La prima linea

27 mar 2009

LA PRIMA LINEA -  DAL LIBRO DI SERGIO SEGIO (“MICCIA CORTA”) IL FILM CHE DIVIDERà L’ITALIA: “GIUDICATE DOPO AVERLO VISTO” – “REPUBBLICA” SUL SET

GABRIELE ROMAGNOLI – Repubblica (26 marzo 2009)

ROMA. Seduto al tavolo di un pub Riccardo Scamarcio preparerà un’ evasione, quella della donna che ama. Sul palco, alle sue spalle, una cantante nera. Nell’ aria il fumo, delle sigarette (siamo negli anni Ottanta) e delle polemiche (siamo quie ora). Sono cominciate in anticipo sul primo ciak, stanno accompagnando la lavorazione del film, faranno da trailer all’ uscita nelle sale in autunno. È arrivato il momento di portarle sul set e metterle a confronto con le prime immagini, la sceneggiatura, le opinioni e le intenzioni del regista e del produttore di La prima linea. Il film, è noto, si ispira al libro autobiografico “Miccia corta”. Lo ha scritto l’ ex terrorista di Prima Linea, Sergio Segio, che si è poi dissociato e ha scontato per intero la pena che gli è stata inflitta dalla legge dello Stato. Il nucleo della storia è l’ azione con cui Segio e complici fanno evadere dal carcere la sua compagna Susanna Ronconi, per poter correre ancora un po’ insieme nel vicolo cieco che porta al muro dell’ ulteriore arresto, della consapevole sconfitta. In quell’ azione perde la vita, ucciso dall’ esplosione a “miccia corta”, un innocente, il passante Angelo Furlan, falegname, 64 anni. Ed eccolo lì, Scamarcio-Segio, a spiegare ai compagni come pensa di liberare Susanna (Giovanna Mezzogiorno). Eccolo qui «il film finanziato con i soldi dei contribuenti che esalta il terrorista». È così? Andrea Occhipinti, il produttore, siedea qualche metro dalla telecamera, pesa le parole come ha imparato a fare da mesi: «Il finanziamento pubblico c’ è stato, ma non a scatola chiusa. Sapevano che film era, hanno letto la sceneggiatura. Si può criticare senza aver visto? O, almeno, senza aver letto?». Ho letto il copione. Non è solo il racconto di quell’ impresa, che potrebbe ammantarsi del romanticismo di tutti i gesti privi di un fine, ma carichi di significato. Viaggia su piani temporali sfasati, mostra le imprese criminose e ingiustificabili di Segio e compagni: l’ assassinio del giudice Alessandrini e quello del “traditore” William Vaccher, poco più che un ragazzo spaurito. Usa voci della coscienza: il carabiniere che urla a Segio «Mentre tu studiavi io lavoravo i campi, giù da me! E mi sono dovuto sentire a voialtri che dicevate che quello che facevate lo facevate per quelli comm’ a me», l’ amico degli anni di Lotta Continua che non ha seguito la sua strada: «Siete la prima linea di un corteo che non c’ è. Ogni giorno che passa siete più isolati, la gente non vi capisce». Impone il mea culpa (autentico) alla voce fuori campo di Segio. All’ inizio: «Avevamo torto, ma allora non lo sapevamo». Alla fine: «La mia responsabilità è giudiziaria, politica e morale. Me le assumo tutte e tre». Frasi che ritornano, quasi ridondanti. «Non abbiamo fatto Jesse James- assicura Occhipinti- abbiamo voluto mostrare l’ ambivalenza del personaggio. Ogni volta che ti attrae, poi ti respinge». Può bastare? È ammesso mostrare le ragioni che hanno fondato quel grande torto? Il regista, Renato De Maria, fa una pausa nelle riprese, viene a sedersi. Il film l’ ha voluto lui. Due anni fa, seduto in un bar di Roma, mi chiese retoricamente: «Perché in Italia non si fa un film sui terroristi?». Ventiquattro mesi e molte polemiche dopo conosce la risposta. «Eppure – dice – è necessario. Questo è stato il nostro Vietnam, occorre cercare di capirlo. Queste persone non venivano da Marte, erano dentro la società, figlie di ideologie del tempo. C’ è stata una rimozione totale. Credo per la paura di guardarli in faccia e ritrovarci qualcosa di sé». Penso a “Baader Meinhof” il film tedesco che è stato perfino candidato all’ Oscar, senza scandali. A come ha raccontato la genesi dei terroristi. «Da noi – dice De Maria – mancava una ricostruzione dal punto di vista di chi ha fatto la scelta armata. Si sono fatti film solo sul caso Moro, e Moro cannibalizzava il resto. Questo è un tentativo, occorreva cercare la complessità, altri verranno e potranno avere angolazioni più strette». È l’ ora delle obiezioni. Ho con me un altro libro di Segio, intitolato “Una vita in prima linea”. Leggo la dedica ai figli: «Perché crescendo non gli venga mai meno la certezza che i loro genitori sono state persone buone e leali. Che hanno lottato con errori spesso gravi, ma anche con generosità e coraggio per un mondo migliore e più giusto”. È questa la dissociazione? Persone buone? Lo andiamo a dire ai figli di Alessandrini e Furlan? «Questa – risponde De Maria – è una posizione di Segio. Noi non facciamo il suo film. Abbiamo preso le distanze. È lui a giustificarsi, il film non concede giustificazioni». Ma l’ identificazione tra il personaggio e la persona che l’ ispira è il tasto dolente, l’ elemento che fa scattare la contestazione. Rafforzata dal fatto, penso guardando Scamarcio recitare, che si è reso il terrorista “figo”. Perché? Risponde Occhipinti: «Si fa un film perché ci si crede, ma anche per attirare il pubblico. È naturale. Scamarcio ha incontrato Segio. Noi l’ abbiamo visto più volte. È una persona che soffre. Ha la consapevolezza di aver sbagliato, di aver pagato, ma anche quella che esiste la volontà che la sua pena non finisca mai». Proprio qui sta il nocciolo della questione: Segio ha dichiarato una guerra e l’ ha persa. Ha subito la pena imposta dalla legge del vincitore, lo Stato di diritto. Avesse vinto lui si sarebbe applicata la stessa legge inumana che ha decretato le esecuzioni di Alessandrini e Vaccher, ma così non è stato per nostrae alla fine sua fortuna. Rappresentare il suo percorso, decodificarlo, capirlo, è il solo modo per evitare che si ripeta. De Maria c’ era, quando percorsi analoghi cominciavano: «Era il ‘ 77, all’ università di Bologna. Il linguaggio si fece improvvisamente violento, alcuni come Maurice Bignami e Barbara Azzaroni predicavano il salto di qualità, l’ innalzamento del livello dello scontro. Non avevamo la percezione del pericolo. Erano come noi, non fantasmi come le Br, erano la nostra generazione. Poi, due anni dopo, arrivarono i morti. E ci svegliammo». È una realtà che il cinema insegna: se c’ è una pistola, prima o poi quella pistola sparerà. Non è affascinante, è terribilmente prevedibile.E non dà via di scampo né alla vittima né al carnefice.

68 commenti

  1. LA CENSURA DI TELESE

    Oggi forse il mio post sara’ finalmente pubblicato. Sono mesi che Telese mi censura.

    Giuseppe

  2. DA NAIROBI

    Pare che la censura sia cessata. Sono tornato.
    MUSSOLINI ASSASSINO, BERLUSCONI LADRO.

    Giuseppe (missionario in Africa)

  3. UN GOVERNO DI DELINQUENTI E DI RAZZISTI

    Il governo Berlusconi e’ il peggiore degli ultimi 50 anni. Corruzione, razzismo, incompetenza, malgoverno. Telese, che si spaccia per comunista, si guarda bene dall’attaccare il suo padrone Berlusconi (lavorando al Giornale, non osa attaccare il suo padrone). Previti prendera’ la tessera del PDL? Potete scommetterci.

    Giuseppe

  4. CENSURA SUL MIO COGNOME

    Sapete tutti chi sono, ma se scrivo il mio cognome il messaggio non passa. E’ giunto fino a questo punto l’odio del poveraccio Telese nei miei confronti. Un saluto a PaoloN.

    Giuseppe

  5. Una settimana senza commenti e poi quattro testi di Liguori… io passo e chiudo. Luca, chiudi il sito, ha fatto il suo tempo. Un cordiale saluto a Raffaele, Francesco Mancinelli, Paolo N, Andrea Colombo, Vincezo Bellini, Nicola Rao, Ugo Tassinari, Otello Fornasari e gli altri con cui ho chiacchierato amichevolmente in ormai più di due anni, ma continuare ad aprire il sito e ritrovare liguorate oppure insulti di sedicenti compagni mi ha sinceramente nauseato.
    Grazie Luca per lo spazio, ho imparato molto, ma a volte serve capire quando bisogna dire basta, a buon intenditor…

  6. Perseverare e mai deflettere Bakunin, del resto sopportare i molesti è una virtù cristiana …non so se anche anarchica!

