Esce il Libro di Gianpaolo Pansa

29 nov 2006

VI RACCONTO DI QUANDO LE BR VOLEVANO UCCIDERE ME, NOZZA E TOBAGI

Così è nato il terrorismo quando i brigatisti erano considerati dei Robin Hood e dei vendicatori di Giampaolo Pansa PER poco non mi è costato la pelle, questo libro sul terrorismo. Nella primavera del 1980 un gruppo di killer rossi, la «Brigata 28 marzo», una specie di sottomarca milanese delle più famose Br, decise di uccidere tre giornalisti. Il primo dell’elenco era Marco Nozza, inviato de Il Giorno. Lui doveva morire per i suoi articoli sulla violenza armata, sempre schietti e coraggiosi. Lo cercarono senza trovarlo: stava a Torino per seguire un lungo processo a Prima linea. Allora passarono al secondo della lista, il sottoscritto. Lavoravo a La Repubblica e avevo pubblicato da poche settimane il libro che state per leggere. Mi trovarono a Milano, mi pedinarono e decisero il giorno e l’ora della mia morte. A salvarmi fu il caso: la sera precedente avevo presol’ultimo aereo diretto a Roma per tornare in redazione. Implacabili, quei burocrati dell’assassinio decisero di eliminare il terzo: Walter Tobagi, inviato de Il Corriere della Sera e presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti. E stavolta ci riuscirono: uccisero Walter la mattina del 20 maggio 1980. Quando scrissi questo libro, tutto doveva ancora accadere. E non potevo sapere nulla quando il volume uscì presso l’editore Laterza, nel marzo di quell’anno. Cominciai a sapere qualcosa nell’autunno 1980, dopo che i carabinieri del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa arrestarono il capo della «28 marzo». Il terrorista confessò, fece catturare i complici e spiegò perché aveva ucciso Tobagi, dopo aver tentato di ammazzare Nozza e me. Appresi così qual era una delle mie colpe: questo libro, per l’appunto. Oggi i tempi sono molto cambiati. Per fortuna il terrorismo rosso e nero è stato sconfitto. Quello che non è ancora scomparso è il virus che sta alla base di tutte le violenze armate: il mito di qualche rivoluzione, l’intolleranza, l’aggressività nei confronti di chi non la pensa come certi gruppi violenti, la voglia prepotente di intimidire e di aggredire chi ha un’idea della vita e della politica diversa da quella che anima le tante piccole bande che si credono il sale della terra. Anche il terrorismo rosso, al quale è soprattutto dedicato questo libro, all’inizio sembrava poca cosa nelle mani di poche persone. Poi è diventato il mostro che ci ha perseguitato per quasi vent’anni. Speriamo che la storia non si ripeta. Quando tutto ebbe inizio, più o meno trenta anni fa, la borghesia moderata italiana rivelò ancora una volta la sua straordinaria capacità di riconoscere all’istante i propri nemici. Quelli che si firmavano «Brigate rosse» erano terroristi di sinistra, avevano come bersaglio la vita dei borghesi e come obiettivo la distruzione della loro sicurezza. Lo dimostravano le vittime dei primi colpi di pistola: dirigenti industriali, magistrati, giornalisti conservatori, politici democristiani e chi aveva il compito di difenderli, gli uomini dei corpi di polizia. A chi faceva osservare che il terrorismo rosso in realtà lavorava contro la sinistra e per una restaurazione autoritaria, i moderati davano una risposta pratica e chiara: forse poteva anche essere così, e a lungo andare sarebbe stata la sinistra a uscirne con le ossa rotte; ma per ora erano soltanto uomini della borghesia a cadere e famiglie della borghesia a piangere. Dunque, «quelli» erano loro avversari, assassini che volevano prendersi un certo numero di vite, e andavano combattuti come tali. A sinistra, invece, dinanzi a quei primi colpi di pistola molti non vollero vedere né sentire. Alzava la testa un nemico nuovo, eppure non si avvertì il pericolo e non si riconobbe da che parte veniva. Soltanto alcuni ebbero l’onestà di ammettere subito che il terrorismo delle Brigate rosse e dei gruppi affini nasceva in casa, tra le file delle sinistre, e andava messo sul conto del Sessantotto, tra i frutti marci di quella straordinaria stagione di grandi slanci, di enormi sciocchezze e di terribili errori. Quelli che sparavano, infatti, non venivano da una terra di nessuno né ci erano sconosciuti. Li avevamo incontrati nelle università occupate, nei cortei contro la repressione, negli «scazzi» durante le assemblee. Erano giovani leninisti o cattolici radicali o anarchici disperati, o niente di tutto questo e tutto questo assieme. Passati attraverso le allucinazioni ideologiche dell’era contestativi e convinti davvero che «lo Stato si abbatte e non si cambia», alla fine della grande festa si erano ritrovati vittime della frustrazione per quel Sessantotto passato invano, profughi di una politica senza pazienza e senza modestia, impegnati in una corsa cieca lungo la scorciatoia pericolosa del «mai più senza fucile». Questi erano i terroristi che cominciammo a incontrare all’inizio degli anni Settanta. Ma fra le molte sinistre non si volle ammettere che erano facce note e alcune, un tempo, anche facce amiche. Circolò una tacita parola d’ordine: rifiutare il «problema terrorismo» come problema della sinistra e negare che un certo numero di compagni si fossero messi a sparare, a rubare, a sequestrare. Così gli opportunismi di partito, la paura di essere coinvolti in un discorso amaro, e un’invincibile tendenza ad autoingannarsi, strinsero alleanza e generarono un doppio errore. Il primo fu quello di non voler riconoscere l’identità politica delle bande clandestine e di classificarle come semplici gruppi criminali. Questo avvenne soprattutto con le bande marginali, prima fra tutte quella del «22 ottobre» di Genova, che non si fregiavano della leadership di laureati a Trento, bensì della guida più modesta di operai e sottoproletari. Quando l’origine politica delle bande non poté più essere smentita, si commise il secondo errore: quello di sfuggire alla verità con l’aiuto di figure che avevano, sì, a che fare con la politica, ma erano figure di comodo, immagini continuamente diverse, talora contrastanti, però sempre false. Fu l’epoca del camuffamento. Per non confessare che il terrorismo veniva dalle file della sinistra, si cominciò a parlare di «sedicenti» Brigate rosse, di fascisti travestiti, di provocatori organizzati dal padrone, di agenti dei servizi segreti addetti alla strategia della tensione, di mercenari al seguito di qualche complottostraniero. Più tardi si ricorse a un camuffamento meno lontano dalla verità: i terroristi, in fondo, sono soltanto dei compagni che sbagliano. Quel «compagni» suggeriva molte cose e avrebbe dovuto condurre le sinistre a un esame accurato dei rispettivi album di famiglia, primo passo verso un giudizio politico netto su chi si era dato alla macchia. Ma l’immagine aveva anche un suono quasi affettuoso, vi si sentiva la voce di chi è disposto a comprendere e poi a giustificare e infine a perdonare, una voce che diceva: tu spari, però sei uno dei nostri, io non condivido ma sono pronto a capire. Così «il compagno che sbaglia» non rappresentò soltanto un’altra figura di comodo: fu l’alibi per rimandare sempre la condanna politica e morale dei gruppi clandestini, e per non riconoscere che il terrorismo rosso era per le sinistre e per la democrazia un nemico ancora più pericoloso di quello nero. Come non ricordare il tempo dell’ipocrisia, gli anni sino al ’74? Il mito dell’avanguardia armata andava ancora forte e sembrava in grado di attenuare la delusione per i tanti slogan scanditi invano. Renato Curcio e i suoi apparivano a molti come i nuovi Robin Hood, ragazzi forse un po’ spietati ma generosi, disposti a pagare di persona e, tutto sommato, in guerra contro un nemico comune, la società ingiusta. Quante volte, di fronte a una classe politica imbelle e spesso marcia, di fronte a un sistema di alternative bloccate che non offriva speranze a nessuno e tanto meno ai più giovani, quante volte non abbiamo pensato: «Meglio le Brigate rosse di chi froda il fisco, di chi ruba nelle casse statali, di chi specula sulla salute del prossimo»? E al cospetto di Robin Hood stavano gli «altri», quelli che incappavano nel bosco di Sherwood, trasformati dalla nostra cattiva coscienza in fantocci utili a far tornare i conti. Ogni vittima delle Brigate rosse veniva guardata con sospetto un po’ cinico: se gli hanno sparato, una ragione ci sarà, forse tormentava gli operai del suo reparto, forse incriminava i militanti rivoluzionari, forse scriveva articoli forcaioli… Le indagini della polizia erano pure azioni provocatorie contro l’opposizione di classe, la scoperta delle basi clandestine semplici messe in scena delle questure, i giudici impegnati nelle indagini sul terrorismo di sinistra ciechi persecutori delle avanguardie ai quali non si doveva credere, mai, a nessun costo. E quando venne sequestrato il procuratore Sossi, molti videro in quel rapimento la giusta lezione inflitta a un magistrato conservatore e una lunga beffa giocata allo Stato democristiano e dei padroni. Poi anche i terroristi rossi fecero i loro primi morti. Accadde a Padova nel ’74. Ma poiché era stato versato sangue missino, neppure quelle due vite spezzate bastarono. Per spiegare un delitto che non rientrava nello schema del Robin Hood vendicatore però mai assassino, certuni inventarono per i loro lettori una macchinosa storia di faide interne al neofascismo che s’erano coperte con la sigla brigatista. Altri si rallegrarono, dal momento che i morti erano fascisti e quindi, secondo lo slogan, soltanto carogne, tornate finalmente nelle fogne. Altri ancora continuarono a dire: «Sì, uccidono. Ma hanno delle idee e lottano per cambiare questa società». E così, alla ricerca di quali idee avesse il terrorismo, ogni volantino venne studiato come la bozza di un progetto politico elaborato da compagni che forse continuavano a sbagliare ma che era importante ascoltare. Per la stessa ragione, ogni fuga dal carcere sembrò un’evasione dai Piombi dello Stato Imperialista delle Multinazionali. Ogni generale dei carabinieri impegnato a dar la caccia a chi sparava fu definito un repressore del dissenso, un germanizzatore per conto del compromesso storico, un potenziale golpista. Ogni clandestino preso con le armi in pugno ispirò a pietosi cronisti racconti gonfi di rammarico. E in queste cronache, anche i killer assassini, anche gli addetti alla bassa macelleria del terrorismo, ebbero diritto al titolo di «militanti rivoluzionari» e persino a quello di «combattenti» (contro chi? contro le vittime dei loro omicidi?). Ci vollero altri anni, e molti altri morti, e soprattutto l’assassinio di un operaio comunista e di un giudice amato dalle sinistre, perché quasi tutti aprissero gli occhi. Allora, sia pure in ritardo, si fecero alcune scoperte banali. La clandestinità non produceva politica, ma soltanto una disperata caricatura della politica. La guerriglia non creava consensi, ma unicamente volontà di reazione e misure di sicurezza a danno della libertà di tutti. Il partito armato non aveva per la società italiana alcun progetto né riformatore né rivoluzionario perché si era sempre mosso lungo due ipotesi soltanto distruttive: trasformare la democrazia in un regime autoritario, in un nuovo fascismo, e, come fanno tutti i bravi cacciatori di teste, aggiungere assassinio ad assassinio. Oggi, finalmente, il terrorismo ci appare per quella cosa povera e feroce che è sempre stato. Brigate rosse, Prima linea e le più piccole bande sono un insieme di squadroni della morte che in quasi dieci anni hanno saputo costruire una cosa sola: la paura. L’Italia del dopoguerra aveva dimenticato quest’ombra nera, l’ombra di chi ti aspetta mentre vai al lavoro o rientri a casa, e ti uccide. Adesso gli squadroni della morte l’hanno rimessa accanto alla nostra vita. E ogni giorno vediamo ricominciare la paura. La paura di chi è stato colpito. La paura di chi teme di esserlo. La paura di chi, pur sentendosi fuori dal mirino di quelle pistole, osserva sgomento ciò che gli accade intorno; l’uomo ridotto a preda da terrorizzare e poi da abbattere, e la crudeltà dei cacciatori, padroni di decidere chi dovrà essere ucciso e in quale momento. In questo modo, la storia del terrorismo italiano è, in realtà, la storia delle vittime del terrorismo. Infatti, che cosa potranno mai raccontare nei loro diari di battaglia gli squadroni della morte? Non certo l’inizio della guerra proletaria, non la fine del capitalismo, e neppure la distruzione dello Stato. Avranno soltanto da annotare una serie interminabile di atti violenti contro l’uomo, mascherati da «campagne di guerriglia» o da «fronti di combattimento», avranno soltanto da elencare i nomi degli innocenti assassinati e degli inermi straziati per sempre. È la povertà delle opere del terrorismo, e assieme la loro ferocia, ad aver suggerito questo libro. Accanto alla vicenda di uno dei tanti dannati dal mito dell’insurrezione, le storie qui raccolte sono quasi tutte moderne storie di briganti narrate da un versante scelto di proposito: quello di coloro che hanno provato sulla propria vita a che cosa conduce la logica dell’annientamento e la tecnica della caccia all’uomo. Certo, ci sono anche altre vicende da ricostruire e un giorno, forse, sarà possibile ripercorrere la strada che ha portato tanti giovani dalla lotta politica all’assassinio. Ma oggi bussano alla nostra porta e chiedono di essere ascoltate queste voci, le voci di chi è stato spinto, inconsapevole, nell’inferno di una guerra dichiarata da una parte sola. Giampaolo Pansa

