Nuove polemiche per una via a Sergio

03 mag 2007

SE RAMELLI CONTINUA A "FARE PAURA”, A BOLOGNA (E NON SOLO A BOLOGNA). SE COFFERATI DIFENDE L’IDEA DI INTITOLARE UNA STRADA, MENTRE FORZA ITALIA E SINISTRA DS SI OPPONGONO

 

                      
Dunque: avevamo appena finito di chiederci se fosse stato opportuno ripubblicare proprio ora il libro su Ramelli, se fosse ancora così attuale come dieci anni fa, ed ecco che a Bologna esplode una nuova polemica su Ramelli. Tutto come sempre, tutto ogni volta da capo, come se il tempo passasse invano, ed ogni volta che qualcuno pensa di intitolare una strada ad un cuore rosso o nero, ci sia qualcun altro che alza la mano e dice: “Non ci sto”. 

                        

Di più: come in una sorta di film di fantascienza, attaccati a questa querelle surreale riemergono tutti i vecchi spettri del passato: ideologia cieca, ottusità, calcolo politico, intolleranza. Di più: il paradosso vuole che a sostenere la proposta avanzata dal gruppo di Alleanza Nazionale su iniziativa di un consigliere di Azione Giovani – Galeazzo Bignami – ci sia il sindaco di sinistra Sergio Cofferati. E che a combatterla – per motivi che ad oggi sfuggono all’umana comprensione – ci sia la sinistra dei Ds, con in testa l’ex pm del processo di Bologna Libero Mancuso (oggi assessore della giunta all’ombra delle due Torri). E accade anche che al suo fianco, in modo ancora più curioso, si siano schierati i consiglieri di Forza Italia e quelli della lista Guazzaloca (con la motivazione, altrettanto inverosimile, che siccome Guazzaloca bocciò la proposta durante il suo mandato, non si vede perché adesso si dovrebbe accoglierla). Con una singolare coincidenza, tutto questo accade mentre in parlamento il governo (proprio ieri) accetta un ordine del giorno dei deputati di An per installare una targa in memoria di Sergio nella sua vecchia scuola, il Molinari.

