non pensa di doverti convincere che suo padre è un santo. Ti fa riflettere, insieme ad altri, sulla violenza del lutto che ha subito, e su alcuni documenti della storia. Una parte di questi materiali, come l’intervista a D’Albrosio (non l’ha fatta lui, ma Dino Martirano, del Corriere della sera, un altro che revisionista proprio non è) te li ho già ricordati prima. Ti potrei aggiungere una intervista di Pannella che ho fatto io sul giornale, anni fa. Pannella era per Pinelli, ma racconta che Calabresi non era nè pazzo nè sadico, affatto. Era un giovane ambizioso, intelligente, estroverso, che su piazza Fontana ebbe alcune intuizioni investigative (ad esempio sulle implicazioni rossonere) ben documentate nel libro diario di sua moglie Gemma. La stessa moglie di Pinelli, Licia, raccontò che a Natale si scambiarono dei regali, che suo marito regalò al Commissario Spoon river.
    Vedi Iskra, ha ragione chi ti fa notare che metti già le mani avanti prima di cadere, dici di non aver giustificato l’uccisione di Ramelli o Calabresi, e che non sei un “ottuso rosso”. Siccome hai la tua intelligenza inventiva vai a sfrugugliare su Google come tutti noi, trovi una recensione a Cuori sconclusionata come quella del povero Valerio Marchi, trovi l’articolo innocente sulla libreria dei miei genitori che ovviamente nulla c’entra con tutto questo (e nulla dimostra, tranne che i miei hanno una libreria in periferia), e ti pare che infilarlo nella mail ti dia un’aria informata e paracula. Segui questo consiglio, se hai testa, come mi pare da come scrivi. Leggiti un post in meno e un libro in più. Vedi, io due sere fa, ho finito il libro di Mario alle due, e poi sono rimasto sveglio fino alle tre, insonne. Alle tre mi sono alzato di nuovo, e sono andato pa prendere il libro della Kaos con la sentenza del processo Calabresi contrro Sofri. Non ci sono il bene e il male, le verità rivelate, e pare così difficile capirlo. Ogni dettaglio nuovo che conosciamo, illumina di luce diversa tutto iil resto.
    Ma a te non interessa, ti piace avere nel sacco farina a sufficienza per modellare un clichè, e darci magari dei “revisionisti” perchè ci permettiamo di mettere in dubbio alcune delle incertezze “incrollabili” che da trent’anni galleggiano sopra panzane sesquipedali. La storia, purtroppo per gli inventivi, è “complessa”. Ed ecco perchè è meglio svegliarsi la notte con un dubbio in più, che scrivere anonimamente con una finta certezza incrollabile.

    Luca

    P.s. Facciamo una prova senza bende sugli occhi: leggiti il libro di Calabresi, e poi scrivi su questo sito quello che ne pensi. Sono sicuro che non troverai, quello che pensi e dici di trovarci dentro. Scommettiamo?

    PPs. Costa solo 14.50 Euro. Ma essendo relativamente breve si può applicare in metodo “un’ora in libreria”.

  38. Carissimo Dottor Rao,
    sono anche un suo finanziatore dal momento in cui ho acquistato i suoi libri, per cui mi permetto di risponderle.
    Il mio “non ho detto”, si riferiva all’affermazione mia e precedente, all’interno dello stesso post, in cui velatamente scherzavo chi faceva di calbresi e ramelli dei santi.
    E siccome erano parole che prestavano il fianco ad interpretazioni molteplici, volevo chiarire che il fatto che non fossero santi non significava che dovessero morire.
    Tutto qui
    Per l’attendibilità del libro di telese la rimando quì..
    http://www.carmillaonline.com/archives/2006/07/001865.html

