Interviste

18 Ottobre 2012
Mussi: “Fuori dal Palazzo si sta meglio”

di LUCA TELESE

«A Massimo do un consiglio: non farsi tirare la giacca, non farsi cacciare, non impuntarsi. La cosa migliore è un passo indietro spontaneo. Si può vivere anche fuori dal parlamento. Perchè i miei antichi compagni non lo capiscono? » . Fabio Mussi sta seduto sul divano bianco della sua casa di Talenti, prima periferia di Roma. Per una vita è stato quasi un gemello siamese di Massimo D’Ale ma. Insieme alla Normale, insieme nella Fgci, insieme nel partito, insieme nelle vacanze, quando Massimo prendeva in giro l’amico chiamandolo «Motomussi» (per via della sua amata Ducati 98 Tl). Prima uno e poi l’altro in parlamento. Prima uno e poi l’altro alla guida de l’Unità. Prima uno, poi l’altro capogruppo. E poi al governo. Con la differenza che Mussi ha fatto un passo indietro, rinunciando al parlamento ai tempi dei Ds, e poi annunciando che non intende più candidarsi nemmeno oggi, che è in Sel. Quando gli chiedo se non sia stato un sacrificio per uno cresciuto a pane e politica, mi dice con un sorriso sotto i baffi: «Ti faccio vedere dei documenti importanti». Andiamo in uno studiolo dove ci sono appesi dei disegni coloratissimi: «Astronauta», «mostro», «dinosauro »…. «Sono delle mie nipoti. Siamo nell’età in cui si fa i nonni. Anche Massimo. Bisogna saperlo» .

Lo sai che se inizio l’intervista con te che contrapponi i nipoti al parlamento, D’Alema ti prenderà per rimbambito?

( Risata) Allora il mio è un invito a rimbambirsi. Stare in parlamento vent’anni non rimbambisce di meno, t’assicuro.

Quanto hai sofferto appena uscito dal Palazzo?

Zero. Mi credi? Giro l’Italia, faccio comizi, dibattiti, scuole di formazione. Ma, per scelta, da anni, in seconda fila.

Fino ad oggi, della tua generazione, solo tu e Veltroni, avete avuto la forza del passo indietro.

Vedi? Mai sottovalutare Walter. È sempre stato il più veloce sulle gambe, tra tutti noi. Non mi hai ancora spiegato perché Livia Turco, Massimo D’Alema, Anna Serafini e tutti gli altri, per te, dovrebbero fare un passo indietro. Ma diosanto, perché non capiscono? Si è chiuso un ciclo politico!Abbiamo già dato.Non ti servono seggi, o cariche, per fare politica!

Sei diventato rottamatore anche tu?

Per carità. Questa immagine può venire in mente solo a un gaglioffo, un giovane decrepito come Renzi.

Ci vai tenero…

Contano anche le idee, no? Le sue sono le più vecchie. E, soprattutto: Renzi prova a rottamare il D’Alema del 2012, con le idee delD’Alema del 2000. Liberismo e blairismo. Vecchissimo!

Anche voi siete stati rottamatori, un tempo…

Aneddoto? Diventai amico con Pajetta dopo un memorabile scontro in comitato centrale.

Racconta.

Avevo 26 anni. Parlavo in comitato centrale. Dopo pochi minuti, Pajetta mi interrompe. Continuo. Lui lo fa di nuovo. Ignoro. Mi interrompe ancora.

Roba da gelare il sangue.

Ad un tratto mi fermo e dico: «Compagno Pajetta! Negli appunti ho scritto: Qui interruzione di Pajetta. O sono troppo intelligente, o tu sei troppo prevedibile».

Avete sempre pensato che erano dei vecchi terribili, confessa!

No. Erano quelli che avevano fatto la resistenza. Che erano stati in carcere. Che ne avevano viste di tutti i colori. Erano dispotici, carismastici, ma pedagogici.

Come andò a finire con Pajetta?

Dalla volta successiva mi definì così: « L’ex ragazzo Mussi». Era quasi una medaglia.

Altro esempio?

