ANCORA SU BOLOGNA/ 2 “LUPUS IN FABULA CI SCRIVE”

22 apr 2007

HO SCRITTO "STORIA NERA" NON PER UN GENERICO "ABBRACCIAMOSE", MA PERCHE’ C’E’ UN PROCESSO CHE NON STA IN PIEDI

 

 

Di Andrea Colombo

Ringrazio Luca per le numerose difese nelle quali si è prodotto nelle ultime 48 ore. Anche se, per la verità, non è che capisca proprio bene le svariate accuse.
In questa vicenda non c’entrano niente né la pacificazione né il buonismo o il cattivismo, concetti ugualmente cretini. Semplicemente c’è un processo (non solo una sentenza ma l’intera istruttoria, il che è decisamente più grave) che sin dall’inizio avrebbe dovuto far rizzare i capelli sulla testa a chiunque. Invece non è stato così perché gli imputati erano fascisti e terroristi.
All’inizio degli anni ‘90 questo lo pensavano in pochi e non lo diceva nessuno, meno che mai a destra. Lo abbiamo detto, in modo martellante, noi del ‘manifesto’, a partire da Rossana Rossanda, perché ci sembrava che essere di sinistra volesse dire cercare di essere giusti e non stupidamente faziosi. E’ uno dei motivi per cui essere orgogliosi di quel giornale. Ai tempi di pacificazione non parlava nessuno e a noi non ce ne poteva fregare di meno.
Direi che la campagna del manifesto ha avuto successo. Le sentenze sono state quelle che si sa, ma i pochi che dubitavano di quel processo e di quelle sentenze sono diventati moltissimi e alla fine persino qualcuno di destra (mica tanti) ha trovato il coraggio di dirlo a voce alta. Meglio tardi che mai.
Peccato che, contemporaneamente, si sia diffuso anche il vizietto di provare a sfruttare la faccenda a scopo di pura propaganda, e con una sicumera che al confronto i giudici di Bologna sono modelli di obiettività e rispetto per le garanzie. In proposito il comunicato di Forza Nuova qui sopra è da manuale.
Con Francesca e Valerio siamo diventati amici non per buttarci in un bell’ “abbracciamose” finale ma perché sono persone intelligenti e generose. Doti rare a destra, sinistra e persino al centro.
Questo libro lo abbiamo scritto perché la storia di Valerio e Francesca era già stata raccontata molto bene da Bianconi e Corsini, ma quella di Bologna no. Secondo me era utile anche tornare sulla storia politica dei Nar, perché alla fine proprio i precedenti degli imputati sono stati considerati (a torto) il vero “indizio principale” a loro carico ma anche perché, piaccia o meno, i Nar sono un pezzo reale della storia della nostra generazione. O se preferite degli anni ‘70, ma è lo stesso.
Perché Mauro (che vota per il mio partito) stia tanto incazzato non lo ho capito. Forse perché ha l’impressione che io non consideri Fioravanti solo un “pariolino dalla pistola facile”. In effetti la faccenda mi sembra un tantinello più complessa…

 

E Fioravanti, a La Stampa dice..

di Guido Ruotolo

La Stampa

Di quel passato non c’è nulla che possa essere giustificato, esaltato. Eravamo in guerra, e oggi che siamo in pace non possiamo difendere quella guerra civile che è stata tragica e sbagliata. I conti con la giustizia li ho saldati, gli altri sono ancora aperti. Non pretendo nulla, io, noi che siamo stati i finti responsabili della strage di Bologna». Valerio Fioravanti smanetta su Internet, raccoglie dossier, statistiche, analisi, dati. Ogni giorno. E’ il suo lavoro. Monteverde, casa, via di Torre Argentina, ufficio. Tutti i santi giorni. Nella sede storica dei radicali, il fondatore dei Nar, Valerio Fioravanti, (e sua moglie Francesca Mambro), lavora all’Associazione «Nessuno tocchi Caino», contro la pena di morte. Oggi arriva in libreria «Storia Nera», un libro di Andrea Colombo (ex manifesto, portavoce di Rifondazione comunista), che parla di quella strage orrenda costata 85 morti e 200 feriti: Bologna, appunto. Colombo racconta la «verità» sull’attentato di Valerio Fioravanti e di Francesca Mambro, condannati insieme a Luigi Ciavardini per la strage del 2 agosto del 1980. Valerio “Giusva” Fioravanti tiene a precisare: «E’ solo un libro, non ha l’obiettivo di ottenere la revisione del processo. I processi non si fanno sui libri né in televisione ma in aula di Tribunale. Per Bologna ho finito di scontare la pena e dunque sono in una posizione comoda: ho il diritto di chiedere di riparlarne. Il libro è un’occasione per farlo». Ventisette anni dopo, e dopo una stagione di processi per i 33 omicidi commessi dai Nar, ai quali si aggiungono sul conto della giustizia gli 85 morti di Bologna, chiede di riparlarne. Lei non ha mai voluto esprimere un giudizio su quella tragica esperienza di lotta armata? «Due anni è durata, la stagione dei Nar. Quando sento parlare gli ex terroristi provo disagio perché mi sembra che tutti si giustifichino. Sostanzialmente arrivano alla conclusione di riconoscere la sconfitta ma solo perché mancavano i numeri per vincere. Ancora oggi non riesco a esprimere un giudizio sulla stagione dei Nar.

