Ex Br in cattedra

04 gen 2009

ALT DELLA SAPIENZA ALLA LEZIONE DI MORUCCI

Carlo Picozza – la Repubblica

ROMA – Sarebbe stata «inopportuna e incongruente» la lezione alla Sapienza dell’ ex brigatista Valerio Morucci che, in via Fani, fu nel gruppo di fuoco del sequestro di Aldo Moro. E quindi, «si cancelli». Il contrordine arriva dai vertici dell’ università. Così viene annullata dal dipartimento di Letteratura angloamericana della facoltà di Scienze umanistiche la conferenza su "Cultura, violenza e memoria" che l’ ex terrorista avrebbe dovuto tenere il 12 gennaio. A fare dietrofront è stato lo stesso promotore dell’ iniziativa, Giorgio Mariani. Lo ha fatto dopo l’ arrivo di una email del preside Roberto Nicolai: «Appare al di fuori delle competenze di Morucci intervenire in un corso di Letteratura americana». Il rettore Luigi Frati aveva già espresso il suo netto no all’ iniziativa: «Se si tratta di rivisitare gli eventi del terrorismo, cominciamo dal luogo del massacro: con una sedia, io vado lì, in via Fani davanti la lapide che ricorda gli agenti della scorta di Moro trucidati, non all’ università, ad ascoltare cosa ha da dire Morucci su quelle vittime innocenti della strage». La notizia dell’ incontro con Morucci, diffusa ieri da Repubblica, aveva sollevato un coro di proteste, soprattutto dal centrodestra. Dopo l’ alt dell’ università, le proteste si trasformano in un coro di approvazione che va dal capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri all’ esponente del Pd Giorgio Merlo. «Le parole di Frati sono di buon senso – dice Merlo – e manifestano consapevolezza di responsabilità politica e spiccata educazione democratica». Secondo Gasparri, «sarebbe stato incredibile far parlare alla Sapienza un assassino, mentre lo stesso diritto fu negato al Santo Padre». Alle proteste che accompagnarono l’ annunciata visita del pontefice, un anno fa, fa riferimento anche Luca Volonté (Udc): «Il Papa no e Morucci sì?» chiede provocatoriamente, prendendosela con «i cattivi maestri: quei professori marxisti-leninisti, retrogradi e violenti». Per il segretario del sindacato di polizia Sap, Nicola Tanzi, «è vergognoso che trent’ anni dopo l’ assassinio di cinque agenti in via Fani, uno dei protagonisti della strage, venga invitato a salire in cattedra». Anche la questura di Roma interviene. Lo fa per smentire il promotore dell’ incontro, secondo il quale un ufficiale della polizia che segue il percorso post carcerario di Morucci avrebbe caldeggiato l’ iniziativa: «Nessun funzionario della Digos ha sollecitato o suggerito a chicchessia un incontro sul tema "Cultura, violenza, memoria" con l’ ex brigatista». Ai consensi per l’ annullamento della conferenza si accompagna qualche critica. Il segretario di Forza Nuova, Roberto Fiore, ritiene che «quanti hanno un passato importante di cui parlare devono ricevere apertura mentale e non bigotto ostracismo». Renato Farina (Pdl) ritiene «un errore la cancellazione dell’ incontro»: «Guai a limitare il diritto di espressione. Se lo si ritiene giusto si abbia il coraggio di fare una legge che vieti la libertà di parola e di pensieronei luoghi pubblici a chi ha commesso certi delitti. Sarebbe una legge liberticida, contraria alla convenzione sui diritti umani: equivarrebbe a una pena di morte civile».

17 commenti

  1. Telese Dittatore

  2. Francesco Mancinelli

    Concordo sia con Fiore che con Farina …

    Questo moralismo codino e a senso unico di chi si erge ancora “a vittima” dei terribili anni 70′ mi un pò ” scassato la minchia “.

    Non che Valerio Morucci (probabile omicida di Zicchieri – nonchè probabile ” buon conoscitore” dell’opzione “Think Tank” sulla devastante infiltrazione del Mossad in tutti i gruppi della sinistra armata europea ) mi sia estremamente simpatico : … tutt’altro.