  7. Francesco Mancinelli

    Bakunin Ciao,

    ma mica Ti vorrai tirare fuori da questo laboratorio perchè ogni tanto Liguori delira e Telese è un pò latitante ?
    In altri periodo lo siamo stati pure noi latitanti … Eh!!

    Anche noi ogni tanto “deliriamo” in qualche modo e questo vuol dire che nonostante Berlusconi ed i suoi 6.000 delegati fantocci e nonostante Liguori che pensa che ci sia la dittatura ( magari ci fosse , almeno sarebbe tutto più chiaro da che parte stare e contri chi e soprattutto cosa fare )vuol dire che siamo Vivi.

    Vuol dire che il pensiero è ancora libero e gira aggressivo, mordendo a volte , accarezzando altre volte, ma sempre vigile ed attento.

    Certo che il sito è un pò “morticchio” …

    Avevo fatto presente e Luca che sono usciti altri due libri di rendicontazione sulle neo-fascisterie su cui ci si poteva confrontare per vedere se c’aerano delle novità interressanti.

    C’è stato questo grande evento della nascita del PdL che ha portato a dama un ‘altra tappa del progetto pidduista di democrazia evoluta e pilotata.

    C’è una assenza totale della sinistra radicale dalla scen apolitica, c’è un stasi anormale della destra radicale …

    Insomma siamo Vivi , nonostante tutto, nonostante tutti, nonostante il vento ..

  8. Bakunin, non vorrai ritirarti mentre stai vincendo?

  9. Invece delle scemenze del padre pellegrino…
    Propongo di discutere quanto scrive la AK Valerio. Sembra stia costrendo un muro, anche molto alto.
    Da… http://www.cultrura.net

    Fascismo aumano
    Ora basta. Ma basta davvero! Se n’è andata AN, finalmente: se l’è presa Berlusconi, che digerisce tutto. Adesso è tempo che si levi di torno il mucchietto filantropico di idolatri del Duce che resta. Quella marmaglia nerastra (si lava poco?) e infedele. Rozza e volgare. Venduta (anzi: quasi regalata) a chi sul capo del Capo rovesciato sputò e pisciò – o permise che si sputasse e si pisciasse: al popolo italiano, ormai massa globale. Fanno i parassiti del risentimento che serpeggia in ogni plebe, agitando slogan ‘sociali’, in una captatio benevolentiae che lascia esterrefatti gli stessi beneficiari, tanto suona falsa e grottesca. Loro, i nipoti, i pronipoti degli efferati totalitarismi del secolo scorso (nessun revisionismo può essere così ipocrita da sottrarre un tale aggettivo ai fascismi, pure se in essi vi era il culto classico, ma antimorale per eccellenza, del vir bonus), che vanno a suonare il campanello di casa dell’italiano stravolto dalla crisi e gli sorridono una promessa di solidarietà… Che si affannano a difendere qualsiasi sfigato da qualsiasi sopruso, fosse pure – verso il basso (classisticamente parlando) – un brigatista ormai ammuffito o – verso l’alto – il pescecane Maurizio Belpietro… Che arrancano nella questua di consenso, di attenzione, di cura, come passeggiatrici con l’ombra della sifilide o dell’Aids (l’ideologia, che malattia!) in faccia. Ogni giorno un nuovo giro, ogni giorno pochi spiccioli raccattati.

    Naturale che poi siano permalosetti, acidi, ipereccitabili, nevrastenici. Si vendono e nessuno li compra. Fanno la vocetta melliflua e ancora li snobbano. Ovvio che odino chi, palesemente, non fa neanche un tentativo vago di piacere – anzi, chi, coltivando un fisiologico e beato pathos della distanza, si preoccupa, nei toni e nei modi, di scongiurare la stessa possibilità di poter piacere troppo –, e pure prospera (un catalogo editoriale ultraquarantennale e in piena evoluzione e approfondimento non è cosa che la pioggia dilavi, come lo è un manifestaccio appeso a un muro). Ovvio che chi fa mercanzia di sé, chi abiuri nei toni e nei modi alla violenza che vive nel suo animo (non solo nell’animo-fascio, ma proprio in tutti, cuori di missionari e monacelle compresi), chi si dà alla menzogna e alla contromenzogna per far trionfare la causa del proprio egocentrismo, non ammetta l’ipotesi che ci siano anime leali e veneranti intorno. Che ci siano fedeltà e fanatismi radicali. Oh, no! E’ insostenibile! Come la bellezza per il brutto! La salute per il malato! Il ben riuscito per lo storpio! Il mondo, questo mondo tersitico, sarebbe loro, dei nostri sedicenti vicini-di-ideale in saldo perpetuo, se non fosse che è già attraversato da moltissimi che si vendono, sì, ma con più sapienza, con più leggiadria, con più efficacia. I nostri antieroi? Condannati a essere gli ultimi pure lì. La concorrenza impazza. Ci sono passeggiatrici, politiche e non, dai seni ben più floridi e dall’intimo ben più profumato del loro.

    E’ un dato di fatto: non può esistere un fascismo promiscuo, non può esistere un fascismo populista, non può esistere un fascismo filantropico. Non oggi. Lo poteva, per lo spazio di un mattino, all’alba del secolo scorso, quando le moltitudini se ne stavano ancora al posto loro e non si erano infettate di insolenza. I romantici si rassegnino: l’unico fascismo che non è mai stato vinto – l’unico fascismo su cui puntare, se non si è aspiranti cornuti o inguaribili autolesionisti – è quello aumano.

    30 marzo 2009

  10. LA DITTATURA DI MANCINELLI

    Mancinelli auspica un ritorno alla dittatura (‘magari ci fosse la dittatura’, dice in un suo post). Mancinelli, non sei cambiato, sei rimasto fascista. Dopo gli orrori del ventennio, ancora auspichi una dittatura. Stai tranquillo, pero’, perche’ 56 milioni di italiani antifascisti non lo permetteranno mai.
    In Italia, nonostante Berlusconi, siamo ancora in democrazia.

    G. L.

  11. IL TEMPO DEI PARTITI DI PLASTICA

    A parte le citrullerie di Mancinelli,
    mi scuso con tutti per il fatot idi essere stato per quaskche tempo distante. Adesso metto su un articolo su Bande nere, così, come suggerisce Mancinelli, mi dite cosa ne pensate voi che lo avete già letto – io non ne ho avuto il tempo. Sto chiudendo un libro sulla fine del Pci, che alla fine mi rendo conto dopo avelro scritto, non è molt distante da Cuori neri. Essendo io un “identitario” trovo altrettanto dannosa la cancellazione della sinistra che quella della destra, piallate entrambe, per fare spazio ai partiti di plastica della terza repubblica. Sono stato inviato – ed ecco perchè spesso non ho avuto nemmeno il tempo di parire questo sito – sia al congresso di An (l’ultimo) che a quello del Pdl. Una pea mostruosa. Siamo passati dalle battalgie politiche ai jingle. E la cosa che mi è più dispiaciuta è girare per quel salone della fiera di Roma, e trovare tanti cuorineristi sconvolti per lo spettaoclo a cui stavano assistendo. E allora mi sono chiesto. Ma possibile che non si fossero accorti prima di quello che stava accadendo?
    Luca

  12. Non ho capito se il fascismo “aumano” ddi cui parla Paolo L. sia quello del Cavaliere…

  13. E non ho capito se sia una notazione amareggiata, fatalista, o critica…
    L.

  14. Ciao Luca,
    non è farina del mio sacco.
    A scrivere di “fascismo aumano” è Anna K Valerio sul suo sito.

  15. In pillole, per chi non ha voglia di leggerlo tutto, è una “reprimenda” verso Casa Pound.
    Chiaramente identificabile dal passo : “…Che si affannano a difendere qualsiasi sfigato da qualsiasi sopruso, fosse pure – verso il basso (classisticamente parlando) – un brigatista ormai ammuffito o – verso l’alto – il pescecane Maurizio Belpietro…”.

    Chiaro riferimento alla conferenza sulle carceri con Morucci e alla “solidarietà” di Iannone al direttore per la querela Bentivegna.
    La Valerio sostiene che il fascismo sociale è durato dall’alba al tramonto e che l’unica strada praticabile è il “pathos della distanza” con una sterminata e quarantennale produzione editoriale a testimonianza.
    Insomma editoria unica via !! ;-)

  16. concordo pienamente con lo scritto della Valerio. oltretutto, quando c’era da muoversi , e da muoversi sul serio, mi pare che Freda lo abbia sempre fatto. esemplarmente. senza demagogie.

    insmma, meglio la “Banda Carità” che il “facciamo la carità” di Casa pound. ma si sa, oggi sono diventati tutti buoni……

  17. … certo che la Valerio è parecchio più bona di Iannone!