Perché non intendo giustificarla, commemorarla, esaltarla. L’autore di “Storia nera”, Andrea Colombo, racconta dei Nar come di un gruppo molto più politico di altri, che la politica intesero farla in maniera anarcoide, distruttiva e autodistruttiva». A sua figlia Arianna, un giorno racconterà chi era Valerio Fioravanti? «Alcune cose, sia pure in modo sommario, io e Francesca già gliele spieghiamo. E’ difficile dire chi eravamo. A suo tempo, la definizione che demmo a Giovanni Bianconi è questa: fummo una sorta di “Ragazzi della via Pal” in versione esagerata. Ci siamo schierati a difesa del territorio, dell’onore, di cose difficilissime da spiegare oggi. Erano anni in cui ci si menava, ci si sparava per strada e noi abbiamo fatto parte di quel giro. La difficoltà per gli altri è stata quella di comprendere che noi eravamo consapevoli della esiguità delle nostre forze (il Msi prendeva il 4% dei voti, il Pci il 32%). Solo degli asini integrali avrebbero potuto pensare di arrivare al potere. Insomma, noi abbiamo fatto politica, anche politica armata, sapendo che eravamo destinati alla sconfitta». Siete stati dei moderni kamikaze? «No. Semmai i ragazzini di Berlino che resistono consapevoli di essere sopraffatti, o quelli della Repubblica sociale convinti che la guerra era persa, ma che bisognava salvare l’onore. Resistevamo per non essere spazzati via dalla storia. Insomma, non avevate alle spalle nessun progetto politico? «Non potevamo averlo, eravamo mossi dall’imperativo emotivo di resistere». Oggi, però, invitate a riflettere su quella stagione, proponete una vostra “verità” su Bologna. «Abbiamo accettato una provocazione intelligente dell’autore di “Storia nera”: rileggendo gli atti processuali, vecchi di un quarto di secolo, li abbiamo aggiornati. E nel farlo abbiamo rappresentato tutte le possibili piste alternative per Bologna.

In sostanza, riteniamo che in una logica di ombrello protettivo, gli apparati dello Stato abbiano garantito, negli anni della Guerra Fredda e del terrorismo mediorientale, che l’Italia subisse relativamente poche perdite. Questo è stato ottenuto grazie a una serie di spregiudicati equilibrismi della nostra politica e dei nostri servizi segreti. Come dimostrano pagine ancora da riscrivere come Ustica e la stessa Bologna».

 

 

31 commenti

  1. Carlo Infante

    ROMAGNOLI: UNA COMMISSIONE CONTRO “IMMIGRAZIONE SELVAGGIA”

    Insieme con il referendum per abrogare le attuali leggi antinazionali

    “I recenti fatti di Milano hanno concentrato una volta di più l’attenzione dell’opinione pubblica sull’emergenza immigrazione in Italia.
    Dopo decenni di leggi speciali e liberticide che hanno tentato di imbavagliare i movimenti di carattere nazionale tutti ora scoprono l’enormità del problema l’immigrazione selvaggia.
    Troppo pochi ancora, però, sanno che le leggi approvate dal Governo Prodi sull’immigrazione in questi mesi faranno moltiplicare per quattro, in pochi anni, il numero degli immigrati oggi presenti sul suolo della Patria.
    Di fronte alla grave minaccia che incombe sulla nostra Nazione, il Movimento Sociale Fiamma Tricolore propone, a tutti i partiti di ispirazione nazionale, di organizzare, nei prossimi giorni, un tavolo sinergico, una conferenza interpartitica, il cui scopo sarà di elaborare un programma legislativo ben articolato per contrastare nel concreto l’immigrazione, così come si presenta oggi, e per giungere poi ad un referendum contro le leggi anti-nazionali in questo momento in vigore.
    La gravità della situazione, ci impone l’obbligo di collaborare con le altre forze politiche per il bene dell’Italia, pur mantenendo intatte le caratteristiche che da sempre ci contraddistinguono.
    La gestione della nascente Commissione ad hoc dovrà, necessariamente, essere paritetica e collettiva. Nei prossimi giorni registreremo le adesioni e ci adopereremo per mettere a disposizione una sede adeguata”.

    ON. Luca Romagnoli
    Segretario nazionale Ms-Fiamma Tricolore
    Gruppo ITS parlamento europeo

    Roma, 22 aprile 2007

    PER ADESIONI TEL. Federazione di Roma Tel 06-97606552
    ________________________________________________________________

    http://www.fiammatricolore.net

  2. Ma io mi chiedo se è posibile che una sorta di “aggiustamento” dei fatti ( dato che di revisione storica meglio non parlarne ) debba venire sempre da ambienti di sinistra. Vabbè che quando uno decide in qualche modo di “raddrizzare” un po’ certi fatti, molte volte sbilanciati a sinistra, quasi automaticamente si sente dare del “fascista” ma possibile che nessuno dei militanti, simpatizzanti ( o semplicemente ” di destra” ) che ha vissuto quei tempi in prima persona abbia il coraggio di dire la sua? Eppoi bisognava aspettare uno di sinistra come Pansa per sentire dei mali della Resistenza? Si riuscirà finalmente a sentire un po’ anche l’altra campana per avere idee più chiare sulla “sintonia” in generale?

  3. siamo sicuri che fioravanti abbia tecnicamente pagato il suo debito con la giustizia?

  4. Per quello che può valere, esprimo il mio apprezzamento per il lavoro di Colombo. Un lavoro riferito ad una istruttoria, in cui si nota uno sforzo generoso per arrivare ad una verità.

  5. marco bonello

    Semplice supplemento di informazione: sulla pagina on-line di “Liberazione” c’é una lettera di Andrea Colombo che risponde alle accuse di Bolognesi rispetto al suo libro. Non lo posto ANCHE SE ATTINENTE A QUANTO STIAMO DISCUTENDO, perché insisto a dire che mi dà un profondo fastidio chi impiega questo blog come bacheca del proprio partito.

  6. Ho visto la puntata di Tetris che Luca ha dedicato al libro ed al tema della strage.

    L’impressione che ne ho ricavato e’ strana… i difensori della sentenza ne parlavano come se avessero enormi evidenze a favore di essa…. dal dibattito invece e’ venuto fuori che tutto cio’ che hanno in mano e’ la testimonianza di un signore inattendibile (che incorre in una serie di incongruenze come quella dei capelli della Mambro) che per questa testimonianza ha ottenuto uno sconto di pena motivato da inesistenti motivi di salute e un collegamento con un altro delitto (quello di Mangiameli) che e’ stato smentito nel processo per lo stesso delitto. Mi sono perso qualcosa?

    Saluti a tutti.