                  
Purtroppo, alla fine si scopre che in questo clima avvelenato Ramelli “fa ancora paura”. E si scopre che qualcuno si oppone inopinatamente al ragionamento che Cofferati ha esposto con frasi che è davvero difficile definire non condivisibili: “Rimuovere la memoria dei fatti tragici non serve, rimuovere la memoria di un omicidio è un errore – spiega infatti il sindaco ai suoi oppositori – ricordare invece serve per impedire il loro ripetersi”. E aggiunge: «L’omicidio di Ramelli è stato di un atto gravissimo di violenza politica, rimuovere non serve a nessuno. La richiesta avanzata, che andrà in commissione – attacca Cofferati – deve seguire il suo iter: io, personalmente, sono favorevole. Quello di Ramelli non è l’unico caso di violenza politica di quegli anni e quindi sarà opportuno tornare a ricordare quelli che ne sono stati colpiti». E ancora: “Se le forze politiche rappresentate in consiglio decideranno di discuterne sarà cosa utile, ma tutte le persone uccise in episodi di violenza politica meritano la naturale pietà e il necessario ricordo, che è la condizione perché non si ripetano più fatti di quella natura. C’è stato un periodo in cui la dialettica si è trasformata in azioni violente. La dialettica – conclude Cofferati – è un valore fondativo della democrazia, la violenza è da rifiutare sempre».
Ecco, di fronte ad una posizione così squisitamente chiara, quali sono le motivazioni di Forza Italia? Davvero disarmanti: gli azzurri infatti le spiegano così: «Non condivido – ha detto il coordinatore cittadino Francesco Osti – il modo di presentare la richiesta. Non è questione di maturità politica ma di opportunità politica. Mi sembra che gli amici di An con le dichiarazioni degli ultimi giorni di critica e presa di distanza dalla giunta Guazzaloca di cui facevano parte, stiano confondendo l’elettorato. Le auto-candidature, le corse in avanti e la gara alla visibilità danneggiano gravemente l’immagine di una Cdl che, con l’aiuto dei civici, un programma forte ed il giusto candidato può vincere nuovamente a Bologna.  Dovremmo essere tutti uniti – ha aggiunto Osti – noi dell’opposizione, nel denunciare il fallimento di Cofferati e il disastro della sua amministrazione, invece, mostrandoci divisi, cosa che nei fatti e soprattutto nell’elettorato non siamo, non diamo certo un bello spettacolo”. Ovviamente viene da chiedersi: cosa c’entra? Cosa c’entrano gli anni di piombo con le beghe da quartiere del centrodestra? Nulla. Così come sono ridicole alcune delle argomentazioni addotte dalla sinistra radicale, ad esempio quella che Francesco Lo Russo (ragazzo ucciso dalla polizia nel 1977) ha intitolata a suo nome “solo una piazzetta”, oppure che Ramelli non appartiene alla città. Frase a cui Cofferati ha risposto: “Abbiamo anche via Fosse Ardeatine, anche quelle appartengono a tutta la città”. Insomma, sono contento di aver ripubblicato il libro contro ogni calcolo commerciale. Non so ancora se e quanto venderà (mi auguro il più possibile, ovivamente) ma almeno, dalla settimana scorsa, se uno vuole farsi un’idea sul caso Ramelli e va in liberia, fra “Cuori neri” e “Una storia che fa ancora paura”, trova tutto quel che gli serve per informarsi. Magari anche qualcuno dei trogloditi di destra o sinistra che oggi si oppongono ad un gesto di civiltà, per proiettare sul passato i soliti maldestri calcoli di bottega fatti parametrati sul presente.

34 commenti

  1. LIBERATE CIAVARDINI!

    “STRAGE DI BOLOGNA: CIAVARDINI INNOCENTE”
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    1 Maggio a Bologna: Resoconto della manifestazione dell’ UGL

    Primo Maggio, Ugl: chi ama il lavoro lo mette al sicuro
    A Bologna contro le morti bianche e la precarietà “Chi ama il lavoro lo mette la sicuro”, con questo slogan l’Ugl, a Bologna, ha dedicato il Primo Maggio alla sicurezza del lavoro e sul lavoro, ricordando la piaga delle morti bianche che funesta l’Italia e lanciando un appello contro la precarietà. Gli oltre 20mila lavoratrici e lavoratori dell’Ugl arrivati da tutta Italia anche con due treni speciali e 250 pullman, hanno sfilato per le vie della città partendo da via Minzoni fino a radunarsi a piazza della Montagnola dove si è tenuto il comizio del segretario generale. “Come un anno fa – ha detto il segretario generale dell’Ugl, Renata Polverini durante il suo intervento – le nostre bandiere ei nostri tricolori sono segnati a lutto. Lo scorso anno in memoria dei nostri soldati e carabinieri caduti in Iraq, quest’anno dei martiri del lavoro ai quali dedichiamo non un minuto ma tutta questa giornata”.
    Polverini ha ringraziato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per l’attenzione rivolta agli operai, ai lavoratori, e per l’esempio “che sta dando ad un classe politica e sindacale che a forza di arrampicarsi si è dimenticata di chi sta in basso e soffre”. Quindi ha letto l’appello della Federazione nazionale della Stampa a sostegno della vertenza contrattuale dei giornalisti raccogliendo l’invito della Fnsi.
    “A Bologna – ha aggiunto Polverini – è nata la prima università italiana, il luogo dove i giovani si formano e si preparano ad entrare nel mondo del lavoro. Gli stessi che oggi soffrono un tasso di disoccupazione più alto della media europea e cui si prospetta un lavoro insicuro, sia perché precario, sia perché oggi, dopo 121 anni dalla prima festa del lavoro, con la memoria ai morti di Chicago, nei luoghi di lavoro italiani ancora si muore. Nel 2006 i martiri sono stati 1280, sei incidenti mortali ogni 100mila lavoratori l’anno. In questa regione che oggi ci ospita a Ravenna, vent’anni fa morivano 13 operai della Mecnavi. Ma il maggior numero di incidenti si regista nelle piccole e medie imprese e la metà degli infortuni riguarda giovani tra i 17 e i 34 anni. Ora l’auspicio è che esaurita l’onda mediatica non torni il silenzio su questa vergognosa strage bianca”.
    “L’Ugl – ha proseguito – chiede di rafforzare i controlli, aumentando gli ispettori del lavoro, potenziando l’impiego delle forze dell’ordine oltre ad un più incisivo raccordo con le altre istituzioni competenti a vigilare, a partire dalla Regioni che possono giocare un ruolo significativo. Chiediamo un’accelerazione sul Testo unico sulla sicurezza, con norme utili ad individuare le responsabilità e con certezza della pena. Serve un impegno maggiore per la formazione introducendo la sicurezza sul lavoro come materia fin dalle scuole elementari e diffondere cultura della sicurezza basata sulla centralità della persona e la valorizzazione del lavoro che significa anche contrasto al lavoro irregolare e ripristino della legalità.
    Una piccola nota:
    All’interno della manifestazione è comparso uno striscione…

