Petrella story

06 ago 2008

La Francia libera Marina Petrella brigatista condannata per omicidio

Così ha deciso la Corte d’appello di Versailles sulla richiesta di scarcerazione dell’ex brigatista, ieri ricoverata all’ospedale Saint-Anne di Parigi per problemi di depressione e tendenze suicide.
A motivare questa scelta le numerose perizie mediche e psichiatriche, l’ultima di appena quattro giorni fa, in cui le condizioni di salute della Petrella erano definite «incompatibili con il suo stato di detenuta», perchè necessitavano di cure costanti in una struttura specializzata. Nella situazione attuale, invece, pur essendo ricoverata in un ospedale psichiatrico l’ex brigatista non può essere sottoposta a terapie, ma solo ricevere le cure d’urgenza. Petrella, condannata in Italia all’ergastolo in contumacia per l’assassinio di un commissario e altri reati, rischia comunque l’estradizione verso la Penisola. Nelle scorse settimana il presidente francese Nicolas Sarkozy ha chiesto al suo omologo italiano Giorgio Napolitano di concedere, in caso di estradizione, la grazia alla donna a causa delle sue condizioni di salute.
La decisione rasserena la famiglia e i membri del comitato di sostegno agli ex-terroristi italiani rifugiati in Francia, presenti in gran numero nella piccola aula in cui la sentenza è pronunciata, ma non interrompe l’iter dell’estradizione.
«Sono molto emozionata e felice – ha dichiarato all’uscita dal tribunale la figlia maggiore della Petrella, Elisa Novelli, nata in un carcere italiano 25 anni fa – per la decisione del tribunale, che consente a mia madre di ritrovare il gusto della libertà. La nostra battaglia però prosegue, perchè il procedimento di estradizione sia interrotto e la nostra vita francese possa ricominciare».
Il timore principale, spiega, è che in caso di ritorno in Italia Marina Petrella rimanga in carcere per tutto il resto della vita: «Fine pena mai, è così che lì definiscono l’ergastolo».

(da "Il Tempo")


***

L’esilio parigino dei brigatisti

E ieri con la sentenza a favore di Marina Petrella questi reduci delle Brigate Rosse mai pentiti e dissociati sperano nel ritorno in Francia della «dottrina Mitterrand».

Tra i «rifugiati» nomi di spicco degli Anni di piombo. Sulla loro testa condanne da oltre vent’anni all’ergastolo. Nel 2002 l’allora ministro di Giustizia del governo Berlusconi, Roberto Castelli aveva annunciato una «linea di rigore» per «riportarli nel nostro Paese». Ma sono circa 200 i terroristi italiani (170 di sinistra, il resto di destra) latitanti all’estero. Ferite aperte, quelle degli anni di piombo, che periodicamente tornano a sanguinare.

E proprio la Francia, tra il 1978 ed il 1982, diventò meta di una vera e propria migrazione: 4-500 esponenti della composita galassia eversiva italiana (alla fine degli anni ’70 si contavano oltre 200 sigle) si riversarono Oltralpe confidando nella dottrina Mitterrand. Il presidente francese aveva infatti promesso che «nessuno sarebbe mai stato estradato, qualunque fosse stata la decisione dei tribunali francesi». Sulle rive della Senna si è così formata una vera e propria comunità di latitanti, provenienti dall’estrema di sinistra. Il personaggio più rappresentativo, vero e proprio punto di riferimento per gli altri compagni, è stato l’ex leader di Potere Operaio, Oreste Scalzone.

In terra francese ci sono personaggi come Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti, sospettate di contatti con le nuove Brigate Rosse. Vivono dalle parti di Lione.; Sergio Tornaghi, legato alla colonna milanese delle Br; Roberta Cappelli, della colonna romana; Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi; Enrico Villimburgo, altro brigatista condannato all’ergastolo nel processo Moro ter. E ancora, Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Maurizio Di Marzio, Vincenzo Spanò, Massimo Carfora, Walter Grecchi, Giovanni Vegliacasa, Francesco Nuzzolo, Giancarlo Santilli, Gianfranco Pancino.