  7. ciao a tutti, ho visto la trasmissione e mi complimento con Luca per averla fatta!!! riguardo le polemiche sul libro di Colombo (che sto per andare a comprare….direi che dopo quelli di bianconi, corsini, tassinari e semprini non posso esimermi), capisco quelli di centro-sinistra e ultracolpevolisti, figuratevi cosa mi son sentito dire io da qualcuno quando la mia lettera di solidarietà a Ciavardini è stata pubblicata da Liberazione, oltre che dal Secolo. Non capisco quelli di “destra” o che vedono malafede e secondi fini nel lavoro di un apprezzato giornalista di sinistra….credetemi criticare la sentenza di bologna non è molto popolare in certi ambienti.
    A chi critica il Manifesto, ricordo solo che è uno dei pochissimi giornali, se non l’unico, che il giorno della sentenza sul caso Ciavardini non si è accontentato di fare due righe senza commento (come quasi tutti) ma ha fatto un articolo che rilanciava dubbi e incongruenze.
    Raffaele

  8. per l’amico e compagno Marco Bonello, in questi giorni non riesco a vedere Liberazione…..non puoi proprio fare una piccola eccezione???

  9. La lettera di Andrea Colombo su “Liberazione”:

    “Caro direttore, da alcuni giorni il presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna Paolo Bolognesi protesta, in varie forme e tramite diversi canali, perchè la Rai ha parlato di un mio libro fortemente critico sull’impianto dei processi e sulle sentenze di condanna per quella strage. In queste proteste Bolognesi mi definisce”portavoce di Rifondazione”, il che è senz’altro giusto dal momento che faccio parte dell’Ufficio stampa del gruppo del Prc al Senato. Mi sembra tuttavia opportuno precisare che svolgo questo incarico da alcuni mesi, mentre mi sono occupato del processo di Bologna, come giornalista del manifesto, dai primi anni ’90 e ho iniziato a lavorare a questo libro da ben prima di assumere l’incarico nell’Ufficio stampa di Rifondazione al Senato. é pertanto ovvio che le mie opinioni sul processo di Bologna sono frutto di un lavoro giornalistico svolto a titolo personale e non impegnano neppure minimamente il Prc, che al proposito la pensa anzi molto diversamente. Dal momento che Bolognesi pare voler finalmente abbandonare l’epiteto di “depistatore mediatico”, col quale mi ha in più occasioni definito e per il quale l’ho già querelato, mi permetto di suggerirgli la definizione più corretta da adoperare in queste circostanze: giornalista.
    Cordiali saluti
    Andrea Colombo”

    22/04/2007

    liberazione.it

  10. Ma tutti infamotti li trova gli addetti stampa rifondazione?
    E’ proprio un vizio eh…

  11. Mitica!/ ANNA K. VALERIO, LA NOTA MUSA FREDIANA, ALL’ATTACCO DI COLOMBO, MAMBRO E FIORAVANTI: “MA QUALI ANARCHICI NERI, QUESTI DI NERO NON HANNO NULLA!”

    Nemici per caso

    “L’uomo è più capace di atti eroici che di gesti dovuti.”
    Avevo pensato di liquidare la sgradevole impressione che, nell’immediato, mi avevano lasciato le pagine del libro di Andrea Colombo sulla strage di Bologna con l’allusione del precedente scritto [su http://www.cultrura.net. Dove è già segnata la distanza tra chi fa la guerra obbedendo alla Necessità e chi la fa per caso, per turbamenti e sommovimenti interiori; tra chi la fa impersonalmente e chi la fa per qualcosa di personale. Ma poi ho pensato che attardarmi un po’ sulla questione potesse risultare non inutile.
    La Necessità, anzi tutto. I protagonisti del libro di Colombo mostrano nei confronti dell’antica dea (Anànke) un’irritazione e un’incredulità molto moderne. Loro non agivano perché istintivamente consci, o presaghi, di una necessità sottesa agli eventi, ai gesti, alle dinamiche, alle persone. Pare di capire che si muovessero perché toccati nelle passioni dallo sdegno, e anche per una sorta di ansia di competizione, tra individuo e individuo, a chi fosse il più abile, il più dritto. Ma oltre (e prima di) questa ridda di pulsioni, il vuoto, l’assenza di mire e motivi alti: l’assenza totale della volontà del fine.
    Perché, in fondo, la storia che Colombo racconta, e dice ‘nera’, è assolutamente non politica, se non, addirittura, antipolitica. L’esuberanza combattiva in cui si espressero, con raro coraggio e decisione (occorre riconoscerlo), i due ex rivoltosi fu una forma di disobbedienza esasperata. Contro i vili, contro gli ignavi, ma pure contro la gerarchia, contro l’autorità, contro il principio stesso dell’autorità e della gerarchia. Contro: e basta. No: e basta. Due anarchici senza colore, collocati all’estrema destra per uno scherzo dei casi. Le uniche loro motivazioni politiche erano, ancora, quelle passionali: i piccoli torti sociali, la difesa degli umili. Due anarchici di sinistra, ignari di Marx.
    Irrequieti, esagitati, volsero la propria insofferenza anche verso la stagione dell’eversione che li aveva preceduti. Fanciulli orgogliosi, incapaci di decantare il coraggio e la decisione in tenacia e lucidità, allergici al ‘pathos della distanza’, che pretendevano di sapere e, non riuscendo a sapere ma credendo di intuire, aspiravano a costringere a giustificazione, per vendicarsi della confidenza che non veniva loro concessa. Ossessionati dalla purezza, ma del tutto privi di quella nonchalance e di quel distacco tipici di chi la purezza l’ha in sé davvero. E così astiosi nei confronti della ipotesi stessa di un capo cui mettersi a disposizione da andare alla cerca di ogni elemento curvo per insinuare dubbi di corruzione, di collusione, in una convulsione di moralismi, stente congetture e assurdità logiche. Di cui il libro di Colombo, ‘rosso’ da sempre, cui non parrà vero di aver potuto rimestare nella misteriologia intestina dell’ambiente dei ‘neri’, dà conto con zelo.
    Ma o la pistola è il prolungamento dell’Idea (e quale Idea? – obietterebbero con un ghigno i due ‘miscredenti’. L’Idea che generò il Partenone e Attilio Regolo – replicheremmo con un sorriso), o meglio lasciar perdere gli eccitamenti balistici e consentire con il sistema (questo sistema analogamente insensato). Nell’estremista si venera colui che è in grado di compiere, di portare alle estreme conseguenze, l’analisi delle circostanze in cui si muove e dei loro significati. L’estremo è infatti il punto cui la logica – e il buon istinto – tendono, e conducono soltanto il vigoroso, il rigoroso. Il furore dell’attivismo, le scalmane della disobbedienza fine a sé stessa, il no a tutti i costi, nulla aggiungono al senso dell’avventura umana: ne sono un semplice cortocircuito, una nevrosi. Nell’operare retto e rettificante, gli atti eroici sono i gesti dovuti. Che sia questo dovere, come coglierne la necessità, è domanda da non rivolgersi alla polvere della strada o al rumore di un conflitto a fuoco per caso.
    “Agire sulla storia non significa tanto modificare avvenimenti pratici quanto dar forma con un gesto, un’opera, un libro a un significato eterno.”
    Certo, in Italia, i gesti significativi precedettero quegli anni dell’irrequietezza cui Colombo dedica la propria curiosità compiaciuta.