  18. Stefano Orlandini

    ………… oltretutto, quando c’era da muoversi , e da muoversi sul serio, mi pare che Freda lo abbia sempre fatto. esemplarmente. senza demagogie………(sic)

    Che vordi’ ?!?

  19. Stefano Orlandini

    …E la cosa che mi è più dispiaciuta è girare per quel salone della fiera di Roma, e trovare tanti cuorineristi sconvolti per lo spettaoclo a cui stavano assistendo. E allora mi sono chiesto. Ma possibile che non si fossero accorti prima di quello che stava accadendo?

    Non diciamo cazzate Luca, ma chi so’ i cuorineristi sconvolti ??
    …solo dei dementi, della gente in malafede e bisognosa di sbarcare il lunario puo’ essere passata da una comunita’ com’era la nostra prima in An degli ultimi anni e adesso nel PDL. Non ce ne sono di ingenui… c’e solo pochissima qualita’ umana e desiderio di visibilita’ e di arricchimento.

  20. Francesco Mancinelli

    A proposito di Dittatura e dell mie citrullerie …

    Ma avete letto bene la mia risposta ?
    Allora lo spiego …

    Se veramente Berlusconi fosse il classcio dittatore utlizzerebbe i carri armati e la polizia politica e l’opposizione potrebbe praticare ” un altro tipo di opposizione” diciamo più visibile e concreta …

    Invece Berlusconi, da buon paraculo, uso il culo della Belen ed il Milan, usa La fattoria, Amici, usa gli ex-lottacontinuisti riconvertiti all’ottimismo. Ha messo d’accordo i de-ideologfizzati i post-ideologgizzati di destra e di sinistra e casomai affama la polizia e la polizia per lasciare ai Dipietristi qualche cazzata su cui blaterale.

    Un dittatore la polizia la strapaga.

    Ergo : nella dialettiche clssiche tra dittature e opposizioni armate , è tutto molto più chiaro e semplificato.

    Non mi sembra quindi di aver detto nessuna citrulleria …

    E’ come al solito che Liguori capisce quello ” che vuole capire ” !!

  21. Francesco Mancinelli

    X Luca,
    ma che volevi trovà alla fiera di Roma, la variabile identitaria, o quella sociale, o il dibattito interno ?
    Ma a Fiuggi ci sei andato ?
    Sai come hanno liquidato la critica sul fascismo, dove neanche Evola, A. Romualdi, e tutta la Rivoluzione Conservatrice era riuscita a convincere ?
    Ricordi la battuta di un Veneziani ancora ” critico ” ?
    Hanno rimosso il fascismo come se fosse un calcolo renale ?
    Dentro la sinsitra c’è ancora dibattito sul ruolo e sulel dinamiche autoritarie e totalitarie.
    La destra ha abbracciato Karl Popper come se fosse l’amante di sempre ?
    Ma de chè stamo a parla ?
    A ragione Stefano ( il mitico bistecca !! ). E’ “un apparato” di falliti a cui Berlusconi ha dato uno straccio di lavoro, visibilità e grana , in cambio di mutismo e rassegnazione, tanta rassegnazione, tanta tanta tanta rassegnazione.

  22. Francesco, ho fatto un errore grsve! Mi riferivo alle citrullerie di Liguori! Non certo al tuo post! Scrivimi per confermarmi che hai letto…
    Luca

  23. Francesco Mancinelli

    Ho letto Ho letto … Luca nessun problema …
    Ma se Liguori crede che ci sia la Dittatura nel senzo “classico” facciamoglielo tranquillamente credere ….

    un saluto

  24. Giuseppe Rossi

    RITORNANO LE CAMICIE NERE, RITORNA LO SQUADRISMO FASCISTA

    «La Guardia nazionale italiana cerca veri italiani nazionalisti e patrioti, gente che sappia portare degnamente e con orgoglio l’uniforme e per tutto ciò che essa rappresenta e servire la nostra terra ed il popolo italiano, con regolare mandato e in piena legalità». In piena legalità. Direttamente dalla seconda metà del diciannovesimo secolo, ecco servita sul piatto della politica emergenziale, la Guardia nazionale Italiana. Figlia di un’epoca di ronde “fai da te”, di cittadini bramosi di una sicurezza che esuli da quella tradizionale, e di un decreto legge (il n.733 art. 46) approvato in sede definitiva dal consiglio dei Ministri in data 20 febbraio 2009. Pochi giorni dopo, l’11 marzo, ecco partire le lettere. Indirizzate a Berlusconi, a Maroni e a cascata, al capo della polizia, al comandante generale dell’arma dei carabinieri, a quello della Gdf e alla protezione civile. Un’operazione che cerca il timbro ufficiale dello stato, una manovra per farsi accreditare dalle istituzioni e avere mani libere sul territorio.

    Tra folklore e nostalgia dei tempi andati, la “Guardia nazionale italiana” è realtà. Unica ufficiale depositaria, come si legge nell’atto costitutivo, di una “sinistra” divisa mutuata in misura paritaria dal ventennio, dalle lugubri atmosfere nazifasciste e dalle legione straniera. Tra Luchino Visconti e Liliana Cavani, in un delirio di labari, scarponcini neri, stendardi ed effigi legate al periodo più buio degli ultimi settant’anni. «Pantaloni neri con banda gialla laterale, cappello rigido con visiera nero con aquila imperiale romana in alto e sottostante bottoncino tricolore, altresì ruota solare». La Schwarzesonne, il misterioso ordine esoterico legato al misticismo nazista. Un simbolo, un’ambizione. E ancora: «Camicia color kaki-senape con l’effige dell’aquila imperiale romana sul braccio sinistro, bandiera italiana sul braccio destro, ruota solare incandescente con fascia sul braccio sinistro …»

    L’ente, si legge ancora: «Ha durata illimitata, è cristiano e apartitico», anche se, il primo gruppo di sostegno aperto su Facebook, annovera tra gli amici Forza Nuova, Italia Nera, gioventù italiana e il movimento de “La Destra”. Affinità elettive. Un tesserino nero, una sede torinese, un motto «Domine dirige nos» (Signore guidaci), l’ambizione di dotarsi di «mezzi stradali, navali ed aerei» (per adesso c’è un bimotore, a Novara)e una copertura “democratica” fatta di sedicenti impegni volti alla «salvaguardia, tutela e assistenza dei cittadini italiani con compiti di protezione civile, eco-ambientale, ittica-faunistica-venatoria» e , perla tra le gemme: «Promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni italiane con particolare riferimento all’impero romano».

    L’associazione (che prepara gli affiliati nelle proprie sedi) si è subito dotata di un presidente, Maurizio Correnti, ex alpino ritiratosi a vita privata e di un comandante generale, individuando in Augusto Calzetta, Colonnello dell’arma dei carabinieri in congedo, l’uomo adatto per il ruolo. La biografia di Calzetta è piena di sorprese.

    Maresciallo dei CC, poi capitan maggiore, infine tenente colonnello. Una vita nella benemerita. Indagini a tutto campo in zona anarchica, tra Massa, Carrara e Genova. Marmi, montagne, mare e misteri. Dal delitto Sutter, al sequestro dell’Achille Lauro, passando per il mostro di Barbagli, le inchieste sugli attentati “anarchici” ai tralicci in Toscana e lo strano arresto di Ovidio Bompressi nel 2002. Poi il congedo e l’inciampo in due losche vicende. Prima il coinvolgimento nel dipartimento di Gaetano Saya (l’amico di Licio Gelli e del generale Sismi, Santovito) e Riccardo Sindoca, la Dssa, polizia parallela impegnata in indagini clandestine ed arbitrarie sul terrorismo islamico. Calzetta, tirato in ballo da un’intercettazione telefonica tra il maresciallo della Gdf Laureti e lo stesso Saya: «Ho visto l’iscrizione al Dssa di un tenente colonnello dei carabineri di Genova in pensione da due mesi», con la risposta di Saya: «E’ Calzetta, ne sono sicuro», non è indifferente all’ambiente. Incontrò Saya a Genova e a Firenze, per ben due volte. «Volevano cooptarmi ma non scendemmo nei dettagli operativi e non parlammo di alcun compenso» dichiarò.

    La seconda macchia dell’iperattivo pensionato in divisa, è una discesa agli inferi. La storia parte da Carrara, e sa di morte e profanazione. L’inchiesta coordinata dalla procura di Massa lavora su reati consumati tra il 2005 e il 2007. Per gli inquirenti l’Euroservizi: «Era stata creata per massimizzare i profitti e ridurre i costi delle cremazioni. Bruciando in modo irregolare le salme, smaltendo i resti dei cadaveri alla bell’è meglio, falsificando le documentazioni». Un’attività di tipo industriale: Il volume delle ceneri ritrovate (550 chili rinvenute accatastate nel cimitero, corrispondenti a circa 500 cadaveri). Nei forni crematori si trova di tutto. Ceneri umane mischiate alla terra, resti umani esumati affastellati in magazzini umidi, borse piene di maniglie e crocifissi staccati dalle bare, fogli di cremazioni contraffatti, carcasse di cani e animali.

