di LUCA TELESE
«Siamo al rischio desertificazione. Serve un piano di intervento pubblico per salvare il destino industriale del Paese». Susanna Camusso ci riceve nella sua stanza a Corso Italia, sotto il ritratto scamiciato di Di Vittorio, fatto da Carlo Levi, così barricadero che fece arrabbiare il fondatore della Cgil: parla di Fiat, ma soprattutto di intervento pubblico, modulando la proposta che ha aperto una nuova frontiera di dibattito tra gli economisti. Cesella pagelle feroci sul governo Monti e sui suoi ministri mette a tacere la suoneria (Bob Dylan, Blowing in the wind) del suo cellulare ("Me la sono andata a scaricare, é la mia storia") e quella degli sms (il fischio del vapore). Si accende una sigaretta, e inizia a ragionare.
Ma dica: l’ha fatta arrabbiare più la Fiat o più Marchionne?
(Sorride) Entrambi.
Perché?
Io credo che la presenza dei sindacati al vertice di palazzo Chigi avrebbe determinato un elemento di trasparenza sui risultati che purtroppo manca.
Sta dicendo che è stato nascosto qualcosa?
No, non amo la dietrologia. Osservo i fatti.
Ovvero?
Dico per esperienza che in cinque ore di tavolo si dicono molte più cose di quelle che si scrivono in un comunicato di trenta righe.
Poche?
Direi proprio di si, Visto che cinque righe erano dedicate solo a elencare i partecipanti!
Serve un tavolo con anche la Cgil?
Non solo la Cgil. Devono essere invitati tutti i sindacati perché parliamo di una straordinaria questione industriale.
Mi dica, peró, che impressione ha avuto.
Temo che tutto questo serva a mettere in ombra che la Fiat in Italia stia mantenendo solo un presidio… E, per di più, finalizzato solo all'idea di tenere fuori concorrenti stranieri.
Sarebbe gravissimo.
Sì, peró non mi stupisce. È quello che ha sempre fatto. Ma prima almeno produceva in Italia. Il paese ha bisogno di produzione, non di marchi sovrapposti a veicoli di importazione.
Cosa la preoccupa di più?
Prima di tutto il drammatico fumetto che grava in queste ore sulla testa degli operai Fiat: "Che ne sará di me?".
E poi?
Il fatto che un grande azienda, con gli ammortizzatori sociali, può in qualche modo reggere. Le ditte dell'indotto, invece, senza un programma e tempi certi no. Stiamo parlando di 500 mila addetti. Si capisce la gravitá della situazione?
Quante volte ha visto Marchionne?
Forse tre. Eppure per l'Ad della più grande industria italiana dovrebbe essere normale incontrare il più grande sindacato operaio, e non solo operaio, italiano.
E cosa gli domanderebbe, in quel caso?
Caro Marchionne: lei sta dicendo cose che sono la contraddizione di quello che fa. In Italia non mostra carte o piani. Peró quando va in America a trattare con i sindacati e con Obama dice tutto, e si assume anche dei precisi vincoli, perchè?
Sarebbe un dialogo impegnativo.
Oh certo. Gli ricorderei, per esempio, come cambia disinvoltamente opinione: ma non era lui quello del "Non voglio incentivi"? Adesso li chiede per l'export. Bene, ma cosa da in cambio?
Altre domandine?
Io vedo che la testa di questa società é ormai esplicitamente trasferita in America. Io leggo su Milano-finanza – notizia importantissima mai smentita – che Fiat tiene 23 miliardi di liquiditá finalizzati al rapporto con Chrysler.
Lei é stata molto dura in questo lungo anno con Marchionne. Si é pentita di qualcosa?
Non amo gli atteggiamenti da verità in tasca e ho tenuto un atteggiamento molto riflessivo. Peró le nostre preoccupazioni, che erano non ideologiche ma riferite a problemi concreti si sono tutte rivelate fondate.
Lei era contraria al referendum Mirafiori: é stato giusto opporsi al contratto Marchionne?
Oh, direi di si. In primo luogo perché era sbagliato chiedere agli operai di rinunciare ai diritti, a maggior ragione in nome di una produttività che non c'é stata.
Hanno detto che il No era conservazione. Io direi che é stato uno straordinario atto di coraggio, in difesa della dignità del lavoro.
E poi perché era giusto opporsi? Perché, anche se solo grazie al voto degli impiegati, e malgrado una sconfitta tra gli operai Marchionne, ha vinto come chiedeva: ma non ha tenuto fede a quello che prometteva alla vigilia. A sentire lui Mirafiori doveva già essere impegnata da nuovi modelli!
E invece?
Si va al quarto anno di cassa integrazione. Musa e Idea non sono state rimpiazzare….
Lei non ha simpatia per lui, confessi.
Le vocazioni personali non c'entrano. Io sono stupita da un signore che faceva propaganda in tutto il mondo contro l'Italia, dicendo che siano un paese arretrato e antimoderno.
Era quello che Marchionne pensa.
Oh, certo. Ma se lui puó fare l'ambasciatore dell'antiitalianitá, allora è inaccettabile che gli operai che criticano la Fiat siano espulsi, non trova?
Vuole parlare anche di questo?
Certo. Aspetto la chiamata del governo. Non coinvolgere i sindacati non mi pare una buona scelta.