    22 aprile 2007
    Anna K. Valerio

  12. Usque ad mortem con Ciavardini
    Comunicato: Luigi vittima dei cospiratori del Sismi, della P2 e del Mossad

    Non è per partito preso, ma per diretta, approfondita, conoscenza di tutte le carte processuali relative alla strage del 2 agosto 1980, che affermiamo, dire con assoluta certezza, che Luigi Ciavardini è innocente! La sentenza soddisfa le esigenze di ricostruzione “storica” degli ambienti organici all’ex PCI che, con a cuore i futuri libri di storia piuttosto che la verità, ha lavorato, fin dal giorno stesso del crimine (vedi parole di Cossiga il 2 agosto 1980), per arrivare alla condanna di “fascisti”. La verità è tutt’altra. La condanna, in via definitiva, di vertici militari, masso-pidduisti e mafiosi per depistaggio e calunnia relativi alla strage ci dà la pista fondamentale per arrivare agli ambienti che hanno progettato e posto in opera il misfatto. E’ assodato, infatti, che la P2 e i servizi segreti militari hanno attivamente cospirato (insieme a soggetti stranieri e già mesi prima della strage) per depistare le indagini addossare le colpe a Giorgio Vale, Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore. E’ pienamente assodato, ma le indagini non hanno voluto approfondire la questione, che gli attori del depistaggio erano stati contattati prima della strage ed era stato approntato, già da giugno, un esplosivo militare identico a quello poi usato il 2 agosto a Bologna Inoltre va ricordato che la strage di Bologna fu la prima di una serie di stragi che sconvolsero l’ Europa nell’estate dell’80 colpendo l’ Italia, la Francia , la Germania e lambendo l’ Inghilterra. Dietro queste stragi, si può oggi dire con tranquillità, c’era il MOSSAD (servizi segreti israeliani) che voleva scuotere l’ Europa agitando lo spettro del terrorismo fascista, rilanciando grandi processi mediatici contro ex-nazisti e riattualizzare le polemiche relative al secondo conflitto mondiale.Inoltre risulta in modo inequivocabile dalla testimonianza del colonnello di questo servizio Victor Ostrowski, che il Mossad e la P2 erano collegate operativamente nel 1980. La strage di Bologna non è solo stato il più grande crimine del dopoguerra italiano ma ha segnato in maniera indelebile il destino di più generazioni di militanti patriottici; pertanto, noi perseguiremo la verità su quell’orrore usque ad mortem. – La segreteria nazionale

  13. Complimenti per la puntata di Tetris. Caro Luca, tu hai avuto il merito di invitare Giusva, che finalmente ha spiegato quali erano i rapporti fra di noi, extraparlamentari neri!
    Ho sentito Valerio ammettere gli errori, l’incorenza di quella fine ’70 in cui gli ambienti di “destra” erano massimamente infiltrati di uomini dei servizi. Avevano costruito, anche architettando la strage di Bologna, un clima da golpe sudamericano: tutti contro tutti. Dalle parole di Valerio ho visto limpido il disegno di allora: accendere focolai di guerra civile per creare destabilizzazione a tutti i livelli. Il caso di Ciccio Mangiameli prima, e quello di Giorgio Vale poi,sono qui a dimostrarlo. Giusva Fioravanti, forse per la prima volta ha ammesso che all’interno degli ambienti della destra radicale era pieno di infiltrati doppiogiochisti (al soldo del Mossad e della CIA), pronti a vendere i camerati, o a creare intorno ai più eminenti rivoluzionari, un alone di infamia, così da incitare alla loro eliminazione. Dunque ho visto un Fioravanti pronto a riconoscere le mille deviazioni atte all’eliminazione dei ribelli neofascisti più liberi. Saltano così fuori le lotte di tutti contro tutti che avvenivano all’epoca. Ricordo che anch’io da simpatizzante tippino consideravo i NAR dei folli senza etica, per la loro insensata battaglia contro TP. Non so quale fosse il risentimento dei NAR verso Adinolfi e Fiore, che ho sempre considerato degli esiliati politici, ma ho capito che se non si fossero rifugiati in Inghilterra, sarebbero morti in una delle mille faide architettate da questo stato fellone.
    Mi piacerebbe conoscere tutta la verità sulle trame che in quegli anni servivano a costruire teoremi sulla pelle dei ribelli per mantenere questo lurido status quo. Mi sembra che 23 anni di carcere abbiano permesso un percorso a ritroso piuttosto complesso per la Mambro e Fioravanti.
    Per quanto riguarda la strage di Bologna, i due pappagalli ammaestrati che in studio rappresentavano l’accusa, sembravano due mezzemaniche addetti ad un politburo sovietico, che dovevano giudicare dei “controrivoluzionari”. Complimenti comunque, perchè anche se non ho scoperto niente di nuovo sul teorema infamante costruito attorno a Ciavardini, Fioravanti e Mambro, ho capito, dalle parole di Giusva, il suo rimorso per aver commesso azioni folli, azioni pianificate ai piani superiori di piazza del Gesù, e che sono servite paradossalmente a tenere sotto controllo le forze rivoluzionarie.