    Ma se si deve ricostruire seneramente per superare odi, per storicizzare tragedie, e meglio lui ai Mieli, ai Lerner, ai Rossella, ai Panella, ai Liguori, ai Ferrara, insomma a tutti i pentiti, rinnegati, rimaneggiati, reinseriti e riconvertiti del mondo.

    E poi non sopporto più l’abbaiare sguaiato di quella sempre ” guardia ” di Gasparri, il digrignare le mascelle di La Russa, le patetiche esternazioni di Rabbi-Alemanno per compiacere la comunità ebraica romana, mentre Gaza brucia con le sue 600 vittime tra cui 87′ bambini e 3000 feriti.
    Ma che c’entra, questo non è genocidio, come dice la ” destra nazionale”, è legittima difesa …

    Quindi ben venga Morucci alla Sapienza e ben venga anche Ratzinger, e ben vengano le prese di posizione favorevoli di Fiore e Farina che dimostrano che non tutta l’intelligenza dorme sonni profondi …

    E basta soprattutto con questi attacchi del cazzo agli anni 70′, ultimo vero avamposto tragico e profondo di trasformazione e di ribellione.

    Molti di noi sono nati lì … e non cambieranno mai la preferenza critica per quel decennio così intenso e ricco di contraddizione , rispetto alla noia devastante e mortale, al conformismo grigio e sordo e al moralismo accattivante e decadente di questi ultimi 25 anni di ” nuovo ordine di rito ” !!

  3. Stefano Orlandini

    …..volevo dire qualcosa….ma hai detto tutto per me, non ti sei scordato niente e nessuno,certo che se mi volto indietro sembra un secolo fa e quello che e’ diventato l’ambiente che una volta era il mio cosi estraneo da sentirmi quasi male fisicamente.

    Buon anno Francesco,

    Stefano

  4. condivido quanto scritto da francesco. Le censure preventive sono sempre odiose, spesso inutili e assurde. Il problema vero è che i “profeti” della vulgata dominante di destra come di sinistra non accettano voci troppo difformi dalla loro.