84 commenti

  1. Manifestare o non manifestare il 2 dicembre?
    Questo è il dilemma.
    Certo è un problema, analogo fu il problema nel 45 se stare coi sovietici o cogli americani quando la sconfitta er certa. Io mi sarei astenuto dall’appoggiare quello o l’altro e oggi propendo per l’astensione.
    Ma l’astensione non deve essere passiva. Forza Nuova non scende con Berlusconi e fa bene. Io non conto un piffero ma devo dar conto alla mia coscienza. No, penso ch me ne starò a casa anche perchè mi fan male le gambe a star in piedi molto a lungo.

    Cosrtruire l’alternativa a questa repubblica di Ustica. Nonostante finiscano in -ica non s’assuonano molto.

    Libertà per gli scrittori, libertà per il pensiero, libertà, questa deve essere una nuova parola nel nostro lessico “familiare”.
    Libertà nella verità e nella giustizia.
    Pansa deve poter parlare, al nord non riesce in molti casi a parlare, senza chiuederglielo bisognerebbe difendere fisicamente il suo spazio divulgativo.
    Viva Pansa e viva la libertà
    Libertà per Irving, libertà per chi con nuovi elementi ricostruisce la Storia. Come nella scienza, libertà di ricerca, che non leda i dieci comandamenti.

    Andrea per la rinascita nazionale cristiana.

  2. …. ci sono evidenti problemi tecnici.
    I post del 3d sul commento della Valerio non sono piu’ accessibili. (per ora)
    Quando si potranno recuperare risponero’ a Murelli sul tema del fascismo e cristianesimo (che mi sta a cuore).

    Per quello che riguarda le dichiarazioni di Pansa, egli si riconferma giornalista di Sinistra che dice quanto da anni si va’ affermando da destra. Cioe’ che i terroristi rossi fanno parte dell’album di famiglia della sinistra italiana. Mi ricordo che Almirante lo diceva a chiare note gia’ negli anni 70′.

    Ottima anche la descrizione cronologica di quello che da sinistra si diceva pubblicamente dei terroristi.

    Ora sicuramente si leveranno gli scudi della sinistra italiana, e Pansa avra’ materiale sufficente per scrivere: “La Grande Bugia sul terrorismo” (o quale altro titolo vorra’ dargli).

    Saluti a tutti.

  3. che silenzio…..

    Roberto

  4. Tutto condivisibile dall’inizio alla fine.

  5. pansa forever

  6. prova

  7. Ma non esiste più il dibattito.. qualcuno ha censurato gli interventi?????

    Roberto

  8. Nessuna censura. Siamo stati aggrediti da un virus. Che sia Giorgio Bocca.
    Luca

  9. ci scusiamo per i disagi, il sito sta tornando alla normalita’. Il dibattito e’ ripristinato e assolutamente NON censurato.

  10. C’è ancora qualcosa che non va.
    Ad esempio è sparito il Diario delle discussioni passate.
    Credo che siamo un pò tutti interdetti…

  11. Anche l’elettronica ha le sue tempeste…

    Pansa è un coraggioso. Onore ai coraggiosi.

    Ribadisco viva la libertà, nel rispetto della legge morale, assistiamo ad uno scardinamento lento di ciò che era certo e condiviso.
    Arriveranno a cancellare duemila anni di libertà e di storia riproponendo la liceità dell’omicidio e dello schiavismo?
    Il cristianesimo è la continuszione della gloriosa Roma, che spentasi, si ravvivò alla fiamma della verità.

    andrea

  12. Pansa, ma non solo lui, basti pensare a napolitano che ieri ha ricordato le vittime delle b.r, i comunisti di oggi quelli con il doppio petto, hanno scoperto che in Italia ci sono state delle persone che uccidevano in nome di una guerra partigiana mai finita, ricordiamoci che le brigate rosse sono nate da un incontro del cattolicissimo curcio e un partigiano, sembra strano ma tutta la storia gira su una pistola che il partgiano regalò a curcio.
    La cosa che mi sono sempre domandato è come mai quasi tutti i fondatori delle b.r. hanno avuto un percorso di chiesa..alla faccia dell’amore.

    Il tema del dibattito è molto interessante.

    Roberto

  13. Caro Roberto,

    c’e’ un altro aspetto del problema… i comunisti che oggi portano il doppiopetto sono gli stessi che ieri portavano l’eskimo… Secondo me i problemi di Pansa nascono anche da questo… di fatto esiste una continuita’ mai fino in fondo spezzata tra quelli di ieri e quelli di oggi e gli ostacoli ad una ricociliazione nascono proprio li’. Certo non esiste piu’ il rapporto diretto di alloraOggi c’e’ un rapporto che ha vari intermediari ma esiste ancora la catena che li lega solo che e’ un po’ piu’ lunga…..

    Saluti.

  14. Caro Mec61, anchio vorrei tanto la riconciliazione ma poi, se penso ai parenti delle vittime del terrorismo che sono li abbadonate da tutti e da tutto con il loro unico ricordo di dolore immenso bhe mi fa venire rabbia.
    Non è certamente farsi un paio di anni in galera che voglia dire di aver pagato il debito.
    Ogni tanto si sentono interviste a ex terroristi i quali l’unica cosa che sanno dire: noi abbiamo pagato il nostro debito ,oppure, erono anni terrbili, quasi sempre cercano scuse per l’infamia da loro commesse.
    In tanti miei interventi, ho sempre scritto che chi ha ucciso in quegli anni ma non solo, doveva pagare con il carcere a vita o meglio con la pena di morte, e riconfermo con forza questi miei concetti.
    Molti di noi sia di destra che di sinistra si scese i in piazza ma non si arrivò ad ammazzare nessuno.. forse abbiamo avuto più palle, troppo facile avere la pistola fumante in mano per costruire il nulla.
    Oggi,tutti i terroristi assassini sono fuori a godersi una vita nuova, chi, e lo abbiamo scritto e riscritto, ha fatto i soldi con i libri chi con le interviste nei soliti salotti di finta pelle chi lavora in parlamento chi si è rifatto una vita all’estero, chi fa televisione ma, chi è stato ucciso non ha potuto fare nulla, gli orfani, le vedove i genitori che hanno perso i propri figli, a loro cosa è rimasto? forse solo una carta di identità in mano.
    Oggi, fa conodo ai politici ricordare le vittime delle brigate rosse o di altri gruppi terroristici ma, forse dimenticano un piccolo dettaglio che gli assassini sono fuori proprio per merito a quelle leggi emanate da loro stessi.
    La vera riconciliazione si potrà avere fra noi Italiani solo quando chi ha ucciso o messo bombe paghi….solo quando chi ha uccisoo messo bombe chiederà scusa alle vittime.. dicendo il perchè ma cosa più importante dicendo chi fossero i mandanti.
    .

    Roberto

  15. Caro Roberto,
    su questo aspetto della necessita’ di giustizia vera sono d’accordo con te sono stati fatti troppi sconti di pena ai terroristi assassini. Pero’ io parlavo di una riconciliazione di piu’ basso livello cioe’ quella che porta tutti a potere esprimere le proprie idee senza essere minacciato, insultato, picchiato o peggio ancora ferito o ucciso.
    Purtroppo questo oggi non e’ ancora possibile e non per colpa della nostra parte…..

    Saluti.

  16. Per quello c’è da fare molta strada.. oggi ti ammazzano per pochi euro..
    Il vero problema oggi, e capire chi sono i mandanti dell’eterno focolaio dell’odio politico.

    Roberto

  17. Condivido appieno quel che scrive Pansa ma stesso discorso vale mutatis mutandis per i terroristi neri: ideologia dogmatica, povertà di contenuti, culto della violenza cieca, connivenze con la classe politica “presentabile” ecc.
    Il terrorismo è stato una ferita purulenta nella storia del nostro Paese. Da qualunque parte provenisse.

    Ad Andrea contesto due cose:
    1) l’Impero Romano è quanto di più distante dal Cristianesimo si possa pensare.
    2) Irving è molto debole come storico e pessimo come essere umano: non è negando una agghiacciante verità che ci si ripulisce la coscienza. Non per niente i tedeschi stessi sono tra i più rigorosi avversari del revisionismo e del negazionismo.
    Negare l’Olocausto, poi, è un peccato imperdonabile per chi si definisce Cristiano… sinceramente non riesco a capire le tue posizioni.

  18. Per Mec e Roberto: sono pienamente d’accordo (eccetto che sulla pena di morte) con Roberto: la riconciliazione può avvenire solo dopo una giusta punizione per i cirmini commessi.
    E’ triste vedere oggi tanti x terroristi di destra e di sinistra permettersi anche di fare i maestri di vita nonchè di occupare posti di responsabilità nelle istituzioni che volevano sovvertire con la violenza più selvaggia.
    A Mec dico: la riconciliazione a “basso livello” sarebbe una cosa meravigliosa (ed in parte accade in questo stesso forum) ma se nella realtà della strada non avviene non è solo colpa di una parte: non ricadiamo sempre nello stesso errore di vedere le cose con i paraocchi! I violenti e gli intolleranti stanno a sinistra quanto a destra. PURTROPPO!

  19. Su quanto dice Fabrizio sono in parte d’accordo…. Esso e’ stato un errore da ambo le parti e c’era un sorta di convivenza con la parte istituzionale… anche se dolorosamente l’MSI ha cercato in maniera un po’ discutibile forse di tranciarla (vedi campagna per la pena di morte ai terroristi).

    Non sono d’accordo sull’incompatibilita’ tra cristianesimo ed impero Romano. Sono andati d’accordo formalmente per piu’ di 150 anni e informalmente anche piu’ a lungo se si considera che, contrariamente all’opinione comune, le persecuzioni contro i cristiani non furono continue nei 313 anni prima dell’editto di Costantino ma furono operate soltanto da alcuni imperatori…

    Saluti.

  20. X Fabrizio non mi sembra che quando escono film o libri di Sinistra ci sia una tale levata di scudi….

  21. Per Mec: Il fatto che la cultura italiana sia stata egemonizzata dalla sinistra è un fatto indiscutibile.
    E’ per questo che ancora oggi si fatica ad accettare una controcultura di destra o una revisione della cultura di sinistra (come nel caso di Pansa o Telese).
    Ma di quello che l’opinione pubblica pensa e fa a me non è mai importato molto: io cerco sempre di riuscire a capire (per quanto possibile…) dove sia la verità.
    E sembra banale dirlo ma di solita sta sempre a metà strada: gli steccati ideologici sono i più acerrimi nemici della verità.

