di LUCA TELESE
E così, come dal cilindro di un prestigiatore, del funerale di Don Gallo è saltata fuori la sorpresa della comunione di Vladimir Luxuria. Anzi, di più: nel funerale del prete più trasgressivo d’Italia si é celebrata la prima comunione mediatica di un transessuale, officiata – incredibilmente – da uno dei più conservatori esponenti della curia di Roma, monsignor Bagnasco.
È molto interessante, dunque, seguire il filo della nuova comunione che la Chiesa sta stabilendo con i suoi fedeli: Papa Francesco va in periferia a Prima Porta a scherzare sul derby, e il cardinale Bagnasco si ritrova davanti il transgender più famoso d’Italia e gli porge l’ostia. «È il primo riconoscimento dei Transessuali e dei gay da parte della Chiesa», commenta Barbara Palombelli. Mentre qualcun altro risponde: «Non poteva fare altrimenti, oppure non l’ha riconosciuta».
È davvero così? Diventa decisiva la testimonianza di Luxuria, che anche oggi spiegava: «Durante la cerimonia ho incrociato più volte lo sguardo con Bagnasco e non ho colto in lui nessuna ostilità. Poi, quando ho visto che veniva dalla mia parte ho seguito l’impulso e, per la prima volta dall’età di 17 anni, mi sono messa in fila per l’ostia». È la stessa Luxuria a cercare una connessione tra questo strappo con il nuovo corso della Chiesa: «Per me è stato importantissimo che il giorno dopo, in una parrocchia di periferia, Papa Francesco, riferendosi alle ragazze madri, abbia detto che “le porte della Chiesa sono aperte a tutti”». È d’accordo con Luxuria anche un editorialista cattolico come don Filippo di Giacomo: «È folle pensare che un cardinale dell’esperienza di monsignor Bagnasco, in una occasione come quella, possa aver impartito una comunione inconsapevole o involontaria! La Chiesa di Roma assomiglia sempre di più alla Chiesa di tutto il mondo».
Ed è sicuramente importante, questo gesto, se si considera che Luxuria aveva, anche recentemente, dichiarato simpatia per il buddismo. Così, nel tempo della crisi e della discriminazione, la Chiesa di Bergoglio trionfa sullo stato laico, e su dimostra a suo modo più inclusiva di un parlamento che non riesce nemmeno a regolamentare le coppie di fatto. Un bel paradosso.
(da linkiesta.it)
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