    Vedi le fotografie sul sito:

    http://www.ladestra.info/?p=8195

  2. Francesco Mancinelli

    Sapete chi è LIBERO MANCUSO ?

    Oltre ad essere uno degli ex-pm del processo di Bologna, una delle massime espressioni della caccia alle streghe dopo la strage , nel 1988 fece in un solo giorno spiccare circa 300 ordini di perquisizione in tutta Italia alle ore 5 della mattina contro molti giovani appartenenti allora alle formazioni della destra radicale italiana.

    Dopo il 23 settembre del 1980′, fu la più importante operazione repressiva contro gli ambienti nazional-rivoluzionari mai condotta in Italia.

    Allore c’erano sigle come Movimento Politico, Orion, Circolo Culturale Charlemagne Ravenna, Ideogramma, Centro Studi Tradizionali VT , Circolo Culturale Leonardo Roma, Fronte Europeo ecc. ecc.

    Ebbene questo pezzente questurino, questo giacobbino d’accatto aveva ricercato nelle nostre case, nelle case delle nostre madri ( …lo possiamo dire tranquillamente dopo circa 20 anni ) il latitante Cauchi, credo ex Avanguardia o Ordine Nuovo non ricordo …; come se ragazzini di 20/25 anni tenessero contatti stretti di collaborazione ed ad alto livello con chi già faceva latitanza da almeno 15 anni !?

    Non c’è da meravigliarsi se un individuo squallido e spregevole come Mancuso abbia preso una posizione del genere sulla strada di commemorazione per l’omicidio di Ramelli.

    Mancuso da giovane era un ex-militante del PCI stalinista (nato già giudice direbbe Fabrizio De Andrè ), e probabilmente faceva parte di quella schiatta alla Ferrara, alla Liguori, alla Teodori, alla Pecorella e compagnia bella che da buoni giovani intellettuali evoluti aizzavano gli scagnozzi con le chiavi inglesi contro i pischelli di destra , ma mai rischiando la collusione e carriera in prima persona.

    Questo stesso tipo di magistratura PCI-ultra-istituzionalista a Bologna come a Padova aveva riempito dal 1977 in poi le galere di giovani dell’Autonomia Operaia poco inclini a prostare il sedere alle parrocchhie allineate del PCI…

    Quindi non ci meravigliamo se Forza italia ed i loro arditi salumieri di oggi, gli ex-giacobini magistrati di ieri, vogliano rinfocolare la piccola guerra civile anni 70′ voluta allora da Kissinger e dalla Trilateral. Erano tutti servi allora e sono servi della loro idiozia oggi …

    Un saluto a tutti

  3. Carlo Infante (Lecce)

    Libro “Sergio Ramelli” (Sperling & Kupfer)

    Ringrazio vivamente il Dottor Telese per averlo fatto ripubblicare e gli autori per averlo scritto.
    Invito tutti a comprarlo ed a ricomprarlo (l’edizione è riveduta ed ampliata).
    Un caro saluto alla famiglia Ramelli!