  22. Scusatemi,

    la prima edizione del libro di Pansa (salvo i nuovi capitoli) è del 1980: quindi, il capitolo dell’Utopia armata! che avete letto è scritto 26 anni fa.
    Questo per rispondere a Roberto con un fatto: Giampaolo non è stato folgorato sullla via di Damasco in tarda età, ma scrive oggi, e ripete, sul terrorismo rosso, le stesse cose pensava un quarto di seoclo fa! Quindi sono esistite, ed esistono, diverse idee, a sinistra e a destra, più o meno intellegenti e accettabili, non a secondo dell’appartenenza di chi le proclama, ma della sua intelligenza. Nessuna “scooperta”, dunque.
    Ha ragione Fabrizio, quando ricorda che lo stesso imbarazzo ci fu per il terrorismo nero, di cui molti a destra negarono l’esistenza fino alla proposta della “doppia pena di morte” lanciata da Almirante con le conseguenze che sappiamo sia da Cuori neri che da La Fiamma e la celtica o Fascisteria

    Luca

    P.s. La pistola del partigiano era di Franceschini, non di Curcio…

  23. Giorgio Ferranti

    Condivisibile quanto scrive Pansa, anche se mette al fuoco troppa carne. Intanto mi chiedo in cosa si sarebbero trasformate le BR, se il PCI non le avesse messo in un angolo e non si fosse attestato sulla linea della fermezza. E’ indiscutibile per esempio che Carlo Alberto Dalla Chiesa citi Pecchioli come uno dei suoi più importanti collaboratori nella lotta al terrorismo.
    In definitiva il PCI e la forte capacità direttiva dei suoi quadri, ancorchè fomentare la base o indulgere con i terroristi, costitui un intralcio piuttosto ingombrante per i terroristi…
    Caro Pansa lei pensi soltanto a cosa sarebbe potuto accadere se all’indomani del 14 Luglio del 48, Togliatti avesse dato il via libera alle milizie secchiane!
    Se lei oggi può scrivere della resistenza e del terrorimo, beh lo deve anche a lui!

  24. Amministratore

    - Il Diario delle discussioni passate e’ interamente disponibile andando su
    http://www.cuorineri.it/archivio/
    oppure cliccando su Archivio nella colonna sinistra del sito…stiamo lavorando per ripristinare i commenti mancanti…

  25. A differenza di troppi intellettuali che continuano a pontificare sugli anni di piombo, dimenticando le responsabilità personali, Pansa ha sempre avuto un atteggiamento lineare e fermo, dimostrando più acume e soprattutto una totale assenza di connivenze o giustificazionismi rispetto a chi praticò estremismi o lotta armata.
    Ecco perchè personalmente lo seguo sempre con rispetto e attenzione.
    Non potrei fare altrettanto con “intellettuali” o giornalisti che ebbero un atteggiamento ottuso(nella migliore delle ipotesi) se non complice.
    Lasciamo perdere Giorgio Bocca che ha tante medaglie in tal senso(..la favola delle BR per bambini scemi..),lasciamo perdere Dario Fo e consorte che sono due persone spregevoli, ma come non ricordare i commenti su terrorismo, violenza politica, BR etc. dei vari Giorgio Galli, Guido Gerosa, Alberto Moravia, Furio Colombo, Umberto Eco, Carlo Rossella e compagnia bella.
    Queste cose le abbiamo dette tante, troppe volte.
    Il problema però è smascherarli(almeno quelli ancora in vita).
    Non ci vorrebbe molto; cosa crediamo che la inappropriatezza di certe persone a sentenziare su tali temi verrà un giorno smascherata dalle Iene o da Striscia? ma dai, questi in qualche modo sono organici a quel mondo. Il Lucci può andare a fare le pulci a Fini perchè disse che Mussolini etc. etc. ma chi può pensare che lui o chi per lui vada a mettere in difficoltà su contenuti di questa rilevanza uomini che fanno parte della propria area politica. E se non fanno più parte di questa (vedi ad es. Rossella) mica gli vai a rompere le palle su quell’atteggiamento di conformismo ideologico da cui ha tratto nutrimento e immeritata legittimazione tutta la sinistra italiana; tuttalpiù gli rompi perchè è un leccaculo di Berlusconi o perchè è snob e frivolo…
    Noi discutiamo, ci incavoliamo, ma fin quando non ci sarà nessuno in grado di metterli spalle al muro e inchiodarli alle loro responsabilità questa democrazia sarà sempre malata.
    E questo vale più in generale e, perchè no, vale anche per l’area politica di destra o neofascista (con l’unico distinguo che in questi anni chi ha condotto trasmissioni che affrontavano il passato più o meno remoto i peli alla “nostra” area li ha contati eccome).
    Faccio due esempi che esulano dal tema “terrorismo” ma che credo rendono bene l’idea di quale procedura adottare per fare luce sull’ipocrisia di tanti personaggi politici e non.
    Finanziaria di Prodi: possibile che non c’è un giornalista di destra o non di sinistra che in TV conduca una trasmissione che invitando che so Rutelli o Fassino o Pecoraro Scanio gli faccia vedere le sue dichiarazioni televisive sulla Finanziaria dell’anno scorso in merito ai tagli agli Enti Locali.
    Taglio di 1,8 miliardi di euro con Tremonti “…dovremo chiudere gli asili-nido, eliminare servizi, lampioni spenti e così via..”,
    poi Prodi ne taglia 4,3 di miliardi di euro e ….gli stessi che dicono? Incalzali, ridicolizzali, attendi che dichiarino un lusinghiero “sono un buffone” e poi passa appresso.
    Ancora. Enrico Deaglio, quello che consegnava a Marcello Veneziani il libro con i nomi e cognomi delle vittime dell’Olocausto in una trasmissione (Milano Italia?) come se fosse un redivivo aguzzino dei lager nazisti, ricordate?, proprio lui dicevo fa un DVD ,che presenta in Televisione, su possibili brogli alle ultime elezioni in favore della CdL.
    Tutto con un software che dimostra può trasformare le schede nulle in voti per un partito che ovviamente avrebbe commissionato l’attentato alla democrazia.
    Solo che i dati ufficiali vengono contati dai verbali di scrutinio consegnati alle prefetture e poi dalla Cassazione solo su materiale cartaceo. Impossibile operare brogli in tal senso.
    E che si fa? Si sorvola o si sorride, come ha fatto Mentana, dicendo è bravo lo stimo ma ha sbagliato bersaglio.
    Ma cazzo, convocalo, inseguilo con una sottospecie di Iene,intervistalo chiedendogli un elementare “ma scusi lei non sapeva che il conteggio definitivo dei voti e quindi delle nulle è fornito dai dati raccolti su carta? perchè ha voluto buttare giù un “inchiesta” sul nulla? perchè non cambia mestiere? perchè non se ne va un pò a cagare?
    Forse perchè ha stravenduto, in quanto i trinariciuti di bocca buona sono sempre tantissimi?
    Ma che speranze abbiamo se nessuno in nessun campo, per nessun argomento, ha un minimo di sale in zucca per sbertucciare i più ridicoli esponenti di quel mondo che poi sale sui palchetti e ci fa la lezione.
    E’ un mondo strano!

  26. Ho sbagliato nome, ma la razza di vili assassini era la stessa.

    Roberto

  27. curcio,franceschini,cagol e tutti quelli che iniziarono da Trento erono e rimangono vili assassini.

    Roberto

  28. curcio,franceschini, cagol, lintrami e tutti quelli che hanno iniziato da trento, rimangono solo dei vili assassini.

    Roberto

  29. Ciao a tutti!
    Scusate se cambio discorso e vi porto in dietro di alcuni giorni nella discussione.
    Ho appena finito di leggere “il diario” e volevo fare alcune considerazioni a caldo.
    Volevo confermare che non mi è sembrato poi così sintetico, sarà forse per i commenti e le spiegazioni di Rao, anzi mi è sembrato estremamente toccante e soprattutto sincero.
    E’ forse questo quello che mi ha colpito di più, il fatto che fosse sincero, il racconto di un esperienza espressa nuda e cruda, come l’asfalto quando il motorino va per conto suo.
    In un post di qualche giorno fa qualcuno (scusate ma non ricordo chi)lo aveva interpretato come un difetto, e aveva espresso la sua perplessità riguardo alla possibilità dei più giovani di capire l’atmosfera di quei tempi tramite quel diario.
    Non sono d’accordo, per me è stato un pugno nello stomaco, soprattutto negli ultimi due estratti, quando si parla di Nanni De Angelis.
    Un saluto a tutti
    Ilaria

  30. Perchè non metti il tuo nome sul sito “fabrizio”?

    Chi è cristiano ha rispetto per il prossimo e amore per la verità.

    Un cristiano non vorrà mai oppressione ed arbitrio.

    Libertà nella verità. La verità è che l’”olocausto” è ancora tutto da studiare e quindi vi deve essere libertà di ricerca.

    La verità è che c’è un odio crescente anticristiano da parte del sionismo e della massoneria e io ribadisco di non essere antisemita e di rispettare il popolo ebreo.

    Il cristianesimo è la continuazione gloriosa del glorioso impero romano. Ribadisco. Il sole invitto ha trovato la verità in Cristo.

    In quanto alle bombe una cosa è certa. Assolutamente certa. Sono ancora impunite le stragi compiute con bombe di migliaia e migliaia di italiani, di tedeschi e giapponesi, da parte dell’esercito massonico sionista nell’ultima grande guerra mondiale. Questo ai danni del buon popolo americano che è ancora subdolamente amministrato da fantocci nelle mani dei suddetti.

    Oggi a Vicenza si manifesta contro l’occupazione del nostro suolo da parte dell’esercito massonico sionista statiunitense. Peccato che non sono le forze nazional cristiane a farlo ma i servi ignari dell’impero. Sono pur sempre fratelli d’Italia, in camicia rossa. Sbagliano. Son fratelli che sbagliano, mi riferisco a Casarini e agli altri. Ma che non è lecito ferire nè uccidere. La dottrina cattolica ci insegna come comportarci.

    Fini ieri alle invasioni barbariche è stato penoso, ha in pratica invitato la Bignardi ad andare freddamente a letto con lui…è un uomo senza passione, un calcolo latore, un calco oratore, io ai comizi di Almirante , da ragazzo mi commuovevo e mi lacrimavano gli occhi..con lui uno si deve portare la cipolla e il limone…sì perchè è proprio un merluzzo fin-dus da servire su un piatto…

    il mio progetto si chiama “La vela che sfida il mare”…diamo spazio alla nostre idee…affittiamo spazi televisivi…costituiamo cordate di sostenitori fedeli, nè antifascisti, nè anticristiani. Questo il mio discrimine.

    andrea per la rinascita nazionale cristiana

  31. Grazie Ilaria, hai colto perfettamente il senso di quello che volevo trasmettere in quel capitolo. Lo hai letto e affrontato nella maniera giusta, con la giusta partecipazione. Penso che del diario ne riparleremo nei prossimi giorni. Un saluto, Nicola

  32. la cosa che più mi ha colpito, dopo la pubblicazione del mio diario, è stata la reazione dei più giovani (ne conosco tanti per il mio lavoro) che continuano a fermarmi e chiedere spiegazioni su quei tempi, soprattutto sull’atmosfera che si respirava… Qualche genitore mi ha anche ringraziato per il messaggio arrivato ai propri figli, infatti ho fatto presente a Nicola quante copie hanno comprato solo per il diario… L’unico motivo per cui ho accettato di pubblicare i MIEI pensieri dell’epoca è stato proprio per trasmettere ciò che si respirava nella bassa manovalanza e non tra i Grandi Capi Ideologi. Se qualcuno non vuole capire non importa, io ci ho provato. Roberto chi è? conosce troppo bene certi fatti… Ringrazio Ilaria per i suoi commenti, ha dimostrato di aver capito! Emanuela

  33. Giuseppe Liguori

    LE BUGIE DEL CAIMANO

    La destra ha avuto oggi una grande vittoria, perché più di un milione di persone è scesa in piazza contro il Governo. E’ vergognoso, però, che in Piazza S. Giovanni, a pochi passi dalla cattedrale di Roma, ci fossero le bandiere nere della Fiamma di Romagnosi (chiamato Massimo e non Luca da Berlusconi) e una bandiera con la croce celtica. Se siete davvero contro il regime, ricordate che in Italia il regime era quello fascista. Se oggi avete la libertà sacrosanta di manifestare in piazza, lo dovete, oltre agli anglo-americani, a Pertini, a Nenni, a Longo e agli altri partigiani. Sono stati i fascisti ad uccidere don Minzoni, Matteotti, i fratelli Rosselli, Amendola e tanti altri. Sono loro la vergogna dell’Italia.
    Tra le tante bugie del ladro Berlusconi segnalo solo quella finale: siamo “missionari della libertà”. La Mussolini e Romagnosi missionari ? Ma quando mai. Previti e Dell’Utri missionari ? Ma mi faccia il piacere, direbbe Totò.
    NO AI FASCISTI ROMAGNOSI E MUSSOLINI, NO AL CORROTTO PREVITI.
    VIVA LA DEMOCRAZIA, VIVA LA REPUBBLICA ANTIFASCISTA.