    Viva i cuori liberi.

    Lorenz

  14. Caro Lorenz,

    ho bisogno di contattarti, con una certa urgenza, in merito ad una prossima manifestazione. Gentilmente potresti contattarmi via e-mail (inviandomi, possibilmente, un tuo recapito telefonico)? Mille grazie.

    Cordialissimi saluti.

    carlo.infante2006@libero.it

  15. Carlo Infante

    STRAGE BOLOGNA: RAISI (AN), UN’INDAGINE DA RIAPRIRE = ‘SCANDALOSO CHE NON CI SIA UN GIUDICE CHE VOGLIA FARE CHIAREZZÀ Roma, 21 apr. – (Adnkronos) – «Il dato scandaloso è che non ci sia un giudice che voglia fare chiarezza e che, anche sul piano giornalistico, tranne esempi coraggiosi come quello di Colombo, c’è un diffuso conformismo basato su un dato: l’unica strage che ha avuto un iter definitivo con tanto di ‘mostrì condannati senza più possibilità di appello è proprio quella di Bologna. Pare che a nessuno interessi la verità e a tutti sia sufficiente una sentenza: zoppica? È poco credibile? Ci sono altre piste non indagate? Poco importa. la coscienza dei benpensanti è a posto e tornare a parlare di quegli anni può essere pericoloso per un paese che non ha ancora fatto i conti con gli anni di piombo». Lo scrive il deputato di An Enzo Raisi, ex membro della commissione Mitrokhin in un intervento pubblicato oggi dal «Secolo d’Italia». «Mi viene in mente – racconta Raisi – ciò che mi disse un esponente dei servizi segreti in occasione di una visita che, con un gruppo di parlamentari, feci al loro archivio durante i lavori della Mitrokhin. Alla mia domanda sul perchè non fosse possibile accedere ai documenti riguardanti i traffici di armi dei terroristi palestinesi degli anni ’70 e ’80, carteggi ormai ‘storicì visto che quelle organizzazioni come l’Fplp legata a Carlos sono sciolte da un pezzo, mi rispose con una frase sibillina: Siria e Libia erano i paesi coinvolti, guardi chi governava allora quei paesi e chi li governa oggi e capirà da solo perchè non è nostro interesse, non è interesse dell’Italia, aprire quelle pagine. In quella frase, forse, c’è la spiegazione di tante reticenze. Ma stupisce lo stesso che la nostra magistratura, così orgogliosa della sua autonomia, non abbia nessuna voglia di rompere il tabù». Raisi prende spunto da «Storia nera», il nuovo libro sulla strage di Bologna di Andrea Colombo, già firma del «Manifesto» e oggi portavoce del Prc al Senato, che, sottolinea, «con grande coraggio civile chiarisce definitivamente la debolezza accusatoria del processo» sull’eccidio del 2 agosto 1980. «È ormai storia nota – ricorda – che il processo fu di tipo indiziario e sulla base di testimoni a dir poco non attendibili: uno fu Angelo Izzo, lo stupratore del Circeo, che grazie a ciò ricevette il riconoscimento di collaboratore di giustizia, e l’altro Massimo Sparti, un delinquente di secondo livello che dopo la testimonianza e con la scusa di avere un tumore fu scarcerato e visse tranquillamente a casa propria dove spirò due anni or sono, unico caso di malato terminale di cancro sopravvissuto per oltre 20 anni». (segue) (Rre/Pn/Adnkronos) 21-APR-07 14:05
    ________________________________________________________________
    STRAGE BOLOGNA: RAISI (AN), UN’INDAGINE DA RIAPRIRE (2) = IGNORATI DOSSIER FORNITI DA GIUDICI TEDESCHI, FRANCESI E UNGHERESI (Adnkronos) – «Le criticità dell’accusa sono tante – prosegue Raisi – oltre ai già citati testimoni di dubbia credibilità. Nessuno, ad esempio, ha mai riconosciuto e accertato la presenza di Mambro, Ciavardini e Fioravanti alla stazione quel giorno; mai i Nar hanno compiuto nella loro purtroppo lunga e tragica scia di sangue attentati con esplosivi; i vertici dei servizi segreti, condannati per depistaggio, ‘depistaronò proprio per incastrare i Nar. Non va poi dimenticato, come ha recentemente ricordato il presidente Napolitano, che anche accettando le conclusioni giudiziarie e le relative sentenze mancano i mandanti e le motivazioni perchè appare quanto meno strano che due ragazzini all’epoca ventenni e un minorenne possano aver compiuto una strage di quel livello in beata solitudine». «Ma quello che sconvolge – aggiunge l’esponente di An – sono le menzogne che continuano a circolare sia in alcuni settori politici che giornalistici e purtroppo supportate talvolta proprio da quella parte della magistratura che dovrebbe indagare sulla pista Carlos, emersa solo dopo il 2001 a seguito della nuova documentazione trasmessa da organismi internazionali e mai vagliata da alcun organo investigativo. La commissione Mitrokhin, nonostante il tentativo della sinistra di delegittimarla, ha acquisito importantissimi dossier forniti da giudici tedeschi, francesi e ungheresi che chiariscono definitivamente la presenza di due terroristi del gruppo Separat (Thomas Kram e ‘Heidì Fruelich) guidato da Carlos, il 2 agosto 1980 a Bologna. Lo stesso Carlos ha ammesso in una intervista rilasciata l’anno scorso al ‘Corriere della serà che un suo uomo (Kram) uscì dalla stazione pochi attimi prima che avvenisse l’esplosione». (segue) (Rre/Pn/Adnkronos) 21-APR-07 14:10
    ________________________________________________________________
    STRAGE BOLOGNA: RAISI (AN), UN’INDAGINE DA RIAPRIRE (3) = TESTIMONE VIDE LA FREULICH A BOLOGNA IL 2 AGOSTO MA VENNE CONSIDERATO INATTENDIBILE (Adnkronos) – «Proprio su Kram – aggiunge Raisi – sono state dette tante menzogne e inesattezze. In primo luogo è vero che già nel 1980 si era accertata la sua presenza in un albergo di Bologna la notte tra l’1 e il 2 agosto, ma dopo 15 giorni il suo nome sparì dalle indagini e nessuna autorità di polizia o giudiziaria ha mai fatto, almeno ufficialmente, indagini su di lui e sulle motivazioni della sua presenza a Bologna in quella data. È vero che Kram viaggiava con i suoi documenti ufficiali, peccato che nessuno dica che proprio dal 2 agosto 1980 Hram entra in clandestinità e si consegnerà alle autorità tedesche solo nel dicembre del 2006, ossia dopo 26 anni di latitanza: propbabilmente non era un personaggio di secondo piano come hanno sostenuto taluni magistrati e politici». «Kram – spiega l’esponente di An – viaggiava con i propri documenti perchè, come è scritto negli atti della magistratura tedesca, il gruppo Separat operava abitualmente usando un doppio binario: agenti militari-operativi (come la Freulich che viaggiava in clandestinità) e figure di collegamento (come Kram, che si spostava con documenti veri per non destare sospetti verso le forze di polizia). Non solo. Sempre agli atti della commissione Mitrokhin c’è un documento dei servizi segreti ungheresi dell’epoca che registrano un incontro alla fine dell’ottobre 1980 in un albergo di Budapest tra Carlos, Kram e la Freulich a dimostrazione che i tre si conoscevano nonostante per anni i magistrati italiani che hanno indagato sulla strage abbiamo negato un collegamento fra i tre». «Ma chi è la Freulich? È la terrorista – afferma Raisi -, nome in codice Heidi, che nel 1982 viene arrestata all’aeroporto di Fiumicino mentre trasportava esplosivo compatibile con quello usato a Bologna. Un testimone della strage alla stazione, dopo aver visto la sua foto sui giornali, affermò di averla notata nei pressi della stazione il 2 agosto 1980, ma non fu creduto perchè i magistrati non capivano quele fosse il nesso e non ritennero la testimonianza attendibile». (Rre/Pn/Adnkronos) 21-APR-07 14:15
    ________________________________________________________________
    TERRORISMO: STORACE, BALZERANI LIBERA E CIAVARDINI IN PRIGIONE = ITALIA FA A PEZZI OGNI SENSO DI GIUSTIZIA Roma, 24 apr. – (Adnkronos) – «La Balzerani in libertà e Ciavardini in prigione senza uno straccio di verità. È l’Italia in cui, levatrice il partito democratico, si fa a pezzi ogni senso di giustizia». È la riflessione del senatore di An Francesco Storace. (Pol/Pn/Adnkronos) 24-APR-07 18:31.html