Di molti di loro si conoscono residenze e abitudini. Qualcuno vive a Parigi, altri nella campagne del Sud. Ma dopo l’arresto di Cesare Battisti in molti hanno scelto destinazioni meno comode ma più sicure. Così i «rifugiati» sono partiti per mete esotiche in Sud e Centro America. I residenti più illustri, sono Alessio Casimirri e Manlio Grillo in Nicaragua e Achille Lollo in Brasile. Anche nel campo del terrorismo nero, il latitante più illustre è sicuramente Delfo Zorzi, militante di Ordine Nuovo, condannato all’ergastolo per la strage di Piazza Fontana è diventato cittadino giapponese, con il nome di Roi Hagen, bloccando così i tentativi di estradizione.

Maurizio Piccirilli – Il Tempo

32 commenti

  1. L’ho già detto stamattina per radio, cogliendo l’occasione della Rassegna stampa a prima pagina: non mi piange il cuore per nessuno dei latitanti, nè tantomeno per Marina Petrella. Lei si è già fatta lo sconto di pena da sola. Di trenta anni.
    Luca

  2. [...] La Francia libera Marina Petrella brigatista condannata per omicidio Così ha deciso la Corte d’appello di Versailles sulla richiesta di scarcerazione dell’ex brigatista, ieri ricoverata all’ospedale Saint-Anne di Parigi per problemi di depressione e tendenze suicide. A motivare questa scelta le numerose perizie mediche e psichiatriche, l’ultima di appena quattro giorni fa, in cui le [...]Continua [...]

  3. Per Luca, tutto questo moralismo per la mobilitazione in favore della ex-brigatista Petrella, non lo capisco. Siamo o non siamo il paese dell’amnistia Togliatti del 1946; siamo o non siamo il paese, in cui il partigiano Moranino beneficiò della grazia presidenziale? I bombaroli dei GAP di via Rasella, non furono decorati al valore militare e la Capponi eletta in parlamento?Una delle ragioni per cui il terrorista Vinciguerra, ricorse all’attentato con una bomba, fu lo scrisse lui,che gli agguati e gli attentati partigiani nell’Italia degli anni sessanta e settanta, furono citati come esempi dalla storiografia ufficiale. Che male c’è, se qualche brigatista rosso, autoconvinto di essere un nuovo partigiano, emulò i suoi marestri di vita e di…agguati, degli anni della guerra civile, colpendo la DC o la PS=SS, convinto di avere il corso della storia a suo favore dopo aver frequentato la scuola pubblica ove venivano esaltate le gesta eroiche dei partigiani? Vogliamo ficcarci ben in testa una volta per tutte, che ci fu un cordone ombelicale, mai reciso, che collegava alcune frange della resistenza alle nascenti brigate rosse! Uno dei fondatori delle brigate rosse,decorato della resistenza, fu l’ex partigiano Giovan Battista Lazagna! Se qualche giovane esalato fu travolto da simili cattivi maestri, perchè, dopo aver scontato un pò di galera, non perdonarlo e restituirlo alla vita civile?

  4. Giuseppe Liguori

    A LUCA TELESE: PERCHE’ SONO TORNATO SUL TUO BLOG

    Caro Luca, come sai per circa un anno non ho scritto sul tuo blog. Uno dei motivi era il fatto che alcuni fascisti avevano minacciato di attaccare la casa di un anziano signore, Giuseppe Liguori, che viveva in Via Pietro Toscani ad Oriolo. Questo anziano signore, col quale non avevo nessun legame di parentela, pochi giorni fa e’ morto (che la sua anima riposi in pace), dunque nessuno puo’ piu’ fargli del male. Come tu sai, nel sud i Liguori sono tanti.
    Detto questo, riconosco che l’anno scorso ho spesso esagerato nella polemica, arrivando anche ad offese personali, che normalmente non rientrano nel mio stile.
    Usero’ dunque nei miei interventi un linguaggio piu’ sobrio.
    Ti saluto e ti auguro una buona giornata.

  5. Andrea Insabato

    “Fratelli separati”.

    E’il testo che legge in vacanza il Presidente Napolitano.(dal Corsera)
    Parla anche di Drieu la Rochelle.