  34. Caro liguori
    E’ inutile che ti indigni. OGGI POMERIGGIO ROMA ERA NOSTRA!
    E era bellissima…
    Non so neanche trovare le parole per descriverlo. E’ stato semplicemente fantastico, verrebbe voglia di rifarlo domani, dopo domani e il giorno dopo ancora…
    E POI, noi siamo stati civili, tranquilli, altro che quei no global che conoscono solo la violenza.
    Roma ci ha accolti e abbracciati tutti oggi, e ci ha regalato una giornata stupenda.
    Un saluto a tutti.
    Ilaria

  35. Mi piace l’entusiasmo di Ilaria e mi piace pensare che a lei, che ha solo 21 anni, la manifestazione sia piaciuta.

    Ricordo il nostro snobbismo alle prime manifestazione del polo delle liberta’ (autunno ’96), quando gli ex missini si sentivano quasi schifati di sfilare accanto a persone che probabilmente non erano mai scese in piazza.

    Spero che la politica italiana si sia liberata per sempre dei “duri e puri”…o perche’ finalmente (come me) sono maturati e hanno capito come gira il mondo o perche’ se ne stanno a casetta loro a piangere gli anni che furono…

  36. Carlo Infante (Lecce)

    Per il signor Giuseppe Liguori,

    sul Caso Matteotti Lei è disinformato, Le segnalo un libro.
    Ma lo sa che per vendicare l’On. Matteotti (nonostante non siano stati i fascisti i mandanti di tale delitto) un comunista assassinò il deputato fascista Armando Casalini (dirigente sindacale e giornalista)? Dell’assassinio Casalini e di altre centinaia e centinaia di fascisti (fra cui sacerdoti) assassinati dai comunisti si può leggere nel volume “Per l’Italia – I Caduti per la causa nazionale (1919-1932)”.
    Anche il figlio dell’On. Matteotti sapeva bene che, il mandante dell’omicio del padre, non fu Mussolini. Il tutto viene riportato in un libro, il cui autore ribadisce ciò in un’intervista apparsa su “Oggi7″ (www.oggi7.info), settimanale dell’autorevole quotidiano “AmericaOggi”.
    In piazza, ieri a Roma, contro il governo comunista erano in oltre due milioni e duecentomila, non un milione, signor Liguori.
    Guardi che S.E. BENITO MUSSOLINI, fautore dei “Patti Lateranensi”, fu definito, dal Papa dell’epoca, “L’UOMO DELLA PROVVIDENZA”, s’informi, una volta tanto, signor Liguori.
    A proposito di regime, ha mai sentito parlare dei regimi comunisti? Ha mai letto “Il libro nero del comunismo”?
    Poi, s’informi meglio, una volta tanto, il Segretario Nazionale del “Movimento Sociale-Fiamma Tricolore”, docente universitario ed europarlamentare, si chiama Romagnoli, non Romagnosi.
    A proposito di Cesare Previti, ma lo sa che sarà difeso dall’avvocato Giovanni Pellegrino (ex senatore dei “Democratici di Sinistra”, attuale Presidente della Provincia di Lecce – Amministrazione di Centrosinistra ed uno dei principali esponenti dei “Democratici di Sinistra”)? S’informi signor Liguori, una volta tanto. E s’informi, una volta tanto, anche sui tanti pregiudicati, drogati ed invertiti che militano nel “L’Unione”.
    Visto che ce l’ha tanto coi fascisti, perchè visita ogni giorno il sito “CuoriNeri”? E’ un cuore nero anche Lei?
    In che città abita, signor Liguori?

    Saluti.
    ___________

    “Il caso Matteotti

    Radiografia di un falso storico”

    di Franco Scalzo

    Edizioni Settimo Sigillo

    pagg. 262 Euro 20

    si puo’ essere sicuri solo di due cose: che Mussolini non c’entrava affatto e che i mandanti del delitto sono ancora fra noi, refrattari alle vicende giudiziarie,potenti al punto da essere esonerati dal figurare tra i protagonisti della Storia.

    Perche’ loro muovono i fili.
    E gli altri vi sono appesi.

  37. Carlo Infante (Lecce)

    Per il Signor Giuseppe Liguori,

    a proposito della manifestazione di ieri, dei missini, dei comunisti e delle violenze, sappia che, dopo la manifestazione, due persone (fra cui una ragazza, tesserata di “Alleanza Nazionale”) sono stati selvagiamente aggrediti. S’informi una volta tanto, signor Liguori, s’informi.
    Lei in che città abita? Io a Lecce.
    ________________________________________________________________

    LUCA ROMAGNOLI (FT) ESPRIME SOLIDARIETA’ ALLA RAGAZZA AGGREDITA DAI VIGLIACCHI E VILI ESTREMISTI

    “Ecco dimostrato chi sono i delinquenti cullati e protetti dalla sinistra: gente capace di aggredire anche ragazzi isolati la cui unica colpa è stata quella di aver liberamente manifestato contro il governo”.
    Ha spiegato Luca Romagnoli parlamentare europeo e segretario del Movimento Sociale Fiamma Tricolore commentando la recente aggressione avvenuta ai danni di una ragazza, militante di AN.
    “Ma per questi estremisti la parola libertà ha solo senso quando pretendono di averla per aggredire chi non la pensa come loro – ha affermato Romagnoli, che poi ha aggiunto – al fine di manifestare tutto l’odio ideologico di chi in Italia non si vergogna di dirsi ancora comunista”.
    “Tutta la nostra solidarietà va quindi ai ragazzi aggrediti e la certezza – ha infine concluso Luca Romagnoli – che i vigliacchi che hanno compiuto tale gesto sono della stessa pasta di coloro i quali ieri furono sconfitti dalla storia e oggi lo saranno da chi avrà il coraggio di opporsi a loro”.

    Roma, 2 dicembre 2006
    ________________________________________________________________

    ROMAGNOLI: La Fiamma Tricolore ha dato grande prova di responsabilità “La manifestazione di oggi ha dimostrato, per chi ancora avesse dubbi, il senso di responsabilità, la grande maturità, la capacità di saper manifestare con fermezza, ma nel pieno rispetto delle leggi e dell’ Ordinamento democratico che ha il militante della Fiamma Tricolore”.
    E’ quanto dichiarato da Luca Romagnoli europarlamentare e segretario nazionale dell’MS – Fiamma Tricolore a margine della manifestazione di piazza San Giovanni.
    “Ancora una volta abbiamo dimostrato – ha aggiunto – con i nostri 10 mila partecipanti, con le sole nostre bandiere di partito e con i nostri motti, chi è leader oggi nella Destra Radicale”.
    “Avanti, insieme con la Casa delle Libertà – ha concluso Romagnoli – per mandare a casa questo governo di comunisti”.

    Roma, 2 dicembre 2006

  38. Se si vuole essere leader della destra radicale, io sono affezionato alle radici dell’albero nel giardino a destra, per il resto destra e sinistra sono termini inventati dalla democrazia massonica che massacra i bimbi con l’aborto e promuove la scristianizzazione del pianeta.

    Le bandiere israeliane sventolavano vicino al palco. simbolo di un potere che sta massacrando lentamente l’etnia palestinese, uccide impunemente in varie parti del mondo causando guerre e lucrandoci sopra. E ripeto io amo il popolo ebreo, in quanto sono cristiano e cattolico. Detesto il razzismo e quindi Israele, lo stato razzista. Gli ebrei stessi ogni anno bruciano la bandiera israeliana…A Mea Sharim mi sembra…a Gerusalemme.

    La manifestazione di ieri sancisce una spaccatura fra l’anima liberale e l’anima cristiana della Casa della Libertà. Defunta.
    Probabile governo di centro coi Casini dentro. Pierferdinando e Carlo.

    5 dicembre pomeriggio raccolta di denaro e indumenti per le madri in difficoltà presso Militia Christi Via Foligno 27 Roma

    Viva Celentano che ieri da Fazio ha meravigliosamente parlato di Gesù e ha criticato la legge finanziaria.
    Le tasse devono servire il popolo non spalmare il disservizio ancora più a lungo. Le tasse sono un servizio per la Nazione , ma devono contribuire a nutrire le foglie vive non i rami secchi.
    Alitalia in mano ai francesi, la repubblica di Ustica si mette st’altra medaglia di latta al petto.

    Mussolini non ha ordinato l’assassinio di Matteotti, chi lo ha ucciso ha agito contro di lui.

    Via Via Lenin, Viale Mussolini. A Roma !

    per la rinascita nazionale cristiana

  39. Ventimila persone hanno sfilato ieri civilmente a Vicenza contro le basi Usa. Noi nazional cristiani siamo per l’indipendenza nazionale e la rinascita del cristianesimo in Italia. No all’aborto, si al rispetto dei più deboli e indifesi.
    per l’Italia grande e faro di civiltà nel mondo.

  40. Meno male che ogni tanto interviene il Sig.Liguori Giuseppe e ci fa ridere.

  41. Gentil Signor Carlo Infante,
    Le premetto che mi interessa e continua ad interessare “la ragione degli altri”, anche se fra me e Lei ci sono anni luce di distanzas, ma le polemiche ideologiche sono e rimangano inutili. C’è comunque qualcosa che mi premeva chiederLe rispetto al delitto Matteotti. le premetto che già in altre occasioni ho dovuto riscontrare la parzialità drei miei libri di storia, e la necessità di integrare quanto sapevo o credevo di sapere. non ho letto Il Libro Nero del Comunismo, però la mia passata militanza anarchica mi aiuta a non dubitare della veridicità di molti fatti, avendo letto le storie della Repubblica di Spagna ed udito a viva voce da vecchi militanti come i comunisti abbiano cercato di sbarazzarsi di quelli che, almeno ufficialmente, combattevano dalla loro parte. rispetto però a quello che Lei cita sul delitto Matteotti, mi risulta vi sia addirittura stata una rivendicazione di Mussolini (il famoso discorso sull’”aula sorda e grigia”…). Può per cortesia scrivere qualcosa sull’argomento? Poterei anche partire alla ricerca del libro, che temo non sia facile da trovare, però. Inoltre, se si mette nei miei panni non Le sarà difficile comprendermi, sentirmi proporre un libro delle Edizioni Settimo Sigillo (fra l’altro, incredibile film, è uno dei miei preferiti) fa l’effetto che farebbe a Lei le proponessi un libro della “Editori Riuniti”….
    Cordialmente

  42. Sig. Liguori,
    come hanno notato da altri commentatori che mi hanno preceduto ovviamente lei è poco informato, se non per “assiomi” culturali diffusi dal Regime anti-fascista da ormai 61 anni. Ma tant’è, non è l’unico.

    Forse lei non sa che la celtica non è un simbolo fascista, ma un simbolo appunto celtico, che fa parte della cultura cristiana (ne può vedere uno sulla scrivania di un certo Cossiga) e che in tutti i paesi del nord Europa potrà trovare nei cimiteri o nelle chiese.

    E, infine, la scandalizzano anche le “falci e martello” – queste sì simbolo di regimi dittatoriali e repressivi – quando le vede in numerose piazze?

    Non mi risponda, tanto la risposta di rito (di chi è afflitto dalla cultura “assiomatica” di cui dicevo prima) la so già.

