di LUCA TELESE
C’è un’incredibile paradosso della storia avvelenata di questo processo Ruby e di tutte le altre odissee giudiziarie berlusconiane che in sé riassume: è un paradosso che riguarda la politica, anzi riguarda soprattutto il governo, anzi riguarda soprattutto il centrosinistra. Infatti le partite che in questo momento Silvio Berlusconi sta giocando sono almeno tre: una con i suoi processi, una con l’opinione pubblica e una con il governo. Berlusconi sta perdendo la prima, è in svantaggio nella seconda, ma sta incredibilmente stravincendo la terza.
Infatti mentre la requisitoria su Ruby ha già avuto effetti disastrosi (basta immaginare l’ipotesi di interdizione perenne dai pubblici uffici), e il filmone innocentista sulla “Guerra dei vent’anni” è stato rigettato anche dal tribunale implacabile dello share (per uno come lui un dramma), dal giorno del voto, alla conclusione del seminario di Spineto, la forza e il peso specifico del leader del Pdl sulla sua coalizione, invece che diminuire, sono cresciuti ogni ora di più.
Mai come oggi le prime due debolezze sembrano non interferire con gli equilibri politici. Anzi: in virtù dell’abbraccio mortale delle larghe intese, più il quadro si complica, più il prezzo di consenso da pagare per la sinistra si fa alto. Dovrebbe essere esattamente il contrario, e invece Berlusconi ha fatto della propria debolezza una forza. Legandosi ad un partito in difficoltà, e caricando tutte le responsabilità della guida su Enrico Letta, ha impedito al Pd di potersi avvantaggiare elettoralmente delle sue disgrazie. Ogni invettiva contro i magistrati, dunque, anziché far perdere voti al Pdl, li fa perdere ai suoi alleati che lo sostengono.
Ecco perché se Berlusconi volesse paragonarsi davvero ad Enzo Tortora, dovrebbe rinunciare, come fece lui, ad ogni immunità. E se il Pd volesse salvare il suo ruolo, contro ogni convenienza immediata, e contro lo spirito di autoconservazione dei suoi ministri, dovrebbe avere il coraggio di abbandonare la maggioranza, per evitare di essere scaricato dal Cavaliere in caso di condanna (modello Mastella-Prodi). Questo sì che sarebbe un colpo di grazia.
(da linkiesta.it)
Rispondi