    CIAO SERGIO!

    P.S.: in copertina i nominativi degli autori sono minuscoli, il nominativo del dottor Telese è ben più grande ed in evidenza (ma che l’ha scritto lui il libro?).

    L’immagine in copertina, per come è stata elaborata (per me storpiata) non mi piace molto.

    Nella precedente discussione, in questo forum, l’autore, Dottor Giraudo è, più di una volta, chiamato Girando (presumo dal Dottor Telese)… storpiare un fascista non è reato.

    A parte ciò, corro a riacquistare il volume nella nuova edizione.

  4. Carlo Infante (Lecce)

    Non ho ancora letto l’articolo, tengo a dire che, il 4 aprile 2005, sollecitai (anche a nome di diverse altre persone), a mezzo telegramma, il Sindaco di Lecce, Onorevole Adriana Poli Bortone (ex Missina) a ricordare Sergio Ramelli nella toponomastica.
    Nessuna risposta e, quel che più è grave, nessuna azione in tal senso.
    Oggi Adriana Poli Bortone cerca il voto per le amministrative, è capolista per gli ANini.
    Alle amministrative di questo mese, anche per questo motivo (oltrechè, in primis, per via delle strisce blu – come noto illeggittime – che la Poli Bortone ha fatto piazzare e non vuol far togliere! VERGOGNA!) non mi recherò alle urne.

    LECCE VERGOGNA D’ITALIA!

  5. E’STATA TUTTA UNA SPORCA STORIA
    DI QUELLE CHE TI RESTANO DENTRO LA MEMORIA
    DENTRO LA MEMORIA DI UNO CHE
    LA PENSA E LA PENSAVA COME TE
    COME TE CHE SOGNAVI UNA TERRA MIGLIORE
    COME TE CHE NON VOLEVI L’ODIO E IL RANCORE
    COME TE I TUOI SOGNI SPEZZATI
    COME TE I TUOI PROGETTI RUBATI
    COME TE LA TUA MORTE VIOLENTA
    COME TE LA TUA PURTROPPO LENTA
    E LA STANZA DELL’OSPEDALE
    NON C’E’ PIU’NIENTE DA FARE,PIU’NIENTE DA FARE,PIU’NIENTE DA FARE..
    ED IO CHE SONO COME TE,CHE CORRO I RISCHI CHE
    HAI CORSO TU
    IO NON TEMO PIU’,NON TEMO PIU’,NON TEMO PIU’..
    E SE UN GIORNO MORIRO’COME SEI MORTO TU
    DIRANNO COME HANNO DETTO PER TE
    CHE UN ESALTATO IN PIU’
    UN ESALTATO PERCHE’NON VOLEVI COMPROMESSI
    PERCHE’NON ACCETTAVI LE SITUAZIONI
    PERCHE’NON VOLEVI IL TRICOLORE ROSSO
    MA IO CHE SONO COME TE
    E COME TUTTI QUEI RAGAZZI CHE
    HANNO VISTO IN TE IL LORO IDEALE DI GIOVENTU’
    CHE E’STATO SPEZZATO
    COME SEI STATO SPEZZATO,AMMAZZATO TU
    SERGIO RAMELLI SEI STATO AMMAZZATO
    DALLA “VIOLENZA DEL PROLETARIATO”
    CAMERATA RAMELLI SARAI VENDICATO
    TE LO GIURIAMO,SARAI VENDICATO….