  43. Carlo Infante (Lecce)

    Per il Signor Marco,

    intanto, mi dispiace deluderla, ma non sono uno storico, percui consiglio anche a Lei il libro (così capirà anche il senso delle dichiarazioni di Mussolini. La sua dichiarazione fu puramente politica, un assunzione delle responsabilità politiche, ma neanche lui conosceva il mandante).
    Se veramente vuole approfondire, non vedo che problema abbia ad acquistare un libro di “Settimo Sigillo”. Se vive a Roma, quel libro lo trova presso la libreria interna alla Stazione Termini, oppure alla “Libreria Europa” (www.libreriaeuropa.it).
    In merito alla Guerra di Spagna, è noto che i comunisti ammazzarono moltissimi socialisti ed anarchici.
    Sappia poi che non furono pochi gli anarchici che aderirono al fascismo, per esempio, il Professor Berto Ricci.
    Saluti e buona lettura!

  44. Così, tanto per gradire, mi ritrovo del materiale, delle fonti,
    che potrebbero interessare Marco, un pò meno il Liguori che mi sembra meno riflessivo.
    Circa l’omicidio Matteotti riporto in sintesi il discorso famoso del 3 gennaio 1925, almeno i passaggi chiave, discorso che rappresentò l’assunzione di una responsabilità politica del delitto, anche se va interpretata questa responsabilità, nell’ottica di quello che si apprestava a venire: il passaggio dal sistema democratico (c’era un governo regolarmente eletto e una opposizione “aventiniana”)alla dittatura fascista.
    Notare che i passaggi di tale discorso, quelli più facilmente recepibili come istantanea dell’antidemocratico e sprezzante Mussolini, sono tutti più o meno noti, gli altri che si sarebbero prestati a valutazioni più complesse non li ricorda nessuno(neofascisti esclusi, almeno in gran parte).
    Diceva Mussolini: “..il mio discorso sarà chiarissimo..dopo aver camminato insieme con dei compagni di viaggio, ai quali andrà del resto sempre la nostra gratitudine per quello che hanno fatto, è necessaria una sosta per vedere se questa strada può essere ancora percorsa…Sono io che mi accuso. Si è detto che avrei fondato una Ceka, dove? quando? in qual modo?…veramente c’è stata una Ceka in Russia che ha giustiziato senza processo dalle 150 alle 170 mila persone..una Ceka che ha seminato il terrore sistematicamente su tutta la classe borghese..diceva di essere la rossa spada della rivoluzione…Ma la Ceka italiana non è mai esistita. Nessuno mi ha negato fino ad oggi queste 3 qualità, una discreta intelligenza, molto coraggio e un sovrano disprezzo del vil denaro.Se io avessi fondato una Ceka, l’avrei fondate coi criteri che ho sempre posto a presidio di quella violenza che non può essere espulsa dalla storia…la violenza per essere risolutiva deve essere chirurgica, intelligente, cavalleresca. Ora i gesti di questa sedicente Ceka sono stati sempre inintelligenti, incomposti, stupidi….come potevo pensare senza essere colpito da morbosa follia, non dico di far commettere un delitto, ma nemmeno il più tenue, il più ridicolo sfregio a quell’avversario(Matteotti)che io stimavo perchè aveva una certa cranerie, un certo coraggio, che rassomigliavano talvolta al mio coraggio e alla mia ostinatezza….poi una campagna giornalistica durata nei mesi di giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per mesi.Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali…e intanto c’è un risultato di questa campagna, qualcuno l’11 settembre vuol vendicare l’ucciso e spara su uno dei nostri migliori(Casalini), che morì povero, aveva 60 lire in tasca…tuttavia io continuo nello sforzo di normalizzazione e di normalità. Reprimo l’illegalismo. Non è menzogna il fatto che nelle carceri ci sono ancora oggi centinaia di fascisti…viene dinanzi a noi una questione che ci appassionava, la domanda di autorizzazione a procedere con le conseguenti dimissioni dell’onorevole Giunta (fascista)(accusatore acceso di Matteotti)…la Camera scatta, è in rivolta…io piego, giovandomi del mio prestigio, del mio ascendente, questa Assemblea e dico: siano accettate le dimissioni. Si accettano…a tutto questo come si risponde? il fascismo è un’orda di barbari accampati nella nazione, un movimento di banditi, di predoni…si inscena la questione morale e noi conosciamo la triste storia delle questioni morali…ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’Arco di Tito?… ebbene dichiaro ,al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale e storica di tutto quanto avvenuto…se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo fuori la corda e il palo…se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa..se il fascismo è stata una associazione a delinquere, io sono il capo…se tutte le violenze sono state il risultato di un determinato clima storico, politico, morale, ebbene a me la responsabilità di tutto questo perchè questo clima ho creato con una propaganda che va dall’intervento ad oggi…molti cittadini si domandano -ma c’è un Governo?-ci sono degli uomini o dei fantocci?-questi uomini hanno dignità?-…io non avrei fatto ricorso a queste misure se non fossero stati in gioco gli interessi della nazione…un pololo non rispetta un Governo che si fa vilipendere…un popolo vuole specchiata la sua dignità… e prima di me ha detto Basta!La misura è colma….nei soli mesi di novembre e dicembre 11 fascisti sono caduti uccisi…uno con la testa spiaccicata…un vecchio gettato da un muraglione…tre incendi in un mese…caposquadra della Milizia ferito gravemente da sovversivi a Genzano…assalto alla sede del Fascio a Tarquinia…fscista ferito a Verona…a Milano…a Forlì…imboscata comunista a Pesaro..il milite Pascai Mario aggredito e ferito a Venezia..fascisti aggrediti a Padova…cinquanta sovversivi scorazzano con fucili a Vallombra…richiamo su ciò la vostra attenzione, perchè questo è un sintomo…la sedizione dell’Aventino, come vedete ha avuto profonde ripercussioni su tutto il paese…Allora viene il momento di dire basta! Quando due elementi sono in lotta e sono irriducibili, la soluzione è la forza. Non c’è mai stata altra soluzione nella storia…” .
    E la democrazia si addormentò…
    Non voglio fare commenti, giudica tu Marco o chiunque altro pensi a Mussolini come mandante dell’omocidio Matteotti.
    Tra l’altro la magistratura nel 1947 ad antifascismo imperante non riuscì a coinvolgerlo nel delitto.
    Resta la responsabilità politica…ma valuta tu…

  45. Mussolini è innocente su Matteotti, gli antifascisti continuano a masticare sto bolo avvelenato che sputano in aria e gli ritorna in faccia. Mussolini è stato ancora più grande di quanto ancora noi tutti pensiamo.

    stasera Luca Telese è stato riproposto nello “scontro” con Maria Giovanna Maglie che adesso sta ancora parlando mentre scrivo, su rai uno..ma stà donna come fa ad essere felice a star da sola..poi dice che le piacciono gli alberghi e gli aeroporti, ma è chiaro che da sola non è felice…voi della “sinistra” non potete lasciarla sola…

    Nicola Rao era nono nell classifica di Feltrinelli di Via del corso , ieri domenica 3 dicembre, se San Giovanni gli dà una mano salirà in classifica, credo. Però per trovare il suo libro si fa fatica, mentre altri più omologati stanno in bella mostra i più punti. Quindi è un libro che compete con handicap…

    andrea

  46. Caro Liguori, non penso che la Basica di San Giovanni si sia offesa nel vedere sventolare tanti tricolori, anzi, penso che la vera offesa per la Basilica e non solo sia il vedere sventolare le bandiere rosse o sentire urlare 10 100 1000 nessyria dai soliti rifiuti umani dei centro sociali.
    Riguardo gli anglo-americani, forse avranno liberato Lei e i traditori badogliani di ieri e di oggi, a me personalmente non mi ha liberato nessuno, anzi la mia libertà me la sono presa da solo, come tanti altri ragazzi di Destra.
    Lei che tanto odia il fascismo, si ricordi che in piazza Venezia c’era l’Italia a urlare viva il Duce.. e mi creda non c’era solo, forse, anche qualche suo parente, ma tanti antifascisti di oggi che ieri insossavano la camicia nera.

    Roberto.

  47. Andrea,
    vuoi che pubblichi i miei dati anagrafici? E a che scopo? Le idee hanno bisogno di un nome e cognome oppure hanno solo bisogno di credibilità?
    Se vuoi credere alla storia “alternativa” che Irving e compagnia vogliono farti credere sei liberissimo di farlo: io cerco di documentarmi su testi e documenti (non opinioni: DOCUMENTI!) di ben altro spessore e credibilità e ti dico che l’Olocausto è stato il più grande, nefasto, crudele, insensato abominevole massacro commesso nella storia umana!
    Vuoi una revisione sul buon dottor Mengele? Tu che ami i bambini e vai contro l’aborto?
    Io sono sinceramente stufo di slogan vuoti, da destra e da sinistra, sono stufo di “idee e uomini forti”, sono stufo di violenza, sono stufo di “supposte rivoluzioni in nome del popolo”!
    Possibile che non si possa andare mai oltre e che non si possa mai pensare con la propria testa?ù
    Lo sai perchè non apparterrò mai ad un partito, ad un gruppo, ad una religione, ad una idea? Perchè ogni persona che ragiona con la propria testa (ed io cerco di esserlo!) non potrà mai riconoscersi totalmente in modelli precostituiti ed eteroimposti.
    Io non sarò mai di destra, nè di sinistra e cercherò sempre di cercare la verità, abbattendo (quando possibile) i filtri della retorica di destra e di sinistra.
    Mi spiace dirtelo perchè sei sicuramente una persona in buona fede e piena di passione (e le attività sociali a favore dei più disagiati che promuovi sono una cosa bellissima ed umanissima) ma certe cose che dici sono frutto della peggiore propaganda veteronazista.

  48. Grazie a Carlo Infante e a Paolo N: le distanze rimangono, ma almeno sono spariti gli insulti, il che è pur sempre un modo per far sparire le sprangate… o no?

  49. Caro Fabrizio, hai ragione a dire che l’Olocausto è stato una vergogna per l’umanità, le vittime innocenti non potranno avere mai pace perchè i tanti aguzzini non hanno mai pagato il loro debito con la giustizia.
    Ricordiamoci però che molte vite umane sarebbero potute essere salvate ma, a qualcuno fece comodo lasciarle morire, chiesa cattolica compresa.
    C’è anche da dire che di Olocausti la storia ne è piena, basti citare il massacro degli Armeni, il massacro dei Vietnamiti da parte di Pol Pot, basti citare i continui massacri perpetrati in Africa, basti pensare ai massacri in Bosnia o in Kossovo etc..
    Ogni massacratore ha il suo colore politico invece il colore dei massacrati è uno solo.
    Essere di Destra non vuol dire mica fare il tifo per l’Olocausto.

    Roberto

  50. Roberto,
    sottoscrivo ogni tua singola parola: sono pienamente d’accordo con te!
    Il mio rilievo è verso quelle persone che, ancor oggi, mettono in dubbio la verità storica di questi abominii (il citato Irving, per fare un nome).
    Non c’è dubbio che Hitler valga Stalin o Pol Pot: di pazzi carnefici stiamo parlando, al di là del (ininfluente) colore politico.

  51. Inutile dire che mi unisco a Fabrizio ed a Roberto. Personalmente, poi, non mi trovo d’accordo con che ha messo Irving in galera: chi mente o calunnia deve essere sconfessato, sbugiardato, ridicolizzato se possibile, ma metterlo in galera è creare un martire, ed i martiri mi fanno sempre un po’ di paura…
    Solo una piccola cosa, Roberto, e non per fare il saputello, ma solo per la precisione: Pol Pot ha compiuto dei massacri in Cambogia, non in Vietnam, non che cambi nulla, solo per la precisione.

  52. Sono d’accordo con Marco, parlare apertamente serve a evitare che si ripetano gli errori di ieri… anche se Sabato e’ stata aggredita una militante di A.N. il cui unico errore e’ stato quello di non conoscere la geo-politica di Roma ed essere finita per sbaglio a San Lorenzo. La manifestazione di Sabato e’ stata un successo sia per i numeri ma anche per come si e’ svolta cioe’ nella totale assenza di disordini sebbene alla sfilata abbiano partecipato quasi tutti i partiti della destra radicale (mancava solo FN e mi dispiace piu’ per loro che per il CCD-CDU).
    Questo dovrebbe far pensare i vari Liguori che esiste una differenza morale e etica (oltre quella basata sul semplice rispetto dei codici della legge) tra sfilate le manifestazioni politiche dei vari schieramenti.

