Pubblico

9 Novembre 2012
Se anche Marco difende l’editto di Grillo

di LUCA TELESE

Immauel Kant diceva di voler vivere sempre con «Il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me». Marco Travaglio, invece, meno liricamente, ci ha informato ieri, con il suo editoriale: «Ho sempre amato fare a modo mio, non tollerando altre regole che quelle del Codice Penale».Non mi avrebbero colpito, forse, queste parole, se in questi giorni non stesse prendendo forma un polo Giustizialista e peronista che intorno al nuovo Il Fatto trova – legittimamente – il suo cuore propulsivo. E se – altrettanto legittimamente – ieri Marco Travaglio non avesse scelto la prima pagina de Il Fatto, per difendere come un foglio di sostegno bolscevico della terza internazionale il Movimento al cui servizio sta mettendo il suo giornale.La terza cosa stupefacente è che – perdendo la sua nota lucidità – per compiere queste due operazioni politiche, Travaglio arriva a tradire se stesso e i principi che ha sempre affermato. Il tradimento più grave è questo: dopo aver combattuto tutta la vita per la libertà di stampa e contro gli editti liberticidi che attentavano alla libertà di stampa, oggi Marco arriva a minimizzare, contraffare, e addirittura travisare un vergognoso comunicato con cui Beppe Grillo attacca tre giornalisti. Non solo li attacca: li insulta, li insolentisce, li ridicolizza.Aizza le folle contro di loro – al pari di quello che fa contro i dissidenti del suo partito – al punto che, come sempre, saltano fuori il turpiloquio di genere contro le donne, e persino le infamità antisemite contro gli ebrei. Il commento antisemita è stato ritirato da Beppegrillo.it, ma non per questo è meno imbarazzante per l’animus e la sottocultura che rivelano. Il fatto ancora più grave, e che si tratta, ovviamente, di tre uomini che Marco conosce molto bene. Il primo: Gad Lerner, di Marco è anche suo amico. I due hanno elegantemente duettato proprio da Fabio Fazio, su politica e antipolitica (sentendo quel duello dentro di me pensavo: «Ha ragione Gad»).Il secondo: lo stesso Fabio Fazio, ha idee e stile lontani anni luce dal mio, ma – santoddìo – quando ho letto che Grillo gli dà del «venduto» mi sono indignato perché è una infamia. Il terzo: Corrado Formigli, un altro che sia io che Marco abbiamo sempre considerato amico, è un giornalista così venale che, quando il Fatto era appena nato, non aveva soldi, e non era à la page, ha scritto paginate gratis (pagato nulla o non pagato) solo per aiutarci. Abitavamo in via Orazio, non eravamo una lobby, avevamo molto entusiasmo: ho raccontato quei giorni irripetibili in Gioventù amore e rabbia, e sono contento di aver vissuto quell’avventura con Marco, Antonio Padellaro, e tutti i ragazzi splendidi di quella redazione. Però rimango gelato quando leggo che Marco difende frasi oscene di Grillo come: «Chiunque sa che i giornalisti televisivi sono lì per grazia ricevuta (e stipendio ricevuto) dai loro editori».E ancora: «E sa che i loro editori sono i partiti insieme alle lobby che li sostengono». E anche: «Queste macchiette fanno comizi politici (ma il termine antipolitici è più appropriato in quanto fanno gli interessi di gruppi politici o economici) tutti i giorni, dal mattino presto a notte fonda spacciandoli per informazione». Di più: «Uomini di alta e autoproclamata cultura che, dall’alto dei loro valori morali, etici, sociali e soprattutto di appartenenza – scrive Grillo – sono pagati profumatamente per il servizietto pubblico al Bersani, al Renzi, al Casini di turno».È dopo questa sequenza da birreria di Monaco, con la risciacquatura di banalità e stereotipi antiintellettuali tipici dei movimenti populisti degli anni venti, che si arriva alla Fatwa: «Lerner, Fazio, Formigli, per citare solo alcuni della truppa cammellata che imperversa nel piccolo schermo, sono le nuove fate smemorine il cui compito – scrive Grillo – è trasformare delle zucche vuote in statisti e attaccare con qualunque mezzo e ferocia chi mette in discussione il Sistema (del quale sono i pretoriani) e proteggere il loro portafoglio». Ma avrei pensato che dopo queste parole maldestre, l’ex giornale indipendente, oggi organo del partito Giustizialista, invece che sorvolare sulle cazzate del suo guru (come accadeva agli organi dei partiti seri) sarebbe sceso con il manganello in strada, per accanirsi contro i bersagli della fatwa e non contro il suo autore: «Grillo è un privato cittadino – scrive Travaglio – non controlla nemmeno una tivvù di quartiere, non ha mai chiesto di cacciare un conduttore o di chiudere un programma».E ancora, con una frase davvero incredibile: «Grillo – prosegue Travaglio – ha detto semplicemente ai suoi di non andare ai talk show». Peccato che, come abbiamo appena visto, questa sia una vera e porpria falsificazione: Grillo abbia definito Fazio, Lerner e Formigli, «truppa cammellata», «fate smemorine», «pretoriani del sistema», «protettori del loro portafoglio», «giornalisti pagati profumatamente per fare servizietti ai partiti».Il trucco di Travaglio, poi è un classico. Per convincere i suoi lettori, sempre più dubbiosi, che questo sia vero, tira fuori dei «cattivi» – L’Unità, Pierluigi Battista – per dire che attaccano Grillo ma sono supini con il governo Monti. Io non so se «Editto ligure», lo abbiamo coniato noi od altri. So che è l’unico modo in cui si può definire quella sconcezza. Speriamo che Marco domani si ricordi che scriveva e chieda scusa. Prima ai suoi amici. E poi a chi crede in lui. Si possono far danni anche senza infrangere il codice penale. Ma vorrei ricordare Marco che anche la diffamazione di Grillo contro Lerner Fazio e Formigli è un reato.