    GIULIO LORANI 1977

  6. Caro Carlo,

    effettivamente anche io trovo che il mio nome sia in un corpo troppo grande, e quello degli autori in un corpo troppo piccolo. Ma so che Guido (Giraudo), che avrebbe potuto firmare individualmente, (con la collaborazione degli altri) ha voluto che tutti e cinque i nomi degli autori avessero la stessa grandezza. Dato il numero delle firme, il corpo è venuto fuori quello che è. Quanto alla copertina, ne abbiamo già parlato: qualcuno ha detto che ricorda addirittura Che Guevara, che dire? E’ così, e a me non dispiace affatto. Credo che non siano questioni centrali.

    Luca

  7. Caro Luca,
    ho visto che stasera sarai a Prato per la presentazione di Cuori Neri. Purtroppo non potrò esserci, ma ti faccio i migliori auguri per un’ottima riuscita della serata.

  8. L’ex pm LIBERO MANCUSO oggi assessore alla giunta….mi fermo qui, niente da aggiungere.

  9. marco bonello

    Un sentito ringraziamento a chi ha postato il sito “la destra”: un livello culturale eccleso, splendidi inviti alal tolleranza (esclusi ovviamente negri, ebrei e froci!)…. se rischiavo di avere dei dubbi, adesos so perché nonostante tutto sono di sinistra

  10. Bonello, porti la stessa allegria di un sito dedicato a Marco Masini! Rilassati ogni tanto!

  11. Libero Mancuso e’ l’esempio piu’ lampante di una certa visione del mondo che e’ esattamente l’opposto della mia. Era un nome che da ragazzini ci terrorizzava per la follia delle inchieste ed indagini che era in grado di condurre, ora fa solo schifo, come fanno schifo tutti quei uomini di giustizia passati alla politica. Hanno dimostrato che politica l’hanno sempre fatta.
    La nostra colpa era diffondere un giornaletto, si chiamava Ideogramma, la nostra colpa era avere un circoletto, si chiamava Charlemagne.Tutto questo, per Mancuso, era eversione.
    Francesco Mancinelli mi ha ricordato, per un attimo, un nome che pensavo di aver lasciato all’oblio. Adesso lo rimetto li’da dove e’venuto.

    Aldo

  12. Caro Marco, resta anarchico e di sinistra, ci mancherebbe, ma poichè mi hai incuriosito con l’ironia sul sito postato, sono andato anch’io a consultarlo, e francamente non ho trovato nessun incitamento all’intolleranza verso “negri, ebrei e gay”.
    Ma ho guardato superficialmente; puoi darmi qualche indicazione maggiore per verificare?

  13. per noi di Ideogramma è un nome impronunciabile
    in alto i cuori
    Riccardo

  14. da giorni ascolto una canzone scritta da Marcello De Angelis x suo fratello Nanni ma ogni volta che la ascolto mi torna in mente anche Sergio le parole sono

    CHI MAI MI FERMERA

    Non mi hanno fatto niente quei colpi che mio avete dato
    vi lascio qui il mio corpo martoriato
    io non ne ho più bisogno
    perchè io d’ora in poi vivrò
    su tutti i muri di queste città
    Non mi hanno fatto niente quei colpi che mi avete dato
    la morte non mi fermerà
    sarò io che la possiederò
    volo sulle teste nella mia immortalità
    volo fra la gente chi mai mi fermerà
    volo fra la gente chi mai mi fermerà
    volo fra la gente chi mai mi fermerà

    Sergio vive e lotta con noi scrivevamo sui muri delle nostre città
    in alto i cuori
    Riccardo

  15. *** re: il sito http://www.carpe-diem.it
    su questo sito ho trovato dei documenti interessanti su Sergio Ramelli ma anche su altri camerati caduti nel corso degli anni. Loro raccolgono documenti per conservarne la memoria e mi sembra un sito che possa anche crescere (avrei del materiale da inviare) anche se e’ mia impressione che non venga piu’ aggiornato da tempo.
    >>>Domanda: c’e’ nessuno che ne sa’ qualcosa???: ho provato a conttattrli via e:mail, ma non ho avuto nessuna risposta.