  16. viva il 25 aprile!
    viva la resistenza!

  17. viva il 25 aprile!
    viva San Marco!

  18. Suzukimaruti.it

    CHE BELLO, UN’ALTRA STRONCATURA STEREO PER TELESE E RAO!

    “A camerati, quante je n’avemo date…”
    di Suzukimaruti

    Sto rileggendo “I ragazzi che volevano fare la rivoluzione“, cioè la storia critica di Lotta Continua scritta da Aldo Cazzullo e ora uscita nuovamente, stavolta per Sperling & Kupfer, nella collana “Le radici”.

    Mi sono comprato anche un altro libro della collana “Le radici“, cioè “La fiamma e la celtica” di Nicola Rao: avevo visto il suo autore a “Le invasioni barbariche” e l’individuo mi aveva inorridito al punto da farmi comprare il libro alla prima occasione: bisogna guardare il male in faccia.

    Ecco, prendiamo questi due libri. Il primo è scritto da una delle migliori firme del giornalismo italiano, anzi forse da uno storico mancato: il suo è un libro storico davvero informato, assolutamente non militante (anzi, serve a farsi un’idea di quanto Lotta Continua abbia fatto male alla sinistra tutta, provocando danni che sentiamo tuttora), con un ottimo indice dei nomi e uno delle fonti. All’epoca, quando uscì per Mondadori, vendette bene e fu un classico: c’erano e ci sono pochi testi che raccontano bene cosa fu Lotta Continua, adottando una prospettiva storica e non cronachistica o militante.

    I libro di Rao, che è un neofascista non pentito, è tutt’altra cosa. Innanzitutto è un libro uscito in precedenza per le edizioni Settimo Sigillo, quelle che storicamente pubblicano testi che negano l’Olocausto, libri che inneggiano a Hitler, insomma tutto quel sottobosco neonazista che fa schifo alle persone civili e che giustamente è stato relegato nella fogna nicchia della pessima pubblicistica degli estremisti neri, un po’ per antifascismo costituzionale, un po’ per buongusto (detto questo, ho appena comprato un loro libro sulla sensitiva indiana che faceva da “ispiratrice” ad Hitler: purtroppo sul versante nazi-esoterico non c’è altro, in lingua italiana).

    E qui casca l’asino: è un libro per militanti, per reduci, per vecchi “camerati” che vogliono suonarsela e cantarsela a vicenda. Ogni singola pagina è percorsa da un fastidioso tono di eroismo autoimposto che un po’ fa ridere e alla lunga dà fastidio.
    E lo dico da persona estremamente curiosa e da sempre interessatissima, intellettualmente parlando, al fascismo e ai fascismi di ogni genere: mi ripugnano, li trovo disumani nel vero senso della parola e faccio di tutto per capirli, per metterli a sistema. Però qui non imparo niente, non mi viene spiegato nulla: d’altronde cosa mi aspettavo? Volevo illudermi che i picchiatori fascisti avessero un approccio problematico alla storia?