  5. Sono sostanzialmente d’accordo anch’io con Francesco. Volevo però approfittare del fatto di avere un po’ di tempo per riprendere il tema Lotta Continua di cui qualcuno aveva parlato nei post precedenti. Che vi possano essere state infiltrazioni da subito nei vertici di Lotta Continua, compresi i tedeschi per favorire la Volkswagen, é un fatto che non sono in grado di contestare (escluderei comunque Guido Viale, che carriera non ne ha fatta, o Mauro Rostagno, che si fece poi chiamare Sarjano, che é morto ammazzato da molto tempo, e che per certi versi fu comunque sempre al margine, date le sue posizioni sulla droga; quello che rappresentò Lotta Continua per i militanti, per lo meno qui a Torinio (realtà che conosco bene) merita forse diessere citato. Non ho letto il libro di Cazzullo, ma ricordo bene il contesto in cui Lotta Continua fece le prime mosse qui a Torino. Era il cosiddetto “autunno caldo” del 1969. l’utima fase del periodo “fordista” della Fiat. La Fiat allora era una sorta di azienda-madre-istituzione totale: godeva del quasi monopolio sulle vendite delle auto, poi c’era la scuola allievi Fiat, c’erano le case Fiat, gli asili Fiat (ci sono andato anch’io, e sulla porta della chiesa c’era un mosaico del Buon Pastore, con Gesù Cristo raffigurato fra…. gli agnelli!!), esisteva un rapporto direi strutturale con i salesiani (che gestivano una scuola privata, che vedi caso si chiamava “Giovanni Agnelli”. Per dare un’idea del clima, quando mio padre si licenziò dalla Fiat per andare a lavorare per un fornitorer Fiat (peraltro azienda fondata dal figlio di uno degli Amministratori della Fiat stessa!) mio nonno, anziano Fiat e parte quasi dei pionieri delle maestranze dell’azienda, non gli riviolse la parola per un anno! Torino stava vivendo quella che fu l’ultima immagrazione massiccia dal Sud (ricordo benissimo i cartelli fuori dalle case con su scritto “non si affitta ai Meridionali”). In questo contesto Lotta Continua catalizzò proprio due tipi di persone: da una parte i “figli della Fiat” che incominciavano a non reggere più quel clima totalizzante (un’adolescenziale rivolta contro i padri, se vogliamo) e dall’altra proprio quegli immigrati dell’ultima ora, che erano anche quelli che erano arrivati quando da raccogliere c’erano solo più le briciole (per contro, la forza del sindacato era negli operai della manutenzione, più qualificati, più colti ed anche molto meglio pagati). Questo fece sì che nei confronti di Lotta Continua vi fosse un atteggiamento quasi religioso, di devozione quasi cieca che ha pochi altri riscontri in organizzazioni sorte nello stesso periodo (un paragone ci starebbe forse con “Servire il Popolo” di Brandirali, ma si trattò in fondo di un fenomeno più marginale e di più breve durata). Vale anche la pena di ricordare che si servì molto poco della simbologia del comunismo classico:sì il pugno chiuso ed il colore rosso, mai, per esempio, il ricorso alla falce e martello, e gli articoli del settimanale erano più rivolti alla rabbia operaia che non ad elaborazioni teoriche, come era invece il caso di altre organizzazioni: dai vari gruppi lenininisti che poi fondarono Avanguardia Operaia, ai trozkisti, per esempio. Nello scenario della sinistra europea, un paragone lo si può forse trovare nella Gauche Proletarienne francese e nel giornale “la Cause du Peuple”, che ebbe fra i sostenitori anche Jean Paul Sartre, ma che recava un ritratto di Mao in testata: credo non si avrebbe torto a dire che fu piuttosto un movimento anarco-sindacalista o di “comunismo di sinistra”, con sfaccettature ribellistiche ed un po’ hippie (il primo numero di Re Nudo uscì come supplemento a Lotta Continua) più che un’organizzazione comunista in senso stretto. Come ho già scritto sopra, non sono in grado di escludere che qualcuno abbia pensato a strumentalizzare l’odio anti-Fiat per interessi prori, o addirittura, paradossalmente, che tutto ciò sia servito alla Fiat stessa per abbandonare il fordismo di cui sopra ed evolvere ad un capitalismo più “laico”, più flessibile e forse anche meno etico. Semplicemente, credo che inquadrare i fenomeni nel loro contesto (che é economico, ma anche, se mi passate il termine, di “inconscio collettivo”) abbia la sua importanza. A scanso di equivoci, scrivo tutto questo non pro domo mea; personalmente vissi molto al margine di Lotta Continua (i suoi militanti “puri e duri” mi sembravano già allora un po’ fanatici); sono stato uno dei tanti legati all’area del giornale dal ’77, quando l’organizzazione propriamente detta non esisteva già più, quindi non sono qui con il capo cosparso di cenere ed un cero in mano a chiedere perdono.

  6. matteo amici

    La storia del cero ti è proprio rimasta sul gozzo a quanto vedo.
    La divagazione è interessante ma, tuttavia, mi sfugge il nesso con l’articolo di Repubblica.
    A quanto so io Morucci con Lotta Continua non c’entra proprio nulla.

  7. Se vai indietro un paio di post, forse capisci pure tu. Non l’avevo scritta prima perché non avevo tempo, ma il discorso é di appena prima di Natale, quindi non mi pare di essere andato troppo fuori tema.
    Ti chiedo comunque umilmente perdono, mio sagace e brillante interliocutore.

  8. Francesco Mancinelli

    Un saluto a Stefano ( il mitico bistecca !! )di Buon Anno con il quale anche per il 2009 condiverò vomito, vertigini, schifo totale e tutto quello che può interpretare il senso della distanza da miei molti ex-camerati … Basta vedere il vergognoso comportamento di questi giorni sulla crisi di Gaza, mentre vengono massacrati gratuitamente vecchi, donne, bambini.