    Calzetta viene arrestato il 13 agosto 2008 insieme ad altre 12 persone accusate di «Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla dispersione di ceneri di defunti». Un reato grave, che prevede fino a sette anni di carcere. Per Calzetta l’imputazione, a stretto contatto con le esperienze precedenti, è differente: «Concorso esterno nell’associazione a delinquere per aver cercato di depistare e ostacolare le indagini dei suoi stessi ex colleghi e di favoreggiamento», forse (l’ordinanza non lo specifica), nei confronti dello stesso presidente di Euroservizi, Alibani. Un affare da 300.000 euro.

    A settembre nuovo sopralluogo dei Nas e altre, agghiaccianti scoperte: «Resti di feti abortiti, pezzi di gambe e braccia amputate durante operazioni chirurgiche…». Calzetta si difende, ottiene i domiciliari il 22 agosto, si libera col Pm Federico Manotti sostenendo di essersi fidato delle persone sbagliate e intanto, dopo la difesa a mezzo internet giunta dallo stesso Saya (presidente nazionale del Nuovo Msi), in attesa del probabile rinvio a giudizio, trova qualcosa da fare. Il progetto propostogli, si alimenta di iniziative reali.

    Le ronde, dopo aver colonizzato il Nord fanno tappa a sud. A Siracusa, ad esempio. Dove sotto la guida del segretario provinciale del nuovo Msi, Giuseppe Giganti, hanno preso il via il primo aprile. Avrebbero dovuto essere apartitiche ma, insomma, in certe occasioni è un dettaglio. Giganti parla a ruota libera con il giornale locale “Il ponte” e rivela cose molto interessanti: «Noi del nuovo Msi le sosteniamo e le finanziamo. I dirigenti sono ex carabinieri senza precedenti penali, tutti iscritti al partito. Il sindaco, Roberto Visentin benedice l’operazione: “Sono volontari che segnalano quello che non va” . I promotori descrivono l’associazione come una Onlus e uno di loro, si richiama alla legge. Il paravento contro le contestazioni: «Concorso delle associazioni volontarie al presidio del territorio», recita il decreto. Così, di comma in comma e di ronda in ronda, in picchiata verso l’abisso.
    04 aprile 2009

    A TELESE

    LE CITRULLERIE LE DICI TU DA OLTRE TRE ANNI

    G. L.

  25. Giuseppe Rossi

    AL CENSURATORE TELESE

    Vuoi forse negare che mi hai censurato per mesi?
    Vuoi forse negare che, se scrivo il mio cognome, il messaggio non possa? CERCA DI DIRE LA VERITA’, UNA VOLTA TANTO.

    G. L.

  26. Giuseppe Rossi

    A MANCINELLI

    E’ chiaro che quella di Berlusconi non e’ una “dittatura’ nel senso classico. So che a te piacerebbe tanto una dittatura coi carri armati come quella di Mussolini, ma TE LA PUOI SOGNARE, perche’ in Italia ci sono 56 milioni di democratici antifascisti.

  27. giuseppe rossi, liguori, o che so io….ma che palle!!!!
    e ribadisco che sono di sinistra, epurato dai neo stalinisti!!!
    come si fa a ragionare come se fossimo 30 o 40 anni fa???

  28. Penso che a Casapound non freghi niente delle esternazioni della segretaria di Freda

  29. andrea colombo

    @Liguori, o come si chiama…
    Sbaglierò, ma a me sto Calzetta non mi pare un problema per la democrazia.
    Le ronde magari sì, non di per sé ma per il sentimento diffuso da cui derivano.
    Però vedo da un tuo post sucessivo che non mi devo preoccupare affatto, essendoci “56 milioni di italiani democratici e antifascisti” che fanno bravamente muro contro queste perniciose tendenze…
    Solo che poi gran parte di questa democratica muraglia umana vota Silvio, apprezza e approva le ronde, non disdegna qualche gioviale distrazione razzista.
    Così mi chiedo, e già che ci sono lo chiedo pure a te: non sarà che ua sinistra un po’ ebete e identitaria, fissata a 40 anni fa per certi versi, incapace di immaginare un conflitto attuale per altri, buona parte di quei 56 milioni di italiani la sta facendo diventare se non come Calzetta, almeno come Castelli, che come minaccia mi pare un tantinello più seria?
    P.S. Mi sono riletto cinque o sei volte il post di Mancinelli cercando di capire come si possa interpretarlo come un elogio della dittatura. Non ci sono riuscito…

  30. Francesco Mancinelli

    Liguori,

    se c’era una dittatura, in stile argentino, o tipo polizia politica della germania est, questo sito non esisterebbe, … e Tu non potresti dire banalità … Te lo posso assicurare.

    E poi caro Liguori, Tu conti tanto sul primato di fede di 56 milioni di italiani di democratici anti-fascisti ; bhè io non ci metterei tanto la mano sul fuoco; sono gli stessi fino al 24 luglio del 1943 appoggiarono in massa ultraconvinti una ” dinamica autoritaria ” e si riconvertirono in massa dal 25 luglio all’anti-fascismo democratico, portato dai liberatori americani che non hanno mai brillato per ” modelli di libertà “.

    Poi la parte più vera ed anti-fascista di quei 56 milioni, aspirava comunque “ad un’altra dittatuta” ed a dinamiche autoritarie molto simili a quelle sconfitte …

    Oggi il 50% di questo popolo democratico a cui Tu ti ispiri, vota convinta ” per la dittatura del nulla mediatico ” di un Uomo solo …

    Caro Liguori Tu continui ad avere troppo fiducia nella capacità critica delle masse di aspirare alla “democrazia” , quelle stesse che organizzano cone Tu dici, le ronde, ed alcuni dei quali magari hanno pure votato per anni ed anni a sinistra.

  31. Giuseppe Rossi

    A MANCINELLI: RISPETTO LA TUA OPINIONE, MA NON LA CONDIVIDO

    Mancinelli, come sai il partito fascista prese ben pochi voti alle elezioni del 1919. Il popolo italiano voto’ per i popolari, per i socialisti e per i liberali. E’ solo con la forza che Mussolini prese il potere. Il popolo italiano, come tutti i popoli del mondo, ama la liberta’ (il fatto che un 30% degli italiani abbia votato Forza Italia non significa che essi amino la dittatura).
    Oggi con Berlusconi siamo ancora in democrazia, anche se, pian piano, gli spazi democratici si stanno restringendo (controllo dei mass-media, umiliazione del Parlamento, lodo Alfano, ecc.).
    Gli italiani hanno votato a destra anche perche’ c’e’ un uomo, Gianfranco Fini (ne’ io, ne’ tu lo amiamo), che e’ senz’altro piu’ democratico di Berlusconi e che impedisce la nascita di una dittatura berlusconiana. Le ronde, infine, sono costituite da una piccolissima minoranza di nazi-fascisti.
    In ogni caso, rispetto la tua opinione, anche se non la condivido. Buona giornata.

    GL

  32. Giuseppe Rossi

    AD ANDREA COLOMBO E A RAFFAELE

    Andrea Colombo, ho grande stima di te ed ammiro il tuo coraggio nel difendere Fioravanti e Mambro che tu, con buone ragioni, consideri innocenti della strage di Bologna (io non so se siano colpevoli o meno). Conoscendo le idee di Mancinelli, sono sicuro che egli preferisce la dittatura mussoliniana all’Italia democratica di oggi (anche se, come dici tu, dai suoi ultimi post questo non appare). Condivido le tue osservazioni sugli italiani che votano Berlusconi e sono, in buona parte, abbastanza razzisti. Se qualcuno, pero’, minacciasse la liberta’ di tutti, come ha fatto Mussolini, ci sarebbe una straordinaria reazione popolare: ne sono sicuro al cento per cento.

    Raffaele, ammiro la tua apertura mentale: sei di RC, ma non hai i paraocchi e giudichi con severita’ i crimini commessi da assassini di sinistra (vedi omicidio Ramelli, ecc.).
    Io, pero’, sono stato in galera per aver detto che il presidente fascista di Gibuti ha assassinato il giudice francese Borrell, dunque sono un po’ meno tollerante di te verso i fascisti.
    Ho inoltre visto coi miei occhi le fosse comuni del genocidio rwandese, cosa che tu hai visto solo in televisione.
    Fatti un giro in Africa e poi ti renderai conto di cosa e’ il fascismo. Ciao.

  33. Giuseppe Rossi

    IL DITTATORE DEL CONGO JOSEPH KABILA

    Il testo e’ in francese e mi e’ arrivato oggi: si tratta del mio amico don Roger Masirika, che e’ in prigione da oltre due anni a Kinshasa, capitale del Congo. L’accusa e’ ridicola, i diritti della difesa negati, la presunzione d’innocenza non esiste.