    Ma fratelli separati son anche i Sansonetti e i Colombo del quotidiano Liberazione che vengono bacchettati dal neosegretario Ferrero in redazione(dal Corsera). Sono per la verità e la giustizia su Bologna, ergo non si contentano della verità ufficiale e scolpita.
    E il professor Asor Rosa, indomabile antisionista, altro fratello separato, che dice? COSA UNICA E IMPENSABILE, dice che era meglio il fascismo che il governo Berlusconi.
    Egli dice che almeno il fascismo “perseguiva un fine alto, dimostrava di tenere al bene collettivo della nazione” sempre dal Corriere della Sera.
    Ecco, la Nazione, questa negletta, dimenticata, torna nei pensieri dei pensatori comunisti, e la Nazione non è l’idea dei NATI in un suolo, passati presenti e futuri?
    E allora come si può ovviare al fatto che i nati non ci sono quasi più, che la Nazione sta morendo?
    La causa è nella miseria morale consumiscapitalista.
    L’uscita della crisi sta nella rinascita religiosa, come ci ha insegnato l’indomito Solgenytsin, o Solzhenytsin, come volete.

  6. per Andrea Insabato (e per tutti gli altri interessati) gli articoli di Andrea Colombo che qualche polemica hanno suscitato nella mia area e che citi, sono apparsi negli ultimi giorni su Liberazione li riporto di seguito: Io li condivido in toto!

    Sulla responsabilità dei Nar

    Resta sbagliata la sentenza che condanna Mambro, Fioravanti e Ciavardini

    Andrea Colombo
    Le sentenze saranno pure sempre e comunque degne di rispetto, come argomentano molti e molto dotti. Però, con tutto il rispetto, quella che condanna Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto del 1980 resta una sentenza sbagliata.
    La condanna per il più orrendo crimine della storia repubblicana si basa, come è noto, su un’unica testimonianza, che definire “ragionevolmente dubbia” è un insulto alla ragionevolezza. Confusa. Contraddittoria. Smentita da tutti i congiunti del teste (ultimo, l’anno scorso, il figlio). Demolita da tutti i riscontri oggettivi, se solo li si fosse voluti leggere sul serio. Oscurata dal dubbio, quello sì ragionevole di una scarcerazione del suddetto teste ottenuta grazie a una grossolana falsificazione dei reperti medici che diagnosticavano un cancro in fase terminale al quale Massimo Sparti, il teste in questione, è sopravvissuto una venticinquina d’anni. Miracolo.
    La sentenza per Bologna non è il primo errore giudiziario e non sarà l’ultimo. Il concetto di “verità processuale” è stato concepito proprio per confutare alla radice la pretesa di identificare verità storica e sentenze. Quel che rende questa vicenda unica non è neppure la dimensione incommensurabile del crimine. A renderla diversa da tutti gli altri “errori giudiziari” è la diffusissima convinzione che di errore appunto si tratti. Parlavo alcuni giorni fa con agenti di polizia entrati in servizio all’epoca dei Nar. Per quell’organizzazione terroristica non nutrono alcuna simpatia: «Avevamo molto più paura di loro che delle brigate rosse. Per noi erano molto più pericolosi». Ma sulla responsabilità dei Nar per Bologna non hanno dubbi: «Non c’entrano niente». Come non ha dubbi la stragrande maggioranza di magistrati non bolognesi che si sono occupati della vicenda la quasi totalità dei giornalisti che ci hanno lavorato per non parlare di moltissimi esponenti politici di sinistra forse ancor più che di destra. Il problema, allora, è chiedersi perché proprio una parte della sinistra si ostini a negare ogni dubbio su quella sentenza. A parer mio ciò dipende da due elementi distinti. Il primo è la convinzione che si debba comunque difendere la sentenza contro i Nar per evitare i possibili vantaggi che altrimenti ne verrebbero alla destra e non solo a quella più estrema. In questo caso la vicenda di Bologna si rivela lo spartiacque tra due concessioni opposte di intendere l’”essere di sinistra”, quella che ho appena citato e quella che, al contrario, ritiene che essere di sinistra significhi difendere sempre e comunque la verità al di là del tornaconto politico a breve. Personalmente, penso che sia lo spartiacque tra tutto quello che della sinistra è da buttare e tutto quello che è invece da conservare e valorizzare.
    Il secondo elemento, più recente, più effimero è invece la scelta di difendere sempre le sentenze. A priori. Ogni sentenza. Perché, in caso contrario, si porterebbe acqua al mulino di chi combatte contro la magistratura, di Silvio Berlusconi. E’ un argomento assurdo. Chi sa se i pretoriani delle sentenze sacre avrebbero pensato lo stesso anche ai tempi della sentenza Dreyfuss? Ma anche in questo caso Bologna è uno spartiacque: tra due modelli opposti di antiberlusconismo, uno che contrasta davvero l’intima natura del berlusconismo e uno che come quello di Antonio Di Pietro ne è invece il complice e anzi l’”alter ego”.