  39. Luca aveva ragione, e’ l’articolo del buon Valerio Marchi (il suo ‘Blood and honour’ sul mondo skin e’ sublime). Non lo conoscevo questo articolo. Ora l’ho letto.
    Mah, sottolinea quattro o cinque imprecisioni nominalistico-toponomastiche-temporali che sono sotto la media fisiologica degli errori di un libro di 800 pagine. Anche nel mio ce ne sono almeno una decina (quelle di cui mi sono accorto e che mi hanno fatto notare, ma sicuramente saranno di piu’).
    E allora?
    Per il resto, Marchi non fece altro che attaccare con un livore che ri-conosco, il libro di Luca, ‘reo’- lui che viene (ed e’) dalla sinistra-di aver raccontato, senza demonizzare, ma solo in maniera fotografica e cronistica, come vivessero i militanti di destra negli anni settanta. Aggiungo che questo livore, ahime’, e’ tipico di chi ha anche un po’ di umana invidia verso un altro autore che ha successo. E’ capitato, nel mio piccolo anche a me. E ormai riconosco le cause e le molle scatenanti di certe ‘critiche’.
    Per il resto quelle di Marchi restano opinioni, rispettabili come tutte, ma assolutamente personali e arbitrarie. Cosi’come e’ riduttivo e sinceramente un po’ stantio, insistere sul fatto che la violenza rossa e’ solo una violenza di ‘reazione’. Tutte le violenze sono di ‘reazione’ e nessuna lo e’ fino in fondo. Se tutti, a destra e a sinistra, non cominceremo ad ammegttere questo dato, non daremo mai vita al superamento degli anni di piombo.
    Ps. Camerata basco nero riferito ai cc? Mah, posso testimoniare, personalmente, che i compagni me (ce) lo hano urlato decine di volte. E non ho mai fatto parte dell’Arma…

  40. Iskra, quando un lettore acquista un libro, non e’ un ‘finanziatore’ dell’autore (vista la miseria che tutti gli autori guadagnano per ogni singolo libro), ma solo un lettore.

  41. Carlo Infante

    Per Giorgio Ferranti, Roberto Magrelli ed il fantomatico Alverman:

    ho 34 anni.

  42. Carlo Infante

    Per la fantomatica Runa (o per il fantomatico Runa):

    SEI UNA/UN MALEDUCATA/O!

  43. Carlo Infante

    Per il Dottor Telese,

    che, nel post 37, ha scritto “… mi dispiace che Carlo Infante non abbia letto Cuori…”:

    come ho già scritto, mi è stato regalato il 7 maggio. L’ho iniziato a leggere la stessa sera, l’ho terminato oggi.

    Ma, come ho già scritto in precedenti post, l’avevo letto, quasi integralmente, a più riprese, in alcune librerie.

    Cordialissimi saluti.

  44. Carlo Infante (Lecce)

    Per il Signor Roberto Magrelli:

    non accetto insulti da chi si presenta come militante o responsabile della fantomatica “Brigata Sandokan”!!!!!
    Oltre che del misconosciuto ed altrettanto fantomatico “Centro Studi Nuovo Risorgimento”.
    Proprio Lei si permette di parlarmi di ridicolo, immaturità e puerilità (e stia più attento quando si sbizzarrisce sulla tastiera, poichè puierile non significa nulla!), Lei, il figlio di Sandokan!
    Se io avrei vent’anni, Lei ne ha non più di 10… a 10 anni si guarda “Sandokan”!
    Sappia bene che non Le replicherò più, sia perchè Le ho dedicato sin troppo tempo, sia perchè ho il computer in riparazione sino a mercoledì (ed ora sono in un internet point, a perder tempo per colpa sua, e per colpa di soggetti come Lei).
    Visto che sta a Nettuno, vada, di corsa, al Santuario di Santa Maria Goretti a chiere la grazia urgente per la sua infermità mentale!