    A Son Excellence Monsieur le Ministre de la Justice
    A Kinshasa/Gombe

    Excellence,

    Concerne : SOS en faveur de l’Abbé Roger MASIRIKA de la Paroisse de CIMPUNDA, Archidiocèse de Bukavu incarcéré à la Prison Centrale de Makala depuis bientôt 2 ans

    C’est en notre qualité de Conseil du susnommé que nous saisissons par la présente votre auguste autorité pour disposition et compétence en rapport avec l’objet repris en concerne.

    En effet, en date du 23 août 2007 notre client avait été invité pour des raisons soit dites de service au niveau de l’Inspection Provinciale de Police (Sud Kivu). Pour lui, c’était peut être en rapport avec un projet initié par lui pour la protection de l’enfance (encadrement des enfants) compte tenu de la situation prévalant à l’est du pays car la Police avait été aussi intéressée pour une éventuelle participation.

    Après concertation avec les autres responsables de la paroisse, il fut autorisé à y aller. Au niveau de l’Inspection Provinciale de Police, c’est le Capitaine CIHENGA qui l’accueillit et aussitôt après avoir renvoyé le chauffeur le conduisit aux installations de l’Agence Nationale des renseignements, ANR en sigle où il sera notifié de son arrestation et que le motif lui sera communiqué plus tard.

    Finalement, c’est le Redoc qui viendra avec un bout de papier soit disant qu’il avait été tiré sur Internet et où il était repris son prénom de « Roger » sans aucune autre indication quant aux autres éléments du nom.

    Ce dernier serait chargé du budget et finances, avec pour tâche l’achat de l’armement, les munitions et les appareils de communication. Sur ce papier, en fait il est repris le nom de Roger Moïse KERWISHI qui n’est pas celui de notre client et qui, preuve à l’appui a même exhibé toutes les pièces d’identité qu’il avait sur lui notamment son celebret, son livret de baptême, sa carte d’électeur, le folium juridictionis, le chemin de la croix et le statut du clergé diocésain. Rien n’y a fait.

    L’audition de l’Abbé a porté essentiellement autour de ses relations avec le Bourgmestre de la Commune de Bagira, sieur Etienne BASIRWA et son fils Serge BITO, Colonel du mouvement des patriotes résistants Mai Mai qui se trouvait au centre de brassage de Luberizi-Uvira. Tous les arguments avancés ont été vains. Il n’y avait pas un rapport particulier entre eux mais seulement des connaissances comme avec tout le monde. Plus tard c’est un autre pasteur communément appelé AGEFRECO qui les rejoindra.

    Mais le lundi, après une longue audition, confrontation et prise des photos, ils seront embarqués vers 21h mains et pieds liés par les éléments de la garde Républicaine du cachot de l’ANR vers leur Etat Major à Labotte/Bukavu. C’est dans cette cellule qu’ils rencontreront les personnes suivantes ; le Colonel Placide CIBALONZA ; le Lieutenant Colonel BEDI MOBULI, le Major WEREMUBI, le Major KENZO et le Capitaine BUKO, Officiers Mai Mai, le Commissaire BIKANANGWA et Daniel CIRIMWAMI se trouvant gardés dans un autre cachot.

    Le mardi 28/08/2007, ils sont tous embarqués, toujours menottés mains et pieds liés à 7h30 pour l’aéroport de Kavumu où ils resteront dans cet état jusqu’à l’embarquement à 14heurs locales dans un avion de la compagnie Bravo Air Congo pour atterrir à 16h15’à Kinshasa. En tout, ils à 9 dont les 5 Officiers supérieurs précités, l’Abbé, 1 policier, le Bourgmestre et un jeune garçon.

    Aussitôt arrivés, ils seront conduits au camp Tshatshi où ils seront sérieusement torturés, déshabillés, mouillés et fouettés puis placés nus dans de petites cellules dans la cave. Trois heures plus tard, ils seront conduits au Camp PM NKOKOLO où ils seront gardés avec des consignes strictes comme ne pas leur offrir à manger ni à boire car ils sont Mai Mai et ils ont un prêtre, ils pourront facilement s’échapper ou se volatiliser.

    Ils y resteront là jusqu’au 07/09/2007 sans y être attendus et serons transférés à la Prison Centrale de Makala sans passer par le parquet ou auditorat pour une quelconque audition. Comment peut on envoyer un prévenu en prison sans qu’il ait été verbalisé par un magistrat ? Quand, où et qui a signé le mandat d’arrêt provisoire et qui d’ailleurs, n’a jamais été renouvelé depuis lors conformément aux dispositions de l’art 209 du Code Judiciaire Militaire ?

    C’est à la prison qu’on leur apprend le numéro du dossier RMP 30489/BSH/07, instruit par le Magistrat MUNGOMBA et comme préventions, il y a la participation à mouvement insurrectionnel et usurpation de commandement. La seule personne qui est passée les auditionner fut le Major NTUMBA de la DEMIAP et non pas un magistrat, toujours les mêmes questions sans fondement. Seuls l’Abbé et le Bourgmestre seront auditionnés.

    En date du 12/05/2008, surprise, changement de préventions et un autre numéro RMP 0219/TP/08, ils sont maintenant poursuivis pour « atteinte à la sûreté de l’Etat et violation des consignes ». Nous pensons quant à nous que pour notre client, ces nouvelles préventions lui sont collées pour qu’il ne bénéficie pas de la loi d’amnistie.

    Excellence, comme vous le constaterez, notre client ainsi que ses codétenus ont connu multiples violations non seulement de la loi dans son sens le plus large mais également de leurs droits en tant qu’humains, congolais et ce, au mépris des dispositions pertinentes du titre 2 de la constitution ayant trait aux droits humains, libertés fondamentales et des devoirs du citoyen et de l’Etat sans oublier les différentes déclaration, chartes et conventions ratifiées par notre pays et ayant trait aux droits humains et libertés spécialement la Déclaration Universelle des Droits de l’Homme ainsi que la Convention contre la torture et autres traitements cruels, inhumains et dégradants.

    Tous ses droits constitutionnels notamment celui de la présomption d’innocence, celui d’être assisté par un Conseil et que sa cause soit entendue dans un délai raisonnable par le juge compétent ont été violés sinon ignorés. Qui lui prive de sa liberté et pourquoi, alors que l’irrégularité de sa détention est plus que manifeste. Voilà près de deux ans après, il n’a jamais été auditionné et ne connaît toujours pas les raisons réelles de sa longue et arbitraire détention.

    Eu égard à tout ce qui précède, nous exigeons sa libération pure et simple pour violation grave de la loi et atteintes à ses droits et libertés.

    Avec l’espoir d’une suite prompte et positive à la présente requête, nous vous prions d’agréer, Excellence Monsieur le Ministre, l’expression de nos sincères considérations.

    Pour le prévenu Abbé Roger MASIRIKA

    Son Conseil

  34. Giuseppe Rossi

    15 ANNI FA IL GENOCIDIO IN RWANDA

    Il 6 aprile 1994 l’aereo del dittatore rwandese Habyarimana fu abbattuto nei pressi dell’aeroporto di Kigali8: inizio’ cosi’ il peggiore genocidio della storia dell’Africa.
    Le milizie fasciste interhamwe e la guardia presidenziale massacrarono in tre mesi 800.000 tutsi e hutu moderati, tra cui il primo ministro, signora Agathe Uwilingyimana ed i 10 caschi blu belgi che la proteggevano.
    IL FASCISMO, IN AFRICA COME IN EUROPA, E’ SOLO TERRORE, MISERIA E MORTE.

  35. Mi contraddico per l’ennesima volta e scrivo di nuovo. Nel massacro di cui parla il sedicente Giuseppe Rossi ho perduto una delle persone che ho amato di più nella mia vita, se ha avuto fortuna e soldi con una pallottola, sennò a colpi di machete, ma sono certo che Mancinelli non c’entra niente, e neppure Fornasari, anche se sia io sia lui troviamo aberranti i rispettivi riferimenti culturali.

  36. Caro Liguori, ti spiego una cosa: gli africani anche se sono scuri di pelle, non per questo hanno il cuore nero, capisci?

  37. Ah Liguori, forse hai confuso persone di colore a torso nudo con le camicie nere !
    Succede, si chiama antifascismo compulsivo è una sindrome che ti porta a vedere fascisti e fascismo da per tutto.
    Fatti vedere da qualcuno. Si potrebbe organizzare una terapia di gruppo, come nei film americani, seduti in circolo tu, Giorgio Bocca, Scalfari, Saverio Ferrari,…

  38. Giuseppe Rossi

    IL GENOCIDIO RWANDESE OPERA DI FASCISTI

    Caro PaoloL, sono tanti anni che vivo nel continente nero, mentre tu l’Africa l’hai vista solo in televisione. Non c’e’ dubbio che le milizie interahmwe avessero un’ideologia fascista, che prevede l’annientamento totale del nemico. Tutti gli storici seri sono concordi su questo punto. Questa dottrina, detta HUTU POWER, era una copia esatte delle ideee di Mussolini.
    Rassegnati dunque: e’ stato un genocidio compiuto dai fascisti.
    IL FASCISMO E’ TERRORE, MISERIA E MORTE.