    Non è detto che per essere di sinistra devi giurare sulla colpevolezza di Fioravanti-Mambro

    Ma perchè se hai dei dubbi
    su chi ha messo la bomba a Bologna
    ti accusano di «revisionismo»?

    Andrea Colombo
    Revisionismo. Pronunciata con i toni in fiamme dell’anatema estremo, l’infame paroletta campeggia sullo sfondo delle polemiche che hanno accompagnato le celebrazioni della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Abituali, ma stavolta un po’ più esasperate del solito in virtù del pronunciamento vagamente innocentista del terzo cittadino dello Stato. Conviene ricordare che, nell’accezione attuale, il termine revisionismo indica il tentativo pseudo storico e pseudo culturale di negare, o fortemente ridimensionare, l’olocausto e i campi di sterminio. Ci vuole un certo coraggio – ma ché, ci vuole una temerarietà leonina – per accomunare la negazione dello sterminio di 6 milioni di ebrei e il mettere in discussione una sentenza che, al di là degli appunti mossi da alcuni, è contrastata per definizione, essendo arrivata al termine di 5 processi con sentenze tra loro divergenti.
    Proprio l’enormità della topica è però indicativa. Rivela quale sia la vera posta in gioco nelle polemiche sulla sentenza di Bologna, quale il vero motivo della contesa, che con la solidità di quell’impianto processuale c’entra poco e niente. Sostenere l’innocenza di Francesca Mambro, di Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, secondo questa discutibile logica, equivale a negare l’esistenza dello stragismo fascista nell’Italia degli anni Settanta e, perciò stesso, dare una mano agli ex fascisti di allora oggi al governo. E’ un doppio e inaccettabile salto logico. Si può tranquillamente credere nell’innocenza dei condannati per Bologna restando convinti che la matrice delle stragi precedenti sia, al di là delle sentenze di assoluzione, fascista.
    Più inquietante il secondo salto logico. Riflette infatti la pessima abitudine della politica italiana ad adoperare il passato e la storia recente solo a fini di battaglia politica contemporanea. Da questo punto di vista le prime pagine del l’Unità di ieri sono un modello in negativo impareggiabile. Si può argomentare, e a ragion veduta, che dell’identico peccato si macchia anche la destra, il tentativo di trasformare la battaglia innocentista in arma propagandistica è palese. Ma gli errori degli uni non assolvono gli altri e l’incapacità italiana di fare i conti con il passato in termini di verità invece che di utilità è un disastro per tutti. C’è poi un’altra e assai più ragionevole argomentazione messa in campo in questi giorni. Quella secondo cui le piste alternative sin qui indicate sarebbero in realtà molto fragili. Il problema è che la mancanza di una pista alternativa non rende di per sé credibile la pista sbagliata seguita sinora. E soprattutto è molto probabile che quelle piste alternative siano così fragili proprio perché non le si è volute seguire per quasi trent’anni. Vorrà pur dire qualche cosa il fatto che, nel 2001, il reggente della procura di Bologna Luigi Persico, (tra l’altro il primo magistrato a occuparsi della strage) non sia stato neppure informato dell’informativa sulla presenza di Thomas Kram a Bologna nell’agosto ’80 firmata di persona dall’allora capo della polizia De Gennaro.
    C’è infine un’altra argomentazione che ha aleggiato in questi giorni, pur se pronunciata solo a mezza bocca. Chi difende i fascisti non può che essere a sua volta un fascista, o un complice, magari involontario, dei fascisti. Ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma questo tipo di ragionamento ha un nome preciso e conviene pronunciarlo senza perifrasi. Si chiama stalinismo.

  7. Andrea Insabato

    Beh, onore a quest’intervento. Io credo che l’onestà, che non sta ne a destra nè a sinistra, impone di cercare e difendere la verità anche a scapito dei propri interessi.Finchè non ci sentiremo uniti dal fatto di credere nell’onestà, nella verità e nella giustizia, saremo sempre uomini divisi e separati, fratelli separati, da chi ha interesse a vedere i fratelli italiani separati; divide et impera.