    Sono pure d’accordo nel condannare lo sterminio degli ebrei, anche se i numeri della strage fossero stati gonfiati da falsi storici successivi (come affermano i negazionisti) resta comunque un azione indegna e da condannare.

    Saluti a tutti.

  53. E’ stato molto bello e commuovente partecipare alla sfilata del Popolo Italiano. Sabato c’era gente incazzata contro il governo, ma felice di poter intonare l’Inno di Mameli.
    I Tricolore avvolgevano le vie del centro di Roma, e i ragazzi della Fiamma, con un servizio d’ordine impeccabile, hanno sfilato in 10.000 in mezzo alla gente che li salutava e li abbracciava. E’ stato incredibile poter vedere le Nostre bandiere sventolare in un corteo sterminato. Devo dire la verità, non c’era lontananza di intenti nel corteo, quindi tutti sono stati trattati come Fratelli. Poi le sfumature ideologiche, o idealistiche le lasciamo ai dibattiti, ma sabato c’era tutto l’anticomunismo che questa Nazione sà esprimere.
    Vi devo dire la verità? E’ bello non sentirsi ghettizzati! Le mie idee rimangono, senza astio, e sono felicissimo di immergermi fra le persone che amano la Nostra Nazione.
    Concordo con Luca NY, quando Attila è alle porte è giusto non sottilizzare e ritrovarsi con chi resiste!
    Un grande saluto a tutti i partecipanti e agli entusiasti di questo imponente atto d’amore.

    Viva l’Italia!!

    Lorenz

  54. Grazie Lorenz, era quello che volevo dire io l’altra sera, ma a caldo è difficile descrivere l’emozione di essersi ritrovati tutti insieme a condividere lo stesse scopo.
    Eravamo tantissimi e eravamo veramente tutti fratelli!
    L’altra sera sono crollate le nostre differenze! E’ stato bellissimo!
    Ciao a tutti
    Ilaria

  55. Caro Marco, mi scuso dell’errore, infatti furono i vietnamiti a cacciare polpot.

    Roberto

  56. Carlo Infante (Lecce)

    Ha ragione Insabato, si fa molta fatica a reperire “La fiamma e la celtica”. Io ho potuto acquistarlo a Roma (seconda ristampa), presso la libreria interna alla Stazione Termini, ma a Lecce, giunse, si esaurì subito e copie non ne inviano più. E comunque anche a Roma, in molte librerie era esaurito. FATE QUALCOSA!

  57. Carlo Infante (Lecce)

    Non ho potuto partecipare alla manifestazione di sabato a causa di un impegno per me importante.
    Ma non mi è sembrato tutto oro quello che ha luccicato.
    Cominciamo col dire che (come si è appreso dalla stampa) i leghisti hanno fischiato l’Inno di Mameli ed hanno insultato dei meridionali.
    Berlusconi ha fatto gli scongliuri durante il nostro inno, nel passo “Siam pronti alla morte”, e la piazza lo ha anche festeggiato per ciò.
    Berlusconi, rivolto al Segretario Nazionale della Fiamma, lo ha chiamato Massimo.
    Nel suo discorso Berlusconi ha detto di non guardare alle vecchie ideologie.
    I porci della cosiddetta Casa delle Libertà votarono per la depenalizzazione del reato di villipendio al Tricolore, per fare un favore ai nordisti di Bossi.
    TUTTO CIO’ E’ VERGOGNOSO! STOMACHEVOLE! SI VERGOGNINO I COSIDDETTI FASCISTI O MISSINI CHE FANNO FINTA DI NON VEDERE E NON SENTIRE!

  58. Caro Carlo, la gente è stata più forte delle quisquiglie del momento. Ti posso assicurare che al di lè delle parole d’ordine, si viveva un’aria di riconciliazione fra persone che amano l’Italia. Non voglio assolutamente disconoscere i meriti di chi, come noi, ha attraversato il deserto senza una goccia d’acqua, ma permettimi di gioire nel vedere la Fiamma che viene applaudita mentre passa in rassegna con il suo esercito militante e con lo striscione: ANTICOMUNISTI DA SEMPRE. Ripeto, al di là delle sfumature ideologiche, anche importanti non lo nego, quando il nemico è alle porte e lungo la strada si trovano tanti simpatizzanti, non è il caso di sottilizzare… D’altra parte anche la Marcia su Roma fu fatta da un manipolo di Arditi sotto un governo liberale, il consenso venne in seguito. Io ho visto in piazza grande consenso verso chi ha manifestato intransigenza, ordine, e rigore etico-ideologico. Non dimentichiamo poi che è stata la più grande manifestazione antibolscevica dai tempi del Fascismo, l’ha riconosciuto anche l’amico Romagnoli; e poi sembra che i democristianizzati dell’UDC finalmente si levino dai c……

    Un saluto, Lorenz

    Un saluto, Lorenz

  59. Carlo Infante

    Per i signori Telese e Rao
    __________________________

    Sto leggendo “La fiamma e la celtica” ed incuriosito dalle figure di due miei conterranei, Gianni Ferrorelli e Rodolfo “Mammarosa” Crovace, ho trovato questa lettera di Luigi Antonio Fino che vi allego. Mi dispiace per Crovace, pensavo fosse ancora vivo.

    Cordiali saluti.
    ________________

    Quale eredità dai ”cuori neri”?

    E’ stato presentato nei giorni scorsi a Bari il libro di Luca Telese, Cuori neri, edito da Sperling & Kupfer.

    C’eravamo anche noi e pur non intervenendo nel dibattito, peraltro limitato ai relatori, anche per non sciupare la festicciola bipartisan, siamo stati indotti ad una serie di riflessioni a tutto campo sull’argomento, stante anche la nostra personale vicenda, e comunque il ricordo di anni terribili per certi versi, ma comunque indimenticabili.

    Moltissime infatti sono le considerazioni che immediatamente sorgono spontanee: perché un trentacinquenne giornalista di sinistra, ora collaboratore del “Giornale”, testata strettamente organica all’attuale Presidente del Consiglio, scrive un libro in cui si rievocano i morti “puliti” della destra dal 1970 al 1983?

    In primo luogo perché è sicuro di avere successo! I tempi sono maturi per un’operazione del genere così come per i libri di Pansa sulla guerra civile in Italia che hanno suscitato straordinario interesse con la vendita di centinaia di migliaia di copie. Libri sicuramente interessanti, specie “Sconosciuto 1945” perché frutto di testimonianze dei familiari dei trucidati. I testi di Pansa tuttavia non hanno neppure lontanamente la forza narrativa e lo spessore documentativo di quelli di Giorgio Pisanò, dal cui archivio peraltro il Pansa ha abbondantemente attinto. Il problema è che Pisanò era un personaggio scomodo ieri, ma lo è ancor più oggi da morto, per Alleanza Nazionale.

    Quello di Luca Telese è il primo libro sull’ argomento?
    Certamente no, è sicuramente il primo tentativo di unire organicamente, con un filo tragico ma logico, ventuno storie in diciassette episodi, ma una pubblicistica memorialistica esiste da tempo ma è stata sempre sistematicamente snobbata proprio da coloro i quali avrebbero dovuto diffonderla, perché?

    I morti di destra sono sicuramente scomodi, in primo luogo per Alleanza Nazionale, che dopo la svolta di Fiuggi fatica a trovare un collante storico-culturale serio ed il caso Fisichella è al riguardo emblematico.

    Nell’ambito poi della coalizione di centro-destra il disagio è ancora più evidente perché avendo dal dopoguerra la sinistra imposto il dogma – assolutamente falso – per cui la cultura è solo e soltanto a sinistra, il centro-destra ha dovuto o meglio creduto più facile, semplice e veloce arruolare transfughi che a botte di contratti favolosi e prebende inimmaginabili per i comuni mortali, hanno conquistato le reti Mediaset, la Mondadori, Il Giornale, per non parlare della RAI e si potrebbe continuare. Naturalmente per la sinistra è Berlusconi a detenere il potere mediatico!!!

    Tanti sono i percorsi sottesi a questo fenomeno. Qualcuno parte da lontano, ad esempio l’operazione di Bettino Craxi, uno dei pochi politici di razza dell’ Italia del secondo dopoguerra.

    Grazie a lui i militanti dell’estrema sinistra in conflitto col PCI, vennero cooptati nei sindacati, nelle allora neonate reti televisive private, nella Rai, nelle case editrici. Berlusconi ha ereditato da Craxi queste teste più o meno pensanti che naturalmente hanno convinto i propri interlocutori di essere il massimo disponibile sul mercato… dell’usato ed hanno così ulteriormente ampliato il loro già smisurato potere. I casi sono innumerevoli ma intendiamo citare solo quello, davvero emblematico, e di cui si è avuto notizia grazie a “Cuori neri”, di Carlo Panella, giornalista Mediaset e collaboratore de “Il foglio”, testata notoriamente legata alla Cia ed al Mossad, che confessa oggi candidamente di aver lanciato lui la molotov che uccise il povero Venturini, che i più anziani forse ricorderanno, era un operaio, un operaio di sentimenti nazionali ed anticomunisti, ucciso da figli di papà che poi hanno brillantemente e facilmente percorso favolose carriere….

    La riflessione può ampliarsi ancora a dismisura perché nel libro di Telese non ci sono, ma non è ovviamente una colpa del giovane e brillante cronista, i morti “non presentabili” di destra, quei ragazzi che in buona fede abbracciarono un’idea ma guidati da cattivi maestri, che poi hanno speculato sulla loro morte, hanno incontrato un destino tragico di violenza ed illegalità.

    Vorremmo ricordarne solo uno, per il filo che lo lega alla Puglia. Rodolfo Crovace, il mitico… Rudy Mammarosa, capo dei sanbabilini negli anni settanta, era originario del brindisino, un giovane spavaldo, sincero, generoso ed anche violento come era inevitabile essere in quegli anni in cui la politica… per bene, per chi stava a destra non era proprio nei programmi.

    Dopo tante vicende giudiziarie legate alla lotta politica, senza prospettive e senza alcun aiuto per trovare un lavoro di che vivere, finì nel tunnel dello spaccio di stupefacenti e morì ucciso come una bestia dalle Forze dell’ Ordine che esplosero decine di proiettili sparati da fucili a pompa.

    Il suo corpo fu trovato in un mare di acqua intrisa di sangue perché erano state finanche sventrate le tubature della misera abitazione in cui viveva.

    Anche la Puglia ha conosciuto storie tragiche a destra come a sinistra. La morte di Benedetto Petrone, quella di Martino Traversa.

    Quello che personalmente riteniamo vada salvato di quegli anni bui che abbiamo vissuto in prima persona, è l’idealismo, la spontaneità, il sogno di un mondo senza ingiustizie, il disgusto per i compromessi, cardine invece della vita politica di oggi…

    La violenza, questa regressione dell’umano a barbarie primitiva, va invece ovviamente condannata senz’appello.

    Su tutte queste vicende è utile che il dibattito prosegua e che i morti, tutti, nessuno escluso, ci donino momenti di riflessione per migliorare noi stessi ed il mondo che desideriamo lasciare più pulito ai nostri figli.

    LUIGI ANTONIO FINO

    Tratta da:

    http://www.italiasociale.org/Lettere/lettere020406-2.html

  60. Carlo Infante

    Caro Lorenz,

    certo vi sono stati anche spunti positivi (e mi rammarico per non esserci potuto essere ma, vedi, avevo altri impegni importanti, inoltre ho già manifestato contro la Finanziaria a Roma, il 10 novembre con l’UGL), ma non posso non soffermarmi sui gravissimi aspetti negativi (già elencati in un precedente post) e poi di democristiani ve ne sono ancora tanti in Forza Italia come in Alleanza Nazionale. Senza dimenticare la Nuova DC che ha preso parte alla manifestazione.
    Anche tu sei nella Fiamma? Mettiamoci in contatto.