Quello che accade alla Fiat rafforza o meno il suo discorso sulla necessitá dell'intervento pubblico?
Direi che viene rafforzata…
Perché
Adesso é chiaro a tutti che stiamo vivendo uno dei momenti più drammatici della storia d'Italia.
Ne é convinta?
In poco più di un mese si sono sommate la crisi della chimica, con la Vinyls, della siderurgia con l'Ilva, dell'alluminio con Alcoa, del minerario con Nuraxi Figus, dell'auto con la Fiat…. Che cosa si aspetta a capire che rischiamo la desertificazione industriale?
Il governo non lo ha capito?
Se lo ha capito non vedo una reazione. Anche perché l'edilizia non sta meglio, e settori anticicloni come l'alimentare rischiano di essere travolti.
Se il quadro é questo…
La domanda é: il secondo paese industriale d'Europa cosa é disposto a fare per salvare il suo cuore industriale?
Profumo dice che l'industria conta solo il 19% del Pil…
L'ho sentita anche io, questa. Mi auguro che scherzasse. Anche perché la crisi di quei settori trascina l'indotto, è la fonte di tutto il resto…
Diranno la Camusso é una statalista bolscevica…
(prende una boccata lunga). Dicano quello che voglio. Quando parlo agli imprenditori, questo discorso lo capiscono subito. Infatti io non parlo di "nazionalizzazioni" ma di interventi pubblico.
Chiariamo la differenza?
Dove lo stato deve assumere il controllo lo fa. Dove deve coordinare coordina. Dove deve mettere un contributo si aggiunge ai privati e sostiene il loro intervento. Dove deve prestare presta…
I liberisti sverranno.
Ah sì? Sono tutti marchionniani, ma non sanno che Obama con Chrysler ha erogato un prestito condizionato?
Le diranno: dove trova i soldi la Camusso.
I soldi ci sono o si trovano: faccio un esempio. Ci rendiamo conto che serve con urgenza un piano energetico?
E cosa c'entrano i soldi?
Se uno fa un piano energetico nazionale riesce a ottimizzare e coordinare, per esempio, tutti gli investimenti giá programmati dai privati, rendendoli più efficaci.
Sta dicendo che il mercato non deve temere?
Sto dicendo che voglio sostenere il mercato. In questo momento le imprese fai-da-te, il sale di questo paese, sono strozzate dal credito e dai costi di infrastruttura.
Pensa ad altri piani?
Certo: oltre all'energia servono trasporti e logistica. Il prezzo dell'energia decide tutto. E Passera ci deve dire cosa per lui é strategico.
Ad esempio?
L'Iris bus, l'ultima azienda italiana che produce autobus la vuole salvare o compriamo tutto all'estero?
E poi?
La Breda, questo governo la vuole? Perché se non la vogliono devono sapere che si ammazzano le ferrovie, visto che ormai servizio e prodotto vanno insieme in tutto il mondo.
Lei vuole un new deal italiano?
Io voglio strumenti e risorse per tornare a competere. Mi pare che anche Confindustria sia d'accordo.
E il governo?
Hanno in mente questo slogan: liberalizzare, liberalizzare… Serve una svolta, e serve ora. Il paese non ce la fa più.
Lei vuole l'impianto di Co2 in Sardegna.
Se si facesse potremmo creare un polo di innovazione e di eccellenza nel sud.
Ma il chip, chi lo deve mettere?
La Cassa depositi e prestiti, per esempio. Se lei chiede cosa stia facendo ad un cittadino temo che non sappia risponderle. E poi serve la patrimoniale.
L'hanno fatta
Giá dicono, con l'Imu. L'hanno fatta solo in parte, e male. Pagano i soliti noti. E chi ha una seconda casa, magari di famiglia, paga come chi ne ha venti!
Quindi?
Deve essere più progressiva. Ma serve di più.
Ovvero?
Andare a tassare quello che é stato nascosto tra evasione e sommerso. E non é poco. Il 18% del Pil che scompare é prima. Di tutto concorrenza sleale per le imprese.
Vorrei le sue pagelle sul governo. Partiamo da Monti?
Siamo passati dalle barzellette ai discorsi seri, questo é un bene. Purtroppo il premier ha un'idea del lavoro strana. C’è un rapporto conflittuale perché non c’è riconoscimento delle rappresentanze.
E Profumo?
Molto cordiale. Teorico della condivisione. Molto poco coerente con le sue teorie.
Passera?
È difficile dare un giudizio. Non vuole una riorganizzazione, solo micro interventi. Segue una logica costi-ricavi. Non mi pare che sposasse questa linea quando era in Alitalia.
Grilli?
Fa il ministro dell'Economia con la logica del cassiere: questo lo porta a dire no ad ogni proposta e idea. Pensa che i tagli siano voluttuari, non si rende conto che la gente sta rinunciando al pane e ai libri di scuola per i figli.
Ho lasciato per ultima la Fornero…
…Sa che ho rapporti discretamente conflittuali.
Mi dica.
Il retropensiero che guida le sue scelte é: il mondo del lavoro é fatto di furbi che se ne approfittano.
Dice?
Oh si. Lei vede troppe pensioni, troppi ammortizzatori. E questo ha condizionato gran parte delle sue scelte.
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