E così abbiamo fatto l'anteprima del nostro viaggio alla festa del Pd di Bagnacavallo. Francesca e Luca ed io, per cominciare. Fra gli stand, i compagni dal cuore largo, quelli che ti dicono un po' arrabbiati: "Ma perché criticate il Pd"? Gli abbiamo risposto che se siamo critici sulle follie più lampanti – non certo con i militanti ma con i dirigenti – non é perché vogliamo distruggere la politica, ma perché ci piacerebbe poterla aiutare ad uscire dalla crisi. Tanti personaggi fantastici, i militanti, le donne che fanno i cappelletti, la compagna ostetrica che le brillano gli occhi quando ti racconta cosa significa dare la vita in un ospedale pubblico. E poi il compagno Franco Giacomoni, sorriso solare e rubicondo, cento chili di comunista, che dice: "Ho fatto tutte le guerre, dal Pci al Pd, adesso non riesco a prendere questa tessera perché non voglio morire democristiano. Se non mi date almeno un pezzetto di sogno. Ma a lavorare in cucina con voi non rinuncio, perché Sennó dove vado?". Alcune di queste storie sono già nel nostro giornale. Appena partiamo. Perché bisogna anche ricostruire il senso comune di un popolo perso nella diaspora.
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