  8. ROSSO TREVI PER I DIRITTI UMANI

    PECHINO 2008: A ROMA ‘AZIONE FUTURISTA’ LANCIA IL ‘SECONDO SEGNALE DI FUMO’

    Roma, 7 ago. – (Adnkronos) – ”Azione Futurista si sta preparando a scendere in campo, come gli atleti delle Olimpiadi. La differenza e’ che noi lottiamo per la giustizia, non per un pezzo di metallo. E’ il secondo segnale di fumo…”. Con queste parole Graziano Cecchini, l’artista noto per aver colorato di rosso la Fontana di Trevi nell’ottobre scorso e per altre perfomance futuriste, ha liberato oggi pomeriggio, dal terrazzo di un palazzo a Roma, un pallone giallo gonfiato ad elio, accompagnato da un fumogeno arancione, per un’iniziativa di protesta contro l’occupazione del Tibet, a favore dei diritti umani in Cina e per la liberazione del popolo Karen in Birmania.

    (Zla/Pn/Adnkronos)

    07-AGO-08 19:36

    http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgwODA3MTkzNjA2LnhtbCI7fQ==

  9. Andrea Insabato

    Cuori rossi

    ” E SE QUESTO FOSSE IL VOSTRO CUORE CHE NON BATTE PIU’,IL VOSTRO CUORE CHE NON HA PIU’ SETE DI GIUSTIZIA E DI VERITA’,IL VOSTRO CUORE CHE NON E’ PIU’ VIVO ,VI FAREBBE LO STESSO ORRORE?!”

    Questa è la frase che più mi ha colpito del testo di “rivendicazione” dell’azione forzanovista contro le ingiustizie in Cina.
    Questa è una frase che lascia il segno, infatti pochi giornali l’hanno riportata, a quanto so.

    Veramente complimenti a chi l’ha scritta, è una delle frasi più forti e segnanti che si siano sentite nella propaganda politica da anni.

  10. Onore ad Andrea Colombo e al suo pregievole libro sulla strage di Bologna. Finalmente anche a sinistra qualcosa si muove. Era ora che a distanza di anni qualcuno e qualcosa si mouvesse in favore della verità, che si badi bene non è di sinistra nè di destra.A Bologna c’è un cancro da estirpare: la rossa procura con i suoi addentellati nella questura, nella giunta comunale, nel sistema di potere politico economico, nelle cooperative rosse, nelle banche rosse, nella stampa e nei mass-media felsini.Simile concentrato di potere politco che alla mafia siciliana non ha nulla da invidiare, va denunciato con forza. Un punto debole, a mio modesto avviso, è nella carente inchiesta sulle gesta criminali della banda della “uno bianca”. E’ in questa direzione che bisogna indagare. Chi e che cosa non funzionò a livello investigativo? Guardate che coloro che non indagarono nella giusta direzione per la “uno bianca”, sono gli stessi inquirenti per la strage. Stessi magistrati, stessi funzionari. E’ in tale direzione che bisogna indagare.Andrea Colombo dovrebbe scrivere un libro anche su tale inquietante vicenda, sono certo che ne vedremo delle belle, come per la strage alla stazione!

  11. Francesco Mancinelli

    Si Onore ad Andrea Colombo. Ma c’è qualcosa che non mi quadra in questo scenario di mobilitazione ” innocentista” dei Radicali/Andrea Colombo per Mambro e Fioravanti … Qualcosa che non mi quadra …

    Che i Nar fossero innocenti , lo si sapeva dal 3 agosto del 1980, quando le questure e la magistratura del partito comunista, avendo come sponsor servizi segreti e Cossiga diressero tutto lo sforzo repressivo sugli ambienti ” movimentisti ” della destra radicale. Da quel momento alla magistratura rossa di Bologna non è stato più concesso di tornare indietro sul teorema BOLOGNA STRAGE FASCISTA. E chi gli lo va a dire ai parenti delle vittime che la pista neo-fascista era tutta una farsa burlesca per coprire altre dinamiche internazionali ?

    Ricordiamoci bene le due date del 28 agosto del 1980 e del 23 settembre del 1980, date che ricordano molto il Cile di Pinochet e la dittuatura argentina di Videla per quello che accadde.
    Allora l’anello debole erano i neo-fascisti, era semplice.

    E oggi ?

    Oggi, grazie al cosidetto ” Teorema Pellizaro” , al falso della Mitrokin , ed al nuovo nemico occidentale arabo-islamico, l’anello debole sono i poveracci dell’ FNLP di Habbash che nel frattempo non può neanche difendersi, perchè è morto. Marxisti-Palestinesi, e poi erano amici di Carlos … un nuovo capro espiatorio può far comodo e come !!