    Un saluto anche a Bakunin che ringrazio per l’ottimo contributo descrittivo sul Dna di Lotta Continua.
    Come già detto più volte , la considero la formazione più “sospetta”, infiltrata ed etero-diretta dell’estrema sinistra armata.

    Salvo il buon Mauro Rostagno e anche Alex Langer che per primo cerco di dialogare con “i fascisti” su tematiche ecologiche e di salvaguardia del territorio.

    Rostagno fu ucciso mentre combatteva la mafia che spacciava droga ( morte simile toccò miseramente al giornalista-camerata Beppe Alfano di Barcellona (ME).

    Un saluto a tutti e buon anno.

  9. Grazie a Te e Buon Anno, Francesco

  10. matteo amici

    Non trovo corretta la definizione di Lotta Continua come “organizzazione dell’estrema sinistra armata” data da Mancinelli.
    Se è pur vero che alcuni ex militanti di LC, dopo il suo scioglimento, aderirono a formazioni combattenti (emblematica la storia del gruppo di ex LC di Sesto S. Giovanni), nella teoria e nella pratica dell’organizzazione (fino al suo scioglimento), la pratica della lotta armata non fu mai appoggiata come strumento di lotta politica.
    Comunque, ripeto, Morucci proviene dall’esperienza di Potere Operaio, movimento molto distante ideologicamente da LC.

  11. Francesco Mancinelli

    X Matteo Amici,
    ho molti dubbi che i “militanti” di Lotta Continua non abbiamo mai partecipato ad azioni armate . Lo conferma il fatto che il suo leader supremo è accusato di essere mandante e complice nell’omicidio Calabresi.

    Io non credo tuttavia alla Sua responsabilità diretta.

    Ma che alcuni loro militanti sponsorizzati da “ben noti servizi” abbiano compiuto l’omicidio Calabresi ormai sembra fuor di dubbio.

    A meno che non riteniamo attendibile al 100%, le dichiarazione del pentito Marino. Ed allora a questo punto va azzerata completamente tutta la legislazione sul pentitismo, cosa che mi mi vedrebbe ultra-favorevole.

    Le guerre vinte sull’infamia e la delazione deleggitimano chiunque; e a me “Odisseo” non è mai piaciuto …

    Detto questo confermo che Valerio Morucci, proveniente da Potere Operaio, non ha niente a che fare con Lotta Continua, magari ci dovrebbe illuminare sull’omicidio di Mario Zicchieri.

    Confermo che la Lotta Armata non fu mai praticata sistematicamente dai Lottacontinuisti, ma “saltuariamente” credo proprio di si , a differenza dell’infamia e della delazione tramite quotidiano praticata come regola ; che Lotta Continua sia una organizzazione non-violenta e/o che non abbiano mai partecipato ad alcuna azione violenta armata mi pare oltretutto inverosimile.

    Patetica oltrechè “sospetta” sia al PCI che alla BR la loro posizione nè con lo Stato nè con le BR.

    Inoltre ribadisco che la Sua classe dirigente è “sputtanata” tanto quanto quella aennina. Lavorano tutti indifferentemente a stipendio Mediaset, alcuni di loro sono tra i acerrimi sostenitori dell’Occidente.

    Per chiudere l’intervento, un ricordo per Acca Larenzia a 31 anni dall’eccidio.

    Quest’anno niente “marchette” alle 9 della mattina, davanti ai giornalisti compiacenti, da parte di Alemanno e Fini.

    Forse sono occupati a giustificare e coprire, da neo-anti-fascisti convertiti, “altri eletti eccidi” …

  12. matteo amici

    Sicuramente ci furono militanti di LC che passarono alla lotta armata anche in un’ottica (secondo loro) di continuità con il movimento che si era sciolto.
    Io stesso ho citato l’esperienza dei militanti di LC di Sesto S. Giovanni (tra i quali lo stesso Sergio Segio), viste però le posizioni ufficiali del movimento, ritengo più corretto circoscrivere a scelte strettamente personali e individuali eventuali atti armati compiuti da militanti di LC mentre il movimento era ancora attivo politicamente.
    La condanna di Sofri per l’omicidio Calabresi mi è sempre parsa come il frutto di un uso strumentale ed ideologico del concetto giuridico e legale di concorso ideologico (contrapposto a concorso materiale) nel reato.
    La condanna di Sofri mi sembra il risultato di una concezione di tale istituto giuridico volta ad allargare a dismisura l’area della punibilità e della perseguibilità giudiziaria.
    Tutto in un’ottica rigidamente repressiva.

