Bruno sbaraglia alla grandissima la concorrenza e conquista al primo turno la leadership delle Primarie autoproclamandosene il padrone assoluto. Delusione per la strafavorita Laura Puppato. Entusiasmo alle stelle nel Paese. In serata le congratulazioni personali di Barack Obama, i complimenti del Pontefice e i commenti encomiastici del Dalai Lama
Marxismo-tabagismo
E adesso chi glielo dice ai culi caldi abituati a veder passare i cadaveri? Adesso chi glielo spiega ai funzionari che scommettevano sulle guerre di posizione, sulle tessere sui congressi? Chi glielo dice che vanno a votare quattro milioni di persone ed eleggono un leader come Bruno Tabacci? Se c’è una cosa bella, della democrazia, è che riesce a piazzare tutti, a riscrivere la storia.
Il fatto è che Bruno Tabacci ha vinto per un miracoloso effetto di spiazzamento. Si era candidato pensando di essere il candidato più a destra della coalizione, ha finito per essere quello più a sinistra. Sul piano economico aveva detto: dico che considero Monti il salvatore della patria così non mi piglia nessuno.
E invece è andata a finire che anche Renzi, Bersani, e persino la Puppato hanno detto che pure a loro non gli dispiace affatto. Vendola voleva dire che l’agenda Monti gli fa schifo ma all’ultimo momento non ha avuto la forza di dire nulla e durante il duello gli si è impap- pinata la lingua. Malgrado tutto Tabacci non si è scoraggiato. Ha deciso che se gli chiedevano un nome per il suo pantheon avrebbe detto il nome di un cattolico.
Chi sono i suoi riferimenti? gli hanno chiesto a Sky. E lui: «De Gasperi e Marcora». Eroico. Ora, a parte il fatto che Govanni Marcora, ex ministro democrisitano, lo conoscevamo, Tabacci era convinto che citare due politici cattolici lo avrebbe messo al sicuro. E invece arrivano quei paraculi del Pd e lo fregano.
La Puppato cita Tina Anselmi. Poi si scatena Bersani e grida: «Papa (pausa) Giovanni». Quindi arriva Vendola e uno si aspetta Pasolini e Beringuer. Macchè, ecco l’evocazione mistica: «Il Cardinal Martini». Ancora una volta Tabacci è il più a sinistra, suo malgrado. La campagna elettorale è trascinante. Tutti sanno che Pisapia stra- vede per lui. Poi l’endorsement del Pdci gli spiana la strada del consenso di massa.
Il partito Marxista leninista cambia il nome in marxista-tabagista. Il Tabaccismo diventa una realtà. Tabacci meditava una via di uscita. Candidarsi alle primarie del Pd. Ma anche lì non c’è stato nulla da fare. Renzi, con le sue ricette economiche, lo ha scavacato a destra. Gli resta, per fortuna, il consenso ammirato della classe operaia.
Grazie Bruno!
Da Yanez, l’inserto satirico di Pubblico, del 26 novembre 2012
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