    Sia chiaro: “La fiamma e la celtica” è un libro pessimo e inutile per noi non neofascisti non ultracinquantenni senza un passato da picchiatore: non dice niente, non storicizza, non spiega.
    Celebra, sprizza saluti romani e bastonate ad ogni capoverso ed è prevalentemente centrato sui neofascisti di alcune zone d’Italia.
    Lo leggerò fino in fondo, con lo stesso spirito con cui si guarda un film splatter, ma è un annuario dei picchiatori italiani e nulla più.
    Già il reducismo fa schifo e ti stronca con la sua retorica, figuriamoci se i reduci sono quelli sbagliati e non hanno mai brillato per capacità letterarie.

    Una seconda occhiata rivela che il responsabile della collana “Le radici” è Luca Telese, giornalista inizialmente di sinistra e poi misteriosamente dilagato verso destra, fino ad approdare al Giornale di Berlusconi (seppur tirato per i capelli, appartiene a quella new wave di 3 “intellettuali para-neofascisti” – gli altri due sono Pierangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani – che misteriosamente sono stati “sdoganati” perché pur essendo di destra sanno coniugare i verbi e, credo per insufficienza toracica, non vantano un passato da picchiatori).

    L’operazione è chiara: mescolare sotto il marchio Sperling & Kupfer testi intelligenti e credibili e le peggio porcherie della pubblicistica “impresentabile” italiana, sperando di dare pari dignità a entrambi i filoni, tanto sono indistinti. Insomma, Aldo Cazzullo e Nicola Rao nello stesso pacchetto, auspicando che la gente non noti la differenza.

    Mi rendo anche conto che a destra (e all’estrema destra) manchino testi “freddi”, con una prospettiva storica. Un po’ è anche un limite loro: non siamo mica noi quelli che fanno l’apologia di Hitler, uno che i libri li bruciava.
    Però come lettore non amo essere preso in giro. E se mi si spaccia un libraccio del Settimo Sigillo come “la più completa storia della destra italiana”, mi inalbero e punto i piedi.

    Vorrei tanto leggerla una storia completa della destra italiana, ma non c’è. E il libro che mi viene spacciato per completo e affidabile è una porcata di parte, un affaire “ad uso interno” per neofascisti, scritto male e organizzato peggio da un giornalista che non è palesemente all’altezza e che più che scrivere, “milita” e cerca di fare propaganda. Tanto valeva intitolarlo “A camerati, quante je n’avemo date…”: sarebbe stato più credibile.

    Sia chiaro: a me (che sono un democratico) non dà fastidio che escano libri che detesto per impostazione, contenuti, ecc. Mi irrita che mi vengano spacciati subdolamente. Insomma, se Luca Telese vuole pubblicare testi filofascisti e filonazisti delle edizioni Settimo Sigillo, lo faccia pure. Però se vuole il mio rispetto come lettore lo faccia apertamente: dica subito “carissimi, questo è un libro militante di un fascistone: adeguatevi come meglio vi aggrada”.
    Di fronte ad un’operazione simile apprezzerei perfino il coraggio di pubblicare una cosa ”impubblicabile”: la prenderei per quel che è, cioè una faziosa e retorica testimonianza reducistica e di parte, ma la leggerei con molto meno malumore.

  19. Bloody Gunner

    Ammazza quanto ha rosicato Zozzochemirutti. Poraccio!! Come se una storia della destra italiana possa raccontare la storia dei neofascisti. Aripijate, e non venire a scrivere “articoLESSI” indymedianici. Ti fa rodere il successo di Telese, eeh?!!
    Ah, a proposito, Lazzaro alzati e svegliati!! Forse volevi scrivere: “viva il 25 aprile, viva gli americani”. D’altronde che cosa aspettarsi da un Lazzaro…poche idee, ma ben confuse.
    Dovresti ringraziare Gesù Cristo che ti ha ridato alla vita e non carletto marx, almeno un po’ di verità e coerenza…

    Ciao

  20. Evviva, una new entry tutta da leggere, uno che “si zuca (succhia in napoletano) ma poi (attenzione!!!) si rutta”, e si rutta di brutto con grossi dolori epigastrici.
    Anche se in fondo, anche eruttando, mantiene un suo stile, uno stile che conosco, un pò indyano, un pò giovane figo intellettuale rotto a tutte le esperienze, davvero mitico direi.
    Eruttatore ti esorto, lascia stare, non ti applicare a comprendere ciò che ti ripugna, “i disumani”, cosa vuoi che ti spieghino, qualche teoria biologica su di loro?, dai, fai il bravo, vediti il film “The Descent” e immagina “i disumani” come quelle creature negli inferi della terra, lo troverai più realistico e soddisfacente dei testi di Rao e Telese (noto post-fascista new wave).
    Attenzione però, Buttafuoco e Veneziani non sono stati sdoganati, gabbia toracica a parte, per la coniugazione dei verbi, ma per un disegno eversivo che somma la collaborazione di altre menti oscure e ha la finalità ultima di sconfiggere l’aerofagia. Tu sarai perduto per sempre, attento.

  21. W il 25 aprile
    Festa della fine della sporca guerra civile!
    Non festa della liberazione nè infausto evento per l’Italia.
    FINE DELLA GUERRA CIVILE !
    ( per i Veneti, Festa nazionale ! )
    Solo ammettendo questo, la vera pacificazione.

  22. Commento all’intervento di Succarutti

    ..credo che Succarutti (suzuki..)abbia semplicemente confermato il messaggio ben esplicito nel libro di Luca Telese, ovvero: “…ai quei tempi vi erano degli individui a sinistra che si si sentivano al di sopra di tutto e di tutti ed in quanto cio’, legittimati a considerare degli altri individui che non la pensavano come loro alla stregua di sub-umani..tanto sprangarli, ucciderli non era reato…”…erano i figli della borghesia che giocavano a fare i contestatori, gli intelletuali radical chic con la erre moscia che compongono ancora parte della nostra classe dirigente e sono il cancro dell’Italia..quelli che fanno in modo che l’Italia sia l’unico paese occidentale in cui la falce e martello viene ancor sbandierata ed osannata, quando nel resto del mondo l’hanno abbandonata avendo capito che ha fatto tanti morti e danni di quanti ne abbia causati il nazismo (se non di piu’)…e’ grazie alla presenza di tanti “succarutti” che il paese scivola nel secondo-terzo mondo, e per un giovane non rimane che emigrare se vuole costruire qualcosa onestamente per se e per gli altri che gli stanno intorno…e’, d’altro canto, proprio grazie alla numerosa presenza di tanti “succarutti” che la destra estrema potrebbe ancora avere molto da dire nei prossimi anni qui in Italia………

    boia chi molla!