    GL

  39. Giuseppe Rossi

    ABBIAMO VINTO NOI: NON CI SARANNO LE RONDE FASCISTE

    ROMA – Retromarcia del governo sulle ronde. Fortemente volute dalla Lega e altrettanto fortemente contestate dall’opposizione e criticate dal Csm e dai sindacati di polizia, sono state stralciate dal decreto. Il governo ha accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza all’esame della Camera. La decisione è stata ufficializzata nella conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Soddisfatta l’opposizione, che interromperà il suo ostruzionismo, consentendo di dare il via libera al testo a Montecitorio entro la giornata di oggi.

    Da punto di vista tecnico, sarà un emendamento della commissione a cancellare dal decreto sicurezza la norma. Le norme poi verranno molto probabilmente inserite in un disegno di legge di cui il governo chiederà l’esame quanto prima già nella riunione dei capigruppo prevista per questo pomeriggio.

    “Quando prevalgono la saggezza e la ragionevolezza non vince nessuno ma sono tutti a vincere”, spiega il capogruppo del Pd Antonello Soro. “Siamo molto soddisfatti – sostiene Michele Vietti (Udc) – che il governo abbia cambiato parere su una nostra proposta molto ragionevole. Grazie al nostro ostruzionismo salta un macigno e ora siamo impegnati nell’accelerare l’esame del testo”.

    Polemico, invece, il ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Nessun passo indietro, metteremo la fiducia probabilmente lunedì 20 aprile. L’atteggiamento della sinistra ci costringe a un voto di fiducia che è figlio di un’inutile e sterile polemica”.

  40. Caro GL mi dispiace comunicarti che nel Friuli Venezia Giulia il Governatore ha dato il via alle ronde… non arrabbiarti, bevi un cynar!

  41. Un pensiero…
    per Stefano e Virgilio Mattei vittime dell’antifascismo nella notte del 16 Aprile 1973.

  42. L’UNITA’: CASAPOUND NON FESTEGGIA IL 25 APRILE

    Casapound, giovani fascisti crescono Con il patrocinio del comune di Roma
    di Mariagrazia Gerina

    Evochi Casapound e pensi ai fasci littori, ai saluti romani, al piccolo pantheon riflesso sulle pareti del loro spazio dibattiti, che va da Julius Evola a Concutelli, passando per i cuori neri. Ma gli occhi di un giovane militante di An appena confluito nel Pdl – eppure ugualmente di casa in quel di via Napoleone III – vedono anche altro. E forse è anche peggio. «Casapound? È l’ambasciata dell’Italia nella Chinatown di Esquilino».

    Parola di Luca Gramazio, classe 1980, un figlio di Fiuggi e ancora di più di Domenico, Mimmo, detto «il pinguino», leader storico della destra romana, quella che negli ‘90 organizzava le prime fiaccolate contro gli immigrati e i campi rom. «Denunciare la malagestione dell’immigrazione fu uno dei grandi meriti di An, allora dovevi fare la fiaccolata per accendere il problema, oggi non ne hai più la necessità», rivendica Luca, che, consigliere del Pdl, dai banchi della maggioranza ha appena ottenuto il patrocinio del Comune per la prossima iniziativa di Casapound: una serata sul piano regolatore con Gramazio tra gli ospiti. E in nome di Casapound si prepara a dare battaglia con una delibera sulla casa che «garantisca l’italianità».

    Che ne dice Alemanno?
    «Del patrocinio? Il patrocinio da me caldeggiato, e accordato dalla presidenza del Consiglio comunale, non comporta l’interessamento del sindaco. Con lui non ne ho parlato, ma il suo staff si è voluto accertare della correttezza della procedura».

    E basta?
    «Sì».
    Lei ha detto anche che sarebbe felice se Casapound fosse regolarizzata. Di questo ne ha parlato con Alemanno?
    «No».

    E di Casapound in generale?
    «No, ma lui è ben informato delle dinamiche, conosce Casapound, anche se da quando è sindaco non li ha mai incontrati, e sa che io con loro ho un rapporto».

    Ecco, appunto: che rapporto c’è tra un esponente del Pdl e Casapound che è un sorta di pantheon del fascismo?
    «Ma i simboli che ci sono a Caspound sono una loro scelta e io non la giudico. Ho fatto una scelta diversa, e nel Pdl sto benissimo, ma porto del mio e nel mio c’è anche questo: ho un ottimo rapporto con chi frequenta Casapound e ho un linguaggio politico che mi permette di parlare anche con loro».

    Ma quando entra a Casapound, dove ormai è di casa, cosa pensa? Che bel posto, che posto assurdo…
    «Vorrei dire piuttosto quello che penso quando faccio in motorino tutto quel quartiere Esquilino che è diventato una Chinatown romana e poi arrivo a Casapound e mi sembra, come dicono loro, l’ambasciata dell’Italia nella Cina dell’Esquilino».

    Le dà fastidio la multietnicità?
    «No, non amo la perdita di italianità che si è consumata in quel quartiere».

    Di questo parla con Casapound?
    «Mah, parliamo di mutuo sociale, per esempio. Una idea di Casapound, che ho fatto mia attravrso una proposta di delibera di iniziativa consigliare. Si tratta di permettere a chi non ha una casa di diventare nel tempo proprietario della casa che gli viene assegnata».

    Casapound però pensa che agli stranieri non debba essere riconosciuto lo stesso diritto alla casa degli italiani.
    «Quella è un’idea presente nella iniziativa sul mutuo sociale: non è che lo straniero non può accedere alla graduatoria, sarebbe anacronistico, ma c’è una difesa della cittadinanza e della nazionalità che va garantita. In che modo lo stiamo ancora studiando. Ma un padre di 55 anni, che ha cresciuto con sforzo una famiglia e ha versato i contributi per trent’anni se perde la casa deve avere più diritto del cittadino straniero. Penso a una sorta di quoziente».

    Una quoziente di italianità? O di paternità? Anche gli stranieri sono padri di famiglia…
    «Ma no. Stiamo lavorando per vedere come non violare nessuna norma».

    Neanche la Costituzione?
    «Ci mancherebbe altro. Io sono legittimato dal voto popolare e sono stato eletto come candidato del Popolo della Libertà».

    Casapound dice che la Costituzione va cambiata perché l’hanno scritta «uomini nella scia dei carri-armati stranieri». Condivide?
    «Con Casapound parlo di quello che succede da oggi in avanti nella mia città».

    Ecco il 25 aprile, tra pochi giorni, è la festa della Liberazione: Casapound non festeggia e lei?
    «Io il 25 aprile sarò in vacanza».

  43. Un pensiero a per Stefano e Virgilio Mattei, vittime di un atto assurdo, che la mia conoscenza della “peste emozionale” mi fa temere non saranno le ultime (leggere i due interventi qui sopra)

  44. Giacomo Puccini

    Una grande stretta d’avambtraccio ad Andrea Insabato e a tutto quello che sta facendo per i terremotati in abruzzo.
    Sarebbe bello che si possa pubblicare il suo diario giornalierio,ricco di spunti e foto un vero atto d’amore per la nostra PATRIA!

  45. Francesco Mancinelli

    X Bakunin,
    tranquillo Bakunin, “la peste emozionale” è finita da un pezzo.
    Per fortuna … e non fara più vittime innocenti. Presidiamo “i giovani” per questo da decenni.

    Oggi si muore addormentando il cervello tra alcol e droga e dopo aver ballato ore ed ore in discoteca. Magari con la Bmv di papà, una BMW che non è ne fascista nè anti-fascista.

    I ragazzi di Casa Pound se ne stanno serenemente in Abruzzo a dare una mano ai terremotati o guarda caso ci sono anche i ragazzi dei centri Sociali coordinati da Indymedia, come nel 1966 a Firenze, come nel 1980 in Irpinia, probabilmente molto vicini negli accampamenti, nelle tendopoli, nelle mense, nei magazzini. E’ questa storia che dà giustizia ai Fratelli Mattei non i processi agli anni 70′.

    E questi ragazzi del Terzo Millennio ” se ne fregano ” dell’Osservatorio Democratico di Saverio Ferrari o di quello che dice Liguori che magari ri-vorrebbe una guerra civile fuori tempo maasimo tra giovani fascisti e giovani comunisti mentre la ” bianca ed innocente democrazia delle oligarchie” si ingrassa su altre bare …

    Oggi è morto ad 80 anni Giano Accame, uno dei pochi intellettuali seri e non venduti al “fare futuro marchettato”
    da Berlusconi e Fini, uno che ci ha insegnato il valore del Socialismo Tricolore, del Fascismo Immenso e Rosso, della sfida tutta ideale per la riconquista dello Stato, dell’economia partecipata dal basso, del controllo della finanza bancaria, dell’ecologia del “profondo” , quella che passa al bosco post-moderno e stoicamente si prepara al trapasso prima ed alla rinascita dopo …
    http://www.passarealbosco.it/

    Giano, un Esempio di vita che diventò fascista non nel ventennio, come Bocca, Ingrao, Scalfari, Fanfani, ed i tre quarti di classe dirigente degli ex-fascisti pentiti, ma partendo volontario a 17 anni per la RSI, il 25 aprile del 1945.