    *** re: sito la destra.info
    marco Bonello, relaxati, come dice giustamente Alverman…come avrai letto ripetutamente, sia sui libri di Nicola e Luca, sia su questi forum, la galassia di destra e’ eterogenea e, a volte, personalmente mi sento in netto disaccordo con posizioni ritenute tipiche da una frangia della destra radicale: e allora? finche’ non si oltraggia la costituzione e la liberta’ personale altrui, uno la puo’ pensare come vuole, dire quello che vuole…

    saluti

  16. Per Marco Bonello: francamente non ho capito cosa ti scandalizzi tanto.

  17. Per Luca Telese: mi sono permesso di postare il tuo articolo sul mio modestissimo blog:-)

  18. Buon giorno
    ho letto il libro tutto d’un fiato, ho 50 anni (1956 ed ho vissuto a Milano in quei tristi
    e duri momento, anch’io, forse, dalla parte “sbagliata”).
    Volevo fare una considerazione che mi frulla da un po’ in testa.
    Mi pare che in tutti i libri che parlano di quegli anni si faccia solo accenno e non sia
    svolto compiutamente l’analisi critica del fatto che tutti allora come adesso continuino
    a ricordare la fine del fascismo e la guerra civile con troppa enfasi, senz il dovuto distacco come è successo in tutti gli altri paesi (stati uniti, francia, spagna,….).
    Questa consacrazione ed esasperazione dei vincitori della guerra civile e dell’antifascismo continua ad istigare l’odio in chi di quegli anni e di quanto avvenuto poi nei 70/80 non ne sa nulla.
    Perchè, perchè solo in Italia avviene questo, perchè non si denuncia tutto questo?
    perchè chi è capace più di altri di usare la penna e la testa non scrive tutto questo?
    Un abbraccio alla signora Anita.
    grazie, fabio

  19. Anch’io non capisco il riferimento al sito ladestra (con il quale collaboro come amministratore del forum)…..

  20. Ciao Riccardo sto cercando notizie e materiale su Ideogramma : ti spiace contattarmi alla mail gallafil@virgilio.it?

  21. Carlo Infante (Lecce)

    Per Mec61 e per tutti coloro che non hanno capito il senso del post numero 9 di Marco Bonello, che fa riferimento al sito http://www.ladestra.info:

    neanch’io l’ho capito… FATE COME ME, NON CURATEVENE!
    Non curatevene neanche di capire perchè una persona che si dice di sinistra, visiti regolarmente un forum dedicato ai “Cuori Neri”.

    Cordialissimi saluti!

  22. Caro Fabio,
    ho letto solo adesso la sua lettera, e non ho capito se lei parla di Cuori neri o del libro su Ramelli (presumo quello su Ramelli, da quello che scrive) e le cnofesso che in ogni caso alla sua domanda non c’è un risposta: noi a ragionare su questo grumo rovente fra storia e memoria, ci proviamo tutti i giorni, su questo sito. Ma perchè non lo facciamo altri non lo sappiamo, anche se è facile intuirlo. L’Italia delle fazioni ha bisogno di non pensare, per mantenere fortificate le trinceee in rotta della sinistra e della destra. Lo spirito della “curva sud”, mantenuto in vita ad ogni costo è l’unico antidoto al rompete i ranghi di chi non accetta in più di mettersi in gioco per una classe dirigente a dir poco mediocre.
    Luca

