Tpi

14 Settembre 2019
Caro Salvini, fai un tweet anche su quella donna leghista che rifiuta di affittare casa ai meridionali.

Non si può certo rimproverare il leader della Lega per i deliri di una squilibrata, ma di certo il “Capitano” dovrebbe prendere una posizione.

“Tu sei meridionale, io sono razzista e non ti affitto casa”. Ci sono frasi sconvolgenti, come queste, che vanno ascoltate alla moviola. Parole come quelle che si è sentita proferire Deborah Prencipe, 28enne di Foggia che voleva solo affittare una casa a Robecchetto, in Brianza, da una sedicente cittadina “salviniana” – Patrizia Malvaglio – che fanno tremare le vene ai polsi, e sembrano una patacca, un fake, una beffa di Scherzi a parte.

Invece è tutto vero: “C’ è gente che sa chi è lei. E io – grida orgogliosa la padrona di casa – non affitto casa ai meridionali. Per me meridionali, neri, Rom sono tutti uguali”. In questo paese “Non si affitta a meridionali”, era ormai una epigrafe infame e dimenticata degli anni Sessanta, sembrava solo brutta archeologia razzista finita nel dimenticatoio della storia. E invece, nell’audio messaggio spedito a Deborah, 28 anni, questa frase torna più volte, con baldanza e con scherno.

Lei, una ragazza che abita in Brianza, forse colpevole anche di essere gay (agli occhi di questa proba razzista del profondo Nord) voleva prendere casa in affitto in questa fetta di hinterland milanese, per stare vicino alla sua compagna Laura. Le due donne avevano chiuso la trattativa ed erano giunte alla stipula, quando la proprietaria dell’immobile – apriti cielo – scopre che Deborah è nata a Foggia.

Da quel momento Patrizia in poi prende tempo, chiede di poter posticipare il contratto di un mese. Poi la figlia della padrona spiega a Deborah che l’accordo salta e dice che la famiglia metterà in vendita la casa. Ancora una volta non è vero, si tratta solo di una scusa.

Infatti, in una rivelazione surreale la proprietaria alla fine esce allo scoperto con ben due audio-messaggi shock inviati alle ragazze: “Forse sono venuta a saperlo troppo tardi, l’avessi saputo prima fermavo prima mia figlia”, dice nella registrazione che lei stessa invia all’aspirante inquilina la signora Patrizia.

“C’è lo hai scritto nella carta di identità”. Come se fosse un marchio di infamia, una macchia indelebile. Così Deborah e la sua compagna scelgono di pubblicare tutto su Facebook, file audio compresi: “Ci ha fatto aspettare più di due mesi”, scrive compagna del ragazza. “E e alla fine ci ha detto perché non aveva più intenzione di affittare casa alla mia compagna. Deborah è nata a Foggia e tanto basta”.

Questi due messaggi audio sono veramente un crescendo rossiniano pieni di grottesche banalità e terrificanti luoghi comuni contro chi viene dal Sud: “Per me i meridionali sono meridionali anche nel 4000, non nel 2000, ragione per cui ho frenato un pochettino perché per me i meridionali, i neri, i Rom sono tutti uguali”.

Poi quella professione di orgoglio incredibile: “Io sono una razzista al cento per cento”, grida quasi eccitata la proprietaria di casa. E il gran finale: “Scriva sotto il post che sono una salviniana, leghista come Salvini, come Matteo, il mio capitano”. Frasi ripudiate in meno di ventiquattr’ore.

Dopo la pubblicazione dei file audio, per fortuna, Laura e Deborah ricevono centinaia di messaggi solidali: “Abbiamo avuto una valanga di segnali di affetto. D’ altro canto, qualcuno ci ha accusato di voler fare una campagna contro Salvini… Ma non è così: chi ha parlato di Salvini? Certamente, non noi”.

La padrona, invece, con la coda fra le gambe, se ne va ospite alla Zanzara e si rimangia tutto, forse in un eccesso di vigliaccheria: “Non sono razzista”, dice la signora Patrizia durante la trasmissione di Giuseppe Cruciani. “Non sono ‘di Salvini’, non sono di nessuno, mi ha fatto talmente sbroccare che non so neanche io perché mi è partito di dirle così”. “Ho anche parenti meridionali”, aggiunge la signora. “Non so come mi è uscito, il cervello mi è partito. Cosa devo fare? Buttarmi nel Naviglio? Mi devo sparare?”.

E invece qui la storiella di cronaca andrebbe ribaltata. Non si può certo rimproverare Matteo Salvini per i deliri di una squilibrata, ma di certo, dopo che questa vicenda è venuta alla luce il leader della Lega dovrebbe prendere una posizione. Sarebbe bastato aggiungere un tweet ai tanti che fa ogni giorno, magari dopo l’ultimo, quello che denuncia “un clandestino del Togo che a Lecco ha spinto una signora”. Non era necessario una post lungo e complicato. Anche solo poche parole per dire che questa signora, che dice di agire in suo nome, e sembra una affiliata del Ku-Klux-Klan a lui – come a tutte le persone civli – fa schifo.

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