Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

Fornero: “Prima il sì, poi i soldi”

di LUCA TELESE

E' venne il giorno della paccata. Il ministro del lavoro Elsa Fornero, ieri si è rilevato un esempio di nuova mutazione genetica. Prima professoressa secchiona , poi statista lacrimale, quindi sadomaso-riformista alla dottor Stranamore ("chiedere agli 'esodati'") e adesso si rileva un tecno -berlusconiana intonata allo stile feroce dei tempi, anche linguisticamente riconvertita alla neolingua marchionniana: "Metto una paccata di miliardi, ma solo se dite si". 

Meno male che Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni sembrano più indignati di Susanna Camusso (" Non ero al tavolo. Però nessuno mi ha riferito di una paccata di miliardi" ha commentato Pier Luigi Bersani). Già era folle l'idea di un ministro che apre la trattattiva dicendo: " In ogni caso entro un mese varo la riforma ". Una strana idea del concetto di "trattativa", evidentemente confuso, nella testa di Elsa, con quello di "ultimatum". Ancora più strana l'esternazione di ieri: " E' chiaro- ha detto- che se uno comincia a dire no, perchè dovremmo mettere una paccata di miliardi e dire 'poi voi ci dite si? ' Non si fa così".

Il Ministro ha proseguito spiegando come si fa: "Noi proponiamo qualcosa. Mi sono impegnata a che le risorse non vengano tolte all'assistenza. Mi sembra un buon impegno. Avrei voluto sentire una piccola parola di apprezzamento per questo impegno". Quindi la sua idea è che i sindacati siano dei perditempo molesti e che la si debba ringraziare per il solo fatto di esistere(o di fare il ministro). Per questo è ancora poco illuminante il resto del discorso che la Fornero ha fatto:" Confido nell'accordo e lavoro per questo -ha detto- l'entità del cambiamento è tale che posso capire che l'interpretazione di primo acchitto sia uno choc. però io ritengo che la riforma sia una buona riforma e mi risulterebbe molto difficile capire da parte del sindacato italiano che non si dichiari d'accordo". Ecco delineata, con questo simpatico mix di spocchia accademia e lessico da shampista del Grande Fratello la nuova finalità del sindacato nell'era Fornero: essere d'accordo con lei. L'ultima perla: "La riforma del mercato del lavoro per renderlo più inclusivo e dinamico dovrebbe prevedere maggiore facilità di entrata e un po' più di facilità di uscita". Cioè la possibilità di cacciare anche gli anziani a un passo delle pensione. Andrebbe tutto, bene, tranne per un dettaglio. La  'paccata' di cui Elsa Fornero parla e dispone con tanta affabilità sono soldi nostri. Non suoi.

twitter@lucatelese


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4 risposte a “Fornero: “Prima il sì, poi i soldi””

  1. Avatar filippo
    filippo

    Si segue il modello marchionne. Avete due scelte: o fate come dico io e siete d’accordo con me, oppure siete in disaccordo con me ma fate sempre come dico io. Adesso possiamo concludere la trattativa.

  2. Avatar la zanzara
    la zanzara

    filippo

    ….solo che marchionne, ” diciamo cosi’”, lo fa a casa sua, mentre la fornero lo fa a casa nostra…………………..unta dal cielo con la benedizione di politici inetti………..bha !! ormai non mi meraviglia piu’ niente !!!!………………….se tanto deve essere cosi’, mi chiedo, perche’ teniamo in piedi tutta la politica e i suoi immensi costi ??????

  3. Avatar filippo
    filippo

    zanzara
    casa nostra…a me sembra proprio che a casa nostra comandino gli altri…leggi europa..leggi merkel.questo e’ il mio pensiero: IL GOVERNO MONTI SODDISFA DUE ESIGENZE quelle dell’europa e dei mercati finanziari, e quello appunto dei politici e dei loro stipendi e privileggi da favola, salvando l’italia si salvano loro in primis, i cittadini soffrono comunque, tutto il peso di quest’azione salvifica e’ su di loro, cosi’ io mi spiego la benedizione dei politici al governo e al suo entourage.La tua ultima osservazione poi mi pare pienamente leggittima.

  4. Avatar Riccardo
    Riccardo

    E’ folle l’idea di un ministro che apre la trattattiva dicendo: ” In ogni caso entro un mese varo la riforma ” ? Io penso che sarebbe stato folle il contrario; ovvero un ministro che avesse detto: ” La riforma sarà varata soltanto quando il governo e le parti sociali si metteranno d’accordo, e se questo non succederà non interverremo”. Un governo, di qualsiasi colore, deve ascoltare tutti, ma poi è obbligato a prendere delle decisioni: e se la Fornero ritiene che sia necessaria (e lo è)una riforma del mercato del lavoro fa bene a procedere ugualmente. O pensiamo sia giusto che i sindacati abbiano un potere di vita e di morte sulla politica riformatrice di questo Paese ? Io non credo. Ma la discussione più importante non riguarda la forma (leggasi: il metodo di concertazione) ma la sostanza della riforma: e su questo punto devo dire che ciò che sta uscendo dal tavolo delle trattative non mi piace affatto, in quanto credo si profili una riforma assai poco coraggiosa. Non vorrei che il governo Monti ci regalasse, dopo il decreto sulle liberalizzazioni, un’altra grande delusione.

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