  23. Carlo Infante

    Gentilissimo Dottor Telese,

    stasera ho acquistato il libro sul povero Sergio.
    Stamane ho fatto un giro di telefonate fra le principali 5/6 librerie di Lecce, solo una lo aveva. Ho potuto constatare che ne aveva solo 5 o sei copie (ovviamente non esposte in vetrina… poi la stampa definisce Lecce, “la città più nera d’Italia”!). Neanche la libreria Mondadori ne aveva copie (dicono che arriverà).
    Per la cronaca, tutte con la solita copertina con difetti di stampa (come per molte copie di “La fiamma e la celtica”), difetti che mi pare appaiano anche nella copertina presente sul questo sito. Del resto costa la modica cifra di 12,00 euro.
    Ovvio, trattasi di quisquilie che Le ho voluto segnalare solo perchè, anche per il volume del dottor Rao, se n’è trattato in questo forum.
    Mille grazie per aver fatto ristampare il volume, speriamo che venda tanto e che a Lecce ne arrivi qualche copia.

    ONORE A SERGIO RAMELLI!

  24. Lecce é la città più nera d’Italia? Mai sentita.

  25. Carlo Infante (Lecce)

    Per IlPizzino

    Eppure qualche giornalista e qualche politico l’ha definita così. Ma Adriana Poli Bortone, Sindaca di Lecce (ancora per pochi giorni, fortunatamente), tutto può essere fuorchè missina!

  26. Io trovo che sia un bravo sindaco e ha agito sempre bene nel concreto. Poi bisogna capirla, è in campagna elettorale…

  27. Carlo Infante (Lecce)

    Visto che sembri sapere tutto della sindaca della mia città ti chiedo: abiti a Lecce?

  28. Carlo Infante (Lecce)

    Per IlPizzino

    Visto che sembri sapere tutto della sindaca della mia città ti chiedo: abiti a Lecce?

  29. COPERTINE & TIRATURE

    Caro Carlo Infante,
    ogni tanto rimango stupito delle sue osservazioni: la copertina non ha degli errori di stampa… è proprio fatta così, come tutte copertine della collana, ha questo effetto “vintage”, fatto apposta per togliere al libro quel sapore di lucido che a noi (in particolare a me) non piace, della magigorparte dei libri stampati in questi anni. Diciamo che è il nostro piccolo atto di resistenza al Mcdonald del libro patinato… Quindi spero che non le dispiaccia troppo, ma almeno non è un errore di stampa (e per questo che è così anche in questo post). Per quanto riguarda la disponibilità: i librai ordinano se qualcuno richiede. E’ la dura legge del mercato. Quanto allal ibreria Mondandori, invece, credo che lo avessero preso per forza, quindi… è possibile che lo abbiamo già finito. Attenzione però: cinque o sei copie per libreria, alla fine fanno una tiratura superiore alle cinquemila copie.
    Insomma, il destino di ogni libro è appeso ad un precario equilibrio fra ottusità e legge di mercato: se il libro vende viene richiesto, se viene richiesto viene ristampato, se viene ristampato c’è tempo perchè il tam-tam attecchisca, e così via. Il caso di Rao è esemplare: partito con una tiratura di 3800 copie crica, ha già abbondantemente superato le 20mila copie e ben sette edizioni. Adesso se andate nelle librerie trovate le pile di “La Fiamma e la celtica!”.
    Luca

