di LUCA TELESE
«Il veto alla televisione? Somiglia a Fahrenheit. Tra poco faranno il rogo dei tubi catodici e ci balleranno attorno». Distilla sarcasmo Francesco Merlo, editorialista di «La Repubblica». Nel week end ha litigato con Toscani, ieri ha scritto un editoriale in difesa della giovane militante grillina. In questa intervista spiega perché questo dibattito lo preoccupa.
È una questione importante, tv sì, tv no?
Combattere la tv è come combattere il telefono, l’elettricità, il treno.
Ti stupisce il dibattito sul punto G?
L’erotismo della televisione mi pare una volgarità. La tv non è uno strumento di perdizione né di evangelizzazione. È essenziale alla democrazia che è fatta di consenso e dunque di esibizione e seduzione. Non esiste professione senza seduzione, figuriamoci quella del politico. Un medico fa bene a indossare una bella cravatta. Anche se la cravatta non guarisce i malati.
Grillo dice che il contenitore modifica il contenuto…
È un popperiano rurale e ruspante. L’ anti-modernismo è sempre stato reazionario. E ad Oliviero ricordo che gli arcaici reazionari italiani se la presero anche con la sua amata macchina fotografica: “Dio ci salvi dai fotografi” era uno slogan di Strapaese.
Toscani chiede coerenza ai militanti in nome di una strategia comunicativa.
Limitare la libertà in nome dell’ideale del non andare a Ballarò, o ad Agorà, prima fa ridere e poi allarma.
Toscani dice che tu difendi la tv, ma te ne tieni alla larga.
In tv vado poco perché lo decido io, non perché me lo impone un Grillo qualsiasi.
Oliviero aggiunge che la Salsi dovrebbe ringraziare.
Di essere insultata e lapidata, e non solo in Rete?
È cattiva la rete, allora?
Rete e tv sono innocenti. Se uno in treno sputa per terra la colpa non è del treno.
Non ti convincono le provocazioni di un tuo amico?
Oliviero è il genio italiano dell’immagine. Ma non si può essere geniali in tutto. Se no sarebbe Leonardo da Vinci. È un poeta fantasioso, gli piacciono le nuvole. Ma lo annoiano l’economia, il sillogismo, la logica… È attratto e divertito dai bru-bru.
A te non divertono?
Certo. Grillo interpreta quel diffuso umore nero che ho anche io: “basta con questo schifo di politica” e “basta con l’epidemia degli esibizionisti”. Qualche anno fa proposi la telepatente a punti per gli uomini dello stato. Quando si superano i limiti dell’ educazione e della decenza: un tot di punti in meno. Ma era uno scherzo, un dileggio. Ecco, Grillo è bravissimo nel dileggio, anche se, per esempio, oggi Crozza è più bravo di lui.
Non ti piacciono le provocazioni di Grillo?
Mi fa ridere, come a tutti. Ma dopo il riso ci vogliono le idee, la competenza, la politica. E non la ferocia del sorriso idiota. Non avendo idee per governare, Grillo si rifugia nel fanatismo della sua Scientology. Così la mediocrità dei dispettosi diventa dadaismo totalitario. È stupido sostenere che Grillo è fascista, ma non vorrei provare il suo populismo torvo e dispotico.
Grillo cura la sua immagine.
L’ho visto in tv con quella libreria alle spalle che sembra la libreria di Minzolini: roba che non pratica. Libri finti e turpiloquio (cioè parole finte) riempiono il vuoto politico, grammaticale, ideale. Grillo è uno di quelli che si sono pervertiti nell’ esibizionismo televisivo. E noi dobbiamo ringraziare la tv che smaschera tutti, anche lui, e ne mette a nudo la vanità e la verità. Il farsi vedere è sempre meglio del nascondersi. Molto meglio l’ evidenza delle cose ai loro misteri.
Grillo vincerà davvero?
Non so. Bisogna batterlo sul suo terreno che non è la politica ma il dileggio. A dileggio contro-dileggio.
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