    Eh già, si sta passando dal falso storico della pista neofascista con ” esecutori senza mandanti e movente ” , ad un altro falso storico che vede l’accopiata Carlos-FNLP, coperta dall’Italia democristiana, falso sponsorizzato oggi dalla accoppiata aennina e radicale …

    Perchè ?

    Perchè entrambe le formazioni politiche (AN-conservatrice e radicali-democratica) sono gli orpelli i portavoce acritici della lobby sionista in Italia ( a sinistra e destra ) !!
    Lo definiscono l’unico paese democratico in medio oriente : hi hi hi !!
    Ed hanno entrambi interesse a dimostrare che lo stragismo in Italia è stato di marca araba-pelestinese-islamica, visto che il neo-fascismo non è più pericoloso.

    Mentre Luigi Ciavardini si sta facendo la galera in silenzio e da innocente, sulla sua pelle si sta combattendo una battaglia di sottili congiure : i cani rabbiosi della magistratura giacobina , i Libero Mancuso della situazione, sorretti da alcuni parenti ” in malafede ” delle vittime della strage e dall’altra i nuovi “crociati” che puntano a dire che lo stragismo è marxista e di marca medio-orientale, per coprire il ” vero stragismo indiretto” , quello che ha mandato a dire all’Italia per tutti gli anni 70′ di non muoversi troppo in area medio-orientale , di non flirtare troppo con gli arabi, e di non accettare più che i Palestinesi avessero in Italia una zona franca ( ricordate l’ Argo 16 ?)

    Vetero-giacobini contro destrisinistri filo-sionisti.

    E Luigi si fa la galera, in attesa di una soluzione su questo scontro storico-politico di gruppi di pressione in malafede ..

  12. Andrea Insabato

    Già bisogna indagare sulla vicenda torbida della uno bianca.
    Io indagherei pure sulla morte di Pininfarina.

    In ogni caso a parte il dietrismo e il complottismo, rimane il fatto che ne uccide più la strada che la spada.

    A proposito di Bologna, non me ne si voglia per il solito saltellare qui e là, il Cnr studia un vulcano sottomarino nel Tirreno, l’ho sentito ieri a Quark, io credo che un coraggioso politico darebbe molto spago alla ricerca geotermica, ahimè, nulla. Darebbe spago e corda per incentivare al massimo l’utilizzo del fotovoltaico, niente.
    Un’Italia che non ha timoniere, un po’ per colpa sua, un po’ perchè la decisione in Italia non ce l’ha più nessuno, meglio spezzettare la volontà,farla inerte.

  13. Andrea Insabato

    Palestina libera, Tibet Libero!

  14. Andrea Insabato

    Il Cnr di Bologna, altrimenti non si capisce il saltino.

  15. Perchè non scrivete qualcosa sulla polemica Bondi Fasanella sul sol del’avvenir…
    Piero

  16. Francesco Mancinelli

    Risposta semplice :
    se il capo-camorrista DC Gava muore tranquillamente nel suo letto e l’ex massone-pidduista-badogliano-ultrafiloamericano ammiraglio Birindelli fa altrettanto a 97 anni, non capisco perchè bisogna andare a rompere le palle alla Marina Petrella ed agli ex-br parigini.

    Quando le guerre finiscono, i soldati tornano a casa , tutti senza eccezioni, o per meno non li si va a riprendere dopo anni ed anni di esilio …

  17. Per Mancinelli, bisogna convenire con te, come per il passato, che le tue riflessioni sono acute ed intelligenti. Se perfino un campione dell’opportunismo, come l’attuale presidente della camera Gianfranco Fini, ha osato sollevare dei dubbi sulla sentenza passata in giudicato, costui come gli altri assertori della pista palestinese (Kossiga compreso) potrebbero essere i nuovi portavoce, di una altra pista falsa e creata a tavolino, per nascondere le vere responsabilità! Si è proprio vero dopo i disperati/sconvolti ragazzini dei NAR, quale altra pista migliore, che quella di indicare nei palestinesi, gli stragisti del 1980. Ovviamente lasciando cadere nel dimenticatoio, che Carlos lo sciacallo ha indicato negli Usa e in Isreale i veri responsabili.Magistrati come Libero Mancuso, premiato con un assessorato nella rossa Bologna, magistrati come Gerardo D’Ambrosio il “fontanologo” eletto nelle fila del partito democratico, per il loro pregresso impegno militante di toghe rosse, vengono costantemente premiati, dall’ex-partito comunista riciclato in democratico.Ripeto che per la rossa Bologna, bisognerebbe, che qualche giornalista indipendente, riaprisse il dossier della “Uno bianca”. Potrebbe essere una crepa che consentirebbe di far crollare il muro di omertà e di depistaggi, che all’epoca furono fatti dalle varie toghe rosse e i loro reggicoda felsini.