    SANDOKAN
    ________

    Più crudele è la guerra
    e l’uomo sa cos’è la guerra.
    Caldo e tenero è l’amore
    e l’uomo sa cos’è l’amore.
    Giù dal cielo scende un tuono,
    tutto intorno un grande suono.
    Nasce il seme dalla pianta,
    il grande albero adesso canta.
    Scorre il sangue nelle vene…
    grande vento…
    nella notte calda si alzerà…
    SANDOKAN! SANDOKAN!
    Giallo il sole, la forza mi dà…
    SANDOKAN! SANDOKAN!
    Dammi forza ogni giorno ogni notte,
    coraggio verrà…
    SANDOKAN! SANDOKAN!
    Giallo il sole, la forza mi dà…
    SANDOKAN! SANDOKAN!
    La conchiglia suona piano,
    il mare ormai è già lontano.
    Sale e scende la marea
    che tutto copre e tutto crea.
    SANDOKAN! SANDOKAN!…

  45. Carlo Infante

    Per il Signor Roberto Magrelli:

    http://www.emiliosalgari.it/film/film1.htm

  46. Dott.Telese e Dott. Rao, oltre a rassicurarvi sulla mia effettiva lettura dei vostri libri(e la citazione sul Pigneto, Telese, era per far capire che avevo letto addirittura i ringraziamenti del suo libro), volevo precisare un paio di cose.
    Il libro di telese lo ho definito politically correct per come era stato presentato: lo scrittore di sinistra che parla dei martiri della destra.
    Io, Telese, e mi perdoni, dubito del suo essere di sinistra. Posso? E certamente non perchè abbia posto l’attenzione sui caduti neri. Leggo questo blog da mesi, dal febbraio del 2006 anzi, e non ho trovato tutta quell’equidistanza che professa. Ho letto solo slogan f(t)assisti, ed un continuo vittimizzarsi.
    30 anni fa i fasci erano cattivi, quanto lo erano i compagni. Nessuno ha subito da nessun altro. si era in guerra e tutti combattevano. Poi mi piacerebbe conoscere la progettualità politica della destra eversiva (e devo citarle i libri su mambro-fioravanti?), ma questo è un altro discorso. Ho letto qualunque libro abbia trattato l’argomento: il libro del figlio del commissario calabresi lo ho sul comodino, ma devo prima finire di leggere storia nera.
    Non mi piace l’approccio di questo blog . Le intenzioni dell’autore mi pare fossero pacificatrici, ed invece assisto a monologhi ed a lamenti monocolore.
    siete riusciti a criticare anche “mio fratello è figlio unico”, ad esaltare di canio che se la fa con signorelli, a far scappare il povero liguori, minacciato e vessato. chi entra dalla porta sinistra deve autoaccusarsi e battere il petto. la discussione non è mai aperta, monocorde ed univoca.
    Un’ultima cosa: che Valerio possa riposare in pacee non rigirarsi nella tomba in cui giace da luglio. Valerio invidioso? ma per favore, rao..forse eravamo rabbiosi noi che non abbiamo mai visto Marchi, IL PIU’ GRANDE CONOSCITORE E STUDIOSO DI SUBCULTURE ITALIANO, su palcoscenici riservati a presunti esperti. Oltretutto era uno dei pochi sociologi o studiosi che dirsivoglia, che non si faceva influenzare nei suoi studi dal suo background.
    Un saluto ottuso, e con la sinistra

  47. Abbiamo capito Infante ed iskra sono la stessa persona!

  48. Inartigliere

    Scusi Infante, per curiosità, quello che fa nelle librerie lo esegue pure nelle pizzerie, ecc.? Mi diverte l’idea che si prenda dei pezzetti pizza dai piatti dei commensali senza pagare! Sarebbe meglio del noto episodio della”zuppina” presente nel grande Specchio Segreto di Nanny Loi… Non se la prenda, si scherza!

  49. Grande Giap!
    Hai capito tutto te…
    ma sei un wu ming, o un guerrigliero della causa?
    io comunque sono romano..