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10 commenti »

  1. beh, Travaglio aveva già dimostrato di saper essere pessimo con la lettera al mullah omar, dove trattava con il suo stile argomenti che non conosce / eva.
    Alla fondazione del giornale aveva detto che il Fatto Quotidiano non sarebbe stato il solito giornale che utilizza le frasi fatte, anzi vi si schierava contro. Di fatto è diventato l’autore di decine di frasi fatte … a sua insaputa.
    Bertolino a wikimedia ieri sera ha citato Servizio Pubblico Santoro e Travaglio su Di Pietro, dicendo che per anni hanno citato la casa di questo, la casa a insaputa di quell’altro… ed ora che vengono fuori le 56 case di Di Pietro, anzi travaglio dice 7 o 8 (evviva la precisione sui fatti) altri giornalisti del FQ 11, la questione non è poi così importante…
    L’eterno ritorno della politica Italiana. Bossi 3 figli…Di Pietro uno diplomato a 22 anni (in competizione con Renzo Bossi)…. Grillo ne ha 6,….
    auguri.

  2. Telese l
    il suo articolo è alquanto contraddittorio e poco obiettivo.
    Chi sta dalla parte della giustizia oggi deve prendere posizioni anche politiche e Travaglio lo sta facendo in piena coerenza coi suoi valori.
    quanto all’editto io lo chiamerei rispetto delle regole al di la’ delle strumentalizzazioni che utilizzando la Salsi o altri ridicoli pretesti i media di regime fanno per attaccare il M5S.

    Quanto alla coerenza forse farebbe bene a rivogere la domanda a se stesso visti i contenuti e la conduzione con Porro di IN onda.

  3. Talvolta Travaglio s’induce ad un difesa capziosa delle sparate di Grillo.
    A mio avviso perché non vuole né infrangere né incrinare il progetto politico di Grillo e del suo Movimento.
    In tal modo Travaglio, che non doveva fare sconti a nessuno, cade nell’errore di un giornalista asservito al grillismo…?
    Tuttavia io ritengo che il progetto politico di Grillo permane ad essere quello di sbaraccare o quanto meno di ridimensionare efficacemente la partitocrazia incessantemente corrotta, nonché la casta dei sontuosi privilegi e connivenze malavitose.
    In questa ottica voterò per il M5s, perché gli attuali partiti hanno colmato la misura e non sono più credibili, e sono la malattia devastante dell’Italia, sicché non è ragionevole ritenere che i malati curino se stessi.
    Occorre evidentemente un tale scossone che non solo ridimensioni notevolmente l’arrogante dominio dei partiti, ma che abbia a ridurli all’impotenza.
    Solo cosi si può rigenerare la nostra classe dirigente, quanto meno con Grillo ci si può provare, evitando di assuefarci alla partitocrazia e casta degli inetti.
    E’ assai probabile che pure Travaglio scriva i suoi agguerriti articoli in funzione di un auspicabile e determinante rinnovamento dell’attuale miserevole classe politica.
    Ecco perché non mi sento di accanirmi contro Travaglio, benché abbia mostrato una incoerenza di metodo giornalistico facendosi paladino di Grillo.
    Ma quando mai i giornalisti d’ogni sorte si sono rigorosamente mostrati coerenti con i principi che loro stessi si sono dati…?
    Appunto quando mai…?
    Per tanto pure Travaglio ha scelto con convinzione di fare una incisiva battaglia a favore di Grillo, allo scopo ritengo di rimuovere o efficacemente ridimensionare una classe politica davvero inaccettabile e indegna.
    Personalmente sono con Travaglio e Grillo in questo arduo ma possibile traguardo.
    Nonostante che Grillo sia smanierato, impositivo e talora populista.