  23. Carlo Infante

    Lazzaro, alzati… e smamma!

  24. Chi si é perso l’intervento di Colombo su rai2, può guardarlo qui:
    http://www.youtube.com/watch?v=tlhNDEJuCc4

    Certo è che leggere una critica così infondata al libro di Rao, è davvero patetico: è tutt’altro che autocelebrativo. Se poi questo Suzukimaruti.it crede davvero che la storia del neofascismo sia fatta di soli picchiatori e che scriverlo, come ha fatto Rao, equivalga a compiacersi, non posso biasimarlo.

  25. Carlo Infante vigliacco.

  26. Bloody Gunner

    Ma fante di che?! Di picche?!

  27. ROBERTO MAGRELLI

    AMICI,
    ATTENZIONE!!!
    GRANDE SUCCESSO QUESTA MATTINA A ROMA DAVANTI ALLA SEDE DEL SECONDO MUNICIPIO, PER LA MOBILITAZIONE CONTRO LA DECISIONE DI CANCELLARE I MURALES DEDICATI A PAOLO DI NELLA E FRANCESCO CECCHIN, MARTIRI DELL’ANTIFASCISMO MILITANTE DEL QUARTIERE TRIESTE/SALARIO.
    C’ERA GIANLUCA IANNONE, LEADER DI CASAPOUND E MOTORE PULSANTE DEI CENTRI SOCIALI DI DESTRA, ACCANTO A GABRIELE ADINOLFI E AD ESPONENTI DI FORZA NUOVA E ALLEANZA NAZIONALE, PER UNA PROTESTA DEL TUTTO TRASVERSALE!!!
    RAGAZZI, SPERIAMO CHE QUESTO NON SIA UN SEMPLICE FUOCO DI PAGLIA, MA CHE SIA L’INIZIO DI UN RICOMPATTAMENTO DI TUTTE LE FORZE SANE E DI DESTRA, SOPRATTUTTO RADICALI, PER IL RAGGIUNGIMENTO DI OBIETTIVI COMUNI.
    SPERIAMO CHE SIA L’INIZIO DELLA FINE DI TANTE STUPIDE FAIDE CHE NON HANNO FATTO ALTRO CHE DISGREGARE E INDEBOLIRE LA DESTRA, FAVORENDO DI FATTO I POLITICI IN GIACCA E CRAVATTA CHE SE NE FREGANO DEL BENE DEL PAESE, A PRESCINDERE DAL LORO ORIENTAMENTO POLITICO.
    SPERIAMO CHE FINISCA PRESTO L’ERA CHE HA VISTO LA DESTRA DAGLI IDEALI “PURI”, DIVISA IN TANTI PARTITINI CHE ALTRO NON FANNO SE NON ANNULARSI L’UNO CONTRO L’ALTRO E NESSUNO RIESCE AD ANDARE IN PARLAMENTO, COME NELLE ULTIME ELEZIONI.
    BISOGNA COMPATTARSI, SCHIERARSI INSIEME, FACENDO CAPO AI NOSTRI COMUNI IDEALI, PERCHE’ METTIAMOCELO IN TESTA, SOLO COSI’ SI PUO’ ANDARE IN PARLAMENTO!!!
    E SOLO ANDANDO IN PALAMENTO SI PUO’ AVERE LA FORZA E LA NECESSARIA LEGITTIMAZIONE POPOLARE, PER CERCARE DI CAMBIARE LE COSE A FAVORE DELLA NOSTRA AMATA ITALIA, DANDO UNA SPALLATA AL VECCHIUME DEI CORROTTI E PORTANDO FINALMENTE UNA VENTATA DI NOVITA’ DAVVERO RIVOLUZIONARIA!!!

    VIVA L’ITALIA!!! GUERRA AI NEMICI DELLA NOSTRA TERRA!!!

    ROBERTO MAGRELLI comandante della Brigata Sandokan

  28. Gentilissimo ho seguito la trasmissione TETRIS di sabato scorso ( sono riuscito a rimanere sveglio ) , la ritengo sicuramente interessante e brillantemente condotta da te – complimenti – Per quanto riguarda il libro di colombo sono riuscito a leggerlo in pochi giorni approfittando di alcuni giorni liberi da impegni ospedalieri ( faccio il chirurgo ) posso condividere gli sforzi per cercare di trovare e dimostrare l’estraneità di Mambro e Fioravanti per la strage di bologna ma non vorrei che i due estremisti siano spogliati da qualsiasi ideologia di destra ed iscritti a pieno titoli ad una area anarchica senza colore collocati a destra per uno scherzo del caso ……….. ti voglio inviare uno scritto al riguardo ……… ciao e a presto fammi saper un tuo giudizio

    Alfonso d’ascoli

  29. Caro LUCA, ricordo soltanto, in maniera piuttosto netta, che nelle mail che ci siamo scambiati si parlava di un libro che doveva uscire a ridosso dell’anniversario del delitto RAMELLI e che ilsuddetto volume sarebbe uscito in libreria per la MONDADORI. Questo è quanto. Salutandoti con affetto aspetto con impazienza. P.S. Ovviamente, sulla pazienza, scherzo.
    Mario

  30. LIBRO RAMELLI Caro Mario, non ho ancora modo di parlarne su questo sito perchè il dibattito su Bologna mi sembrava prioritario, ma il libro di cui parli, "Ramelli, una storia che fa ancora paura" è stato appena ristampato nella mia collana, dalla Sperling & Kupfer. Ne scriveremo di più, nel giorno dell’anniversario, il 29 aprile. Luca

  31. Carlo Infante

    Fante, ma chi ti conosce?

Commenti