  18. Francesco Mancinelli

    Bhè se era per Fini, Rauti ed Almirante ,
    Giusva e la Mambro sarebbero stati appesi ad una fune … indipendentemente dal loro coinvolgimento con Bologna..

    Doppia pena di morte per i terroristi di destra ( nati, cresciuti ed allevati nelle loro sezioni ) !!

  19. Francesco Mancinelli

    Vecchia piccola borghesia ( C. Lolli )

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Sei contenta se un ladro muore, se si arresta una puttana,
    se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
    Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretti i denari tuoi,
    assillata dal grande tormento che un giorno se li riprenda il vento.

    E la domenica vestita a festa, con i capifamiglia in testa,
    ti raduni nelle tue chiese, in ogni città, in ogni paese.
    Presti ascolto all’omelia, rinunciando all’osteria,
    così grigia e così per bene ti porti a spasso le tue catene.

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Godi quando gli anormali sono trattati da criminali,
    chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali.
    Ami ordine e disciplina, adori la tua polizia
    tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.

    Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione,
    alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione.
    Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria,
    hai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia.

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana,
    chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana.
    Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
    oppure un figlio non commerciante o peggio ancora un Estremista .

    Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto,
    sempre li fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
    Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa, sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.

    Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia,
    per piccina che tu sia, il vento un giorno ti spazzerà via.

  20. D’accordo che all’epoca la richiesta della doppia pena di morte, per gli oltranzisti di destra…era una mossa elettorale almirantiana semplicemente stomachevole.Però non credevo che il Fini attuale, osasse sollevare delle pubbliche perplessità sulla sentenza di Bologna, visto le sue recenti acrobazie ideologiche, e le sue mire di riciclarsi nel partito popolare europeo, in una visione futura di diventare, presidente dell’attuale repubblica.Per Cossiga, nulla di nuovo, egli a differenza di Fini, ci ha abbituato alla sue esternazioni, che una volta venivano definite “picconate”.Ma voglio richiamare l’attenzione di tutti, su taluni personaggi,magistrati e poliziotti di Bologna. Magistrati e poliziotti bolognesi, sono coloro i quali indagarono sulle gesta criminali della “uno bianca”, sulla strage del Pilastro; incriminando per tali crimini una banda di pregiudicati calabresi, che nulla avevano a che fare con la “uno bianca”.Ma quello che è bene tenere a mente è che simili brillanti funzionari erano a Bologna quando furono avviate le indagini sulla strage alla stazione, perseguendo caparbiamente la sola pista Mambro-Fioravanti. Ora per smascherare costoro, per denunciare le loro responsabilità in relazione alla “uno bianca” e quindi la loro non credibilità sulla pista Mambro-Fioravanti, serve una massiccia campagna di stampa.

  21. Francesco Mancinelli

    Libero Mancuso, facendo finda di dare la caccia a Cauchi faceva entrare la polizia di mezza italia in casa di centinaia di ragazini alle 5 delle mattina. In confronto a Lui, Torquemada era un dilettante.

    Libero Mancuso è un degno rappresentante di quell’anti-fascismo evangelizzato che ci avrebbe visto tutti morti a Piazzale Loreto.

    Per non parlare di Persico e Zincani …

    Una procura molto libera ideologicamente …

  22. Ma non basta,bisogna ricordare che è la procura (soviet?) rossa che coccolava un pentito abominevole come Angelo Izzo, che usufruiva della toilette e della bouvette riservata a magistrati e cancellieri; mentre agli imputati non era consentito nemmeno usufruire della toilette riservata, ma solo quella destinata ai detenuti;ma che diamine non vogliamo mischiare le feci di probi servitori dello stato con quelle di una coppia di mostri fascisti!Mentre il superpentito, oltre che ai servizi igenici riservati, aveva la line diretta del cellulare dei magistrati,costoro pendavano dalle sue labbra, e quel che costui dichiarava era oro colato!