  4. Magari per par condicio la prossima volta inviti in trasmissione a in onda Travaglio e Di Pietro…a contestare con date e carte le campagne mediatiche el fango contro gli antimontiani

    colgo l’occasione per portare un altro contributo (ogni tanto il Fatto pubblica qualcosa di interessante ) in aggiunta ai tanti altri economisti e nobel che ci stanno avvertendo della fine che ci attende se persistiamo con le ricette montiane:

    “Crisi: “Italiani attenti, la ricetta tedesca vi farà finire come la Grecia”

    Intervista a Roberto Lavagna, il “ministro del miracolo” che ha risollevato dal baratro l’economia dell’Argentina: “Prima di tagliare il Welfare colpire i settori improduttivi”. Dopo il crac del 2001, Buenos Aires rifiutò i diktat dell’Fmi: “Per esempio decidemmo di bloccare gli sfratti per non mandare sotto i ponti migliaia di persone”

    “Roberto Lavagna è l’economista che traghettò l’Argentina fuori dalla drammatica crisi esplosa nel Natale del 2001 (leggi il suo ritratto). Fu lui a governare l’emergenza. Nominato ministro dell’economia subito dopo il tracollo di Buenos Aires – con il Pil precipitato del 20%, i conti correnti congelati dalle banche e buona parte della classe media finita a rovistare nei cassonetti della spazzatura – riuscì a risollevare le sorti di un Paese dato ormai per spacciato, applicando ricette economiche finalizzate innanzitutto a restituire potere d’acquisto alla popolazione…”

    Resto convinto che ,visto anche il Porcellum2, serva una grande alleanza strategica tra tutte le forze antimontiane.

  5. caro luca telese, ma non eri per la liberta’ di pensiero ??????????????

    …….anche se il pensiero di travaglio e’ solo quello di essere un ” bastian contrario”……

  6. ma va … tu e culatello! per me sei uno di quelli da aggiungere alla liste dei venduti.

  7. E non ti offendere per il venduto (non è diretto alla persona ma alla categoria) e visto che sei in televisione abbi il coraggio di ammettere perchè lo sai bene che se pesti i piedi a qualcuno non ti fanno lavorare e non invochiamo la dittatura perchè siamo già sotto una dittatura ancora più subdola dei regimi così detti autoritari perchè camuffata sotto il nome di democrazia ma dove in realtà comanda chi è privo di scrupoli o è un truffatore e questa è la realtà c’è poco da fare.

  8. TALK SCIO’, TUTTI COL TRUCCO – VESPA AMMETTE: “PER SCEGLIERE I GIORNALISTI CHE FANNO LE INTERVISTE IN UN PROGRAMMA SERVE L’OK DEL POLITICO” – VEDREMO MAI TRAVAGLIO VS IL BANANA? “FUNZIONA COSI’, DICONO QUELLO SI’ E QUELLO NO” – TUTTI LO SANNO, NESSUNO PROTESTA – IN PRATICA IL POLITICO VA IN STUDIO COL “SUO” GIORNALISTA NEL TASCHINO – SEMPRE LE STESSE DOMANDE, SEMPRE LE STESSE RISPOSTE E IL GIOCO E’ FATTO…

  9. Una volta per diventare giornalisti si doveva studiare e fare pratica. Oggi un asino come Telese, sponsorizzato dai partiti, dirige, si fa per dire, un giornalucolo di partito. Ecc perchè speriamo che Grillo vinca le elezioni, per mandare Telese e i suoi The Q (OMEN NOMEN) a lavorare, magari a pulire le tazze dei cessi dei treni di Montezemolo

  10. Ma senti da che pulpito!!!
    A Telè..hai difeso lo sciopero in camera PdL-Pd pro Silvio..
    ma va ciapà i ràtt và..magari stai meditando un bel rientro in patria
    Grande!

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