  61. Io mi rendo conto che posso essere tacciato di veteronazismo, ma io sono antinazista in quanto cristiano e cattolico.
    Ma io voglio la verità, voglio la verità! E la libertà di ricerca la garantisce e la promuove, perchè… Galileo non ci ha insegnato niente?
    E’ abominevole mettere dentro qualcuno per le sue idee. E voi “democratici” non dovreste scandalizzarvi di questo?
    Il mio antinazismo è comprensivo nei confronti di tanti ragazzi di “destra” (pfui) che ne subiscono il fascino. Voglio dire che se vedo una svastica non vado in isteria e mi straccio le vesti perchè oltretutto il svastica è un simbolo tradizionale indiano di buona fortuna, e io non sono un cane con un campanello al collo, vedi Pavlov. E forse mi agito nella polvere se vedo una bandiera israeliana? Eppure essa è colpevole con incessanti massacri di palestinesi. Esprimo la mia critica pacifica. Nel ’92 fu simbolica. Bruciai una bandiera israeliana allo stadio. Per questo fatto ho scontato un anno di galera. Forse l’unico al mondo, negli utimi tempi, e scusate se non ho conto di altri, ad aver pagato così tanto per aver bruciato un simbolo in pubblico. Come dire…in altri casi si chiudono ambedue gli occhi…
    Io dico che ci vuole una forza migliore del fascismo e del nazismo, se non hanno vinto è stato perchè Dio non era con loro.
    E noi, in nome della libertà e per la libertà dobbiamo dare battaglia contro la strisciante avanzata anticristiana, sia musulmana che massonica. Costruire un fronte militante che senza violenza, ma con la giusta forza, contrasti l’avanzare del nemico, ieri, nel ’22, presente nelle strade, ora più strisciante e nascosto.
    Conquistare quindi spazi mediatici, conquistare il fronte culturale. Ma con l’agone giusto, bisogna attrarre a noi le donne. “Honni soit qui mal y pense”
    Propongo ancora la creazione dell’associazione “La vela sfida il mare” che acquisirebbe spazi mediatici dove i mezzi e la sagacia ci orientino. Quindi spazi televisivi o qualsiasi altra cosa, anche l’affitto di un muro!!!

    Per gioco, ma mica tanto, propongo un “nido” di cultori della poesia letteratura ed arte si potrebbe chiamare
    Pnf.
    Poeti nazionali fantasiosi.
    Conquistare e controbattere al marciume con la Cultura.
    L’unica vera cultura è segnata dalla parola. crescere verso l’alto, il sole , l’aria pulita e il cielo.
    p. s. interessante la ricerca di uno scienziato americano sul cervello, sulle dinamiche mentali e sulla robomatica in materia cerebrale. Da sapere.
    Marvin Minsky
    p.s.2
    10 dicembre. L’incoronazione di Carlo Magno all’auditorium del parco della musica Roma. mattina, trovate i biglietti perchè l’affluenza è da stadio.
    Andrea

  62. Non so se riuscirò a dire delle cose troppo coerenti, perché non ho le idee chiare, le cose che però sto leggendo da un po’ di tempo mi sollevano seri dubbi.
    Provo a spiegarmi: da una parte ci sono i Cuori Neri, come quelli di molti che scrivono qui, dall’altra i Cuori Rossi, come è stato ed è il sottoscritto (vabbé che la bandiera anarchica è nera….) .
    Vi sono differenze enormi (voi siete nazionalisti, ed io internazionalista, la sola patria che riconosco è il Pianeta Terra, e su questo non riusciremo mai a metterci d’accordo), ma anche un sacco di cose rispetto alle quali le nostre distanze sono spesso minori di quelle che abbiamo con certi compagni (camerati?) di strada.
    Poi che cosa succede? Nel dopoguerra, i Cuori Neri, seppure violentemente anticapitalistici (ben di più dei comunisti) si schierano in gran parte con gli Americani, sostengono i golpe in America Latina, prendono in sostanza delle posizioni che li snaturano, si alleano con il Diavolo (per così dire) per paura del Diavolo più grosso, per giustificata paura di che cosa sarebbe succsso se avessero vinto i rossi. Oggi, per lo stesso motivo vanno a manifestare insieme a Berlusconi, che secondo me è il principale responsabile (come padrone di televisioni, prima che come presidente del consiglio) di aver trasformato ogni discussione, politica e non, in un trash movie, quello per cui lavorano i figli di papà ex-rossi che tanto vi danno fastidio (e vi capisco, eccome se vi capisco!), sfilano con i leghisti che fischiano l’Inno di Mameli, ecc. ecc.
    Dall’altra, i Cuori Rossi, che fanno? Dal 1917 in poi sono almeno centinaia gli anarchici, i socialisti, i trozkisti che moriranno nei gulag staliniani, tessono le lodi di Mao, mentre questo massacra milioni di persone, fin che possono tacciono su quello che succede a Cuba, per tacer delle foibe; gli anarchici stessi si accodano alle manifestazioni dell’estrema sinistra negli anni ’70 e di come Stalini massacri anarchici, socialisti e trozkisti durante la Guerra di Spagna ci si vergogna quasi di parlare, nel dopoguerra molti anarchici entrano nel sindacato comunista, si tace di Cossutta dirigente industriale che denunciava faceva licenziare i comunisti non ortodossi, ecc. ecc. Parlarne danneggerebbe la causa e si darebbe voce agli odiati capitalisti.
    Inosmma, in una parola, ho un po’ la sensazione che sia a noi che a voi si sia sbandierato un nemico, si sia detto che non ci si poteva disunire perché c’era una guerra in corso e, per via di questo, tutti noi (dico tutti noi) ci siamo legati e continuiamo a legarci con gruppi e persone che con noi, con il nostro sentire, con il mondo che vorremmo, nulla hanno a che fare.
    Il cielo mi guardi dal proporre degli embrassons-nous: come ho detto, le distanze ci sono e rimarranno, ma non varrebbe la pena di rifletterci un momento.
    Saluti e anarchia

  63. Caro Marco quanto hai ragione!
    L’ideologia cieca è lo strumento con il quale subdoli personaggi (a destra come a sinistra) hanno cooptato, usato e mandato al massacro intere generazioni di giovani!
    L’idea del “nemico” è sempre stato il motore dell’accaparramento e del mantenimento del potere (vedi la DC in Italia per 50 anni!).
    Quando si metteranno finalmente da parte le ideologie politiche (nel 2006 mi sembrano ormai contenitori vuoti, pieni di simboli ed idee stantie…) e si inizierà a pensare ad una società più giusta TUTTI ASSIEME?
    Andrea, leggo con piacere le tue parole e la tua presa di distanza dal nazismo ma ti ripeto, la ricerca storica è qualcosa di serio (sacro, direi) e non può essere condotta per fini ideologici (tra l’altro, nel caso di Irving, i fini sono particolarmente abbietti).
    Libertà di ricerca? Senz’altro!
    E sono contrario anche io alla privazione di libertà per “reati di opinione” ma certe “ricerche” andrebbero sbugiardate pubblicamente in chiave scientifica: Irving meriterebbe una gogna mediatica, non la galera.

  64. Caro Fabrizio,

    Ti dirò, i due “maitres à penser” che hanno influenzato di più la mia esistenza il giorno che l’ubriacatura politica è finita sono stati Wilhelm Reich e Georges Gurdjieff, e da entrambi ho imparato a chiedermi se molte delle motivazioni che spingono l’individuo e la collettività in una direzione piuttosto che in un’altra non siano più psicologiche, legate a pulsioni inconscie (Cornelius Castoriadis parlerebbe di “immaginario collettivo”) più che a scelte razionali e più strettamente politiche. Secondo me varrebbe spesso la pena di chiedersi quanto la fobia del “nemico” sia reale e quanto invece frutto delle prime. Ripeto, secondo me le distanze ci sono, restano e resteranno, e non credo da questo forum possa nascere qualcosa che possa far cambiare il mondo: c’é però da augurarsi che la quindicina di noi che scrive regolarmente e forse altri che hanno la pazienza di leggerci possano usciren con un orizzonte più ampio, e qualche sano dubbio in più… non sarebbe già niente male.
    Con simpatia
    marco

  65. Simpatia ricambiata.
    Credo che l’immaginario collettivo da te evocato sia fondamentale nel discorso: da una parte i giovani di sinistra che amavano sentirsi novelli Robin Hood proletari e dall’altra i giovani di destra con il mito del guerriero senza macchia e senza paura sono diventati strumenti mortali nelle mani di oscuri e meschini contrabbandieri di presunte idee politiche.
    E, naturalmente, pronti a morire e ad uccidere per tali “ideali”.

  66. Condivido l’importanza del dialogo x non riaprire la stagione dell’odio reciproco. Che non giova a noi come non giova alla sinistra. Anche se sono convinto dell’inconciabilita’ di molte nostre posizioni. Pero’ quando vedo che c’e’ chi viene perseguitato per un braccio alzato da una parte e tollerato chi dall’altra brucia i simboli della nazione e fa’ il vilipendio dei nostri soldati morti… Bhe’ se mi permettete mi girano un po’ le scatole anche se capisco che e’ bene reagire con calma e disciplina.

    Saluti a tutti.

  67. Sono più d’accordo con te di quanto tu non possa credere, Mec61, tanto più che nell’ultima manifestazione non si è bruciata una bandiera, che è il simbolo di una nazione rispetto al quale si può anche dissentire, si sono bruciati fantocci in uniforme, e di solito dentro l’uniforme c’é un uomo. Vorrei però far notareuna cosa: i nostri soldati a Nassrya li ha mandati il governo precedente, cercando di fare una furbettatata degna del miglior Tecoppa: non partecipiamo alal guerra, facciamo poi la missione di pace, tanto la guerra finirà in fretta e noi poi ci prendiamo gli appalti per la ricostruzione. Come forse ho già detto, faccio l’interprete, e sinceramente mi avessero offerto un lavoro in Irak lo avrei accettato, accettando quindi la protezione dl nostro esercito e magari anche quella di Quatrocchi (cui Berlusconi ha indirettamente dato del mercenario poco prima delle elezioni, fra l’altro), e quindi mi guardo bene dal parlarne male. Fra l’altro, negli anni della mia militanza ho sempre avuto rapporti più che decenti con le forze dell’ordine; OK, negli anni fra il 78 e l’80 mio sono trovato un paio di volte faccia al muro con delle pistole spianate davanti a me, ma sappiamo com’erano quegli anni e tutti avevano paura, poliziotti compresi, anzi, forse, soprattutto loro. Se qualche imbecille 8anche se purtoppo sono tanti!)urla slogan idioti e criminali, tutto quello che ha fatto la sinistra pè stato cercare di riportarli a casa sani e salvi, non dimentichiamocelo.

  68. Apprezzo molto la capacità di confrontarsi, di voler capire, di aprire un dialogo con persone con storie ideali e politiche diverse. Ecco perchè seguo con particolare attenzione le opinioni di Marco o Fabrizio.
    In questo Forum, da mesi, leggo gli interventi di tante persone,
    persone che non conosco, persone che non ho mai visto, ma che per
    qualche motivo sento vicine come se facessero parte di una stessa
    comunità, come se fossero passeggeri di uno stesso convoglio,
    con analoghe ambizioni, speranze, anche se divisi su come soddisfarle.
    A volte sono in totale disaccordo con alcuni, altre volte mi ritrovo al cento per cento, poi ci sono le vie di mezzo(come diceva un calciatore di Serie A “..sono perfettamente daccordo a metà col mister..”), ma in ogni caso vedo uno spirito positivo in quasi tutti.
    Direi a Fabrizio o a Marco, provocatoriamente, che io “destro”(per quel poco o molto che significhi oggi)ma credo anche tanti altri che scrivono su Cuori Neri, sono certo che non avrei difficoltà a concordare con loro che so una Finanziaria, una riforma della Giustizia, una politica internazionale o quant’altro sia necessario nel percorso politico di una Nazione.
    Logicamente dopo un corso accelerato sulle basi elementari, tecniche che occorrono per affrontare tali temi(è un paradosso,ovvio).
    Ma quello che volevo evidenziare è che a volte le differenze su come interpretare la Storia, come prospettare un futuro migliore per tutti, quali priorità etiche perseguire e in quale modo, sono delle divisioni apparenti;
    non è un “volemose bene” qualunquistico e infantile;
    è la consapevolezza che le persone o sono oneste intellettualmente o non lo sono.
    Con quelle oneste un punto di incontro lo si trova sempre.

  69. No all’aborto.
    No ai sacrifici umani in nome della Dea velocità.
    No all’eutanasia.

    si alla vita, si alla famiglia, si alla giovinezza dello spitito.