Amendola. Io citavo Marcuse. Adorno. Freud. Facevo un po’ il ganzo. Un giorno lui mi urla dietro: «Basta con questo irrazionalismo! Siamo storicisti, noi comunisti! » .

Era vero.

Macché! Io avevo studiato con Luporini, non lo ero affatto, ed ero convinto che lo storicismo avesse creato catastrofi. Però gli risposi: «Sai, Amendola, Freud non era irrazionale…. Studiava l’irrazionale, è un’altra cosa». Eh eh… E Amendola? Mi prese in giro per anni: «Cosa legge il compagno Mussi? Che legge di bello?». Anche in questo, però, erano maestri. Anche tu,D’Alema, Occhetto eVeltroni avete rottamato Natta. Approfittando del famoso « coccolone » ! (Mussi si rabbuia). E’ vero. non siamo senza colpe. Abbiamo fatto anche cose brutte. Ma quella non fu una bega personale, era una battaglia politica spietata con la generazione che non riusciva tagliare il legame con l’Urss.

La Turco dice: «Me ne vado solo se lo fanno gli altri»

Ho letto. Sbaglia. Che vuol dire? Se è giunto il tempo te ne vai, punto.

Adesso quando viaggi, chi paga? (ride)

A volte mi ospitano. Sennò, paga Fabio. I vizi si pagano.

La politica è un vizio?

Oh sì, di quelli che non ti lasciano. La politica genera dipendenza. Vedo gente tristissima che fa le ragnatele in Transatlantico!

Perché D’Alema e gli altri, dovrebbero fare un passo indietro?

La nostra generazione ha già dato. E ha fallito. Serve un segnale.

A chi?

Alla nostra gente. Si è sollevato uno tsunami. L’onda dell’antipolitica può travolgere tutti: i buoni e i cattivi. E allora perché non far vedere che si può far politica senza poltrona?

Sembri mistico.

Posso citare il cardinal Martini? Prima si impara. Poi si insegna. Poi ci si ritira nel bosco. E infine si mendica la vita.

Vuoi un D’Alema francescano?

Perché no? Se l’Italia è nelle condizioni drammatiche in cui si trova, abbiamo responsabilità anche noi. Avverto un senso di colpa. Abbiamo avuto potere, responsabilità, Ora che il ciclo si è chiuso, possiamo essere utili in un altro modo.

Cosa consigli al lider maximo?

Fermi questa raccolta di firme. Non è elegante.

Gli chiedi di suicidarsi?

Se rinuncia acquisirà immediatamente prestigio. Se non lo fa diventa un nemico pubblico

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2 commenti »

  1. gia’ avere ( PUR NELLA MASSIMA ONESTA’ INTELLETTUALE) un UNICO interesse e’ TRISTE e PATETICO, chi lo PERPETRA per la vita e’ malato cronico ; se a questo si aggiungono risultati mediocri, scadenti ,o peggio ancora dannosi per chi ha dato fiducia , ABBARBICARSI alla poltrona denota anche “MALA FEDE” e complicita’ ,sepur involontaria,con i disonesti ………………………….

    ……………immaginate per quelli ( e sono tantissimi) che hanno iniziato carriere politiche ” in mala fede” !!!!!

  2. Sono daccordo con Mussi; se i vecchi leader dell’attuale PD fanno un passo indietro, cedendo il posto a REALI nuove leve (e non ai propri galoppini), la politica può di nuovo alzare la testa e relegare i vari “strilloni” (molto spesso dei veri ipocriti) al ruolo che gli spetta!!! Io, da vecchio veltroniano, sono contento del passo indietro di Veltroni (che a mio avviso è stato un passo in avanti) e spero che venga preso ad esempio dagli altri; per quanto riguarda “il rottamatore”, pur non condividendo il suo comportamento, devo dire che se non altro è servito a dare una smossa al carrozzone PD.
    TORNIAMO ALLE SEZIONI, TORNIAMO ALLA PARTECIPAZIONE ATTIVA, DEMOCRATICA E NON DELEGHIAMO GLI ALTRI, SENZA CONTROLLO.
    Pio De Falco – Bologna

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