  30. Carlo Infante (Lecce)

    Gentilissimo Dottor Telese,

    d’accordo, per quanto attiene la copertina, ho capito che trattasi di un effetto voluto (che a me non piace – anche perchè, il bel volto del povero Sergio, mi piace così com’era – che, sia ben chiaro, nulla toglie all’importanza di “LA FIAMMA E LA CELTICA” e “SERGIO RAMELLI – una storia che fa ancora paura”. Considero questa una quisquilia e, nuovamente, la ringrazio vivamente per averli voluti in collana – spero che anche l’ultimo volume riscuota un grande successo).
    Per quanto attiene la libreria “Mondadori” di Lecce, almeno sino a sabato scorso, le prime copie dovevano ancora arrivare.
    “Attenzione però: cinque o sei copie per libreria, alla fine fanno una tiratura superiore alle cinquemila copie.”
    Già l’ho scritto, ma lo ribadisco, non si tratta di cinque o sei copie per libreria, si tratta, invece, di cinque o sei copie, in un’unica libreria della città (che ne conta, almeno, una quindicina. Capoluogo di Provincia da centomila abitanti e città universitaria di lunga tradizione) e, probabilmente, dell’intera provincia (da 99 Comuni).
    Ad ogni modo, lo ribadisco, nella mia città, nessuno si è mai sognato (o si sognerebbe) di esporre in vetrina “La fiamma e la celtica” o “Sergio Ramelli”… (cosa che, come Lei ben sa, ovviamente incide sulle vendite. Non so quanto, ma incide) non credo che, nel resto d’Italia, la situazione sia differente.
    “Adesso se andate nelle librerie trovate le pile di “La Fiamma e la celtica!”.
    Almeno per quanto attiene Lecce, oggi, se si va nelle librerie, della “Fiamma e la celtica” non è rimasto neanche il ricordo, o quasi.
    Infine, tengo a precisarLe (qualora non mi fossi spiegato bene) che, queste mie puntualizzazioni, vorrebbero avere l’unico scopo, anche a Lecce, di un’ottima diffusione e vendita dei due volumi (e quindi di una migliore conoscenza degli episodi narrati). Anche perchè, modestamente ritengo, che nei tanti capoluoghi di provincia (a parte le metropoli) la situazione non si discosti granchè.
    Grazie per la cortese attenzione.

    Cordialissimi saluti.

  31. Carlo Infante (Lecce)

    ONORE A SERGIO RAMELLI!

  32. Caro Carlo,
    tutto giusto, ma è una specie di sperpente che si mangia la cosa. Un libro meno esposto si vende certamente meno, ma un libro non viene esposto anche perchè si pensa che non venda. Giusto o sbagliato, l’unico antidoto a questa spirale è che un libro venda. A Roma, dove ha venduto moltissimo ci sono pile di “La Fiamma e la celtica”, perchè poi, i libri, vengono ridoridnati con una proporzione matematica, in funzione di quanto hanno venduto. Tutto chiaro? Il problema è che in vetrina lei non vedrà mai il libro di Ramelli, ma non perchè è un libro di destra o di sinistra, ma perchè è un saggio, che non è nei primi dieci in classifica, che parla di politica, e che per di più è un ristampa… Sarà molto più faicle per lei trovare Gomorra di Saviano (che è un bellissimo libro, e si è conquistato il posto perchè partito con una tiratura minuscola ha venduto 200mila copie) oppure qualche best seller, come i soliti tromboni alla Biagi o Vespa, oppure qualxche buon romanzo, perchè nelle vendite la parte del leone la fa sempre la narrativa, e quindi il venditore di Aquiloni, per esempio, chje sta vendendo da due anni ininterrottamente, o un classico come Coelho, che piace alle signore.
    Insomma, Carlo, non cada nell’errore di credere che la misura del successo di Ramelli sia andare in vetrina a Lecce (ma anche a Roma). Il successo è che arrivi nelle librerie (ad esempio la Mondadori che fa bene controllare) e a vendere. E’ un po’ come per i film. CI sono picocli film che hanno grande successo, ma lei non potrebbe mai praganoare gli incassi di “La meglio gioventù” (che fu un piccolo grande successo) a quelli di un kolossal come spiderman III. Se le sta a cuore il libro faccia tam tam, lo consigli a chi è certo che potrebbe interessare, e vedrà che piano piano la sua strada in calssifica Ramelli la trova. Per adesso sta vendendo bene, è possibile che si arrivi anche ad una seconda edizione.
    Luca

  33. Carlo Infante

    Per il Dottor Telese,

    nell’impossibilità di replicarLe su questo forum (causa disfunzione del sito), l’ho fatto in privato.
    Grazie per la cortese attenzione e

    cordialissimi saluti.

  34. Kennsch au die 7 Wunder Russlands?

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