  50. ROBERTO MAGRELLI

    “CARISSIMO” INFANTE,

    SCRIVO QUESTA RISPOSTA ORA, COSI’ MERCOLEDI’ QUANDO AVRA’ RIPARATO IL COMPUTER POTRA’ LEGGERLA CON TUTTA SERENITA’.
    INTANTO LE RIBADISCO CHE LEI SEMBRA PROPRIO UN VENTENNE (E LE ASSICURO CHE NON E’ UN COMPLIMENTO).
    SONO BASITO (MA NON TROPPO), DALLA SCEMPIAGGINE DEL SUO COMMENTO N.44.
    DOVREBBE AVER INTUITO, CHE SANDOKAN E’ SI UN PERSONAGGIO DI FANTASIA (COME LO E’ CAPITAN HARLOCH, MA CI ARRIVEREMO),MA CHE E’ STATO SCELTO COME UN SIMBOLO PER UNA BATTAGLIA IDEALE CHE ABBIAMO DECISO DI COMPIERE PER UN RITORNO DELLA POLITICA ITALIANA AD UNA SPIRITUALITA’ IDEOLOGICA, MA ANCHE GUERRIERA.(NEL SENSO PIU’ ALTO DEL TERMINE, CIOE’:MARZIALE).
    DOVREBBE SAPERE SE DICE DI ESSERE DI DESTRA, E MI STUPISCE CHE NON SIA INFORMATO, DOVREBBE SAPERE DICEVO, CHE ANCHE ALTRI GRUPPI DELLA DESTRA RADICALE ROMANA HANNO SCELTO DI METTERE NEL LORO “PANTHEON”, PERSONAGGI DI FANTASIA, COME AD ESEMPIO E’ ACCADUTO PER CASAPOUND. (SI VADA A RICERCARE IN PROPOSITO UNA INTERESSANTISSIMA PUNTATA DI “LUCIGNOLO”).
    I RAGAZZI DELLA FIAMMA TRICOLORE DI ROMA, ALL’INERNO DELLA LORO ROCCAFORTE CASAPOUND,HANNO DIPINTO I NOMI DI QUELLI CHE CONSIDERANO I LORO RIFERIMENTI CULTURALI, E TRA I VARI PAVOLINI,MUSSOLINI, DANNUNZIO MARINETTI ETC., INDOVINI UN PO’ CHI TROVIAMO STAMPATP A CHIARE LETTERE?: PROPRIO CAPITAN HARLOCH!!!
    IL QUALE CAPITANO, E’ ANCHE IL SIMBOLO DELLA BIRRERIA CHE ALCUNI DI LORO GESTISCONO. (BADI BENE CHE PARLIAMO DI GENTE ADULTA E CON FIGLI!!!).
    PRECISO QUESTA COSA ANCHE PER TUTTI COLORO CHE HANNO INTENZIONE DI FARE GLI SPIRITOSI SUL NOME DELLA BRIGATA.
    DUNQUE, INFANTE, VISTO CHE SEMBRA CONOSCERE TANTO BENE NETTUNO (LA INFORMO CHE COMUNQUE IO ABITO A ROMA),PERCHE’ NON VIENE A TROVARCI AL NOSTRO CENTRO STUDI?
    POTREMMO SPIEGARLE TANTE COSE CHE FORSE NON SA, ANCHE RIGUARDO ALLA POLITICA.
    POTREBBE ASSISTERE AD UNA DELLE NOSTRE PROSSIME CONFERENZE.
    MI SCUSI LA DOMANDA IMPERTINENTE: MA LEI ALL’INTERNET POINT SI COMPORTA COME IN LIBRERIA?
    COME FA A SCROCCARE ANCHE LI’?
    SE CI RIESCE ME LO FACCIA SAPERE,NEL CASO ORGANIZZEREMO UNA CONFERENZA SULL’ARTE DELLO SCROCCO. LEI POTREBBE ESSERE IL RELATORE PRINCIPALE.

    “UNUSQUISQUE MALVULT CREDERE QUAM JUDICARE”.(Lucio Anneo Seneca).

    BRIGATA SANDOKAN

    CENTRO STUDI NUOVO RISORGIMENTO

    Via A. Gramsci n. 155 c.a.p. 00048 Nettuno (RM)

    ROBERTO MAGRELLI

  51. Infante dixit:
    “Se io avrei vent’anni, Lei ne ha non più di 10… a 10 anni si guarda Sandokan”.

    Che personaggio!

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