    Ripropongo l’idea della “vela che sfida il mare” con assemblea aut comizio centuriato, in quanto cerco 100 persone disposte a partire. Mi dicono che una centuria era fatta di 80, in tal caso vada per 80. Meglio chiarire si tratta di far Cultura. Ovvero di far crescere gli uomini e le donne. Il resto è degenerazione.

    Partire per l’idea di acquisire spazi mediatici che rappresentino e proiettino le nostre idee.

    Conditio sine qua non: Non essere anticristiani, non essere
    antifascisti.

    Casa Montag 16 dicembre concerto.
    Farnesina 15 dicembre teatro e concerto
    Torrevecchia 15 dicembre concerto

    Memento audere semper, per aspera ad astra, sursum corda semper.

    andrea

  70. P.s.
    Sempre rispetto e stima a Pansa, ed anche a Guzzanti senior. Chiunque come aquila sfidi il vento del buio, ma anche come meno aristocratico gabbiano. Penso anche a Renzo Martinelli. Regista coraggioso.
    andrea

  71. sergio d’elia dirigente di prima linea condannato ma riabilitato nel 2000 eletto nelle file dell’estrema sinistra parlamentare.
    roberto del bello ex br condannato a quattro anni per banda armata oggi è assistente particolare del sottosegretario all’interno bonato..anche lui estrema sinistra.
    susanna ronconi condannata a docici anni per l’omicidio di due missini, oggi fa parte della consulta delle tossicodipendenze di paolo ferrero.. addirittura don ciotti la definisce persona preparata e intelligente… (non sapevo che per ammazzare qualcuno bisogna essere intelligenti o almeno possedere una laurea.
    Viva la democrazia italiana fondata attualmente da delinquenti comuni e assassini con su la testa condanne definitive..
    Oggi in Italia per far carriera bisogna minimo o aver ammazzato qualcuno o fare la velina..
    I MORTI DI QUESTI INFAMI, POLIZIOTTI, CARABINIERI, GIOVANI MILITANTI E SEMPLICI INNOCENTI, SONO SOTTO TERRA E NON HANNO AVUTO FUTURO.. LE LORO FAMIGLIE, ANCORA PIANGONO…..

    Meglio un buon governo di militari che questo schifo…
    POVERA PATRIA
    Roberto

  72. Silvia Baraldini, condannata dalla giustizia americana a 43 anni di carcere per associazione sovversiva ha avuto una collaborazione con la giunta Veltroni.

    Anna Cotone, Ex Br del Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell’ex assessore dc Ciro Cirillo, lavora nella segreteria politica dell’europarlamentare di Rif.Com. Luisa Morgantini.

    Eugenio Pio Ghignosi, brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, si occupa della Direzione Affari Generali dell’Università Roma Tre, settore sicurezza.

    Maurizio Jannelli, capocolonna romano delle Br ha lavorato alla Rai come autore, fa parte dello staff della trasmissione sportiva “Sfide”.

    Giovanni Senzani, ergastolo per l’omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, si occupa del Centro di documentazione della Regione Toscana “Cultura della legalità democratica”.

    Viva la Democrazia….

    Roberto

  73. Provocazione raccolta PaoloN, e le provocazioni simpatiche sono sempre benvenute. Devo dire che anch’io leggo con interesse le cose che scrivi tu, e che certi tuoi commenti mi hanno spesso fatto pensare che sui principi etici di base (il valore della vita, per esempio) siamo molto più vicini di quanto non potessi pensare. Come direbbe Wilhem Reich, quando non si è vittime della “peste emozionale”, si riesce sempre a confrontarsi, anche fieramente se del caso, ma senza insultarsi ed in maniera costruttiva. Mi sa che vi siano poi principi e convinzioni (il sentimento di unità nazionale, per esempio,rispetto a quello di appartenere al Pianeta) che sono figli di una sensibilità, di una cultura che per ciascuno di noi si sono sviluppati in modo diverso,con diverse storie di vissuto personale, e penso potremmo continuare a discutere fino alla fine dei giorni senza che riusciamo a metterci d’accordo, evidentemente potrei spiegarti perché la vedo in un modo, e perché magari tu la vedi in un altro, ma non credo nessuno dei due cambierebbe idea. Le visioni etiche sono un conto, però, l’onestà intellettuale è una conditio sine qua non per qualunque confronto: se abbiamo studiato la storia su testi diversi, è come se vivessimo su due pianeti diversi, ed ogni incontro sarebbe impossibile, e quindi esiste e deve esistere la possibilità di arrivare a leggere i fatti in una maniera meno parziale e più vicina a quanto è effettivamente successo (entro limiti ben precisi, ahimé, vi sono studiosi che mettono in dubbio l’obiettività delle scienze naturali, figuriamoci allora quella delle scienze sociali!). Voglio dire, sono debitore all’anarchismo di una certa spregiudicattezza intellettuale e personale che è una delle poche cose di cui vado fiero, ma per essere anarchico non ho bisogno di pensare che chi ha compiuto gesti ingiustificabili (Gianfranco Bertoli, per esempio) debba necessariamente essere un fascista-agente-della-CIA-pagato-dai-padroni: non tutti i buoni sono dalla mia parte, non tutti i cattivi dalla tua, e continuerei ad essere anarchico anche se scoprissi per assurdo (visto lo scambio che abbiamo avuto sul tema) che sono stati gli anarchici ad uccidere Matteotti.
    Mi lasci finire con una battutaccia tanto per incominciare la giornata con mezzo sorriso e per non essere troppo seri? Sì? Allora ti saluto con stima…fascista di merda!

  74. Leggo con piacere gli attestati di recoproca stima tra persone che la pensano in modo diverso su molte cose fondamentali.
    Succede anche questo quando si mettono da parte pistole e bastoni e si dialoga civilmente.

    Roberto: condivido il tuo sdegno.
    Chi si è macchiato di delitti di sangue per fini politici dovrebbe avere il buon gusto di ritirarsi dalla vita pubblica e di usufruire dei privilegi che garantisce.
    Ma anche qui bisogna vedere le cose senza paraocchi: i casi da te citati sono eloquenti e provocano rabbia, ma la stessa rabbia la provoca, ad esempio, l’idea che gente come Giusva Fioravanti possa andare tranquillamente in giro e possa lavorare in una radio (che gode dei finanziamenti dello Stato) per il solo merito di essere stato un folle pluriomicida.

    Purtroppo quella dei morti e delle loro famiglie (che non smetteranno mai di soffrire) è un tema che interessa a ben poca gente…

  75. Ho sempre scritto che chi si è macchiato le mani di sangue, deve marcire in galera.
    Non si può parlare di riconciliazione mettendo sullo stesso piano i carnefici e le vittime, basta con la pietà verso gli assassini.
    Gente che si è macchiata di reati gravi senza vere motivazioni politiche ma solo per motivazioni legate alle bande di strada, queste persone andavano a fare le rapine per trovare il denaro,.. non mi sembra che la politica centri qualcosa con tali reati.
    E’ ora di finirla con il pietismo verso i terroristi rossi o neri o viola questi sono e rimangano assassini. stop..

    Roberto

  76. Roberto,
    io posso anche concepire che la pena abbia funzione emendativa e forse è anche giusto che le persone che si sono macchiate di reati tanto gravi possano, un giorno lontano, dopo aver riflettuto ed essersi dissociate da quanto fatto in passato, tornare a vivere una vita nella società civile.
    Ma non è assolutamente giusto che godano di privilegi e possano accedere a funzioni pubbliche, nè che abbiano visibilità pubblica e possa essere permesso loro anche di pontificare.
    Il rispetto verso il dolore delle famiglie dei morti deve essere l’elemento principale da tutelare!

  77. se non si è capito dal mio intervento, siamo perciò d’accordo!

  78. molti conoscono i nomi degli assassini, anche perchè in alcuni casi fanno parte della loro colore politico, ma molti non conoscono minimamente i nomi delle vittime, a caso ne cito qualcuno:

    ALBERGHINA FILIPPO,ATZEI BENITO,CARBONE LUIGI,CESTRARI ANTONIO,DI CATALDO FRANCESCO,DI ROMA CIRIACO,CUTUGNO LORENZO,PORCEDDU SALVATORE SANTORO ROCCO,APUZZO CARMINE,IOZZINO RAFFAELE, ETC.

    GLI ASSASSINI POSSO ANCHE SCRIVERE LIBRI, FINIRE IN PARLAMENTO O ALTROVE O ESSERE CITATI NEI LIBRI, MA SEMPRE ASSASSINI INFAMI RIMANGONO….

    ROBERTO

  79. Nicola,

    ho appena finito di leggere il libro. Penso che sia complessivamente ben scritto (mi rimarranno in mente un paio di frasi ad effetto) e che offra una panoramica rapida ma accurata della galassia neofascista.

    Non sapevo nulla dei sanbabilini, ma ritengo che sia importante parlare di questo neofascismo “minore”…ecco, se proprio devo trovare una pecca, avrei parlato un po’ anche del sottobosco analogo che si e’ vissuto a roma, dal quale sono scaturiti personaggi come Izzo. In altre parole, avrei parlato un po’ di piu’ del fascismo come fenomeno di moda.

    Splendidi gli ultimi capitoli, anche se ogni tanto sei caduto nella tentazione di esprimere qualche giudizio…

    Un bel libro e’ un qualcosa di impagabile, quindi ti ringrazio veramente moltissimo.

    A presto (almeno virtualmente)

    Luca

    PS
    Post scritto in un pessimo italiano, ma sono un po’ incasinato

  80. Giuseppe Liguori

    IL DUCE MANDANTE DELL’OMICIDIO MATTEOTTI

    Gentile signora Ilaria, apprezzo il suo tono pacato e la sua buona educazione. Sono d’accordo con lei sul fatto che la manifestazione di Roma è stata, nel complesso, nonviolenta. Cosa ne pensa, però, dello slogan “Prodi boia, Luxuria è la sua troia” ? Cosa ne pensa del grido “Duce, duce” ? Cosa ne pensa delle bandire nere dei fascisti della Fiamma tricolore di Romagnoli ? Quale rispetto delle donne c’è a destra ? Perché c’erano solo due donne nel governo Berlusconi, mentre ce ne sono 6 nel governo Prodi e 10 nel governo Zapatero ?
    Al signor Infante di Lecce ricordo che tutti gli storici seri sono concordi nel ritenere Mussolini mandante dell’omicidio Matteotti. Il duce stesso, in un discorso del gennaio 1925, si assunse “la responsabilità politica, storica e morale” dei crimini commessi nel 1924. Come vede sono ben informato, mentre lei è fazioso e legge solo i libri scritti dai fascisti e dai filo-fascisti. Legga De Rosa, VIllari, Spini, Camera-Fabietti, ecc., non solo De Felice. MUSSOLINI E’ STATO UN ASSASSINO.

  81. Giuseppe Liguori

    PER IL SIG. INFANTE

    Dimenticavo: la mia città è Cosenza.

  82. Giuseppe Liguori

    FALCE E MARTELLO

    Sig. Pietro, la falce e il martello, come lei sa, sono simbolo, prima di tutto, dei lavoratori (la falce dei contadini ed il martello degli operai). E’ un simbolo che, a differenza dei simboli nazi-fascisti (croce uncinata, ecc.) non è vietato dalla legge e può dunque essere usato. E’ ovvio poi che io, essendo un missionario cattolico, condanni nella maniera più ferma i crimini dello stalinismo e del socialismo reale. Le ricordo, però, che la nostra attuale libertà è dovuta anche al sacrificio di tanti partigiani che sono morti stringendo nelle mani una bandiera rossa con la falce ed il martello. NO ALLO STALINISMO E AL NAZIFASCISMO, SI AL CRISTIANESIMO E ALLA SINISTRA DEMOCRATICA ED EUROPEA.

  83. Giuseppe Liguori

    A ROBERTO

    PrecisO che nessun mio parente è stato mai fascista. Grazie a Dio non ho questa sventura. Caro Roberto, i fascisti in Italia sono, per fortuna, una sparuta minoranza. Siete in pochi a pensare che, come hai scritto tu su questo Forum, il popolo somalo è un “popolo di mer..” VIVA IL POPOLO SOMALO, ABBASSO IL FASCISMO.

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