Pubblico

29 Luglio 2012
Soliti ignoti a Sassari: nasce la rapina “anti-crisi”

di LUCA TELESE

Sassari, filiale della banca Unipol di via Giagu, ieri sera rapina “brechtiana”. Subito dopo essere entrati con le pistole in pugno i rapinatori fanno questo incredibile discorso ai presenti: “Scusate per il disagio. No vogliamo farvi male, siamo costretti a rapinarvi perché con questa crisi non riusciamo a trovare lavoro“.Un po’ Soliti Ignoti, un po’ Zorro, un po’ Brancaleone, e intanto si portano via 84mila euro. Lo stesso giorno, a Nuoro, altri due rapinatori prendono 16mila euro in una filiale di Equitalia. Meno loquaci, guardano per terra tutto il tempo per non incrociare le telecamere, ma anche per questo motivo danno un’idea discreta, o persino pudica, di sé. La polizia li considera – anche in questo caso – “non professionisti”. Solo mercoledì sera, invece, un’altra rapina nella stessa città al Brico di via della Resistenza. Nemmeno un anno fa, nella stessa filiale di Equitalia, furto di 35 mila euro. Solo perché, per misteriosi motivi, quello che accade in Sardegna viene considerato sempre esotico e lontano, la notizia della “rapina anticrisi” di Sassari non ha aperto tutti i telegiornali. Solo perché l’informazione italiana è provinciale e “settentricentrica”, dunque, non avete letto o sentito l’incredibile racconto dell’irruzione “gentile”, in cui una bambina di sette anni che era in banca con la madre di 49 si è sentita dire dai soliti ignoti sassaresi: “Non avere paura, anche noi abbiamo una nipotina della tua stessa età, non ti faremo niente“. Se questi rapinatori avessero finto tanta gentilezza per apparire quello che non sono, dunque, sarebbe ancora più importante che se fosse effettivamente nato il filone del ladro solidale, il ladro che è come te, solo un po’ più disperato. Deve essere per questo che quando apprendo che i due imparruccati un po’ agée con occhiali da sole e cappellino da baseball hanno fatto perdere le loro tracce in via Carlo Felice, e che prima hanno cortesemente chiuso i dipendenti in un bagno senza torcere un capello a nessuno, sono preso da un irresponsabile moto di simpatia. La rapina brechtiana lavora sulla potenza di una sentenza tanto celebre quanto politicamente scorretta: “il primo ladro non è colui che ha cercato di rapinare una banca, ma quello che l’ha fondata”. In questa Sardegna martoriata dove le presenze turistiche nei porti sono crollate ieri del 15% rispetto ad un anno fa (ed il 2011 era già un anno nero), in questa regione dove le bonifiche promesse dall’Eni non si fanno, dove i poli industriali e chimici chiudono, dove il Sulcis si sta spegnendo con una inesorabile processione verso la disperazione, dove Eurallumina e Alcoa lavorano con una spada di Damocle sulla testa (accordi a tempo che scadono ad ottobre), dove il governo di Berlusconi ha barato, e quello dei tecnici ha taciuto, davvero i soliti ignoti di Sassari (con accento barbaricino) non riescono a indignarmi. E’ fin troppo facile scrivere che sono persone che stanno commettendo un grave reato. Ci sono così tanti rapinatori di futuro, in giro, che questi due signori in cappellino attenti a bimbi e nipotini, è una mia colpa, finiscono per abbattere i miei principi legalitari. Ci sono troppi rapinatori in giacca e cravatta, e senza vergogna, perché ci si possa indignare per quelli in cappellino da baseball. Le rapine sono rapine, è vero. Ma la rapina anti-crisi è un paradosso con cui dovremo fare i conti, se non altro perchè è la fotografia di un disagio, che fa saltare – nella percezione – la scala dei valori con cui siamo abituati a misurare le cose. Se non altro perché anche io ho un figlio della stessa età, e quindi la disperazione di un padre la capisco bene.

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3 commenti »

  1. Caro Luca,
    fino a poco tempo fa, effettivamente, mai e poi mai avrei detto “hai ragione”.
    Ora tentenno e traballo, sempre più spesso di fronte a fatti come quello che descrivi. Anzi, a dirla tutta, sento che mi sto spostando verso il muto desiderio che ci siano 10/100/1000 rapine da Soliti Ignoti.
    A tal proposito consiglio una lettura: DIO è violento, di Luisa Muraro. La filosofa femminista, intellettuale di quell’epoca di ribelli non violenti, oggi analizza la questione e…
    Saluti. Ps: ma un “bottone” ISCRIVITI ?

  2. ritornano gli anni di piombo

  3. Con le buone maniere si ottiene tutto, no? Ti fai derubare più volentieri! No, quelli che ti chiudono in bagno e non sono loquaci non mi sono per niente simpatici!
    Sono d’accordo sul detto che il primo ladro è colui che fonda la banca, non per niente mi piaceva la serie “La Banca della Magliana”!
    Proprio stamattina ho sentito una buona notizia riguardo ad un’ industria sita a Villacidro, non ricordo il nome: è salva, la comprano gli imprenditori stranieri!
    Posso capire se citi l’età della bambina ma quella della mamma che c’entra? Ti meraviglia che si partorisca in tarda età?

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