    Per molti di Noi questo dice molto, anzi dice tutto ….

    Un saluto

  46. Giuseppe Rossi

    MANCINELLI TI SBAGLI: SONO CONTRO LA VIOLENZA

    Mancinelli, stavolta non ci siamo proprio. Non ho mai voluto una guerra “tra giovani fascisti e giovani comunisti”.
    Credo nello Stato di diritto, nel quale l’unica autorita’ che puo’ impiegare legalmente la violenza (in modo ragionevole, ovvio) e’ la polizia (e le altre forze dell’ordine).
    Sei tu, invece, che vorresti un ritorno della violenza fascista, come ai tempi di quel LADRO ED ASSASSINO DI MUSSOLINI.
    E’ falso che Giorgio Bocca sia mai stato fascista: come tutti sanno, e’ stato invece un partigiano.
    Dall’Italia mi hanno portato il libro Cuori rossi: Mancinelli, te ne consiglio la lettura (sono stato uno dei primi a comprare Cuori neri, anzi ne ho comprate due copie).

  47. Giuseppe Rossi

    LA SVOLTA DI BARACK OBAMA

    Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato, dopo un lungo dibattito interno, la pubblicazione di documenti della Cia sulle tecniche, alcune delle quali assimilabili alla tortura, sfruttate tra il 2002 e il 2005 negli interrogatori dei militanti di al Qaida nelle prigioni segrete all’estero. I cosiddetti “siti neri”, in Asia e nell’Europa dell’Est, sono stati chiusi dall’amministrazione Obama che ha rinunciato all’uso dei metodi forti negli interrogatori. Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di un lungo articolo del New York Times dedicato a nuovi abusi della National Security Agency (Nsa), l’agenzia Usa di controspionaggio, sullo spionaggio riguardante cittadini americani negli Usa e all’estero effettuato senza mandato della magistratura.

    Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre i vasti limiti autorizzati l’anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del “grande orecchio” dell’agenzia ci sarebbe addirittura un membro del Congresso. La Nsa riteneva che il parlamentare, di cui non è stata resa nota l’identità, fosse stato in contatto con un estremista già sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici mentre si trovava in Medioriente con una delegazione parlamentare nel 2005 o 2006.

    Di tortura ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato sotto Colin Powell nella prima amministrazione Bush. L’ex sottosegretario ha ammesso che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che nè lui nè Powell sapevano nulla. Intervistato dal canale all news Al Jazira in inglese, Armitage ha affermato che il waterboarding, la tecnica di interrogatorio che simula l’annegamento usata dalla Cia su alcuni prigionieri catturati nella guerra al terrorismo, «per quel che mi riguarda è tortura».

    Powell, che aveva partecipato ad alcuni incontri dell’ amministrazione per stabilire come condurre gli interrogatori, non ha mai ammesso che l’America abbia torturato. Armitage ha spiegato che lui e Powell erano all’epoca convinti che la Convenzione di Ginevra venisse rispettata anche nei confronti dei cosiddetti ‘combattenti nemicì, cioè i prigionieri catturati in Afghanistan dopo le stragi dell’11 settembre e trasferiti nel limbo giuridico di Guantanamo, la base prigione a Cuba, di cui Barack Obama ha deciso la chiusura.

    L’ex sottosegretario ha quindi precisato che al Dipartimento di Stato nessuno sapeva delle violenze nelle prigioni di Abu Ghraib, a Baghdad, e che il Congresso è colpevole quanto l’amministrazione Bush: «Non ha fatto il suo lavoro» perché non è stato in grado di scoprire gli abusi venuti alla luce nel 2004 sui media.
    16 aprile 2009

    Giuseppe L.

  48. Francesco Mancinelli

    Quel Ladro Assassino di Mussolini
    … Liguori ma Ti rendi conto delle bestialità che dici ?

    Liguori,
    la famiglia Mussolini aveva i debiti alla morte del Duce, e forse l’unico errore che fece il Duce fu proprio quello di non “far rotolare le teste” (giacobinamente parlando) già dal 28 ottobre del 1922.
    Se il Fascismo avesse seguito il suo Dna ( istinto naturale ) non sarebbe esistito più lo Stato Vaticano, nè la Monarchia sabauda, e tutti le lobby piccole medie e gurandi che hanno appestato da sempre la Nazione …
    Altro che Sant Just e Robespierre.
    Il fatto che il Duce aveva letto troppo De Amicis ed il suo libro Cuore …

    Se ci fosse stato un D’Annunzio e/o un Mario Carli ad esempio Ti posso assicurare che ad es. della Destra Nazionale avremmo perso le terrene tracce, e l’unica ovvia “sinistra” sarebbe stata quella Nazionale( Fascista ).

    Infine i “Cuori Rossi” li conosco quanto e più di Te : ma io mi ispiro all’Iliade e non alla “Bibbia”, quindi non ri-conosco le idolatrie del moralismo manicheo che invece hai TU.

    I combattenti politici caduti, secondo la mia visione del mondo, siedono tutti egualmente insieme alla stessa tavola ( … tra Ettore e Leonida ) , e su un gradino al di sopra di tutti gli altri comuni mortali …

  49. Giuseppe Rossi

    QUEL LADRO ASSASSINO DI MUSSOLINI

    Caro Mancinelli, le bestialita’ le dici tu.
    Mussolini da direttore dell’Avanti era contro l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale. Dopo aver intascato una bella mazzetta dai francesi, cambio’ idea. Per questo e per altri motivi, MUSSOLINI ERA UN LADRO.
    Mi limito a ricordare l’omicidio Matteotti, le botte prese da Amendola, che causarono la sua morte, e le persecuzioni verso gli ebrei: per questo ed altro MUSSOLINI E’ UN ASSASSINO.
    Mi fa piacere che tu legga l’Iliade ma, quando hai tempo,
    LEGGI ANCHE I LIBRI DI STORIA.

    G. L.

  50. “E’ falso che Giorgio Bocca sia mai stato fascista: come tutti sanno, e’ stato invece un partigiano.”

    Ti sbagli oltre ad esser stato fascista “quando lo erano tutti”
    fu pure un feroce antisemita (come pochi sanno)tanto che il suo nome figura tra i firmatari “manifesto sulla razza”

  51. Giuseppe Rossi

    GIORGIO BOCCA ANTIFASCISTA

    Vedo che volete insistere con le falsita’ su Giorgio Bocca.
    Mentre Mussolini faceva massacrare gli ebrei, Bocca era sulle montagne del Piemonte a combattere insieme agli altri partigiani.
    NO ALLE FALSITA’, SI’ ALLA VERITA’ STORICA.
    BOCCA E’ SEMPRE STATO ANTIFASCISTA.

  52. Giuseppe Rossi

    LA CENSURA DI TELESE

    Sta per abbattersi su di me la censura del terribile Telese.
    Se sparisco dal sito, non e’ dunque colpa mia.
    NO A BERLUSCONI, NO AL FASCISMO.

    GL

  53. Caro Liguori, sappi che Bocca scriveva, in compagnia di Spadolini, sulla “Difesa della Razza”. Se non sai le cose, autocensurati.

  54. Vedo che volete insistere con le falsita’ su Giorgio Bocca.
    Mentre Mussolini faceva massacrare gli ebrei, Bocca era sulle montagne del Piemonte a combattere insieme agli altri partigiani.
    NO ALLE FALSITA’, SI’ ALLA VERITA’ STORICA.
    BOCCA E’ SEMPRE STATO ANTIFASCISTA.

    Si e’ adato sulle montagne dopo…precedendemente era ben “introdotto” negli ambienti culturali fascisti e fu firmatario del manifesto sulla razza..

    Tra le adesioni al manifesto spiccano quelle di personaggi illustri – o destinati a diventare tali – come, ad esempio, Giorgio Almirante, Piero Bargellini, Giorgio Bocca, Galeazzo Ciano, Amintore Fanfani, Agostino Gemelli, Giovanni Gentile, Luigi Gedda, Giovannino Guareschi, Mario Missiroli, Romolo Murri, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Tucci.

    da Wikipedia….

  55. Giuseppe Rossi

    PUO’ DARSI CHE SU BOCCA ABBIATE RAGIONE, ALMENO IN PARTE

    Forse su Bocca avete ragione voi, nel senso che, se ha firmato il manifesto sulla razza, ha commesso un grosso errore.
    QUESTO NON VUOL DIRE, PERO’, CHE BOCCA FOSSE UN FASCISTA.