  13. Solo qualche precisazione:

    Prima Linea (di cui se non erro faceva parte Sergio Segio) fu un’emanazione diretta del servizio d’ordine di Lotta Continua dopo lo scioglimento dell’organizzazione. Da anni i vari servizi d’ordine di LC avevano strutture pronte a passare alla clandestinità: era l’epoca della paura del golpe militare (anch’io ricordo un episodio simile a quello che raccontano gli assassini di Ramelli)e dei cortei di destra (non dico “fascisti” per non urtare la sensibilità dell’amico Mancinelli!) in cui si gridava “Ankara, Atene, adesso Roma viene!”.
    Rispetto a Calabresi, un personaggio di una certa rilevanza dell’Autonomia Operaia di Milano mi raccontò e non ho modo di confermare, ma non mi pare poi così folle) che il pomeriggio stesso dell’omicidio di Calabresi, alcuni militanti di LC esposero un cartello (allora si chiamavano tadze-bao, in onore alla Rivoluzione Culturale), in cui si rivendicava l’azione, che poi fu fatto ritirare al volo e sostituito da un altro che parlava di “grave provocazione fascista”. Sul personaggio Marino un bel tacer non fu mai scritto; che da anni vi fosse una campagna di linciaggio contro Calabresi (si veda anche il film di Petri “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”) in cui LC giocò un grosso ruolo (qualcuno ricorda “la ballata del Pinelli”?) é fuor di dubbio, come é fuor di dubbio che Calabresi non fosse esattamente una povera vittima innocente.
    Lo slogan “né con lo stato né con le Br” (che é del giornale Lotta Continua, perché l’organizzazione propriamente detta non esisteva più) secondo me, più che patetico, era la constatazione della fine di un’epoca, o di un modo di pensare: “I ragazzi che volevano fare la rivoluzione” si resero conto che il gioco si era fatto più duro di quanto avessero potuto (o voluto) immaginare, non tutti avevano voglia di fare il salto della lotta armata, ma anche rientrare nei ranghi non era possibile. In proposito ricordo di aver letto un bellissimo articolo su “le Monde” proprio pochi giorni dopo il sequestro 8o la morte, non ricordo bene) di Moro.
    Che MOrucci non c’entrasse nulla con Lotta Continua lo sanno anche gli idioti, anche che il mio intervento riprendesse discorsi passati e non c’entrasse nulla con Morucci lo hanno capito persino gli idioti.

  14. Sicuro che fosse Ankara Bakunin? A me pare che fosse Santiago. Santiago Atene Roma adesso viene. E’ precisamente lo slogan che a pagina 115 di “Avene selvatiche” i missini suggeriscono ai sanbabilini di scandire, ma naturalmente i sanbabilini ne scandiscono un altro.

  15. Io ricordo di aver sentito (o qualchuno mi aveva riferito) Ankara,però, se é riportato in un romanzo scritto da uno dei protagoniosti della stagione, molto probabilmente era Santiago.
    Comunque, il contesto era che a destra qualcuno sognava il golpe, qualcuno a sinistra invece ne aveva il terrore, e nell’estrema sinstra qualcuno vi si preparava.

  16. In un’università si dovrebbe diffondere la cultura alla legalità, ma purché sia di sinistra farebbero tenere una lezione anche a un ex-brigatista rosso… il papa non può parlare e questo criminale viene addirittuta invitato. Non oso neanche pensare se fosse stato un ex- brigatista nero cosa avrebbero detto di lui… VERGOGNA

  17. e la mambro a piazza navona? non dite un cazzo?

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