  23. Andrea Insabato

    Vecchia piccola borghesia ( C. Lolli )

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Sei contenta se un fascio muore, se si arresta un’antagonista,
    Se la congrega del PDL acquista una nuova villetta al mare
    Sei soddisfatta dei danni altrui, ti tieni stretti i denari tuoi,
    assillata dal grande tormento che un giorno se li riprenda il vento.

    E la domenica vestita a festa con i capifamiglia in testa,
    ti raduni nei tuoi outlets di lusso, in ogni città, in ogni paese.
    Presti ascolto al telegiornale, rinunciando alla pizzeria,
    così grigia e così per bene ti porti a spasso le tue catene.

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Godi bene quando i normali son trattati da criminali,
    chiuderesti in un manicomio tutti i patrioti e gli intellettuali.
    Ami disordine e corruzione, adori la tua bella polizia
    tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.

    Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione,
    alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione.
    Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria,
    hai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia.

    Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia,
    non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

    Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana,
    chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera sana.
    Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
    oppure un figlio non commerciante o peggio ancora un Estremista .

    Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto,
    sempre li fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
    Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa, sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.

    Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia,
    per piccina che tu sia, il vento un giorno ti spazzerà via.

  24. ugo tassinari

    Massimo rispetto per Fornasari.
    Izzo si appoggia a Mancuso finanche per il depistaggio sui delitti eccellenti di mafia per cui Falcone e Ayala lo fanno condannare per calunnia.
    Quanto al Pilastro va ricordata l’ostinazione del pm che a fratelli Savi già in gabbia insisteva contro i Santagata…
    Episodio che fa il paio con Vigna che fa condannare in 1. grado il deputato missino Abbatangelo per l’esplosivo della strage di Natale DOPO che il boss Misso, presunto tramite con Calò, era stato assolto in appello.
    CHE BANDITO che era Misso: la rapina al monte dei pegni è una storia da sette uomini d’oro che da soli meriterebbe un romanzo breve…

  25. ugo tassinari

    Dimenticavo: alzo il mio bicchiere e brindo a te, Marina…

  26. Andrea Insabato

    Mò chi è sta Marina?
    Se era Battisti era Maria.

  27. Andrea Insabato

    E allora datti da fare Umt questa è una palestra di nuovi romanzieri!

  28. ugo tassinari

    il riferimento è esatto, bravo Andrea.
    E io brindo a Marina perché è una gioia la sua liberazione…
    semplice,no

  29. Andrea Insabato

    Ah la Petrella, certo che stupido…certo augurarsi che uno marcisca in galera è proprio disdicevole…che dire, mi astengo.
    E’ ovvio che qui c’è contraddizione, perchè quelli che militavano nelle Br sparavano su di noi, ma la giustizia non si può delegare allo Stato antifascista.
    Bah, che venga il giorno in cui il vero nemico sia chiaro a tutti, coloro che nell’ombra sfruttano i popoli.
    Che la giustizia e l’onestà sia riconosciuta senza filtri ideologici.

  30. Per UMT, è proprio quello il fianco scoperto, del soviet rosso in toga da magistrato, di Bologna su cui battersi. La “uno Bianca”, la strage del Pilastro, è proprio su tale argomento che bisogna andar giù di brutto, impedire che simile scandalo venga archiviato. Si sono covati in seno, la serpe per anni(i fratelli poliziotti Savi) perchè troppo impegnati a dar la caccia ai ragazzini dei NAR, per costruirsi fortunose carriere politiche future.Vanno smascherati, denunciati alla opinione pubblica, perchè chi ha mancato gravemente ai propri compiti istituzionali, non può ricoprire attuali, incarichi da assessore. Inoltre non dimentichiamoci che alcuni questurini, che alacremente partecipavano alle indagini deviate sulla strage della stazione, sono gli stessi che si sono resi responsabili di gravi responsabilità a Genova durante il G8!

  31. Andrea Insabato

    Infami, dove li metti li metti.

  32. ugo tassinari

    Sì Otello ma sulla Uno bianca va dato merito a Provvisionto di averne smascherato la natura di “squadra speciale” che nella fase della smobilitazione antisovietica parte per la tangente e si mette in proprio.

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