di LUCA TELESE
Ci voleva quel geniaccio perfido di Klaus Davi, con il suo metodo pop inquisitivo, per estrarre dalla confusione folcloristica dell’eurodeputato Rosario Crocetta una perla psicanalitica che rivela molto piu di quanto non appaia, sul rapporto complesso tra il letto e il potere . Tra la politica e l’identità.
Per chi non sapesse l’antefatto Crocetta – autocandidato governatore della Sicilia – aveva esordito con una memorabile intervista al Corriere della Sera in cui dissertava sulla propria candidatura e sulla propria omosessualità, mostrandosi – fin da allora – come uno che pensa di doversi far perdonare qualcosa, e definendo il suo stesso partito, il Pd, come “un partito di omofobi e di cripto-checche“.
Mica come l’Udc, aggiungeva sicuro Crocetta, che nell’ex partito di Totò Cuffaro ha trovato – guardacaso – il suo sponsor politico. E subito dopo spiegava: “Comunque alla Regione non si fanno mica leggi sui matrimoni”. Ma a Klaus condicio Crocetta è andato oltre, dicendo: “Se eletto, mi considererò sposato con la Sicilia. Quando si hanno ruoli pubblici, si deve essere molto casti. Sogno Ingroia in squadra“.
A parte il sogno su Ingroia, quello che colpisce è proprio il ritorno quasi ossessivo a questa idea tutta inedita del baratto fra sesso e politica: “Se dovessi diventare presidente della Regione – spiegava infatti Crocetta a Davi – dirò addio al sesso e mi considererò sposato con la Sicilia, le siciliane e i siciliani. Guidare la cosa pubblica è come entrare in un convento e non ho neanche più l’età per certe scorribande“.
In questa frase, apparentemente spensierata si intravede un abisso psicanalitico: la vita privata barattata con quella pubblica, l’astinenza come merce di scambio per essere perdonati della propria diversità. Chissà, forse Crocetta spera che i suoi amici dell’Udc si sentano più tranquilli. A noi, invece (come alla maggioranza degli italiani e dei siciliani) di cosa faccia Crocetta a casa sua non ce ne importa un fico secco.
Se si sente protetto fra Giovanardi e la Binetti siamo contenti per lui. Purché non si metta a fare come certi convertiti che devono gridare su ogni piazza la propria nuova fede. Come certi marrani che per tutta la vita cercano il perdono dei gentili. Se Crocetta riuscisse a diventare credibile come governatore della Sicilia, infatti, farebbe bene a rilassarsi nel privato come crede, magari anche con qualche festino, purché fra maggiorenni e consenzienti. Crocetta e delizia.
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