    GL

  56. Allora era un antisemita?

  57. Forse era uno dei ragazzi di Padre Tobia?

  58. Francesco Mancinelli

    Che dire se replicassimo gli stessi indovinelli su tanti ex terribili covertiti all’anti-fascismo :

    G. Argan Sindaco di Roma
    Pietro Ingrao – Sinistra comunista
    Eugenio Scalfari – Giornalista
    Elio Vittorni – Scrittore
    Dario Fò – Premio Nobel per la letteratura
    Amintore Fanfani – Presidente DC
    Walter Chiari – E. Maria Salerno – Attori

    Poi sarebbe interessante inserire tutti i neo-antifascisti che sono stati i protagonisti del neofascismo italiano.

    Gli indovinelli possono bastare …

    Rendiamo invece onore a Giano Accame che ha valuto il tricolore con l’Aquila Imperiale ed il Fascio Littorio della RSI sulla propria bara.

  59. Forse su Bocca avete ragione voi, nel senso che, se ha firmato il manifesto sulla razza, ha commesso un grosso errore.
    QUESTO NON VUOL DIRE, PERO’, CHE BOCCA FOSSE UN FASCISTA.

    Sicuramente no era come Veltroni che stava el PCI ma non era comunista anzi era kennedyano

  60. Più vedo quanto è diventato citrullo Liguori, e più sono tentato di abbatere la mia terribile e vergonosa censura su di lui e suoi suoi eteronimi.
    Oppure potrei proporgli un compromesso atto a soddisfare il suo narcisismo. Lui mi manda la sua foto, facciamo un post dedicato tutto a lui, e poi ci lascia discutere senza fare spamming di cosse che non ci azzeccano nulla.
    Luca

  61. Che Bocca sia stato fascista e leghista, è cosa nota a tutti quelli che sanno leggere e scrivere.
    Luca

  62. Di conseguenza tiriamo le somme sull’autorevolezza morale di tale individuo….

  63. Ma non erano stai i fascisti?

    PARIGI — Carlos lo sciacallo, per la prima volta davanti a un magistrato italiano, detta la risposta in lingua francese: «La strage del 2 agosto, a Bologna, non è opera dei fascisti». Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, così come Luigi Ciavardini, i neofascisti condannati per la bomba alla stazione coi suoi 85 morti e i duecento feriti, non avrebbero nulla a che fare con la terribile esplosione al tritolo che nell’estate del 1980 sbriciolò la sala d’aspetto di seconda classe e investì il treno Ancona-Chiasso in sosta sul primo binario. Ascoltato per rogatoria dal pubblico ministero bolognese Enrico Cieri, entrato alle nove di venerdì col funzionario della Digos Marotta nell’austero Palazzo di Giustizia parigino che guarda in faccia le punte della cattedrale di Notre Dame e taglia in due la Senna, il terrorista internazionale di origini venezuelane non batte ciglio e ripete: “A mettere la bomba a Bologna non sono stati né i rivoluzionari né i fascisti…”.

    Allora chi è stato, insiste il magistrato aggiustandosi gli occhiali sul naso. Ma Carlos, in camicia rossa, ben sistemato nei suoi sessant’anni in arrivo il prossimo 12 ottobre, va per i fatti suoi: “Io voglio parlare davanti a una commissione ministeriale, non a un magistrato… comunque quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. Il guaio è che l’Italia è una semicolonia degli Stati Uniti, ragion per cui nel vostro Paese non si possono risolvere i tanti misteri… L’Italia dal 1943 è metà pizzeria e metà bordello degli americani, per questo non si risolve nulla… e lo stesso vale per la Germania, semicolonia americana dal 1945”.

    Carlos, il cui vero nome è Ilich Ramirez Sanchez, detenuto nel carcere francese di Poissy e famoso per l’assalto al quartier generale dell’Opec nel 1975, spiega anche perché “non possono essere stati i neofascisti” a mettere la bomba alla stazione di Bologna. “In quegli anni — detta — il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani, coi quali noi rivoluzionari trattavamo personalmente, i compagni potevano attraversare l’Italia, così come la Grecia, con tutte le armi in arrivo da Saddam Hussein. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Non sarebbe sfuggito a noi e di certo non lo potevano avere in mano i neofascisti italiani. Quel tritolo viene dai militari… Tra i rivoluzionari palestinesi e l’Ori (l’Organizzazione dei rivoluzionari internazionali, quella di Carlos, ndr) — puntualizza il terrorista — i patti con i servizi segreti italiani erano chiari: in Italia traffico di armi sì, attentati no… E noi abbiamo mantenuto la parola”. Quindi Carlos demolisce anche la tesi di Cossiga, quella dello scoppio accidentale dell’esplosivo in transito: “Conosco bene quel tritolo, non suda, non si muove… per farlo saltare serve per forza l’innesco”.

    A fianco di Carlos, portato in tutta sicurezza al primo piano del tribunale circondato dalla Gendarmeria, ci sono gli avvocati Sandro Clementi e Isabelle Coutant. Con loro l’interprete Sophie Blanco. Davanti al terrorista, a far domande, stanno seduti il giudice istruttore Yves Jannier (che ha sostituito Brughier) e il pm Cieri, l’ufficiale di collegamento italiano in Francia, Forcella, e il magistrato italiano di collegamento a Parigi, Camelieri. Prima di iniziare lo sciacallo li fissa negli occhi uno per uno, prende carta e penna e chiede a ognuno di loro nome e cognome. Non tutti rispondono. A un tratto il magistrato bolognese tira fuori un album fotografico e chiede a Carlos se conosce Abu Saleh Anzeh, rappresentante in Italia del Fronte popolare per la liberazione della palestina (Fplp). Sorride, lo sciacallo.

    Prima di diventare segretario a Damasco di George Abbash, Anzeh era il suo uomo delegato ai rapporti con i servizi segreti militari. “Del resto noi eravamo organizzati militarmente — spiega Carlos — per questo subito dopo lo scoppio a Bologna ho ricevuto un rapporto scritto. Noi, prima di tutti, volevamo capire cosa fosse accaduto”. A inviarlo, dice ancora, è stata Magdalena Cecilia Kop, nel 1980 una semplice militante poi diventata sua moglie, oggi ripudiata perché starebbe collaborando con il Bka, la polizia politica tedesca. “Andate a chiederlo a lei cosa c’era scritto… I servizi sapevano bene che a Bologna quel giorno c’era Thomas Kram e farlo saltare in aria con la stazione sarebbe stato come mettere la firma dei palestinesi sull’eccidio… Così l’Italia si sarebbe staccata dai palestinesi e avvicinata agli israeliani. Ma Kram (già interrogato dal pm Cieri, ndr) si è salvato e l’operazione è fallita. Thomas era braccato passo passo dagli 007… In realtà era diretto a Perugia. Perché non tutti lo sanno, ma il ‘68 non è nato a Parigi, è nato a Perugia nel 1967”.

  64. matteo amici

    Che Liguori rompa le palle con i suoi continui interventi fuori tema non può essere messo in dubbio.
    Mi sembra comunque in ottima compagnia e non certo il solo a farlo.
    Così.
    Tanto per precisare.

  65. Verissimo, anche Sua Saccenza non scherza per nulla!

  66. PORCO DIO POOOOOOOOOOOOORCOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    DIIIIIIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
    LASCIATE PERDE LIGUORI PEZZI DE MERDA!!!
    TELESE VAFFANCULO TE E TU SORELLA COL CULO SPANATO DA UN SOMARO MAROCCHINOLEBBROSO E ODORANTE DI MERDA FETIDA!!!
    BAVOSO DEL CAZZO, TU NON RAPPRESENTI LA SINISTRA!!!
    TE SEI DE SINISTRA QUANTO LO PO ESSE BERLUSKAISER!!!
    MA VAFFANCULO, SE ME CAPITAVI SOTTO NELL’ANNI 70 MANCO TE FACEVO SCAPPA’ E ME STUPRAVO PURE TU MADRE!!!
    PORCO DIO DE INSABATO E DE TUTTA LA MERDA FASCISTA!!!
    A IANNONE, MA VATTELA A PIJA’ ‘NDER CULO TE E TUTTA LA LIBRERIA TESTA DI FERRO!!!
    TESTE DE CAZZO!!!
    W LE BR!!!
    W MORUCCI!!!

  67. Pino Leoni regista RAI

    SO ZECCA PORCO DIO!!!! SO ZECCA PORCO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
    MANNAGGIA ER PAPA’ FASCIACCI DEMMERDA!!! VOI E LE VOSTRE MADRI SBRINDELLATE DE PORCO DIO!!!!!!
    A NEGRI!!!!!!

  68. Pino Leoni regista RAI

    SO ZECCA PORCO DIO!!!! SO ZECCA PORCO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!
    MANNAGGIA ER PAPA FASCIACCI DEMMERDA!!! VOI E LE VOSTRE MADRI SBRINDELLATE DE PORCO DIO!!!!!!
    A NEGRI!!!!!!

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